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Autore: Prettybene9816    25/07/2020    0 recensioni
I protagonisti sono diversi, ma è consigliato leggere prima i sequel per capire meglio i protagonisti.
All'interno del libro ci saranno vari protagonisti, altre storie che vi illustrerò mano a mano. Iniziamo con la prima coppia:
Flora non ha scampo, Khalil, il suo stalker dall'età di 14 anni, ha un obiettivo...vuole umiliarla, distruggerla, farle passare l'inferno, vuole che strisci per terra come un animale, vuole denudarla di emozioni, anima e vita.
Lei si sveglia in una stanza buia ed estranea, non sa cosa possa succedergli, e chi o perchè le stanno facendo ciò, ma lei è forte, furba e caparba...sa che quello è il suo inferno, ma meglio regnare all'inferno che servire in cielo.
Seconda coppia:
Jamal è testardo, Swarna è volubile, Jamal è burbero, Swarna è affabile, Jamal è arrogante, Swarna è timida, Jamal non prova più emozioni, Swarna dà il cuore alle persone, Jamal ama il potere, Swarna ama la semplicità, Jamal vuole tutto, Swarna non vuole nulla...cosa hanno in comune?
Jamal ha perso il suo migliore amico Farid, Swarna ha perso sua sorella Bekka...ogni responsabilità sulla bambina appena nata dall'unione di Farid e Bekka ricade su di loro, sono di colpo genitori e non si sopportano a
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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"L'amore è molto più di un semplice sentimento; è un processo che richiede un'attenzione continua."- Molleen Matsumura SWARNA'S POV: Mi sveglio sentendo dei passi e sbattendo piano gli occhi, metto a fuoco dei piedi fasciati da dei sandali neri che mi passano davanti...Dolores. Sbatto ancora gli occhi e sento il collo indolenzito, ho dormito tutto il tempo con la testa appoggiata al piede della sedia, accidenti. Abbasso lo sguardo alla sedia, ma corrugo subito la fronte nel vedere stranita delle gambe...aspetta, mi sono addormentata sulle sue gambe? Alzo lo sguardo e osservo Jamal con la testa di lato che sonnecchia insieme a Bella...sembra che ieri sera ci siamo tutti addormentati qui. Faccio una smorfia quando nel rialzarmi sento un dolore lancinante alla schiena che mi porta a ricadere per terra, che diamine! Neanche avessi 80 anni. Il rumore sveglia Jamal che sbatte piano gli occhi e sbadiglia facendo una smorfia, che tenero. Sbatte ancora gli occhi e abbassa lo sguardo su Bella, lo sposta poi su di me stranito. "Swarna? Tutto bene?" "Io...sì. Ho solo dormito tutta la notte per terra e ora ne pago le conseguenze" spiego ritentando nel rialzarmi, stavolta ci riesco. "Ah già, mi sono addormentato anch'io. Ecco perchè non ho sentito la sveglia" mormora lui alzandosi piano per poi riposare Bella nella culla. "Dorme profondamente" mormoro osservandola sorridendo. "Sì, lasciamola dormire o si alzerà di nuovo" sussurra Jamal. Io annuisco e facendo pianissimo usciamo dalla stanza e ci dirigiamo verso la cucina. "Buenos dìas" ci saluta Dolores che traffica sui fornelli. "Buongiorno Dolores, come stai?" chiede Jamal per carineria, mentre si trascina fino alla macchinetta del caffè. "Bien, voi? Non vi ho svegliato prima, così carini eravate" Le sorrido mentre mi chiede cosa voglia mangiare per colazione. "Oh ehm...faccio io. Di solito mi piace prendere il tè latte con delle fette biscottate e miele" "Tè latte, ok. Lo hago de inmediato" dice iniziando a mettere su il bollitore. "Ecco le fette e il miele" dice Jamal allungandomele sul bancone. "Grazie" dico un po' imbarazzata. Non sono mai stata servita, di solo ero io quella che serviva gli altri. Dolores mi fa avere il tè latte e ringraziandola di cuore, lo bevo tutto avidamente...