Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Legeia    19/07/2020    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 8 Chapter 8

Si fronteggiarono in silenzio assoluto, fissandosi rigidi e senza muovere un muscolo.
Non era la prima volta che Milan vedeva sul suo viso un'espressione circospetta e di valutazione, con una bocca atteggiata in una sorta di U non detta, le labbra formavano semplicemente una lettera non pronunciata che accompagnava il lavorio del suo cervello. A quanto pare era una cosa che faceva sempre senza accorgersene e le dava un aspetto imbronciato con la bocca a cuore in un muto pensiero.
Milan sorrise e, essendosi stabilizzato il volo, lasciò la maniglia per prendere qualcosa dall'interno della giacca ma Lia sganciò dalla fondina la pistola di L e la puntò precisamente su un occhio di Milan, facendo scattare tutti in piedi o accovacciati mirando lei.

Il Leader scosse la testa e gli altri si rilassarono, ma sempre pronti.

"E' a te quindi che si deve al casino dei governi, alla soppressione di ogni forma di azione per qualsiasi gruppo nemico delle libertà?"

"Confermo. Sono un Phýlakas, un Guardiano della Carta. Noi difendiamo la verità, la giustizia e il diritto per tutti. Tutto ciò che è in nostro potere, in mano nostra è per il servizio degli altri e il mondo che vorremmo. Noi non potremo mai arrenderci anche quando la speranza sembra svanita. La Madre è definita anche la Signora della Fede, intesa come tutto è un circolo e si rinnova, ritorna, così la speranza. Anche nel più fluido nero di terrore cè una flebile luce che indica la via. E quella Luce siamo noi. Un tempo, o meglio ci sono ancora ma non hanno più potere come prima, vi erano certe sette massoniche e ordini mondiali per cui tutto doveva muoversi come era nei loro desideri. Ora hanno capito che non tutto è così..."

"Tutto scorre con la corrente..."

"...prego?"

"è una cosa che dico sempre, la vita a questo mondo è stare in mezzo al fiume e vedere come tutto gira secondo lo scorrimento del fiume... tutto va come deve andare... anche se io preferisco pensare che agire contro quella forza non è così negativo come ti insegnano da piccoli..."

"Interessante..." sussurrò Milan, riflessivo "diciamo qualcosa del genere. Per troppo tempo tutto è stato in mano a pochi, una manciata di individui... manciata rispetto ai dieci miliardi di umani nel mondo, che detevano più di quanto avessero gli altri quasi novemila. Loro e chi avevano sostituito nel secolo precedente. Attualmente gli stessi soggetti sono intenti a riprendersi cosa gli è stato tolto, e non hanno neanche compreso chi... quando le cose sfuggono loro di mano perdono la testa senza accorgersi di chi hanno al fianco..."

"Non capisco, tu lavori per chi?" continuando a puntargli l'arma

"...per il mondo... ho agito in un certo modo fino ad oggi per cambiare le cose. E tu sei un testimone di questo... io e altre persone che ci definiamo Phýlakas, i guardiani, siamo il nuovo ordine contro le vecchie..."

"Avete creato un ordine che controbilancia un altro ordine per governare il mondo... non è assurdo? Non siete la stessa cosa?"

"no..." rispose tranquillamente "noi cinque ci siamo uniti per togliere dei poteri che detenevano dopo i predecessori da un centinaio di anni, monopolizzando il mondo, l'economia, le altre persone. Tutto era gestito da loro, su tutti i paesi in cui erano giunti da cento anni. Tutti, quindi. NOn puoi immaginare quante decisioni prendevano bevendo un liquore costoso in una stanza riccamente ammobiliata, con maggiordomi e servitori, scegliendo linee di condotta per persone e mercati. Lo sapevi che in certe crisi chi è già ricco triplica la sua ricchezza a discapito delle persone normali, che finiscono tra i poveri? Che..."

"Quindi fammi capire, tu lavoravi per un ordine segreto... come i Rosacroce o qualcosa del genere, e li hai fregati cambiando le loro carte in tavola? "

"Conosci i Rosacroce. O meglio quelli che sono rimasti, che sono solo una quarta parte dopo l'assimilazione dell'ordine... E' un discorso troppo lungo, comunque si. Ne faccio parte, ho agito contro di loro con altre quattro persone con gli stessi scopi, che dovevano essere quell odi questi gruppi segreti andati in malora nella morale, e abbiamo cambiato il mondo. Lo stiamo cambiando... la Carta è solo il primo gradino. Facciamo il secondo... fortunatamnete ci sono tante persone come me, credono e pensano come me, che non mettono i propri interessi come quegli individui al primo posto, ma il bene della vita in generale. Cambiare i mercati per i propri guadagni, pressare certe figure nel mondo per i propri scopi, decidere per proprie convinzioni che alcune persone sono immeritevoli rispetto ad altre, vederli ebbri di potere per cosa hanno nelle loro mani perchè..."

