taehyung

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guardai l'elegante figura di jungkook compiere un altro canestro. oh, merda, era così bello. dovetti concentrarmi per non sospirare alla fugace vista dei suoi addominali, mentre lui usava il lembo inferiore della maglia per asciugarsi il sudore dalla fronte con un gesto perfettamente misurato.

il suono proveniente dal fischietto dell'insegnante di educazione fisica mi risvegliò dall'innamorata catena dei miei pensieri. la squadra di jungkook aveva vinto la partita. la nostra squadra aveva vinto la partita, mi corressi, mentre jungkook camminava proprio verso di me. il problema era che io avevo passato gli ultimi due tempi e mezzo seduto in panchina.

«hai fatto proprio una bella caduta, prima,» rise, sedendosi proprio accanto a me.

«quello stronzo di yoongi mi ha spinto,» dissi come scusa. e, in effetti, era vero. avevo ancora la busta di ghiaccio secco appoggiata sulla caviglia, e si poteva vedere l'inizio di un livido violastro.

«forse sperava che spingere te sarebbe bastato a fermarci. qual sciocco! non aveva considerato me, il numero uno della squadra.»

«il numero due, casomai. sai bene che sono molto meglio di te, a basket.»

jungkook alzò le sopracciglia di scatto. «mi stai per caso sfidando? facciamo a chi arriva prima a quindici canestri?»

mi alzai barcollando dalla panchina. «meglio di no. ora come ora non riesco nemmeno ad appoggiare il piede sinistro a terra.»

anche jungkook si alzò - sebbene con una mossa molto più fluida della mia - e mi seguì con lo sguardo mentre cercavo invano di fare qualche passo. «hai bisogno di aiuto?» chiese, raggiungendomi. 

«ti dispiacerebbe?»

«certo che no. vieni qui,» disse, offrendomi la mano. io mi avvicinai a lui, e jungkook mi circondò la vita con il suo braccio.

cercai di non arrossire troppo mentre camminavamo così verso gli spogliatoi. jungkook e io eravamo migliori amici, e in quanto tali non c'era mai stato troppo contatto fisico tra di noi. eppure, nonostante questo, o il fatto che fossimo entrambi dei ragazzi, o un milione di altre cose, io mi ero preso una cotta per lui.

per il mio migliore amico.

essere innamorati del proprio migliore amico è una merda. sembra sempre di essere ad un passo dall'avere qualcosa in più con quella persona, ma la propria posizione di semplici amici viene puntualmente ricordata da frasi come "oggi esco con la mia ragazza, dove la porto?".

«lalisa mi ha chiesto di vederci, stasera. dove potrei portarla?» mi chiese infatti jungkook.

«portala a vedere un film,» gli risposi. gli avevo detto così, perché era quello che io avrei voluto fare con lui se fossimo stati assieme.

«ah, come sempre hai le migliori idee! ancora non capisco perché non sei ancora fidanzato,» mi disse jungkook.

«nemmeno io lo capisco,» mentii.

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