è così buono! Meglio di quello che faccio io di solito. Anche Jamal mordicchia delle fette biscottate col miele che avevo spalmato io, impegnato a leggere il giornale, mentre Dolore apre il frigo e chiede "Mangiate fuori despues il comune? O tornerete en casa?" Sia io che Jamal spalanchiamo gli occhi e chiediamo all'unisono "Che ore sono?" "Quasi le 10, porque?" "Merda!" esclamo io. "Cazzo!" esclama Jamal mentre entrambi scappiamo fuori e quasi scivoliamo sul parquet per la fretta. Jamal riesce ad afferrarmi prima che mi sfracassi qualcosa ed entrando nelle nostre rispettive stanze, io mi catapulto in bagno. Mi lavo velocemente e indossando un asciugamano per coprirmi, cerco disperata un fono. Dove diavolo sta? "Ma che cazzo!" impreco ancora. Esco fuori di fretta e furia e affacciandomi in cucina controllo che ci sia Dolores. Ovviamente non c'è. "Dolores?"urlo ai mali estremi. "Che succede? Si sveglierà Bella"chiede una voce maschile avvicinandosi. "No! Non entrare in cucina! Sono nuda!" grido indietreggiando per poi abbassare la voce ricordandomi effettivamente di Bella. Sento i passi di Jamal fermarsi e dire "Dolores è scesa a posare il gatto che era salito qui, hai bisogno di qualcosa?" Mi porto una mano in fronte e impreco in silenzio, maledetta me. "Non trovo un fono" confesso alla fine. "Ti presto il mio, vieni" No no no...penso nella mia testa. "Non guardo, giuro. Esci, sono di spalle" dice Jamal facendomi fare su e giù per la cucina per l'agitazione. Ci penso su 3 secondi buoni e non volendo perdere tempo ulteriormente dico "Ok, sei girato vero?" "Sì" si limita a dire Jamal. Sbuffo per la mia stupidità e avanzando piano, mi affaccio sul corridoio trovando Jamal effettivamente di spalle. Ha solo un pantalone di alta sartoria e la schiena nuda...perdo dei secondi a osservare i muscoli contrarsi quando lui si gratta la testa distrattamente. "Ci sei?"chiede lui volgendo di poco la testa di lato. "Sì" dico abbassando subito lo sguardo. Lui avanza fino a camera sua e io lo seguo piano, le tende sono scostate e vengo rapita dal panorama della città dall'alto. "Swarna?" mi richiama lui. Ah cavolo. Mi rigiro e lo becco a osservarmi, mi porto le mani sul seno, anche se è ben coperto dall'asciugamano e mormoro "Non avevi giurato?" "Sì, scusami" mormora lui alzando di scatto lo sguardo dalle mie gambe e rigirandosi per darmi le spalle. Trattengo il respiro...perchè mi stava fissando? "Qua c'è il fono" mi mostra una volta dentro il suo bagno. "Ok, grazie" mormoro mentre lui esce dal bagno con lo sguardo per terra e dice "Fai veloce per favore, Efrem e Lena sono già lì" "Sì, ci metto un minuto" dico mentre lui chiude la porta e io avvio il fono. Finisco di asciugarli in pochissimo e spostando di lato la riga dei capelli, cerco di renderli il più decente possibile. Di naturale i miei sono ondulati un po' crespi, delle volte ci metto un olio per tenerli a bada o li ripasso con l'arricciacapelli, per eventi speciali li liscio. Oggi non ho il tempo di fare nulla quindi li sistemo con le mani e davanti a me osservo del gel per capelli, varrà lo stesso? Apro il barattolino e inspiro un forte profumo di fragranza maschile. Faccio spallucce e prendendo un po' di gel tra le dita aggiusto i ricci sopra e un po' sulle punte. "Così dovrebbe andare bene" mormoro tra me riposando il barattolino. Apro la porta del bagno e prima di uscire annuncio " Sto uscendo" Non sento nulla. Forse è nella cabina armadio. Me la svigno subito e uscendo dalla sua stanza entro nella mia. Frugo nella valigia che ancora non ho disfatto e recupero un vestitino color crema attillato con dei bottoni dorati di lato, me l'aveva fatto prendere Bekka, diceva che mi stava a pennello e sembravo una donna in affari. Sorrido nel ricordarmi le sue parole e indossando il reggiseno e le mutandine, faccio scivolare il vestito. Il tessuto del vestito è pesante e calza a pennello sul mio corpo, la scollatura è a V e dietro c'è la cerniera da chiudere. Provo a cavarmela da sola, ma fallisco miseramente a metà strada...è troppo in alto, non ce la faccio. Dannazione. Lascio stare per un attimo la cerniera e recuperando dei sandali col tacco basso dorati, infilo in una borsetta nera semplice il necessario per truccarmi almeno un pochino, gli assorbenti, salviettine, mentine e portafoglio. Prendo il cellulare e chiamo subito Lena scusandomi del ritardo, lei mi tranquillizza dicendo che prima di noi c'è una coppia che sta perdendo tempo e abbiamo al massimo mezz'oretta. Esco fuori dalla stanza e vado da Bella per assicurarmi che stia bene. Sospiro sollevata quando vedo che dorme ancora tranquilla, per fortuna non ha sentito le mie urla. "Dorme?" sento alle mie spalle Jamal. Mi giro e annuisco con la testa mentre lui mi raggiunge e abbassando lo sguardo alla mia schiena chiede "Posso?" Capisco che voglia aiutarmi con la cerniera e annuendo con la testa imbarazzata, mi giro in modo che possa alzarmela. "Fatto" mormora