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Autore: mgrandier    21/07/2020    9 recensioni
La vita è un rincorrersi di fasi differenti, nelle quali si alternano sentimenti, emozioni e priorità diverse, che ci inducono a compiere scelte e finiscono per dare un’immagine di noi parziale, evidenziando un aspetto piuttosto che un altro. Per questo, in un puzzle di fasi e punti di vista, ogni storia corre tra alti e bassi e modifica continuamente lo spunto per la lettura di quello che sta accadendo; per questo, volta per volta, è questione di …
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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7 - … pazienza
 
(Un pomeriggio, inizio giugno)
 
Tagliò di traverso la piazza pedonale, tenendo la sacca sportiva su una spalla e muovendo appena il capo e i passi a ritmo della musica della playlist con la selezione creata appositamente per lui da Yuki: motivante, a detta sua; decisamente energizzante, secondo lui, ma esattamente in linea con il suo umore, in quel momento, in cui gli pareva di non essersi mai sentito più soddisfatto di sé.
Aveva trascorso il solito pomeriggio di allenamenti serrati, felice di constatare come il suo corpo, dopo aver accusato il colpo nelle prime settimane, complice anche l’intervento provvidenziale di Yuki, avesse reagito bene al nuovo programma a lui dedicato. Si sentiva fisicamente in forma e anche moralmente gli pareva di aver superato lo stallo che il fatto di giocare ancora in seconda squadra gli aveva provocato; ma poi, il colloquio con l’allenatore gli aveva conferito definitiva consapevolezza dei progressi compiuti negli ultimi tempi, dando finalmente un senso a tutti gli sforzi fatti per settimane e settimane.
Sollevò lo sguardo per pochi attimi, scrutando il cielo terso, colpito dalla luce intensa del sole ancora caldo, nonostante il pomeriggio volgesse al termine, e poi tornò a nascondersi dietro la tesa del cappellino, puntando dritto verso il fast food all’angolo della piazza.
Supermassive black hole[i] … Forse Yuki non aveva tutti i torti quando insisteva a dirgli che l’energia deve essere incanalata nel modo giusto, perché in quel momento si sentiva veramente come una supernova risucchiata dal buco nero, certo, ma anche incredibilmente carico, con l’anima incendiata e sul punto di esplodere in un boato esaltante.
Quando la musica venne interrotta da una chiamata in ingresso, bloccò i passi, frugando nella tasca dei pantaloni per estrarne il telefono.
- Tsubasa! – rispose immediatamente, dopo aver riconosciuto chi lo stava chiamando.
- Ciao Wakabayashi! Ti disturbo? – lo salutò l’altro di rimando, senza perdersi in convenevoli – Hai già lasciato il campo? –
Genzo lesse una certa urgenza nella voce dell’amico – Tranquillo, sono sulla via di casa. Dimmi pure … -
- Ah, quindi non sai se Yuki è già rientrata … - borbottò Tsubasa preoccupato – Perché la chiamo da un pezzo, ma non mi ha ancora risposto e la cosa è molto strana … -