"E sei riuscito a fermare i governi nello stesso momento introducendo una tua forma chiamata Carta? Chi sei Carlo Magno e Giovanni senza Terra? E che ne è stato di..."

"Non sono stato solo, ma è quanto dici. Per nostra fortuna le nuove generazioni non sono come le vecchie, ancora al potere in vari settori. Si, è stata una cosa congiunta e sono orgoglioso di questo. Dal momento dell'ufficialità in ogni Paese, i poveri sono stati aiutati, molti tagli a pensioni o stipendi così elevati che neanche un impiegato normale avrebbe visto in cinque anni sono stati invece riconvertiti per strutture sanitarie e beni di prima necessità per chi si trovava sotto una certa soglia. Senzatetto tolti dalla strada con una sistemazione dignitosa senza i pericolosi ex rifugi che terrorizzavano quei poveri derelitti più di vivere in una angolo di strada. Anziani e persone sole hanno ricevuto un aiuto, sempre pronto in ogni necessità prevenendo morti silenziose, ossia quelle che venivano scoperte dopo molto tempo, a volte anni. Strutture per orfani o bambini con passato o famiglia problematica sono trasferiti in strutture scelte e sistemate ah hoc perchè siano seguiti e aiutati meglio di una casa famiglia sovrannumerata ed oberata per assistere tutti.
Molti stipendi bassi o minimi sono stati innalzati per migliorare il lavoratore e vederlo più efficiente, con premi in base a certi requisiti..."

"Tu lo sai che, la storia umana insegna, tante belle parole a volte non sono accompagnate davvero da cambiamenti positivi nel tempo. Vedi certe idiologie che hanno descritto il loro operato come te e invece hanno peggiorato la situazione. In più ci sono persone che non cambieranno mai il loro pensiero o non si adatteranno creando disagi e problemi. Tutti piangeranno una vita che odiavano ma trovavano per chissà quale ragione migliore della nuova. Come per certe ideologie, ci saranno individui che inneggeranno a ciò portando venti nefasti per le persone senza cervello, persone vuote dentro li seguiranno senza capire davvero cosa credono. Salvare le persone... permettere a tutti di avere una vita dignitosa... con una Carta davvero pensi di riuscirci?"

"La stiamo già attuando... come hai detto tu, abbiamo contrastato pacificamente ma con forza a proteste e manifestazioni con idee contrarie alle libertà delle persone. Abbiamo dato a chi aveva bisogno, un tetto e beni di prima necessità, perfino libri e istruzione e assecondato quelle persone che avevano desideri che magari erano utili, ma dandogli un pò do felicità. Ci sono stati radioamatori, ingegneri, meccanici, fisici e non solo, che per l'economia orribile degli ultimi anni si sono ritrovati con lauree e specializzazioni ottenute con molti sacrifici, ottenendo invece impieghi e possibilità economiche miseri. Senza possibilità di un futuro. E a me servivano molti soggetti nella mia organizzazione per gruppi corposi da inserire in progetti e studi vari. E non ho guardato, solamente intendo, il curriculum e cosa hanno fatto. Prendo solitamente con me persone che reputo particolari e di certe capacità. Ci stiamo espandendo ma ovviamente non posso andare per il mondo e assumere tutti. Ecco perchè approfitto anche io di certe missioni come quest'oggi per incontrare persone che potrebbero trasmettermi quel qualcosa, affinchè diventi mia seguace..."

"Seguace... tu sei il leader... dimmi che non siete una qualche setta relgioso-politica che..."

"Non siamo una setta. Non siamo fanatici, Non siamo pazzi. Siamo un'organizzazione militare non governativa, ma anche più di questo. Non abbiamo ideologie distruttive ma di protezione e salvaguardia delle Persone, sopra religioni e credi passati..."

