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Autore: fandani03    21/07/2020    0 recensioni
E se Stefan non avesse preso la verbena e Damon avesse potuto soggiogarlo? Cosa sarebbe successo?
Dall'introduzione:
"Caro diario, [..] in questo giorno di ventidue anni fa perdevo i miei genitori, in questo giorno di ventidue anni fa il corso della mia vita è stato modificato irrevocabilmente. Ed oggi mi trovo qui a tirare le somme. Mi chiamo Elena Gilbert…ero un Vampiro…e questa è la fine della mia storia."
Dal testo:
"..la sua seconda opportunità era fuori dalla porta ogni giorno, ad ogni sorgere del sole. Voleva scoprire se stesso in questa nuova veste e aveva passato l’ultimo anno a cercare di accettare che, per far provare a lui l’emozione di una vita umana, Damon si era sacrificato e aveva rinunciato a tutto."
Elena e Stefan...sopravvissuti, lacerati, ciascuno in cerca della propria strada. Per i nostri protagonisti ogni giorno rappresenta un piccolo passo verso la Rinascita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert, Matt Donovan, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14 - Eroe per una notte

Elena aveva riaperto gli occhi. Non riusciva a ritrovare piena lucidità, non le era chiaro se avesse perso i sensi o meno. Forse per qualche istante. Sapeva con certezza che improvvisamente non era più riuscita a parlare e far uscire suoni dalla bocca, sembrava che la sua gola fosse stretta da una morsa, da una mano che non voleva saperne di lasciarla. Si era ritrovata improvvisamente seduta a terra.
Ma la consapevolezza di quanto stava accadendo arrivò in breve, si era riscossa udendo le voci che la chiamavano.
Il crepitio delle fiamme era molto intenso e copriva tutti i rumori. Il fumo aveva completamente invaso quel piccolo ambiente, un piccolissimo bagno senza finestra. Senza finestra, dannazione.
Si rendeva perfettamente conto di non avere più molto tempo, ma non riusciva a muoversi. Il suo corpo non le rispondeva.
Continuava a tossire senza sosta e non riusciva a completare alcun respiro, l’aria non entrava più nei suoi polmoni.
Realizzò di trovarsi in un bagno e che avrebbe potuto utilizzare l’acqua a disposizione. Racimolò le sue ultime forze per aggrapparsi al lavabo e tirarsi su. Stava per aprire il rubinetto dell’acqua quando sentì la sua voce:
- “Elenaa, mi senti??” -
- “Stefan!” - il suono che le uscì era strozzato ma fece appello a tutte le sue risorse.
Provò a toccare la maniglia della porta ma era bollente.
- “Non riesco ad aprire, la maniglia ustiona…aaahh..” - continuava a tossire.
- “D’accordo, ascoltami, ora devi allontanarti dalla porta…” -
Elena obbedì.
La porta si aprì con un violento tonfo… insieme a lui entrò violenta la luce delle fiamme.
Stefan era avvolto in una coperta e il suo viso era congestionato e ricoperto di fuliggine. Era bastato un attimo per ridurlo così. Lo osservava ma si sentiva ovattata, le mancava l’aria e si sentì mancare.
Stava per cadere nuovamente a terra ma le mani di Stefan la sorressero.
- “Elena, devi fare respiri brevi. Bagnati le mani e il viso!” – aprì il rubinetto e le bagnò velocemente il viso, come fece con se stesso.
Corse ad aprire l’acqua della doccia, vi ficcò sotto la coperta per intero. Maledizione, non c’era tempo.
Con la coperta semi bagnata avvolse Elena, tentò di fare lo stesso per sé senza successo, non riusciva neppure a muoversi in modo coordinato.
- “Devi rimanere sotto a questa coperta, d’accordo?” -
Elena annuì. Un lampo percorse la mente della ragazza, ripercorse tutti gli anni trascorsi e non riusciva a ricordare di essersi mai trovata realmente in pericolo di vita come in quell’istante, neppure negli anni trascorsi con i Salvatore.
Guardò Stefan il quale, nonostante la evidente provazione del suo fisico, le trasmetteva unicamente certezze e sicurezza. Si affidò a lui e non fu una cosa difficile, lo aveva sempre fatto.
Il suo pensiero corse anche a Damon. Le mancava e molte volte, in passato, aveva desiderato di spegnersi silenziosamente per poterlo raggiungere. Ma in quel momento no, non lo voleva affatto. Sapeva che Damon non avrebbe mai voluto questo per lei. Non voleva morire, voleva vivere. Voleva stringere Stefan e dirgli, con quell’abbraccio, che era pronta a rischiare tutto, ancora una volta insieme, che era pronta per sfidare la morte e tornare alla vita, con lui.
Stefan probabilmente percepì la sua determinazione. Ogni singolo pensiero che in quel momento stava attraversando la mente di Elena, molto probabilmente stava attraversando anche la sua. Gli stessi desideri, la stessa paura.
Pensieri che furono elaborati nel breve istante in cui i due si stavano rifugiando sotto alla coperta bagnata, e non c’era altro tempo da perdere.
Stefan raccolse tutte le sue forze e prese in braccio Elena.
- “Ce la faremo!” - la ragazza si strinse a lui riparando entrambi con la coperta.
Fecero non più di due passi quando un’enorme fiammata invase completamente l’ingresso antistante il bagno la cui violenza gli scaraventò a terra. Tutto attorno a loro bruciava. Il suono della sirena riuscì a farsi largo nonostante tutto fosse assordante. I due giovani riuscirono a percepire appena quel suono che diede loro speranza.
- “Stefan..” -
- “Non avere paura…” - le loro mani si strinsero.

