Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Cida    27/07/2020    21 recensioni
[Modern!AU - No Powers]
Un imprevisto costringe i novelli sposi Elsa e Jack a passare la Vigilia di Natale lontani dalle loro famiglie.
Che cosa potrà mai capitare nella notte più magica dell'anno?
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Canto di Natale
*Attenzione*
Questa storia tratta di un'influenza stagionale. Nata nel 2016, quello che è successo quest'anno era un'idea quanto mai lontana e, assolutamente, le righe seguenti non vogliono essere una mancanza di rispetto per chi ha affrontato o sta affrontando questa battaglia.
Per cui invito chiunque possa sentirsi toccato da questo argomento a non leggere questa shot che tutto vuole tranne che essere fonte di ulteriore disagio.


Mistletoe Canto di Natale  Mistletoe


Il Natale, bah! Il Natale non è altro…

    « …che una stupida festività creata per non lavorare» Jackson scimmiottò perfettamente la televisione mentre prendeva posto sul divano.
Elsa, smossa appena dal suo peso, lo guardò storto «Non sei divertente»
«Come se anche tu non lo sapessi a memoria» sospirò l’altro, passandole una tazza di cioccolata calda «Bevi questa, Rudolph, ti farà bene»
La ragazza, dapprima sorpresa per quello strano nome, assottigliò pericolosamente lo sguardo quando capì che si riferiva al suo naso rosso e raffreddato «E’ la Vigilia di Natale, mio caro, ci sono delle tradizioni da rispettare»
Lui non sembrò turbato da quelle parole «Tradizioni di casa Bleket» fece presente, dando il primo sorso alla sua cioccolata «Ma si dia il caso che, da un po’ di tempo a questa parte, tu sia diventata una Overland» concluse con un sorrisetto beffardo sulla faccia.
L’altra si incupì «Mi dispiace…»
«Di cosa?» le chiese, piegando la testa confuso.
«Quest’anno dovevamo andare dai tuoi: so quanto ci tieni alla serata della Vigilia, la cena, i giochi… invece, per colpa di questa mia stupida influenza, sei dovuto rimanere qui» spiegò con la voce incrinata dai sensi di colpa.
Jackson scattò rapido verso di lei, dopo aver posato la sua tazza sul tavolino di fronte al divano «Ehi, ehi…» la riprese bonariamente, abbracciandola «Non dire assurdità: non mi sono sentito costretto a stare qui, non ti avrei lasciata sola la Vigilia di Natale neanche per sogno. Avremo tutto il tempo del mondo per andare dai miei, d’accordo?»
Elsa annuì anche se poco convinta, tirando rumorosamente su col naso.
«Coraggio…» la rincuorò lui, passandole lo spray nasale e un fazzoletto pulito «Adesso basta tristezza o giuro che cambio canale»
Sul viso le si dipinse un sorriso «Sei proprio uno stupido, Overland…»
«Ammettilo…» la sfidò, alzando un sopracciglio «E’ anche per questo che mi hai sposato»
«Può dars… e… e… etciù!»
«No, ma grazie…» celiò il ragazzo, pulendosi la faccia con una mano mentre sbuffava leggermente «Finiamo di vederci questo film, su»
L’altra si lasciò andare ad una leggera risata, poi si accoccolò sotto alla sua spalla «D’accordo…»

