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Autore: Iry_kun    15/08/2009    1 recensioni
Nel cielo il sole brillava, rigoroso e vitale come la maggior parte dei giorni qui nel Seireitei Occidentale. Una sfilza di casettine azzurre formavano il panorama, intervallate da giardinetti delicati e allegre fontanelle. Tutto pareva andare nel verso giusto. Cosa si poteva chiedere di più? Di sicuro Quella tranquillità sarebbe durata ancora poco. L'avesse punito il cielo il giorno in cui la scelse come tenente! Ma, in fondo, adesso è tardi per i ripensamenti... no, Kaito?!
Genere: Commedia, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel cielo il sole brillava, rigoroso e vitale come la maggior parte dei giorni qui nel Seireitei Occidentale.

Una sfilza di casettine azzurre formavano il panorama, intervallate da giardinetti delicati e allegre fontanelle. Tutto pareva andare nel verso giusto. Cosa si poteva chiedere di più?

In una di quelle casette sostava un ragazzo, o uomo che dir si voglia, che con calma leggeva dei fascicoli tesi davanti ai suoi occhi. Il viso era rilassato e lo sguardo si spostava beato dai documenti alle verdi aiuole del giardino.

Shigehito Kaito era il nome del ragazzo, capitano della sesta brigata del Seireitei Occidentale, la cosiddetta “brigata d’assalto”. Eppure nessuno avrebbe mai detto che un tipo tanto tranquillo fosse membro, anzi, addirittura capitano! della squadra d’assalto.

Nulla poteva distruggere la quiete di quel luogo… beh, nulla tranne lei.

-         Taichou! Capitano, capitano… abbiamo un problema!- urlò alterato un uomo appena arrivato che ora sostava all’uscio della casa. Aveva i capelli molto corti e gli occhietti scuri.

Il capitano, in tutta risposta, sputò amabilmente il the caldo che stava assaporando fino a qualche secondo prima.

-         Cosa succede Iko?- domandò, con l’aria di uno che spera che la risposta sia “ hanno sbagliato i colori della sala da pranzo, non più azzurra ma celeste”… eppure non sarebbe stato così facile.

-         Ehm, ecco… Shimizu-san ha… cioè noi la stavamo controllando ma… è stato un attimo è…- ma non completò la frase che un boato interruppe il filo ( già poco coerente) dei suoi pensieri.

Il frastuono scosse le mura del piccolo edificio ( letteralmente il suono fu “BOOOOOOOOOM”, per intenderci.)

Shigehito si alzò dalla sua postazione e rivolse lo sguardo al cielo.

Perché deve capitare a me tutto ciò?!

Non ebbe ulteriore tempo per pensare perché un altro scossone scosse il terreno, sempre accompagnato da un forte boato.

Il capitano corse veloce fuori dalla sua stanza, oltrepassando velocemente le aiuole e i gelsomini, le rose e i tulipani, le gardenie e i giardinieri ( loro non erano piantati a terra ma comunque c’erano).

La genesi di tutto quel trambusto era da ricondursi in una figurina minuta che giaceva seduta sopra a una casetta col tettuccio rosso. Era una ragazzina dai capelli corti corti, un taglio abbastanza maschile, tutti scompigliati. L’acconciatura dei capelli in parte emulava quella del capitano, cambiando solo il colore che nella ragazza era chiaro, castano con sfumature color miele, mentre nel ragazzo raggiungeva tonalità brune, tendenti al nero.

Stagliata contro il sole mattutino, la figura minuta reggeva sulla spalla un lungo tubo ( che, dopo svariati tentativi, venne individuato come “bazooka”) scuro, probabilmente anche parecchio pesante.

Tutt’attorno numerosi piccoli edifici avevano lasciato spazio a cumuli di macerie grigie e disfatte, ormai cenere che il vento aveva trascinato via.

-         Hello nii-chan!- aveva salutato la ragazzina.

-         Nii… Niicosa?! Non sono tuo fratello! Michiyo, scendi da lì!- strepitò il calmo e serafico taichou…

-         Suvvia, io sto lavorando! Se cerchi la tua biancheria è a lavare, ma non posso occuparmene sempre io!-

-         MICHIYO!... perché la mia biancheria è a lavare?- sbottò con gli occhi sbarrati.