La manovra di riduzione delle fiamme da parte dei pompieri fu fortunatamente molto rapida, le pompe dall’esterno e all’interno con degli estintori riuscirono ad aprirsi un varco e a raggiungere in pochi istanti i ragazzi all’interno di quel piccolo bagno. Erano distesi ed entrambi quasi privi di sensi.
Li avvolsero con delle coperte ignifughe e se li caricarono sulle spalle.

All’esterno dell’abitazione, circondati da vigili del fuoco e rassicurati dalla polizia intervenuta su richiamo dello sceriffo Donovan, Jeremy e Alaric, avvolti con coperte e assistiti con l’ossigeno, osservavano inermi la casa di Stefan che veniva sempre più avvolta dalle fiamme. Il giovane Gilbert faticava a rimanere con le mani in mano, fremeva, voleva correre dentro.
- “Se le succede qualcosa sarà tutta colpa mia!” - farfugliò Jeremy.
- “Ma cosa stai dicendo?” -
- “E’ colpa mia, mi sono distratto, non so cosa sia successo in cucina ma era una mia responsabilità, sono un pazzo irresponsabile. E voglio far credere che mi occupo di salvare gli umani dai vampiri quando non riesco a tenere a bada una pentola sul fuoco, maledizione.” -
- “Stai calmo e non dire sciocchezze, non colpa tua, è stata una fatalità, non potevi prevederla.” -
- “Damon mi avrebbe nuovamente spezzato il collo!” -
- “Su questo puoi starne certo!"
- “ELENAA!” - scattò quando vide il volto della sorella tra le braccia del pompiere.
I due vigili del fuoco uscirono dalla casa l’uno con in braccio Elena, l’altro sostenendo Stefan.
Misero la ragazza su una lettiga di emergenza, ossigeno e coperte pulite. Una giovane paramedica le pulì il viso con acqua fresca. Respirava a fatica ma era lucida. L’ossigeno stava iniziando a funzionare.
- “Stai calma, respiri brevi e tra poco il respiro tornerà normale. Ma dovremo portarvi in ospedale per un controllo.” - Elena annuì con la testa ma continuava a voltarsi per cercare tracce di Stefan.
- “Stai tranquilla, si stanno occupando del tuo amico, è qui accanto anche se non lo vedi..” -
Anche Stefan non era messo bene, ma aveva inalato meno fumo di quanto ne avesse inalato Elena.
Mille pensieri stavano attraversando la mente di entrambi.
L’autobotte continuava a sparare con violenza sull’abitazione, l’incendio si era espanso solamente su un fianco, l’altra parte sembrava salva.
Jeremy si trovava a fianco della sorella, Alaric stava assistendo Stefan. Sarebbero saliti su due ambulanze separate.
Dopo pochi minuti, nonostante l’ossigeno e la provazione, cercò di alzarsi ugualmente.
- “Ehi, cosa vuoi fare?” -
-  “Mi aiuti, la prego, solo un istante..” -
Si alzò, sorretta dal fratello e dalla giovane paramedica dai capelli scuri e dagli occhi gentili.
L’incendio era quasi domato. Quell’immagine la riportò, però, a molti anni addietro.
- “Non può bruciare anche questa casa…” - sussurrò, ma una voce alle sue spalle portò quiete nel suo animo.