Lia rimase a fissarlo tramite la tacca di mira dell'arma, poi socchiuse gli occhi sospirando sonoramente e abbassò l'arma verso il pavimento, braccia parallele, verso la sua sinistra. Rimase a fissarlo posata. Rilassando sia il corpo che l'espressione.
"Mi auguro sia così, odio i credi religiosi e ideologici dove le Persone non valgono ma vengono esaltate parole di libri e diari che distruggono tutto ciò che è l'Uomo. O peggio travisano parole e considerazioni attuando azioni contro ogni sanità mentale perchè per loro le cose vanno in un certo modo o niente. Pensieri di millenni e epoche passate che tutto erano tranne umane. Se tu sei davvero la persona che ha contribuito a proteggere e cambiare le situazioni ancora vigenti, bene... ho anche notato che voi no n avete pregiudizi su certe cose da farmi pensare il contrario..." guardando Jd "... per questo motivo, capisco. Se realmente sei chi dici di essere e cosa credi, non ho motivo di odiarti. Dal fatto che mi avresti dato una mano a quel modo sembra proprio che tu finalmente sia una persona capace di portare la razza umana a un'evoluzione migliore" rimettendo la pistola nella fondita, inclinando la testa guardando Milan.

"Io non mento, queste stesse persone mi seguono per quel che voglio cambiare e portare nel mondo. Non certo per il compenso, almeno, non solo per quello " sorridendo gioioso marcando con il sorriso i suoi tratti slavi "e se a te sono sembrati tutto fuorchè professionisti, è per un mio errore. Solo mio. Sono dieci giorni che cerchiamo di fermare e stringere a morsa le cellule che in varie parti di questo Paese, o ex Paese, cercano qualcosa... e puotroppo è da ieri che non dormiamo a sufficienza per ricaricarci da ogni incarico. E il governo provvisorio attuale non è così collaborativo..."

"Non dovrebbero lavorare per te?" chiese lei scuotendo il capo dubbiosa "se hanno portato la Carta che tu hai redatto, se ho capito bene, perchè i vostri accordi per questo compito?"

"bella domanda, brava... " con le braccia dietro la schiena, sorridendo "come ho già detto molte persone che si sono unite a noi hanno contribuito alla disgregazione del vecchio governo, portando i patti di stabilità dei continenti. Ebbene, in primo luogo e per farla breve, molte di queste persone erano già membri del vecchio governo, hanno semplicemente cambiato bandiera perchè chi seguivano non rendeva le promesse fatte. Il problema maggiore in certi casi, e situazioni come questa, è che alla fine chi è al potere  tende sempre a credere che vi resterà per sempre e, anche se loro fanno capo a me, io di fatto in verità non esisto... Il mio nome, la mia identità come quella degli altri è segretissima e chi per ora nel collegio attuale, non sa minimamente che lavora per me. Ma non ho intenzione di farlo sapere, come si dice meno il tuo lavoratore sa di te, meglio è... questo comporta i problemi che hai visto. Loro emanano un contratto di prestazione per cui dobbiamo soddisfare le richieste in cambio di qualcosa e pretende risultati. E io, che figuro come presidente e generale di questa organizzazione, devo mantenere la faccia affinchè io sia al sicuro e protetto, mandado loro successivamente ulteriori ordini e richieste per il loro operato futuro. Ma restando sempre l'umile Leader di un gruppo privato di professionisti, lamentandomi di incarichi tediosi e fastidiosi celando di sapere più di tutti... Questo però significa fare triplo lavoro, perchè devo assolvere al mio compito di Guardiano, leader per tutta l'organizzazione e generale per gli incarichi. E loro sono il mio gruppo di diamante, me ne dolgo ma ho avuto bisogno di loro per questo importante compito in giorni senza fine. Recuperare sia alcuni soggetti importanti che i dati che vogliono, in poco tempo e in luoghi diversi... quindi capirai che non siamo proprio in piena forma..."

"Tu sembri più scaltro del diavolo, se posso permettermi" sorrise lei diabolicamente "sei peggio di una volpe, quindi fai questo... Agisci come un fedele servitore ma invece sei il proprietario di tutta la pagnotta, lavorando comunque sodo e in prima persona, e questo è lodevole, ma ridendo beffardo per come li raggiri..."

"Messa così è orribile, ma hai preso in pieno..."

"QUindi questi sono i tuoi migliori uomini..." guardando le persone intorno a lei studiandoli.