mettendosi di lato mentre io sento il cuore battermi fortissimo. Sentirlo dietro di me, i suoi occhi sulla mia schiena nuda, le sua mani che hanno sfiorato per un millesimo di secondo la mia pelle...arrossisco di botto e deglutisco a disagio, non mi ha mai toccato nessuno, non mi ha mai sfiorato nessuno, non mi ha mai guardato nessuno, non ho mai visto un uomo nudo, non ho mai avuto nessun tipo di rapporto con uomo e adesso mi è toccato crescere una bambina con un uomo, che vuoi o non vuoi, è molto attraente. E' solo il padre di mia figlia acquisita e non proverò mai qualcosa che si avvicini all'amore per lui, ma non sono fatta di carta pesta e devo stare molto attenta...non posso permettere che finisca come per Bekka e Farid...il loro unico errore è stato quello di innamorarsi. "Andiamo?"chiede lui mentre sentiamo la porta aprirsi, Dolores è arrivata. Annuisco con la testa e facendo piano con il tacco, esco dalla stanza. "Oh, che fate?"chiede Dolores vedendoci raggiungerla. "Andiamo a sposarci" dice Jamal dando una carezza a Dolores e uscendo dalla porta. Saluto anch'io Dolores e seguo Jamal per il corridoio fuori. "Hai preso i documenti?"mi chiede lui in ascensore. "Sì" dico lanciando uno sguardo alla borsetta. "Ottimo" mormora lui mentre corruga la fronte e chiede "Ti sei messa il mio gel per capelli?" Beccata. Sorrido un po' goffa e mormoro toccandomi i capelli "Scusami, era per sgonfiare i capelli. Non succederà più, te lo giuro" Jamal scuote la testa e alzando lo sguardo dal suo cellulare dice guardandomi "No, tranquilla. È che avevo riconosciuto il profumo" "Sì, ha un profumo forte" "Non ti piace?" Chiede lui alzando un sopracciglio. "Il profumo certo...forse è un po' troppo forte per me" "Io mi sono scordato di metterla, a quanto pare mi sposerò con questi capelli" dice lui passando una mano sui capelli un po' in aria. "No, stai bene" dico io per poi leccare il polpastrello dell'indice e sistemargli un ciuffetto ribelle. "Ora sei perfetto" dico abbassando lo sguardo alla camicia bianca, la giacca blu e una cravatta sempre blu ma più sul pastello. Lui sorride e io chiedo ricambiando il sorriso " Che c'è?" "No, è che lo faceva anche mia madre prima di andare in chiesa. Voleva che fossi perfetto davanti alle sue amiche" mi rivela lui. "Oh...ci sarà anche lei oggi?" Chiedo curiosa di conoscerla. "Col cuore sì, fisicamente mi sembra un po' difficile...è morta d'infarto tanti anni fa" "Oh...mi dispiace, mi dispiace tanto" "Anche a me, non ho potuto salutarla per l'ultima volta. È successo dopo che Achraaf mi rapisse e mi portasse nell'organizzazione, questa cosa l'ho saputo da poco perché me l'ha detto mia sorella" "Hai una sorella! Più grande o più piccola?" "Grande, 11 anni più grande. Si chiama Latifa" Usciamo dall'ascensore e andando verso la sua auto chiedo "Verrà oggi?" Lui entra in auto e scuotendo la testa dice "Lei si è fatta una famiglia e sta in Canada. Ha un figlio, Zahir. È da mia sorella che mi sono fatto spedire i suoi libri sui neonati e ho imparato qualcosa" "Quindi sa di Bella" "Sì, ma anche lei ha partorito da poco e non può venirmi a trovare. Delle volte facciamo delle videochiamate " Io indosso la cintura mentre lui fa retromarcia ed esce dal parcheggio e io chiedo "Le hai già fatto vedere Bella?" "Sì, la notte, di solito, faccio videochiamate con lei perché in Canada sono 6 ore indietro " "Davvero? Con lo Sri Lanka invece ci sono 3 ore e mezza in avanti di differenza" "Tu sei nata lì, giusto?"chiede lui svoltando a destra. Annuisco con la testa, quando si parla di me mi chiudo sempre a riccio, non mi piace ritornare con la mente al mio passato. Sono solo successe cose tragiche, poche sono le cose che mi hanno resa veramente felice. "Non ti manca casa?" "Non è la mia casa" mi limito a dire fredda. Quando penso allo Sri Lanka mi si gelano le vene. Jamal intuisce il mio disagio e chiede subito "Non ti fa piacere parlarne, giusto?" Nego con la testa " Non è perché ti conosco da poco, è una fase della mia vita che non ricordo e se ricordo, ricordo solo cose brutte. Le cose belle le ricordo molto vagamente " "Quindi cosa immagini quando pensi alla parola casa?" Faccio una smorfia e mormorò "Non lo so, avevo una casa da piccola, ora non più nulla.. Non ho una casa al momento" Mi aspetto che replichi con