- “E’ sotto controllo, Elena, stai tranquilla. La casa potrà tornare facilmente come quella di una volta…” -
Delle lacrime rigavano il volto delle giovane, troppe emozioni, troppe tragedie avevano caratterizzato la sua vita fino a quel momento. L’immagine della casa dei Gilbert che bruciava era davanti ai suoi occhi. Uno di quei ricordi tristemente indelebili.
Stefan cercò di tranquillizzarla, come sempre, pur avendo lui stesso un nodo allo stomaco che lo faceva stare male come poche volte era successo fino a quel momento. Ma si rivolse verso la sua Elena e, come aveva fatto mille volte, le cinse il volto tra le mani.
- “Non devi piangere…” -
- “Stefan… tu stai bene?” -
- “Sì, sto bene…” -
Afferrò le mani del ragazzo che indugiavano attorno al suo viso.
- “Mi hai salvato la vita…di nuovo…”-
- “Non ho fatto niente di speciale..” -
- “Non sei più un vampiro eppure mi hai salvato la vita un’altra volta, senza esitazioni, rischiando la tua. Sei un pazzo! E certamente non sei affatto un umano indifeso!” - gli sorrise.
- “Matt stava per fare la stessa cosa, l’ho solo preceduto..” -
- “Ma sei stato tu a venire da me…” -
- “Io, ho avuto paura Elena, è stato come rivivere quella notte... Non potevo permettere succedesse ancora…” -
- “Posso solo immaginare cosa tu abbia passato in quel momento, ma credo che Damon oggi ci abbia protetti. Tutti noi.” - la tristezza pervadeva il suo cuore, pensando all’amato Damon che si era sacrificato per lei e per il fratello.
- “Sai che tornerebbe dall’aldilà se permettessi che ti succedesse qualcosa.” -
- “Sicuramente!” -
Sorrisero entrambi, pensando a lui, ma per la prima volta con una serenità interiore che fino a quel momento non avevano mai avuto.
- “Sai, io invece pensavo solo a rivedere tutti voi. Non voglio morire prima di aver vissuto, Stefan.” -
- “E’ vero, dobbiamo ricominciare a vivere. Ma tu non sei ancora pronta per lasciarlo andare.” -
- “Non so, forse invece lo sono, forse è giunto il momento. Non riuscivo a vedere le cose con chiarezza, non fino a questa sera, ma ora sono certa che non avrebbe nulla in contrario se amare qualcun altro mi rendesse felice….” -
- “Allora dovresti andare da Josh per dirglielo…” - disse Stefan, rivolgendo lo sguardo in un’altra direzione per non incrociare il suo.
Elena spalancò gli occhi, incredula.
- “Stefan no, non hai capito…” - Elena cercò il suo sguardo e gli afferrò un braccio per impedire che si allontanasse.
Una voce li interruppe bruscamente.
- “Ragazzi, andiamo, dobbiamo portarvi in ospedale…” -
- “Oh..Sì, certo…” - si guardarono e si separarono fugacemente, obbedendo alle autorità.
- “C’è anche un agente che deve farvi delle domande, faremo tutto in ospedale. Lo sceriffo Donovan ha dato disposizioni ma deve essere visitato anche lui.” -