Mistletoe

    C’era freddo, un freddo terribile… diamine, eppure stava bruciando, lo sentiva. Il respiro affannato, spezzato, il petto così pesante che sembrava volesse soffocarla. Elsa si svegliò di soprassalto in un bagno di sudore e la gola secca, quella maledetta influenza non aveva alcuna intenzione di lasciarla in pace e, come se non bastasse, la sua riserva di fazzoletti era finita «Jack…» chiamò nel buio per farsi passare uno dei suoi «Jackson?» chiese allarmata non ottenendo risposta, allungò una mano dall’altra parte del letto e la trovò vuota. Intontita dal brusco risveglio e dalla febbre fu colta da uno strano senso di angoscia, provò ad accendere l’abat jour sul comodino ma l’interruttore scattò a vuoto, rabbrividì per il freddo e si rannicchiò contro la testata del letto, coprendosi  il più possibile. Fu allora che lo sentì: uno strano cigolio proveniente dal piano di sotto, sbiancò.
«Jack…» bisbigliò di nuovo nella totale oscurità, con la paura che disegnava ombre inquietanti sulle pareti e quel rumore sempre più vicino, qualcuno stava salendo le scale, lo percepiva «Jack, dove sei?»
Una figura mostruosa si stagliò sulla porta della camera: a stento soffocò un grido, sobbalzando sul materasso.
Poi la luce di una torcia d’improvviso si accese nell’oscurità «Bleeekeet, tuuuu riceverai la visita di tre spiritiiii»
Il colpo al cuore scemò, non appena riconobbe il marito sotto a quell’ammasso di stoffa.
«Tu sei un deficiente!» gli urlò contro, sparandogli addosso un cuscino a tutta velocità e andando a colpirlo senza pietà.
In tutta risposta l’altro scoppiò a ridere di gusto.
«Io ti ammazzo» scattò la ragazza verso di lui «Mi hai fatto spaventare a morte!» provò a colpirlo più volte ma la sua debolezza trasformò, ben presto, il suo assalto assassino in un tentativo piuttosto goffo.
Jack sorrise, senza opporre resistenza alcuna ai suoi colpi «Adesso, però, calmati Tyson… ti vedo provata»
Elsa borbottò altri improperi ma la poca forza rimasta le venne meno e, senza più fiato, avvertì un leggero mancamento.
«Ehi, ehi…» la prese al volo il marito, riaccompagnandola a letto «Sdraiati qui» le offrì il suo lato, non intaccato dai sudori della febbre «Scusami, non volevo spaventarti così tanto…»
«Non volevi spaventarmi così tanto? Hai anche staccato la corrente!»
«Ah, no… quella è saltata veramente, guarda» le disse, mostrandole uno stinco con un grosso livido «Mentre scendevo ho sbattuto contro il comò. Ho imprecato come un pazzo, non te ne sei neanche accorta» alla luce della torcia le regalò un’espressione divertita.
«Si può sapere dove stavi andando nel cuore della notte? Non ti sarai davvero svegliato per farmi questo stupido scherzo»
«Così mi offendi» fece presente lui, portandosi una mano al petto «Sono sceso per un altro motivo, poi ho visto il plaid sul divano e non ho resistito»
Elsa buttò gli occhi al cielo «E hai pensato bene di farmi prendere un infarto… si può sapere cos’era quest’altro motivo così urgente?»
Jack lanciò un’occhiata alla tasca del pigiama e ne tirò fuori una scatolina rosso scuro «Sono andato a prendere il regalo che ti ha portato Babbo Natale»
Lei, per la prima volta da che si era risvegliata, sorrise accettando il dono «E non potevi aspettare domani mattina?»
«No, ci tenevo a dartelo la notte di Natale… anche questa è una tradizione Overland» le fece presente.
«Questa tradizione mi piace…» approvò la ragazza e, aperta la scatolina, rimase senza fiato «Ma è bellissima» esclamò di fronte al luccichio di un fiocco di neve tempestato di cristalli e legato ad una sottile catenina d’argento.
«Ti piace, Snowflake? Certo, non sono diamanti… visto che non posso permett…» un bacio inaspettato terminò il suo sproloquio ancor prima che potesse partire.
«E’ perfetta» lo rassicurò «Grazie. Il tuo, però…»
«E’ sotto l’albero, lo so… lo aprirò domani mattina » la anticipò strizzandole l’occhio, guadagnandosi così un altro abbraccio.
«Cos’è stato?» tremò Elsa non appena l’ennesimo inquietante rumore, proveniente dal piano di sotto, arrivò alle sue orecchie.
«Non lo so…» rispose il marito, sgranando gli occhi.
Altro trambusto, assieme a strani borbottii che pian piano si facevano sempre più vicini e pericolosi.
Lei lo guardò storto, minacciandolo «Se è un’altra delle tue trovate, me la pagherai molto cara»