qualcosa, invece rimane in silenzio e inforca i suoi occhiali da sole. "Tu invece? Tu a cosa pensi?" "Per casa? Non lo so. Forse neanch'io ne ho una" dice lui fermandosi a un semaforo. "Cosa c'è?"chiede subito dopo beccandomi a fissarlo intensamente. Scuoto la testa e guardando il finestrino mormoro "Nulla, pensavo" "A cosa?" Chiede lui non mollando. "A come potremmo dare una casa a Bella se non ce l'abbiamo neanch'io noi" Jamal deglutisce a queste mie parole e dice "Ci stiamo sposando per darle una famiglia" "Non è come badare a un cucciolo di cane, è una bambina. Per adesso non parla, ma poi? Quando capirà tutto? Quando ci chiederà di..." Jamal posa una mano sulla mia facendomi zittire e dice piano "Ho paura anch'io, non sono sicuro di nulla, non so cosa potrà accadere" Alza lo sguardo a me e mormora "Ma, ci stiamo provando, lo stiamo facendo per loro, per Bella. Non possiamo farci vincere dalla paura adesso, non adesso" "Mi sto per sposare" inizio a realizzare ad alta voce. "È una di quelle cose che non ho mai pensato di fare anch'io" dice lui facendomi sorridere di poco. "E invece siamo qui...sto per diventare tua moglie" "Io tuo marito, chi l'avrebbe mai detto?" Chiede lui prendendomi il mento tra il pollice e l'indice. Mi guarda attentamente e chiede, come a capire che sto incominciando a calmarmi "Meglio?" Annuisco con la testa, mentre lui mi sorride e riprendendo in mano il volante in tempo per il semaforo verde, parte mentre io abbasso lo specchietto e mi trucco un minimo. Raggiungiamo velocemente il comune ed entrando andiamo direttamente agli uffici del piano superiore. "Eccoli i ritardatari!" esclama Efrem vedendoci arrivare. Anche Lena si alza e viene a salutarmi. "Stai benissimo, davvero bellissima" mi fa subito i complimenti. Io arrossisco e scuotendo la testa chiedo "Mai quanto te, questo vestito giallo a quadretti mi piace un sacco" "Sai che l'ha scelto Ines? Delle volte entra nel mio armadio e sceglie i vestiti che devo mettere" "E se non li vuoi mettere?" "Sono obbligata o chi la sente più" dice lei facendomi ridere. "Di cosa ridete, eh?"chiede Efrem avvicinandosi a me e approfittandosi per salutarmi. "Sono affari nostri!" dice Lena mentre Efrem la raggiunge e mordendole una guancia chiede "Affari vostri, eh?" "Efrem, smettila!" esclama ridendo Lena mentre Jamal mi si avvicina e chiede "Tutto bene?" Efrem trascina più in là Lena per baciarsela e io mormoro abbassando lo sguardo "Sono veramente molto belli, Ines è molto fortunata" "Sì, sono una famiglia molto bella. Da mulino bianco" Ridacchio e chiedo un po' malinconica "Possiamo prometterci una cosa?" "Più di amarti e onorarti per tutto il resto della mia vita?"chiede lui facendomi ridere ancora. "No, sappiamo entrambi che questa non è una promessa. Voglio che facciamo una promessa vera, adesso" dico girandomi verso di lui. Jamal annuisce piano e io mormoro "Promettiamoci che non faremo mancare mai nulla a Bella, che le daremo tutto il nostro amore e che...." Abbasso lo sguardo un po' imbarazzata per quello che vorrei dire. "E che?"mormora lui avvicinandosi a un palmo da me. Alzo piano lo sguardo a lui e sussurro "Che mi starai sempre vicino e cercherai sempre di comprendermi e darmi forza" Jamal rimane in silenzio per una manciata di secondi solo fissandomi dritto negli occhi, per poi leccarsi le labbra e alzare una mano su una mia guancia. "Te lo prometto" dice con tanta intensità che mi sembra di aver perso un battito. Sorrido trattenendo il respiro mentre lui abbassa la mano e mormora "E tu mi prometti di essere sempre te stessa con i tuoi pregi e soprattutto i tuoi difetti?" "Stai dicendo che ho dei difetti?"chiedo alzando l'angolo della bocca. Lui alza un sopracciglio e io dico annuendo con la testa "Promesso" "I signori Sabil e Warnaku..." "Siamo qui" dico prima che finisca di leggere il mio cognome, so già che ci metterà un'eternità e lo stesso non riuscirà a pronunciarlo giusto. Efrem e Lena si avvicinano subito e insieme entriamo nella sala con una donna dietro la scrivania e una fascia col tricolore addosso. "Anna Alberti" si presenta la donna mentre le stringiamo tutti la mano. "Prego, accomodatevi" Io e Jamal ci sediamo in mezzo, Efrem al fianco di Jamal e Lena al mio fianco. "Ben arrivati, buon pomeriggio a tutti" dice restando alzata. "Buon