Dopo alcune visite e il giusto tempo in osservazione, tutti i presenti durante l’incendio vennero dimessi.
Anche Elena, nonostante fosse stata molto esposta al fumo. La saturazione era buona e tutti i parametri nella norma.
L’agente di Polizia a cui era stato affidato il caso, fece molte domande a tutti. Jeremy si assunse tutta la responsabilità della scampata tragedia. Si era per certo trattato di un incidente, tutti testimoniarono la stessa cosa. Non era quindi necessario procedere con ulteriori indagini e il caso sarebbe stato in breve archiviato.
Dovevano solo augurarsi che l’assicurazione potesse coprire, almeno in parte, le spese per la ristrutturazione.
- “E’ tutta colpa mia, Stefan, non so come farmi perdonare… avete rischiato la vita, sono un idiota senza recupero…” -
- “Jeremy, ti prego, la cosa più importante è che stiamo tutti bene. Al resto penseremo. Per ora cerchiamo solo di rilassarci, abbiamo passato un brutto quarto d’ora, direi!” -
- “Al diavolo le feste a sorpresa, non le ho mai amate! Ahahah.” -
- “Matt, sono d’accordo con te!” - ribatté Stefan, per rimarcare il suo solito stile.
- “Che razza di ingrato!” - irruppe Caroline incrociando le braccia.
- “Andiamo, lo sai che scherzo…è stata una bella festa, finchè è durata……….” -
- “Stefan, ti giuro che se l’assicurazione non paga farò tornare la tua casa come nuovo, a costo di fare tutto da solo e lavorare giorno e notte!” -
- “Il solito esagerato!"-
- "Jeremy, attento, potrei prenderti in parola!" -
- “Ecco, bene!” -
- “Avanti, ragazzi, dobbiamo solo ringraziare di essere qui a parlarne, non voglio più sentire parlare di colpe. Per la casa troveremo una soluzione… per ora, forse dovremmo decidere dove passerai la notte, caro Stefan..” -
Caroline, appresa la notizia, era giunta in ospedale in men che non si dica.
- “Già, è vero. Potresti venire a dormire a casa mia..” - si inserì Matt.
- “Scusami Matt, ma credo che potrei offrire al nostro eroe qualcosa di meglio. Stefan, torna a dormire a casa Salvatore… è casa tua…” -
- “Caroline, ti ringrazio, ma io non so se è il caso, è passato tanto tempo..” -
- “Non essere sciocco, dove vorresti andare? La tua camera è ancora lì, nessuno l’ha più toccata!”- incalzò Caroline.
- “Stai dicendo sul serio?” -
- “Ma certo, non mi ha mai sfiorato neppure l’idea…” -
- “Ha ragione lei, e lo stesso discorso vale per Elena. Non è il caso stia da sola stanotte. E’ deciso, tutti a casa Salvatore, le stanze non mancano, troveremo il modo anche se ci sono molti allievi…” -
- “Molti vampiri e molte streghe, vuoi dire!” - aggiunse Jeremy sarcastico.
- “Non dire stupidaggini… nessuno corre pericoli nella nostra Scuola!” - replicò Alaric.
- “Per Elena potrebbe andar bene la vecchia stanza delle gemelle…” - precisò Caroline.
- “Giusto, ora hanno una stanza a testa e hanno lasciato quella in cui dormivano insieme…E’ incredibile, tuttora non mi capacito di quante stanze abbia quella casa!” -
- “Molte…” - ribadì Stefan.
- “D’accordo, per me va bene” - si inserì Elena - “Non me la sento di stare da sola oggi…” - il tono malinconico con cui si era espressa aveva colpito tutti.
- “E sia allora, tutti a casa mia….” - concluse ironico Stefan - “ma ad una condizione…” -
- “Quale?” -
- “Prima di andare a dormire ci faremo una bella bevuta di gruppo davanti al camino!” -
- “Andata!” - risposero tutti all’unisono. Finalmente una risata generale giunse ad alleggerire la tensione.