"Volevi sapere perchè uno come Jd avesse un incarico non adatto alle sue capacità e come potevamo essere quel che dicevamo, quando sembriamo ubriachi incapaci... siamo stanchi. QUesta formazione è composta da gruppi che ho messo insieme con i miei migliori uomini ma anche chi ha iniziato tutto questo insieme a me. In pratica siamo noi " aprendo le braccia a indicare tutti loro " ad aver creato l'organizzazione e tutto il resto... noi abbiamo proseguito partendo da questo numero e le nostre conoscenze e capacità. E mi fido solo di loro per certi incarichi, questo mi ha portato ad aver bisogno di tutti loro sul campo, non potevo mettere Jd come Puntatore all'esterno se già vi era la Polizia, ed essendo a capo di tutto sapevo bene quali erano i loro compiti, le loro posizioni... Jd mi serviva all'interno ma siamo lontani dallo Chateau da una settimana, da un sonno decente come il cibo. Siamo sempre vestiti al completo e sempre pronti a scattare. Questo ci ha tagliato le gambe e ora ho un uomo sulla coscienza, seppur era in pratica l'ultimo ad essere arrivato nel cerchio dei ventinove... intendo il numero di persone che mi ha seguito e creato tutto quello che ti ho detto. Ho valutato le cose in una prospettiva errata e..."

"No, qui il fattore nefasto è lei" sputò rabbiosamente Alaric puntando il dito contro Lia "è per colpa sua se Luke è morto e..."

"sarebbe capitato a chiunque, anche a me, o a te e ci saremmo sentiti da schifo e peggio..." lo interruppe Jd  "abbiamo deciso di creare dei gruppi che hanno limitato le nostre capacità pur di non dividerci e restare noi con il bottino in mano. Io sono stato ferito prima che lei ci incontrasse, lei ci ha aiutato e mi ha perfino cucito una ferita che mi avrebbe dissanguato. Non avrei retto con quella perdita di sangue e..." e poi sbiancò.

Tutti rimasero a fissarlo interdetti, passò gli occhi su tutti, per tutta la pancia dell'aereomobile, si fece grigio in volto e scattò con la testa verso Milan quasi disperato.
"Milan... dovè Dame? Dove..."

"Calmati, si trova nella cabina magazzino. Per aver agito senza rispettare gli ordini, fare comunicazione e aver creato tutti i problemi che conosciamo, perchè lo so che invece di essere la tua spalla si è fatto prendere dalla paura, gli ho ordinato per punizione di redigere un rapporto completo di tutto quello che è accaduto, ha detto, fatto e non fatto. Valuterò anche i vostri e deciderò il da farsi, ma molte cose sono andate a rotoli perchè non abbiamo prestato la massima cura in questo compito.... ed è anche colpa mia, ma lui non ha agito come avrebbe dovuto. Non lo abbiamo dimenticato, tranquillo..."

Un sollievo si levò tra i presenti, chi era felice di non averne abbandonato uno dopo aver perso l'altro, chi diceva che se lo meritava perchè era scemo e basta, chi avrebbe voluto pestarlo per la rabbia che non avesse cervello. Poi il pilota annunciò l'imminente atterraggio e tutti si apprestarono a sedersi o tenersi per le maniglie.
Lia guardò Milan perplessa ma lo vide sedersi e spingerla a fare attrettando, così si sistemò su un sedile che dava alla vista all'esterno. E notò che stavano avvicinandosi a qualcosa di pietra antica e poi del verde.
Man mano che scendeva e si sistemavano con le ruote, vedeva chiaramente enormi blocchi di pietra o davvero grossi mattoni color sabbia.