pomeriggio" rispondiamo a coro noi, che scemi. "Ok, controllo le carte prima di incominciare. Faccio l'appello: Jamal Sabil?" Jamal alza la mano e Anna continua con l'appello "Swarna Warnaku..." "Sono io" dico in anticipo. "Come si pronuncia?"chiede lei un po' più paziente di me. "Warnakulasuriya, si legge come scritto" Lei si cimenta nel pronunciare bene il mio nome e ci riesce alla fine sorprendentemente. "Ok, i testimoni sono invece Lena De Angelis" Lena alza la mano timidamente e Anna finisce con l'appello "Efrem Therani?" "Qui" dice Efrem alzando la mano. "Ok, benissimo. Vi fate lo scambio dell'anello?"chiede Anna riposando le carte. Cavolo, gli anelli...ce ne siamo dimen... "Sì" dice Jamal prendendo dalla giacca un cofanetto con dentro due fedi dorate. Ha pensato anche alle fedi, sono sempre più sorpresa. Jamal posa le due fedi sulla scrivania davanti a noi e io deglutisco alla loro vista, non si scappa più adesso. "Ok, ora vi spiego come funziona. Leggerò 3 articoli, esattamente art. 143, 144 e 147 del codice civile, poi chiedo il consenso reciproco a voi due e ai testimoni, facciamo lo scambio degli anelli e poi ci sarà la lettura integrale dell'atto di matrimonio così come è avvenuto" Tutti annuiscono e lei incomincia a leggere gli articoli " Art. 143 c.c. : "Diritti e doveri reciproci dei coniugi. Con il matrimonio ilmarito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dalmatrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale,alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia". Art. 144 c.c. : "Indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia. I coniugi concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa. A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato." Art. 147 c.c. : "Doveri verso i figli. Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole, tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli" Sfoglia delle pagine e dice più allegra "E' il momento delle dichiarazioni" Sorridiamo e lei inizia a dire "Dichiara il signor Jamal Sabil di voler prendere in moglie la signora Swarna Warnakulasuriya, qui presente?" "Sì, lo dichiaro" dice Jamal annuendo fermamente con la testa. Anna sposta lo sguardo a me e dice "Dichiara la signora Swarna Warnakulasuriya di voler prendere in marito il signore Jamal Sabil, qui presente?" Sposto lo sguardo a lui e sorridendogli timidamente dico "Lo dichiaro" "I testimoni hanno sentito?"chiede lei mentre Efrem e Lena annuiscono felici. "Allora potete fare lo scambio degli anelli" Jamal non perde tempo prendendo la mia fede e la mia mano, per poi inserirmi l'anello sul anulare sinistro. La misura va benissimo, mi chiedo come abbia fatto ad azzeccare. Lo stesso faccio io un po' con mani tremanti e ritorniamo a fissare Anna. "Io, Anna Alberti, ufficiale dello Stato civile del comune di Palermo, dichiaro in nome della legge che il signor Sabil e la signora Warnakulasuriya sono uniti in matrimonio" E' fatta, penso mentre Efrem e Lena applaudono. Anna inizia a leggere l'atto di matrimonio e io abbasso lo sguardo alla mia mano sinistra, ormai marchiata a vita. Eppure non sento un senso di soppressione, come mi aspettavo di provare, mi sento bene, positiva, come se le cose andassero finalmente nel verso giusto. Dopo pochi minuti l'atto a tutti noi per poi dire "Abbiamo finito, perfetto" Ci alziamo contenti e ringraziando l'assessore, usciamo fuori ancora euforici dal momento. Scendiamo le scale parlando di come si è svolta la cerimonia, quando usciamo fuori e troviamo tutti i nostri amici. "Che ci fate qua!" esclamo mentre Viviana mi mette addosso una fasciata con scritto "Wife", un cerchietto con un piccolo velo e un bouquet di rose rosse. Dall'altra parte Efrem mette la fascia con scritto "Husband" a Jamal e dandogli una bottiglia di spumante dice "Stappatelo! Si festeggia!" Jamal si avvicina a me e facendomi posare le mani sulle sue, stappiamo insieme in aria. Io verso in tutti i bicchierini e scherzando e ridendo passiamo tutta la mattinata con loro. A ora di pranzo mangiamo tutti da Lena che ha organizzato insieme a tutti gli altri un banchetto per noi e ci divertiamo un sacco. Ringraziamo tutti e per ora di cena ce ne andiamo. Io sono stanca e non proferisco parola in macchina, infatti appoggio la testa contro il finestrino e rimango a fissare la