Tuttavia Genzo intervenne subito, sicuro di poterlo tranquillizzare - Oggi non è andata al campus: sta studiando perché domani ha un esame a cui tiene davvero tanto perciò molto probabilmente ha tolto la suoneria al telefono per non essere disturbata. – ipotizzò – Almeno, è quello che le vedo fare di solito quando studia. –
- Ah. – commentò asciutto Tsubasa – Capisco … Ehm … Allora magari quando rientri avvisala che volevo parlarle … -
- Facciamo che magari quando si ferma per la cena, le dico di chiamarti? – gli propose allora - Così non perde la concentrazione e prosegue finché non decide lei stessa di fare una pausa. –
Genzo fu sorpreso da una risata, dall’altro capo, di quelle sonore e spontanee che accendevano Tsubasa e riuscivano ad essere contagiose – Che c’è? Improvvisamente la cosa ti diverte? –
- No … - riuscì a intervenire Tsubasa – E’ solo che … mi sembra di parlare con la segretaria di mia sorella. Che fai, Wakabayashi, stai cercando di cambiare mestiere? – lo provocò.
- Beh, direi di no … - rispose allora, Genzo, divertito - … anche se in effetti il risultato mi pare che sia quello: devo riferire qualcosa alla signorina Ozora? – chiese allora facendo il verso ad un buon segretario personale, mentre Tsubasa stava al gioco, proseguendo la propria parte.
- Le dica semplicemente che ho fatto quella chiamata che lei sa. – dispose solennemente – La signorina certamente comprenderà. E riferisca pure di non perdere tempo per chiamare o mandare messaggi: mi basta che le arrivi il messaggio. –
- Sarà fatto! – concluse allora Genzo ossequioso, per poi tornare più naturale – Tu come stai, Tsubasa? Ho letto su Sport[ii] che avete delle noie a causa di qualche infortunio … -
- Ah … lasciamo perdere! – si lamentò Tsubasa - A fine stagione siamo tutti al limite ma questa volta ci è andata peggio del solito: anche Rivaul deve stare fermo un mese e si perderà la parte finale del campionato! –
- E tu? – chiese diretto Genzo, mentre si fermava davanti all’ingresso del fast food e gettava un’occhiata alle grandi immagini dei vari menu, con il naso rivolto all’insù.
Lo sentì sospirare, mentre prendeva tempo prima di rispondere – Qualche acciacco, niente di più; ma sono carico, il morale è alto e questo mi fa affrontare tutto con il piede giusto! –
- Cioè? – cercò di indagare, incuriosito, ma non ebbe modo di approfondire oltre, perché Tsubasa lo interruppe, improvvisamente sfuggente.
- Scusami Wakabayashi, ho sotto una chiamata a cui proprio non posso non rispondere … - tagliò corto – Ci sentiamo presto! –
Genzo rimase con il telefono in mano, tornato alla modalità di riproduzione della playlist; aveva le sopracciglia sollevate, ed era parecchio sorpreso dalla rapida chiusa di Tsubasa. Gli parve davvero insolito l’atteggiamento dell’amico, perennemente affabile e di buon umore, ma non poté che dedurre che il periodo non fosse dei più rilassanti e che certamente un po’ di nervosismo fosse da mettere in conto, a fine stagione, nonostante il morale dichiarato alle stelle.
Con una levata di spalle, accantonò la questione, tornando al proprio programma per la serata e controllando l’orario dal display del telefono.
– Diciannove e trentacinque ... – mormorò tra sé – L’ora perfetta per pensare alla cena. -
 