Elena era rimasta in disparte, raggiunta da Caroline. Provava un senso di malinconia ma anche di profondo sollievo e gratidudine. Osservava Stefan e non aveva il coraggio di avvicinarlo. Le aveva salvato la vita, era niente altro che un giovane ragazzo di poco più di vent’anni, umano, che si era letteralmente buttato nel fuoco per lei.
Caroline sembrò leggerle nel pensiero. Si accorse dello sguardo della sua amica, fisso sul giovane Salvatore.
- “E’ un ragazzo magnifico” -
- “Lo so…” -
- “Elena, sono così dispiaciuta di non essere stata lì per potervi portare in salvo…ma a quanto pare non ce ne è stato bisogno. Certo Stefan ha rischiato molto per te…” -
- “Lo so…” -
- “Hai un’altra risposta a parte Lo so? Ehi…ci sei? Vai a parlargli.” -
- “Non ci riesco…” -
- “Forse sei sotto shock…fatti vedere…” - le si parò davanti e la fissò con gli occhi da vampira. Voleva capire meglio.
- “No, sto bene…sono solo… non lo so…” -
- “Ci risiamo!” -
- “Voglio dire che, è come se oggi fosse successo qualcosa…” -
- “Certo, avete rischiato la vita in un incendio, direi che è successo molto!” -
- “Non intendo questo…guardalo…” -
- “Lo vedo…” -
- “Io mi sono affidata a lui ciecamente, come facevo quando era un vampiro e sapevo che mi avrebbe sempre protetto. Lui non è un vampiro, ma l’ho fatto lo stesso. Io mi fido ciecamente di lui, farei qualunque cosa mi dicesse di fare… non so spiegartelo.” -
- “E’ facile, sei innamorata di lui…” -
- “Sì, lo sono.” -
- “E lo è anche lui di te… fidati!” - le sussurrò all’orecchio.
- “Lo so! E sono terrorizzata per questo…” -
- “Oh, Elena, cosa devo fare con te!” -
- “Ehi…andiamo, salite in macchina!” – arrivò la voce di Alaric che riportava le ragazze con i piedi per terra.


Era notte fonda ormai, ma nessuno dei presenti nel salotto dei Salvatore sembrava aver intenzione di andare a dormire. Alarc, Jeremy, Matt, di fronte al camino acceso e con un bicchiere in mano, brindarono facendo risuonare i calici.
- “Incredibile, come ai vecchia tempi, non ci si annoia mai…” - disse Matt, con una velata polemica che nascondeva però il sollievo per il lieto fine.
- “Ma ce la siamo cavata, anche stavolta…nonostante me e il mio malriuscito tentativo di farvi tutti fuori." - Jeremy non riusciva davvero a dimenticare la sua responsabilità.
- “Jeremy, non pensarci più, insieme ce l’abbiamo fatta. A quanto pare non siamo proprio capaci di stare lontani dai pericoli noi…” - aggiunse Alaric.
- “No, decisamente! E dire che dovevamo solamente festeggiare Stefan fuori dall’ospedale!” - precisò Matt.
- “Già! Ahahah” -
- “Fatto sta che…l’avete notato? Anche stavolta ce la siamo cavata senza l’aiuto di alcun vampiro. Caroline non c’era. Stefan ha fatto l’eroe nonostante non fosse neppure tanto in grado di camminare da solo. Nessuno è morto e nessuno ha ingerito sangue di vampiro…” - a Matt piacque puntualizzare tutti i risvolti.
- “E siamo ancora qui…” -

A quanto pare ci siete proprio tutti eh? Nel salotto di casa Salvatore...

Una vocetta dolce e canzonatoria irruppe nella stanza attraverso il cellulare di Caroline. Bonnie era collegata dall’Europa, in un orario anomalo anche per lei. Ma, dopo essere stata messa a conoscenza dell’accaduto non aveva potuto sottrarsi dal partecipare nuovamente a questa riunione straordinaria.

Volevo dire Scuola Salvatore… scusami Caroline, chissà se mi abituerò mai all’idea…

- “Non importa, non sei l’unica!” - disse la vampira rivolgendosi ai compari alle sue spalle.

Ma dov’è Elena?

- "Già, aveva detto che sarebbe tornata..." - Stefan aveva appena raggiunto la compagnia, anche lui con un po' di fatica, e rivolse uno sguardo alla porta d'ingresso, con aria preoccupata. Chiedendosi se Elena stesse bene.
- “E’ nella sua stanza… doveva riposare.” - spiegò Caroline.

E’ giusto..provo a chiamarla in privato allora. 

La chiacchierata tra amici proseguì per un po’, anche Stefan si era aggiunto alla comitiva. Per salutare Bonnie, per non essere il solito asociale, per ringraziare i suoi amici di essere stati con lui. Per condividere un momento di vera amicizia in una giornata orrenda ma tremendamente umana.
Si sentiva le gambe spezzate dalla fatica e dalla stanchezza, ma non l’adrenalina in circolo non l’aveva ancora abbandonato. Non aveva alcuna intenzione di andare a dormire ma avrebbe voluto raggiungere Elena per assicurarsi che stesse bene. Da quando erano entrati in quella casa, lei si era ritirata nella camera che Caroline avegva riservato per lei e ne era uscita unicamente per un breve saluto. Sicuramente questa volta si era spaventata seriamente, forse avrebbe dovuto davvero salire per controllare che andasse tutto bene. O forse no, forse era opportuno lasciarla riposare, ogni questione in sospeso avrebbero potuto affrontarla il giorno successivo.
Ma sentiva tremendamente la sua mancanza, dannazione. Sentiva di dover fare di più, di doverle stare vicino ma, al tempo stesso, non voleva soffocarla.