fede al dito. Che strano. "Arrivati" dice Jamal facendomi scuotere la testa, ero totalmente assorta nei miei pensieri. "Oh ok" dico levando la cintura e scendendo dall'auto. "Tu non scendi?"chiedo notando lui ancora al volante. "No, devo andare al locale stasera. Ci sarà Dolores fino a mezzanotte, io rincaserò verso quell'orario" "Ah capisco, allora...buon lavoro" dico un po' incerta su cosa dire. Lui mi fa un cenno di ringraziamento e aspetta che io entri dentro. Alzo la mano per salutarlo di nuovo e scappo via, forse troppo affetto. Dovrei ricordarmi delle volte che non siamo una reale famiglia...che lui non è realmente mio marito. "Signor Rubino" saluto il portinaio che alza subito una mano per salutarmi a sua volta, che dolce. Jamal dovrebbe imparare da lui...anche oggi da Lena continuava a starmi lontano, penso che solo in macchina siamo stati relativamente vicini. Dopo la cerimonia è totalmente cambiato, come se si fosse seccato di tutta questa situazione...non capisco. Magari era soltanto stanco e sono io che mi sto facendo mille paranoie. Entro in casa usando l'impronta digitale e vado subito dalla bambina. "Dolores? Bella non c'è nella sua culla, sai dove...oh siete qua" dico sollevata nel vederle in cucina. "Ecco la mamma!" esclama Dolores alla piccola Bella che volge lo sguardo a me e inizia ad agitare i piedini. "Ciao mio tesoro!" dico correndo a prenderla tra le braccia. "Ma ciao! Ciao! Ciao piccolina" mormoro marcando la voce completamente innamorata di lei. "Com'è andata al comune?"chiede Dolores accarezzandomi la schiena. "Oh, tutto bene. Sono sposata ora" dico alzando la mano sinistra e facendole vedere la fede. "Dios mio! Que hermoso!" esclama lei prendendomi la mano. Io ridacchio e lei chiede "Todo bien?" Annuisco con la testa e mormoro accarezzando i capelli di Bella "Insomma, non sono le nozze che immaginavo e la notte delle nozze che sto vivendo" Dolores ridacchia e dice "Jamal trabaja hasta tarde para el club" "Sì, me l'ha detto che andava al suo locale. Pazienza, va bene così" Bella inizia ad agitarsi tra le mie braccia e Dolores avvicinandosi a lei dice "E' finito il latte e aspettavo voi para scendere a compralo" "Ah capisco, dove vai a prenderlo di solito? Ci posso andare io" "No no, tranquila. Vado io. El supermercado esta qua sotto. No te preocupes" "Ma no, vado io. Sono pure vestita, arrivo in un attimo"dico dando un bacio a Bella e uscendo dalla cucina. Recupero la borsetta ed esco fuori. Raggiungo l'ascensore e cliccando per il pianoterra, controllo i messaggi nel cellulare. L'ascensore si ferma prima su un piano e io corrugando la fronte, controllo fuori dalle porte...non c'è nessuno. Clicco di nuovo il pulsante e rientro in ascensore mentre le porte si richiudono e sento gridare "No no!" Metto le mani tra le porte e spingo in modo che non si chiudano. "Grazie" dice una voce maschile. Alzo lo sguardo e arrossisco di botto, è un uomo sicuramente sulla trentina con una canottiera larga, dei jeans un po' strappati all'altezza del ginocchio e delle scarpe sportive semplice. Porta con sé un meticcio bianco con macchie nere che non fa altro che morderlo infastidito. "Leo!" Esclama lui mettendo il cagnolino per terra. "Scusami, hai paura dei cani?"chiede lui mentre le porte dell'ascensore si chiudono. "Come? No, no" dico abbassandosi ad accarezzare la creaturina che cerca di mordermi con i suoi piccoli dentini. Che peste. "Quanto ha?"chiedo accarezzando la sua testolina. "Io o Leo?"chiede lui facendomi alzare lo sguardo divertita. "4 mesi, sono andato a trovare un amico a Campofiorito e lui mi ha chiesto se volessi adottare uno dei cuccioli che aveva avuto la sua cagna, mi sono detto perché no" Si abbassa su di Leo, arrivando alla mia altezza, e aggiunge "Questo prima però di sapere che è una bestiaccia!" Io ridacchio e dico "È ancora piccolo, si calmerà più in avanti" "Hai un cane anche tu?" "No, ma mi piacerebbe"mormoro accarezzando le orecchie di Leo. È così carino e tenero, ha uno sguardo così innocente. "Lo sto portando a fare un giro al parco, se vuoi sei la benvenuta" mi propone il padrone. "Non so neanche come ti chiami in realtà" dico ridendo e alzandomi. "Leonardo Rubino, molto piacere" dice lui porgendomi la mano. "Hai dato il tuo nome al tuo cane?" "No, lui è Leo. Io sono Leonardo" "E come ti