Si alzarono tutti borbottando tra loro, si sistemarono in due file ordinate e attesero l'ordine di Milan. Il quale però si sistemò la giacca, si voltò verso Lia e le disse con un sorriso che dovevano discutere della questione con calma e le fece cenno una mano di accomodarsi verso il portello che si era nel mentre, aperto. Lia  si fece coraggio, perchè non si fidava, e si avviò verso l'esterno. Quando mise piede sul portello adagiato a terra e avanzò, scrutò  davanti a se. Perplessa.
Erano ad una certa altezza, un ampio cerchio, così sembrava, più che pista di atterraggio semplicente sembrava  il luogo di fermo non avendo visto la discesa  finale come negli aerei che aveva già preso, ma era sceso tranquillamente in verticale. Un basso muretto che le arrivava al ginocchio faceva da parapetto che si gettava poi verso la zona sottostante.
Avvicinandosi al parapetto scorse una macchia di verde abbastanza grande da essere un piccolo bosco, raggiunto da stradine chiare in confronto al verde di vita che dividevano in settore quella vasta area. Sembrava dall'alto i giardini di Versailles, solo con una confusione allucinante. In fondo, molto in fondo, vi era qualcosa che sembrava metallo a formare l'orizzonte, poi zone di verde come divise in settori ospitavano persone in varie attività. Così tante da sembrare un formicaio in estate. Voltandosi a destra notò un enorme edificio  che sembrava davvero per la dimensione quello francese. Era composto da una sezione centrale enorme in stile antico, inglese forse, e poi altre strutture a forma di C che si intersecavano tra loro formando un disegno che dall'altro sembrava geometrico ma fatto da un bambino. Ogni C aveva al centro una zona verde ma con altro, che non vedeva bene. Quella struttura era davvero imponente, nonostante fosse più in alto della stessa e pareva circondata da kilometri di verde da non riuscire a calcolare la vastità.
Osservando bene le persone sotto si accorse che vi erano gruppi a cavallo, gruppi che sembravano allenarsi, camioncini o vecchi carretti trainati da cavalli giravano o si fermavano in piena attività di qualcosa.
Urla e vociare si mischiavano al nitrire dei cavalli, al cinguettio di vari uccelli, a tanti rumori che non capiva. Ogni zona verde già ampia di suo e  destinata forse a qualcosa, e  così le era sembrata, adornata da una statua alta senza però una collocazione precisa. Alcune erano in un angolo, altre al centro, senza avere un senso. Ma quando notò che si muovevano , capì che erano uomini, armati e lei li stava vedendo di spalle, perchè altri erano posizionati in modo da avere una visuale aperta e chiara, solo voltandosi. Perchè fare in questo modo, si chiese?
E poi uno stridio strano la colse come alle spalle, si voltò ma cèrano solo  MIlan e gli uomini che si sistemavano in una zona del tetto di quello strano edificio. Un altro di quello strano rumore  le fece alzare lo sguardo di colpo, notando che vi erano degli uccelli ernomi che stridevano e emettevano suoni volteggiando sopra di loro. Scesero poi a diversi livelli, finchè uno di questi, il più grosso, non giunse planando verso il basso, artigliando un braccio protetto di pelle di un uomo a cavallo che li fissava, mentr e l'uccello raccoglieva le ali distro e fissava intorno. Erano molto in alto ma sembrava che quell'uomo col suo uccello e quelli che lo seguivano a cavallo, fissassero lei.

"Siamo arrivati, vorrei terminare la nostra discussione con calma nel mio studio, quindi proseguiamo..." facendole cenno con la mano verso l'altro lato dell'aereomobile. Milan sorrise serafico e la attese finchè non si avviò verso un'apertura nel pavimento, una scala che scendeva verso il basso. Vi era un pannello elettrico rinforzato che si alzava e abbassava per chiudere l'apertura. Ma non vi si fermò davanti,  invece attese in una zona del parapetto mancante, un largo rettangolo privo del muretto. Comparve di colpo quello che sembrava un grosso ascensore a vetri e metallo che stonava con la struttura.

"Loro scenderanno con l'ascensore, noi andremo insieme, per di qui..." disse Milan lasciando gli uomini in fila ordinata per entrare e raggiungendo la scala che Lia aveva visto prima. "Ho delle cose da dire che preferirei non far sapere ad altri..."

Nonostante la perplessità lei lo seguì, senza proferire parola, ma facendo attenzione a ogni cosa intorno a lei. E poi si accorse che stavano utilizzando una scala di pietra, una grossa anima circolare  da cui partivano i gradini che scendevano. Alla sua destra si notava chiaramente il lavoro dei muratori con i blocchi di tufo e delle finestre semplici ma arrotondate per snellire la rigidità della struttura.
Poi giunsero in una specie di livello che scendeva  in basso con l'altra rampa, ma era grande quanto l'edificio dove si trovavano dimezzato però dall'inizio e la fine delle rampe di scale che si stringevano per lasciare posto a due semi cerchi. Due uomini occupavano due posti diversi, ai lati opposti dello spazio ricavato dal restringimento delle scale e avevano ciascuno un'ampia vetrata con sezioni apribili, che utiizzavano per mirare e sparare. Degli schermi piatti parecchio grandi erano collegati da cavi a dei pc a torre, simili a mainframe ma più piccoli.
Questi si fermarono, fecero un saluto tra il militare e un inchino e li osservarono proseguire. Percorsero un'altra rampa di scale che terminava come la precedente, che conteneva però degli enormi box quadrati o rettangolari di metallo pesante, con un portellone come per i camion frigo della carne, e quattro uomini a torso nudo spostavano pacchi, sacchi di iuta e altri prodotti in quei box come se avessero una suddivisione.
Anche questi si fermarono e fecero quel saluto, e come gli altri due fissarono Lia sconcertati e frastornati. Milan salutò e proseguì, Lia al seguito raggiungendo però l'uscita, finalmente.
All'esterno, Lia si voltò spalle verso MIlan per osservare la struttura che avevano percorso e si accorse che sembrava a metà tra un faro e una vecchia torre delle fiabe. Le grandi vetrate portavano a un giro completo di balaustra e balcone, mentre la zona con i box aveva solo le vetrate. Anche se sembrava costrutita da molto tempo, pareva ben curata. In alcuni casi si notavano i quadrati di legno tipici dei tetti di legno, ma non ricordava di averne visto qualcuno.
Milan interruppe i suoi pensieri, guardando con  lei la struttura.