Elena era sdraiata su un comodissimo letto, in una stanza di casa Salvatore che non aveva mai visto. Cercava di raccogliere i pensieri, ma non ci era ancora riuscita. Era come in un vortice, il suo cervello non smetteva di lavorare, il suo cuore non cessava di balzare fuori dal petto. Forse sarebbe dovuta rimanere in ospedale? O forse aveva solo bisogno di capire cosa le stava succedendo dentro.
In quel tumulto di pensieri una banale vibrazione del cellulare, poggiato sul letto, la riportò con i piedi per terra.
- “Ehiii!” - tentò di sorridere per la sua amica.
- “Ehi… come stai? E’ stata una brutta serata da quanto ho saputo…” -
- “Sì, decisamente…” - rispose Elena mettendosi a pancia in giù e portandosi la ciocca dei capelli dietro l’orecchio, come di consueto.
- “Ho saputo che Stefan ha fatto l’eroe…” -
“E’ stato un incosciente. Ma lui si sente ancora un vampiro, non ha paura di niente. E poi lui è così, lo farebbe per chiunque.” -
- “Chissà, forse…” -
- “Cosa?” -
- “Non so se lo farebbe per chiunque, ma forse hai ragione, tu lo conosce più di chiunque altro....” -
- “Bonnie… ho avuto paura di perderlo.” -
- “E' normale, avete corso un grosso rischio, entrambi. Ma devi dirglielo, Elena!” -
" -
- “Non riesco a smettere di pensare a lui, perchè....Stefan...è Stefan.” -
- “Lo so, ero con te il giorno in cui l’hai conosciuto. So quanto l’hai amato. So che hai amato tanto anche Damon, sai che gli ho voluto bene anche io. Ma so che il tuo amore per Stefan era vero, era sincerto, era importante. Non mi sorprenderebbe se fosse ancora in te….” -
- “Non credo l’amore per Stefan sia mai sparito del tutto. Sono stati due amori così diversi.” -
- “Credo che la passione che ti ha unito a Damon ti abbia dato molto. Ma devi guardare avanti e pensare che ti meriti un futuro, come tutti noi. C’è tempo, non metterti fretta. Ma non devi dimenticare di seguire il tuo cuore.” -
- “Lo pensi davvero? Pensi ancora queste cose di Stefan…nonostante tutto?” -
- “Sì.,.Stefan è un bravo ragazzo, lo sapeva anche mia nonna. Io…l’ho perdonato, Elena…” -
- “Ne sono davvero felice, Bonnie. Sei incredibile. Anche tu dovresti dirglielo..” -
- “Ma tu, dimmi, cosa provi…” -
- “Mi sento così confusa. Sento di tradire la memoria di Damon e ho paura di non saper amare Stefan, ora, come lui merita e come l’ho amato allora. Ho paura di ferirlo, di sbagliare, di non riuscire a dimenticare.” -
- “Vedi, Elena, non credo tu possa mai dimenticare Damon. Non devi chiedere questo a te stessa. E Stefan lo sa. Ci vorrà del tempo. Ma quando sentirai di voler stare con lui, non esitare. Fidati delle tue emozioni.” - la chiosa della saggia Bonnie portò una ventata di serenità nel cuore di Elena.
- “Hai ragione, come sempre. Grazie Bonnie.” -
- “Non esageriamo, diciamo che cerco di imparare dai miei errori, e dai tuoi! Ah ah ah!” -
- “Tu, piuttosto, quando pensi di tornare? Ci manchi…manchi proprio a tutti credo…” - aggiunse la Gilbert strizzando l’occhio.
- “Buonanotte, Elena!!” -
- “Ah brava, mi stai liquidando senza una risposta…!” -
- “No, è solo che non ho ancora una risposta… ma tornerò, promesso!” -
- “Bene, mi basta! Buonanotte, Bonnie!” -
- “Buonanotte, Elena” -
 

  
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