chiamano gli amici?" "Dodo, posso sapere adesso il nome della ragazza che mi sta facendo un interrogatorio?" Chiede lui mentre le porte dell'ascensore si aprono e usciamo. "Scusami, Swarna. Mi chiamo Swarna" "Non ti ho mai vista in giro, anche perché me lo sarei ricordato" dice lui facendomi arrossire ulteriormente. "Mi sono trasferita ieri" dico mentre passiamo dal signor Rubino e Leonardo fa un saluto con la mano a lui. "Dodo, non trattare male la signorina!" Grida il signor Rubino quando usciamo dalle porte scorrevoli. "Mio padre mi ha educato bene, sta tranquillo!" Grida Leonardo mentre io mi batto una mano sulla fronte e dico "Ecco perché mi sembrava familiare il tuo cognome! Tu sei figlio del signor Rubino" "Perspicace" dice lui facendomi ridacchiare. "E in che piano ti sei trasferita?" Chiede lui cambiando argomento. "Sono nell'attico" Leonardo fischia e dice "Vieni dai piani alti allora" "A quanto pare, poco importa" Leonardo corruga per un secondo la fronte e guardandosi attorno chiede " Vieni allora al parco?" "No scusami, devo andare urgentemente al supermercato. Anzi devo anche cercarlo" "È proprio dietro l'angolo, ti accompagno" si offre lui molto gentilmente. "Oh grazie mille...non conosco i posti nei dintorni" "Ti ci abituerai, non ti preoccupare" dice lui cercando di confortarmi. "Stai qui da molto?"chiedo incrociando le braccia. "Ci sono nato. Sto al secondo piano" "Tuo padre è una persona davvero gentilissima, sono rare persone del genere" dico ripensando a come mo ha accolta ieri pomeriggio. "Oh sì, il vecchio ci sa fare" dice lui abbassando lo sguardo al cane che si ferma per fare la pipì su un palo. "Non sapevo neanche che ci fosse un parco nei dintorni, ci potrò portare Bella" "Bella è tua sorella?" Chiede lui curioso. Scurito la testa e mormoro "mia figlia" "Hai una figlia?" "È un po' complicato, è la figlia di mia sorella, ma lei è morta e ora mi occupo io di lei" "Caspita, sei sola?" Alza la mano sinistra e lui fischia di nuovo. "Mi sono sposata poche ore fa al comune" aggiungo lasciandolo a bocca aperta. "Con Jamal Sabil? L'intero piano sull'attico è suo" Annuisco con la testa e lui si morde un labbro. "Sei sorpreso?" "No, in realtà la fede è la prima cosa che ho notato di te nell'ascensore. Non mi aspettavo proprio con Jamal" "Lo conosci?" "Sì, da poco anche lui. Ha delle belle macchine, lavoro al garage" "Davvero? Figo!" "Hai una macchina tu?" "No, ma sto cercando lavoro e spero di comprarmela una" "Sbaglio o tuo marito è milionario?" Chiede lui toccandosi i capelli castani lunghi alle spalle, io però sono catturata dai suoi occhi verdissimi. Sembrano del colore del mare. "Non so del suo conto in banca" mormoro un po' a disagio. "Non avete fatto un contratto matrimoniale?" "Non mettiamo in conto di divorziarci" "Sei abbastanza sicura del suo amore" dice Leonardo svoltando a sinistra. "No, non si tratta di questo. È per il bene della bimba, vogliamo darle una famiglia come si deve" "Sai, delle volte possono succedere cose che non ti aspettavi potessero accadere. È sempre meglio prevenire. Parlo per esperienza" "Sei stato sposato?"chiedo alzando un sopracciglio. "Cosa? No! Non fanno per me queste cose, io sono un eterno ragazzino. Sono accadute altre cose nella vita che mi hanno fatto capire che è meglio crearsi una corazza e non affidarsi completamente a una persona. Se questa persona cade, cadi anche tu. Devi crearti una tua indipendenza" Annuisco alle sue parole e dico "Ecco perché voglio cercarmi un lavoro" "Che genere di lavoro?" "Io...non lo so. Qualsiasi cosa mi andrà bene" "Vuoi aiutarmi al garage?" Faccio subito una smorfia. Lui scoppia a ridere e dice " Scherzavo, quelle mani delicate sono fatte per fare altro" "Grazie" mormoro mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Quindi non sai cosa stai cercando" "Non so di preciso" "Hai delle passioni?" "Mmm...non credo" dico mordendomi il labbro mentre ci fermiamo un attimo ad aspettare Leo che fa pipì su un idrante. "Impossibile, tutti hanno una passione. Pensaci meglio, cosa ti rende felice? La prima cosa che ti viene in mente" "Ballare, mi piace tanto ballare" "Ah però, abbiamo una futura ballerina qui" Ridacchio e dico "No no, mi piace ballare e ho preso per anni lezioni di ballo, ma ho interrotto dopo un po'" "Potresti ricominciare" "Come? Non