"Bel lavoro, vero? i miei uomini sono bravi anche in questo..." poi vedendola sorpresa, continuò "Ho comprato questo luogo che era una sorta di rudere da anni e anni di incuria e inciviltà. Siamo fuori dai centri abitati, secoli fa era una dimora nobiliare, poi fu abbandonata e lasciata così. i costi del restauro erano proibitivi, e di questi tempi la gente vuole case nuove e moderne... inoltre nel tempo, i continui sciacallaggi avevano spogliato completamente lo Chateau..." indicando l'enorme edificio alla loro sinistra.

Prima che Lia potesse  studiare la facciata, Milan continuò a parlare "come ti ho detto prendo le persone che son sicuro diano il meglio che possono, vogliono e che altri non vedrebbero. Diresti mai, guardando questo posto, che saremmo riusciti in un anno a renderlo così?" alzando le braccia verso lo Chateau. "è chiaro che cè ancora tanto da fare, ma ti sarai accorta degli edifici minori collegati a quello maggiore dalla forma particolare. Sono tutti nuovi, usando però le tecniche antiche , cercando di amalgamare le nuove ale al corpo originale. Qualcuno a volte si perde se ha la testa tra le nuvole, ma in verità è molto lineare nell'uso che facciamo di ogni parte. In un anno abbiamo ristrutturato e riparato l'edificio originario, tanto che sembra tornato al suo splendore, creando i cinque corpi secondari allacciandoli con il vecchio, sistemato gli ettari di parco davanti  e giardino posteriore e..."

"Ma vedo che ci sono galline, pecore, mucche e altri animali in giro là..." indicando il parco davanti lo Chateau, dove una sorta di zoo diviso da recinti di metallo a rete ospitavano persone che badavano agli animali "mentre là ci sono gruppi di persone che si allenano come fossero membri della swat... perchè questo casino?"

Milan rise, incamminandosi verso l'edificio ma continuando a parlare "Come ti ho detto il restauro e la messa in uso del'edificio originale più i nuovi ci è costata un anno. Ci siamo trasferiti totalmente una manciata di mesi fa e ancora cè molto lavoro da fare. Quegli animali sono qui perchè proprio da quando ci siamo trasferiti una gestione corretta e lineare non cè stata. Sono stato molto occupato e diciamo che qui si sono autoregolati. I paesini e villaggi dei dintorni ci vedono negativamente e sono ancora intimoriti da queste persone che appaiono per quel che sono, anche l'acquisto ci è stata difficile. Il problema maggiore è stato fare rifornimento. Attualmente abbiamo un solo AirOl che è invisibile ai radar per ovvie ragioni, quindi lo utilizziamo come nel caso odierno. per aerei convenzionali ci vogliono autorizzazioni, piani di volo e un luogo dove farli atterrare. Alcuni di questi uomini hanno vissuto per vari conflitti in molte zone dei paesi balticio mediorentali, dove popolazioni che noi consideriamo primitive sopravvivevano a quelle moderne. E loro si erano abituati  a uno stile di vita rurale, alimentadosi con cosa cèra a disposione o gestendolo e facendolo crescere. A te adesso sembrerà strano, ma se noi abbiamo avuto per varie questioni problemi con le approvvigioni, immagina in pieno conflitto, con bombe sulla testa pronte a colpire vicino a te, guerriglia e città distrutte e sventrate, con quello che hai a disposizione. Io stesso l'ho visto, anche se non ero un combattente sul campo, e portandoli con me ho notato come erano così abituati da..." indicandoli con il mento, mentre provvedevano agli animali "continuare in quel modo."