Rientrato a casa e chiusa la porta d’ingresso, scorse immediatamente Yuki al tavolo del soggiorno, china sui libri e completamente assorta nello studio. Le si avvicinò lento, perché lei intuisse la sua presenza ma non ne venisse disturbata; venne colpito dalla confusione di libri e appunti che copriva la postazione e la sua attenzione finì su tre tazze mug, traccia evidente di un pomeriggio teso trascorso tra i libri di testo; le tolse dal tavolo per lasciarle sul piano della cucina e poi, in paziente attesa che lei sollevasse lo sguardo, si mise a scrutare dalla finestra, con una spalla appoggiata allo stipite, voltandosi di tanto in tanto ad osservarla mentre con le dita sottili giocherellava con la matita incastrata tra i capelli raccolti in un improvvisato chignon. Quando, dopo alcuni minuti, la vide sollevare lo sguardo dagli appunti, si mosse e sedette accanto a lei, poggiando sul ripiano l’involto che fino a quel momento aveva trattenuto tra le mani.
- Ciao Yuki. Pronta per una pausa? – le chiese chinando il capo e cercando il suo sguardo velato di stanchezza.
La vide annuire lenta e poi dare un’occhiata al tavolo, come se cercasse qualcosa; - Se cerchi le tazze, le ho messe là. – le disse poi, indicando l’angolo cottura con il capo, mentre allungava una mano verso il suo viso e lasciava una carezza leggera sulla sua guancia, sinceramente preoccupato – Ma … hai almeno pranzato, o ti sei concessa solo il tempo per quelle tisane? –
Yuki rimase perplessa, con gli occhi socchiusi, quasi stesse recuperando chissà quali dettagli dalla memoria, cullata da quel gesto delicato – Credo di aver mangiato della frutta … -
– Capisco. – annuì Genzo, ritraendosi lentamente e cambiando registro - Beh, tranquilla: questa sera cucino io! – scherzò poi, mentre estraeva il contenuto della busta.
- Hamburger!? – esclamò Yuki ad occhi sgranati, restando a bocca aperta – Sei veramente passato al McDonald’s? –
Genzo annuì, soddisfatto dell’effetto ottenuto – So che non è esattamente il pasto tipo della dieta dello sportivo, ma ho pensato che, dovendo studiare, avresti gradito più questo, piuttosto che metterti ai fornelli … o peggio ancora, sottoporti ad uno dei miei esperimenti culinari! – si giustificò poi, mentre già Yuki impilava i libri su un lato del tavolo, facendo un po’ di spazio davanti ad entrambi.
- Sei fantastico, Genzo! – decretò solennemente con una strizzata d’occhio, aprendo l’involto del proprio panino – Pollo! Hai pure ricordato di prendere il mio preferito! –
Genzo annuì soddisfatto, con un bel sorriso furbo sul volto - Diciamo che ho ottimizzato la serata, visto che in questo modo potrò ripulire in un attimo … mentre tu puoi tornare a concentrarti sui tuoi muscoli, tendini, cartilagini e acciacchi vari … - spiegò prima di addentare il suo enorme panino multi strato – Aranciata, giusto? – le chiese poi, passandole il suo bicchiere, soddisfatto nel vederla così entusiasta della cenetta, mentre lei allungava la mano per afferrare la bevanda.
- Sono stanchissima … - gli confidò Yuki prima di portare la cannuccia alle labbra - … ma devo tenere duro! Domani sarò impegnata con l’appello del mattino e potrei capitare tra gli esaminati già prima di pranzo, perciò non avrò tempo di ripassare. –
Genzo la osservò comprensivo – Con una bella doccia recupererai un po’ di energie e poi potrai riprendere a ripassare, ma non fare troppo tardi: perché è importante anche il riposo, per essere davvero al meglio … e comunque, so che ci hai messo l’anima, e quando si lavora sodo, i risultati arrivano! -
Yuki lo guardò di traverso – Certo, coach! -
- Yuki! – la riprese lui fintamente offeso, per poi distendere il viso e passare ad un tono più basso; - Mi avviserai domani, quando avrai terminato? – le chiese cercando di mascherare un po’ di imbarazzo nel mostrarsi tanto interessato e nascondendosi dietro un altro morso al panino, per poi risollevare lo sguardo, cercandola – A questo punto, sono in agitazione pure io, lo ammetto … -
- Ti mando un messaggio non appena concludo. – lo rassicurò lei annuendo – Sperando di non essere l’ultima! – aggiunse poi, iniziando a pescare dal cartoccio delle patatine.
- Allora terrò d’occhio il telefono finché tu non ti farai sentire. – concluse lui.
 