-         Igiene senpai, igiene! Ora lasciatemi concludere…-

-         Concludere cosa!? Scendi da lì immediatamente, e smettila di portare la roba a lavare senza avvisarmi! Mi fa imbestialire!-

-         Sissignore…- concluse con l’aria un po’ amareggiata, scendendo dal tetto.

Tutti i presenti la osservavano pietrificati e sbalorditi, dato che fino a poco fa non aveva dato ascolto a nessuno.

Shimizu Michiyo, 16 anni, tenente della sesta brigata, anche detta “Tigre del fiume” (.---.).

-         Ora spiegami perché hai fatto saltare gli edifici!- annunciò il capitano con fare annoiato.

-         È difficile da spiegare… io stavo camminando e… no questo non c’entra! Non volevo passare subito alle armi ma lui…- Non poté finire perché Shigehito la prese per le spalle iniziando a sballottolarla avanti e indietro strillando:

-         Smettila di tergiversare e parla chiaro! Cosa diamine facevi lissù?!-

-         È colpa sua!- stridette la ragazzina, indicando un ammasso di pelo nascosto in un angolo, tutto tremante.

Un equipe specializzata dedusse successivamente ( alias trenta secondi dopo) che quella palla di pelo tremante altro non era che un cane.

Il capitano guardò spaesato prima il cane poi il suo tenente, fino a cadere completamente sfatto per terra, ripetendosi i buoni motivi per cui aveva scelto un tenente simile.

Eh già, peccato ricordarsi poi che non l’aveva scelto lui!

Non lontano Iko, che aveva seguito Shigehito, si avvicinò per parlare.

-         Oh, Shimizu-san, capiamo che forse quest’oggi non era di buon umore… ma perché mai tentare l’assassinio di codesto cane per mezzo di un bazooka?-

-         È colpa sua! Mi ha sfidato!- concluse, come se fosse la cosa più logica del mondo.

Quando poi notò che nessuno parve aver capito come mai fosse tanto logico, decise che era meglio raccontare l’accaduto.

Quel dì passeggiava tranquillamente per i vialetti del Seireitei, senza una meta precisa. Arrivata non lontano dalla casa del Taichou aveva deciso di andarlo a trovare… ( a questo punto Kaito emise un gemito disperato, che ancora non abbiamo identificato se racchiudesse un briciolo di felicità sul fatto che qualcosa le avesse impedito di arrivare a casa sua, o se si ritenesse responsabile di parte dell’accaduto) e mentre camminava aveva incontrato quel cagnolino.

Le aveva intimato di spostarsi dalla sua strada, ma evidentemente non l’aveva sentita ( non arrivava a comprendere che il cane potesse non capire quello che lei diceva) e quindi aveva dovuto ripetersi.

Ma cosa accadde dopo che aveva richiesto “gentilmente” di spostare il suo sederino peloso dalla strada!? Lui ha abbaiato.

La gente attorno la ascoltava con le bocche che ormai sfondavano il terreno. Kaito nel frattempo scriveva una lettera di dimissioni.

Comunque, giunti a quel punto non poteva passarla liscia, e quindi si era ritrovata a cercare di  infilzare il cane con i proiettili del bazooka che era solita portarsi in tasca.

Ci furono diversi attimi di silenzio. Il capitano era sull’orlo di una crisi di nervi, mentre il tenente faceva gesti strani all’animale che ancora tremava.

Quando ebbero tutti e due riacquistato la calma, il Taichou si rivolse alla sottoposta.

-         Abbiamo una cosa importante da discutere. Raccogli tutti i tuoi arnesi e seguimi!-

-         Ma… io volevo andare alle terme…-

Non discutere, questa volta non scherzo!- e dato che l’ultima affermazione fu seguita da un’occhiataccia, Michiyo decise che era bene ascoltare gli ordini di tanto in tanto.
***

Ehm ehm, colgo l'occasione di una nuova fic per pubblicizzare la mia vecchia opera ancora in svolgimento, " Nella prossima vita". Mi raccomando! Dategli un'occhiata!
Byee byee!
  
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