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Autore: NPC_Stories    22/07/2020    3 recensioni
Una raccolta di flashfic e oneshot che attraverso una parodia quasi sempre comica di alcuni cliché letterari racconteranno frammenti di vita dei miei personaggi ricorrenti, o anche piccoli missing moments di altre storie.
Aggiornamento a random quando mi sento ispirata.
Genere: Fantasy, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1355 DR: Homeopathy


L'acqua fredda scivolava tra le sue dita, rendendole più insensibili e più goffe. Era una sensazione fastidiosa per un elfo, a maggior ragione per un elfo scuro.
Daren non amava lavare i panni, però amava la sensazione di indossare vestiti puliti. Come tutti i drow civilizzati era schizzinoso nei confronti di ciò che era sporco e sciatto. Non che lo si potesse definire un damerino, era un guerriero pragmatico e abituato a una vita semplice, ma quella vita doveva essere anche dignitosa.
L'acqua corrente di quel ruscello arrivò quasi a strappargli di mano il sapone, ma le sue dita allenate riuscirono ad afferrare quella scheggia scivolosa prima che prendesse la via verso il fiume. Quel momento di sbadataggine però gli fece capire che era il momento di smettere. Le sue dita ormai erano troppo anchilosate e il sapone si era consumato fino a diventare troppo piccolo. Un tempo, quando viaggiava da solo, non avrebbe consentito a se stesso di indugiare con le mani in ammollo fino a perdere la sensibilità: lo avrebbe reso troppo vulnerabile per troppi minuti in caso di attacco da predatori o nemici. Ora non si preoccupava di questo perché sapeva che il suo amico Johel stava facendo la guardia e non avrebbe permesso a nessuno di prenderlo alla sprovvista. C'erano voluti anni per raggiungere quel livello di fiducia, ma ne valeva la pena.
Il drow posò il sapone accanto a sé, nella sua scatola di legno, e si concentrò sullo sciacquare i vestiti che aveva insaponato. Quando fu soddisfatto del risultato raccolse le sue cose e tornò all'accampamento poco distante.
Johel saltò giù da un albero, ancora con l'arco in mano. "Oggi sembra tutto tranquillo" gli raccontò, "sembra che non ci siano altri troll nella zona."
"Già, l'unico che c'era doveva proprio morire addosso a me" Daren ripensò alla battaglia della sera prima, con una smorfia schifata.
"Sei riuscito a lavare tutti i tuoi vestiti?"
"Quelli sporchi di sangue di troll sì, ma non quelli vecchi che avevo accumulato da lavare. Il sapone è diventato troppo piccolo per essere utile. Purtroppo avevo lasciato l'altro all'accampamento."
"Ovviamente hai già un sapone di riserva" scherzò Johel, conoscendo le fissazioni del suo amico.
"Già... E non capisco com'è che i tuoi vestiti ci mettono più tempo a sporcarsi" recriminò, un po' risentito perché mal comune sarebbe stato almeno mezzo gaudio.
"Facile, perché sono un arciere e quindi vado più raramente in corpo a corpo. Non mi sporco del sangue dei miei nemici e il combattimento mi porta via meno energie. Anche camminare fra le sterpaglie mi porta via meno energie visto che sono un ranger e ci sono abituato." Spiegò con un sorriso.
"Ecco svelata l'unica utilità della tua professione" biascicò il drow ancora imbronciato.

Più tardi Johel si mise a cucinare per entrambi e notò con la coda dell'occhio che Daren stava rivendicando la sua capacità di multitasking almanaccando con una scatoletta di metallo mentre avrebbe dovuto fare la guardia.
"Ehi. Che fai?"
"Tranquillo, non c'è nessuno nei paraggi..."
"Ti ho solo chiesto che fai", ripeté l'elfo dei boschi, "per curiosità."
"Ho messo l'ultima scheggia del vecchio sapone nella scatola dei saponi estinti, e sto cercando di capire se ce n'è abbastanza per fare una nuova saponetta" spiegò, facendo ondeggiare la scatola di metallo come per sentire il rumore all'interno.
"Eh?"
Daren si avvicinò e mostrò al suo amico il piccolo contenitore e le molte schegge di sapone che conteneva. Poi passò a spiegargli il procedimento con cui, da piccole schegge di saponi vecchi e con l'aggiunta di un po' d'acqua, si poteva amalgamare un sapone nuovo.
"Ma... Andiamo, non dirmi che non hai i soldi per comprarti un sapone nuovo!"
"Non è quello il punto, Johel. Ho pagato per una libbra di sapone e userò una libbra di sapone. Odio gli sprechi."
"E quindi ti crei un... golem di sapone ogni cento saponi o qualcosa del genere?"
Il guerriero si strinse nelle spalle. "Qualcosa del genere."
"Oooh" Johel spalancò gli occhi, colto da un'improvvisa idea. "C'è anche una scheggia del sapone che ci ha fatti diventare amici?"
"Che? Non ci ha fatti diventare amici, mi ha solo convinto della tua utilità come compagno di viaggio e procacciatore di beni di prima necessità" protestò Daren. "E comunque no, sono passati cent'anni, di sicuro ho già usato quella scheggia in un passato... golem di sapone, come l'hai definito tu."
"Ma... anche un golem di sapone prima o poi diventa una scheggia, giusto?" Insistette Johel. "Quindi, se sei coerente, quella scheggia torna all'interno della scatola di metallo." Daren aggrottò le sopracciglia. In effetti era così, ma non ci aveva mai pensato.
A Johel non serviva una risposta, riusciva a leggerla nell'espressione del suo amico.
"C'è rimasto qualcosa della saponetta elfica dell'amicizia" gongolò Johel. "Fosse anche una millesima parte. E rimarrà in tutti i tuoi golem di sapone."
Il drow lo scrutò con un'occhiata neutra.
"Può essere" concesse, sentendosi un pochino a disagio davanti all'entusiasmo dell'elfo. "Ma tu non stai bene."


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Non si tratta di un cliché, ma è una cosa in cui molte persone credono: che esista una sorta di memoria nelle sostanze che sono venute in contatto, a livello fisico oppure a livello energetico.
   
 
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