"E ora che sei qui perchè non sistemi le cose?"

"Lo farò, non hai idea di quanto spazio abbiamo, ma devo ammettere che non avevo concatenato le cose per come sono avvenute, di mia volontà. Prima avevo la sede nella Federazione Russa, per una questione di amicizia... molti di loro sono stati miei sostenitori e ne hanno aggregati altri..."

"Amo la Russia in un certo senso fin da piccola. Abiti, edifici straordinari, grandi tzar e tzarine... So leggere anche il cirillico, anche se non ho studiato di fatto la lingua..."

"Seriamente?" la fissò sbalordito "io ho avuto problemi a insegnare il russo ai miei uomini. Sembra strano ma se vuoi avere una lingua poco compresa, utilizza il russo... io ne parlo una variante per le mie origini, ma cerco sempre di invogliarli a parlarla, ma il peggio è con il cirillico, non gli entra..:" scuotendo la testa sconsolato.
"Ad ogni modo per un certo periodo ho tenuto una parte del mio gruppo in europa, uno nelle americhe, e uno in Russia per le zone vicine. A causa dei confini e dogane, sai... adesso non cè più bisogno, e sto spostando il grosso qui, lasciando solo le TOrri..."

"le torri?"

"E' così che chiamo un luogo in quel detemrinato posto su cui appoggiarmi in caso di bisogno. I miei uomini le chiamano ambasciate... ma qui sono più tranquillo..." sussurrò, vedendo un gruppo di uomini a cavallo trottare rigidi, perfetti in riga che lo salutavano voltando il capo verso di lui e un gesto di un braccio, mentre proseguivano...

"Ma perchè usate i cavalli?" chiese lei in un soffio, osservandone uno con interesse e con un sorriso sulle labbra "poco fa ho visto  tanti gruppi a cavallo..."

"E' uno.. come posso spiegare..". accigliandosi "l'ho già detto, considero molto importanti determinate cose del passate da volerle riprendere, sempre mantenendo uno stretto legame tra natura e uomo e il rispetto e l'amore per la vita. Ma andiamo a parlarne meglio nel mio ufficio..." sorrise "mentre proseguivano verso lo Chateau.

"Tutto quello che hai detto, lo sai che non ha spiegato tutto o molto?"

"Si, ne sono consapevole, ma tu devi andare..." guardandola in viso mentre proseguivano "è chiaro che non ti importerà molto, del mondo o delle persone... di tutto. Non so cosa credi nel dopo la Soglia, ma ti lascerai tutto alle spalle, indietro, senza che ti importi più..."

"E la reincarnazione? Cosa dice la tua religione? Io non voglio reincarnarmi, non voglio tornare, per questo una volta chiesi a una parsona di polverizzare la mia anima... ecco perchè chiedo, perchè a questo punto dopo che li lasciati indietro, temo di tornare..."

"Ottimo quesito, se fosse per me non morirei mai, anche se in tanti hanno questioni filosofiche su questo... per il discorso della reincarnazione noi vi crediamo. E per la cronaca, non tutti del mio gruppo seguono i Creatori, ho tolleranza e non ho problemi per altri credi, io mi riferivo a me e chi con me crede in qualcosa di più..."

"Si ho capito cosa intendi, è qualcosa simile alla Wicca, anche ciò che è oltre il materiale ha un collegamento con cosa noi abbiamo qui. Il dualismo creatore di ogni cosa, il legame con la natura che deve essere considerato e rispettato... si, lo so. Bè io non voglio reincarnarmi..."

"Wicca, reincarnazione.. frantumazione dell'anima... come conosci queste cose..." le chiese arrivando alla scalinata che conduceva al grande portone in legno intagliato e decorato. Ai lati due uomini armata fecero il saluto. Li superarono.