Genzo distese le gambe davanti a sé, mentre l’indice si infilava appena al di sotto dell’angolo della facciata che stava per terminare, scivolando dall’alto in basso, nell’intento di voltare pagina. Si era riproposto di terminare Il mondo di Sofia quella stessa sera, quando si era accomodato sul divano, al fianco di Yuki, quasi volesse accompagnarla con una silenziosa sessione di lettura in quell’ultima fase di ripasso, lasciandosi trasportare da quel libro che lei stessa gli aveva consigliato; e mentre lei si era isolata da tutto, concentrandosi sullo studio, pure lui era riuscito ad immergersi completamente nell’opera e non si era nemmeno reso conto di quanto tempo fosse passato da quando si era sistemato al proprio posto … A quel punto, tuttavia, iniziava ad avvertire tutta la stanchezza di una lunga giornata di allenamento e il proposito di lettura aveva rapidamente ceduto il passo al bisogno di riposo.
Infilò tra le pagine il suo personale segnalibro, un origami a forma di farfalla che Yuki gli aveva realizzato qualche sera prima, e chiuse il volume per poi depositarlo sul tavolino, afferrando invece il cellulare per dare una controllata ad eventuali messaggi in sospeso. Non ci trovò niente altro che le solite lamentele di Kaltz per l’ennesima uscita a cui Genzo aveva dato buca e non si curò nemmeno di rispondere, sollevando appena le spalle e lasciando scivolare il telefono fino a terra.
- Mezzanotte passata da un pezzo … - mormorò, decidendo immediatamente che fosse decisamente l’ora di riposare, e volgendosi a Yuki, con l’intento di comunicarle l’intenzione di mettersi a letto – Per me è proprio ora di … -
La frase rimase in sospeso. Yuki, evidentemente sfinita dallo studio, si era già assopita, rimanendo quasi seduta la proprio posto, con il fascicolo di appunti aperto tra le mani.
- Yuki … - la chiamò piano, indeciso se svegliarla o meno – Ehi … - provò ancora, posandole la mano su un braccio, ma la ragazza parve non accorgersi nemmeno dei suoi richiami; la vide trarre un profondo respiro e accomodarsi meglio accanto a lui, fino a poggiare la tempia sulla sua spalla.
Genzo trattenne il fiato per qualche istante, rimanendo a fissarla, quasi ipnotizzato, incapace di muoversi; dischiuse le labbra, quasi volesse chiamarla di nuovo, ma il suo nome si spense in un sussurro leggero, appena udibile. Quello che invece era forte e impossibile da ignorare era la tenerezza assoluta che la vista di Yuki, così addormentata, gli aveva acceso dentro, facendo vibrare qualcosa di sottile, sotto lo sterno, e che continuando ad osservarla, con gli occhi chiusi e le labbra sottili, pareva crescere a dismisura.
Chiamarla … per svegliarla e riportarla a quella strana tensione che le aveva letto negli occhi negli ultimi giorni e che si era fatta densa e cupa dopo cena, insieme al timore di non aver fatto abbastanza per quell’esame decisivo. Chiamarla, pensò, per spezzare il suo riposo, meritato quanto necessario, e finire per metterla a disagio. Chiamarla, per poi darle la buona notte e indurla ad approntare il letto …
Genzo scosse appena il capo, si guardò attorno e, sporgendosi dal divano, con la massima attenzione a non svegliare Yuki, raggiunse con la punta delle dita l’interruttore, riuscendo a spegnere le luci del soggiorno.
Improvvisamente avvolto dall’ombra della notte, si aggiustò meglio sulla seduta e mosse lentamente il braccio in modo da cingerle le spalle e sistemarla meglio sul proprio petto. La strinse appena, mentre lei, nel sonno, si accomodava ancora su di lui, e poi chinò il capo fino a sfiorarle i capelli con la guancia; chiuse gli occhi, godendo di quel contatto del tutto nuovo e inspirando il profumo delicato dei suoi capelli.
Nella mente, si affollarono i pensieri dell’intera giornata: quelli che lo avevano esaltato sul campo dell’allenamento, come quelli leggeri condivisi con Yuki durante la cena; i dubbi irrisolti e le riflessioni rimaste in sospeso, dopo la chiamata di Tsubasa, rimandate a momenti più opportuni, perché niente, quella sera, avrebbe dovuto distrarre Yuki dal suo studio … Rimase per qualche minuto ad ascoltare il silenzio dell’appartamento, quasi in attesa, seguendo il ritmo tranquillo del suo respiro; si lasciò cullare dalla pace di quell’abbraccio nascosto, e poi, ringraziando la notte e le sue ombre, mosse appena le labbra, lasciando un bacio delicato tra i suoi capelli.
 
[i] Terza traccia di Black holes and revelations dei Muse (2006)
[ii] Giornale sportivo de Barcellona, anzi, mi risulta essere il giornale del FC Barcelona; se non fosse, andate di immaginazione, per favore!

Angolo dell'autrice: le vacanze terminate (accidenti!) e il ritorno al lavoro a ritmo serrato mi stanno logorando in un mix che non immaginavo così pesante da sopportare. Questa storia mi offre una via di fuga... Per fortuna qualcosa sembra che si stia smuovendo a casa Wakabayashi... la svolta è dietro l'angolo, ma in curva, si sa, bisogna rallentare...
Grazie a chi legge e mi tiene compagnia con i suoi commenti e il suo supporto... 
A presto
mgrandier
  
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