avrei tempo di prendere lezioni, ho una bambina a cui badare" "Potresti farne un lavoro. Cerca qualche posto da ballerina, troverai qualcosa sicuramente" "Ma non ballo da anni, non posso neanche definirmi ballerina" "Fammi qualche passo e giudicherò io" dice lui fermandosi di colpo. "Cosa? Qui? Adesso?" chiedo guardandomi attorno, siamo sul marciapedi ma non c'è tanta gente intorno. Lui annuisce con la testa e io dico scuotendo la testa "M'imbarazzo troppo" "Su, avanti" dice lui prendendomi la mano e facendomi fare una giravolta. "Il vestito!"esclamo abbassando subito la gonna del vestito che si stava alzando troppo. Leonardo scoppia a ridere e io portando le mani sui fianchi chiedo "Cosa? Non ti è piaciuta la giravolta?" "Sinceramente?"chiede lui. "L'ho amato" conclude superandomi. Io corro per tenere il suo passo, finché lui svolta di nuovo a sinistra e ci ritroviamo davanti dell'Auchan. "Entri con me?"chiedo facendo cenno alle porte. Lui fa spallucce e prendendo in mano Leo, entriamo nel supermercato. "Non hai neanche l'accento palermitano, non sarai nata qui sicuramente" dice lui seguendomi al reparto neonati. "No infatti, sono nata allo Sri Lanka" "Sri Lanka? Dove si trova?" Scoppio a ridere. Ho riso più negli ultimi minuti che negli ultimi anni. "Sotto l'India" "Tu dai per scontato che io sappia dove si trovi l'India" dice lui facendomi ridere ancora. "Sai dov'è l'Asia?" Chiedo prendendo la confezione del latte in polvere che avevo visto in casa. "Di Asia conosco solo la modella spagnola" Io spalanco gli occhi e lui dice osservando gli omogenizzati "Scherzavo, so dove si trova lo Sri Lanka. Avevo fatto una ricerca sulla guerra tra singalesi e tamil ai tempi a scuola" "Io sono singalese" dico precisando. "Com'è il rapporto coi tamil?" "Normale, personalmente penso che siano cose che non ci competano. Non abbiamo vissuto in prima persona questa guerra ed è comunque una guerra finita nel 2009, è meglio lasciarsi il passato alle spalle e guardare avanti per il futuro." "Ci sono, potresti fare il giudice di pace" dice lui prendendomi in giro. "Tu il comico, hai sempre una battuta per qualsiasi cosa" dico andando verso la cassa a pagare. Sorprendentemente è vuota e pagando velocemente usciamo fuori. "Quindi questo lavoro al garage ti piace?"chiedo mentre ricominciamo a camminare. "Mi piace stare a contatto con le macchine, per ora mi accontento di questo, più in avanti mi piacerebbe aprire una mia officina" "Davvero? Spero che tu possa riuscirci" "La tua macchina sarà il mio primo lavoro" dice lui facendomi sorridere. Ritorniamo al palazzo scherzando e ridendo a crepapelle finchè entriamo in ascensore e io clicco per il secondo piano e poi l'ultimo. Le porte si aprono al secondo piano e lui uscendo con Leo dice "Ci rivediamo allora ballerina" Annuisco e dico "Mi ha fatto piacere conoscere il cane" Lui scoppia a ridere e alzando in braccio Leo borbotta "Scavalcato da un cane, sto perdendo colpi" Ridacchio e quando stanno per chiudersi le porta alzo la mano per salutarlo, lui alza la zampetta di Leo per salutarmi finchè non vedo più....all'improvviso vedo un piede tra le porte che le apre immediatamente e di nuovo il viso di Leonardo che sorride un po' nervoso e dice "Forse sarebbe il caso che ti dia il mio nome, quando magari dovrai andare di nuovo al supermercato e non vuoi perderti" Metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio per l'imbarazzo e annuendo gli allungo il mio cellulare. Lui va sulla rubrica e digitando velocemente qualcosa dice "Fatto, un attimo che provo a chiamare al mio cellulare. Per assicurarci che prenda" Sentiamo il suo cellulare vibrare nelle tasche dei suoi jeans e lui riconsegnandomi il cellulare dice "Prende" "Grazie" mormoro quando le porte si richiudono un'altra volta. Leonardo fa un passo indietro e dice "Alla prossima allora, ci conto" Io annuisco finchè non lo vedo più e l'ascensore riprende a salire. Mi mordo il labbro ancora imbarazzata e abbasso lo sguardo al cellulare. "Dodo" leggo come nome e scoppio a ridere quando leggo nell'indirizzo "Secondo piano". Riposo il cellulare in tasca e guardo il mio riflesso allo specchio...sono tutta arrossata e con un sorriso che illumina il mio viso, è da tanto che non mi vedevo così.
   
 
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