"Conoscevo delle persone che dicevano di capirne... e accadevano anche cose strane quando parlavo con loro.  Eall'inizio anche a loro ho chiesto di aiutarmi, per non vedermi giudicare negativamente da chi abitava vicino a me anche e sopratutto dopo la morte... dicevano di avere libri, capacità, un potere nato da varie incarnazioni, una di loro era... qualcuno di speciale... dicevano tante cose cui io credevo per un verso e non molto dall'altro.. e alla fine gli veniva il buonismo rifiutandosi. Mi hanno detto più volte di no. In parte potrei capire il loro punto di vista, ma mi hanno lasciata sola, più di quanto lo fossi prima, a fare i conti con una realtà con cui non riuscivo più a lottare. Così anche loro, via... come per Rò, mi sono fatta forza e ho deciso che la solitudine era la migliore strada per me. Se chi diceva di volermi bene non era capace di lasciarmi andare e aiutarmi in una cosa così... non serviva continuare nulla con loro se il bene per me, dicevano, era che continuassi. Peccato solo che alla fine come la mia famiglia e tutti quanti, significava strisciare le unghie giorno dopo giorno in qualunque appiglio per non impazzire. Non hanno voluto capire che così mi uccidevano in modo più lento e doloroso. Quante persone nei secoli sono morte in questo modo... anche mio nonno. Lui chiedeva di far cessare il dolore, il tormento, gli stavano tutti intorno rimproverandolo di stare zitto dal chiedere quello... intanto lo tenevano in un letto imbottito di medicile e flebo, sofferente come mai in vita sua... sai, diceva sempre che non si era mai ammalato come facevano i giovani pari mia... si chiedeva come potessimo essere così fragili. E poi lui è morto dopo un'agonia di mesi bloccato a tubi, sentendosi rimproverare di voler solo morire da uomo e umano, non una cosa sofferente come sarei stata destinata io. E' soffocato, non si sa se mentre dormiva o era vivo... quando sono andati dopo una o due ore per lasciarlo riposare era andato e questa cosa mi ha turbata molto. Sapere che la gente decide per la tua vita o come te ne vai, nel modo peggiore intendo come un miserabile che per me sono la feccia dell'umanità. E lui non lo meritava, avrebbe sofferto di meno.  Io non mi sono mai sentita viva per essere femmina, donna di qualcuno, madre e polvere. Ma la gente non lo ha capito. Preferisce vedermi deperire e frantumarmi nell'anima, soffrire e distruggermi mentalmente, inneggiando alla bontà delle decisioni di Dio e del buonismo. in unaesistenza che mi porta via ogni pezzo di che altro. Mi accompagnavano a una lenta e tormentata dipartita che a qualcosa di meritevole. Come non sia stata meritevole la mia vita..."

Si fermarono davanti la maestosa scalinata a due bracci di marmo e legno che portava al piano superiore, fermandosi a metà su una balaustra che si affacciava all'entrata, con una vetrata alta fino al soffitto, per arrivare all'alatro livello. Sotto la balaustra vi era una porta a due battenti  in legno che conduceva da qualche parte, a destra e a sinistra proseguivano le ale dell'edificio. Si fermarono su una decorazione del pavimento come a mosaico con vari pezzi di marmi di vari colori, e si voltarono l'un l'altro.

"Anche tu sei così? Hai voluto aiutarmi... perchè? E perchè hai accettato stoicamente la mia presenza  e mi hai fatto giungere fin qui, informandomi di cose che altri non dovevano sapere..."

"Per di qui..." indicandole la scala verso il piano superiore "parleremo meglio nel mio studio..."

" NO... io voglio andare, non so neanche quanto tempo durerà quell'antidolorifo che mi avete dato. Mi sento... così bene, così in pace, così... è come se stessi sognando temendo di svegliarmi. E' stato tutto così assurdo, ho sempre cercato ogni modo possibile di andarmene, e poi sono rimasta incatenata con persone che..."

"Andiamo nel mio studio..."

"Non voglio andare nel tuo ufficio, io..."

"ho detto studio, non ufficio...due cose diverse" mettendole una mano sulla spalla per farsi seguire ma lei si agitò.

"Non toccarmi... NO" urlò paonazza "non mi toccare..."

"scusa, come ho detto ho uno studio e un ufficio, sono due cose diverse per usi diversi... andiamo" voltandole le spalle per proseguire.

"Io voglio solo due cose. Due oggetti..." ansimando come in preda alla paura "e me ne vado..."

Lui si voltò accigliato, con la luce del sole della vetrata che lo colpivano mostrando la schiena e una parte del volto in oscurità, aumentando l'espressione come seccata.  Fece un cenno con la testa e ripetè l'invito, dicendole che l'avrebbe accontenta. Alla fine tenendosi la spalla ansimando con la mano sinistra, lo seguì, vedendo varie persone nei corridoi, affiarsi dalle persone seguendoli con gli occhi.


continua...




   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Legeia