La paura sul volto del ragazzo, però, era reale «Ti giuro che questa volta io non c’entro per niente» e, con fare protettivo, nascose la moglie dietro alla schiena, voltandosi verso la porta pronto a difendersi.
Proprio in quel momento qualcosa capitombolò sul pianerottolo lì di fronte, molto più simile ad un noto omino delle gomme imprecante che ad un ladro o ad un essere mostruoso.
«Si può sapere perché non funzionano le luci in questa casa?» si lamentò, infatti, la strana figura «Una persona non può neanche fare una sorpresa alla sorella malata che deve rischiare l’osso del collo?»
«Anna?» trasecolò la bionda, una volta scoperta l’identità dell’ospite inaspettato. Rubò la torcia al marito e, un po’ incerta, si mosse verso di lei.
«Sorpresa!» esclamò la minore, sfoderando un gran sorriso e mostrando le gote arrossate per il gran freddo esterno.
«Tu sei pazza, potevi farci prendere un colpo!» la ammonì Elsa con un dito accusatorio puntato dritto verso il suo naso.
«Non era mia intenzione apparire a questo modo, chi s’immaginava che non andasse la corrente?» cercò di giustificarsi quella.
Jack le raggiunse a sua volta «Io te l’avevo detto che era una pessima idea darle una copia delle chiavi»
Anna lo fulminò con lo sguardo «Non sei divertente» lo ammonì in modo così simile alla propria moglie che gli causò un brivido freddo lungo la schiena «Questa era chiaramente un’emergenza, non potevo non venire a trovare mia sorella malata la notte di Natale»
«Potevi almeno avvisare…» la sfidò Jackson, evidentemente più attaccato al proprio orgoglio che alla propria vita.
«Non sarebbe stata una sorpresa» sbuffò l’altra con la logica di una bambina di cinque anni.
«Calmatevi voi due…» cercò di rabbonirli Elsa «Jack: Anna non aveva cattive intenzioni…» disse mentre la sorella schioccava un’occhiata vittoriosa al cognato «Ma Anna, le emergenze per cui ti ho lasciato una copia delle chiavi di casa nostra non includono di certo il farci prendere un infarto nel cuore della notte»
La soddisfazione scomparve dal volto della minore per accendersi su quella del marito. La bionda sospirò, da quando era diventata maestra di un asilo nido? «Kristoff e Freja dove sono?» chiese, cercando di cambiare discorso.
«Sono in macchina» spiegò la sorella «Freja è crollata durante la messa di mezzanotte, sono rimasti al caldo»
«Vi offrirei di restare a dormire qui nella camera degli ospiti ma dubito fortemente sia una buona idea, non vorrei rischiare di farvi ammalare tutti quanti»
«Purtroppo lo temo anche io, domani sarebbe impossibile tenere Freja lontana dalla sua zia preferita» le disse la più giovane strizzandole l’occhio alla luce della torcia «Non preoccuparti, volevo solo passarti a salutare: non volevo che questo fosse il primo anno senza farti gli auguri di Natale di persona»
«Oh, Anna…»
«Ragazze…» esordì Jack, sentendosi improvvisamente di troppo in quell’intimità familiare «Se per voi va bene, nel frattempo, approfitterei per caricare in macchina il nostro regalo per Freja, così quando si sveglierà lo troverà sotto l’albero, fresco fresco di consegna di Babbo Natale e, magari, saluto anche Kristoff» si congedò.
«Sa essere davvero dolce, quando vuole…» si lasciò sfuggire la rossa rimasta sola con l’altra  «Ma guai a te se glielo dici, non si deve permettere di abbassare la guardia con me, nossignore»
Elsa sorrise sotto ai baffi per l’ingenuità di sorella e marito perché era lampante che – nonostante i continui battibecchi – i due si adorassero, legati indissolubilmente da quel compito che si erano imposti di renderla felice, cosa in cui riuscivano entrambi egregiamente, tra l’altro «Sarà meglio che tu vada prima che non riesca più a resistere all’incredibile voglia che ho di abbracciarti» le disse, muovendo fintamente un passo verso di lei mentre anche la luce ritornava, finalmente, a funzionare.
«Oh no, non ci provare» si ritirò quella, ridendo «Già che Freja è a casa dall’asilo e, grazie a Dio, ha smesso di portarci a casa i peggio cimurri, non sarai di certo tu a mettere a rischio le mie ferie di Natale»
«Credo che mi pentirò di quello che sto per dire…» continuò la maggiore «Ma grazie per essere passata»
Anna si sciolse nell’ennesimo sorriso «Tu pensa a rimetterti in sesto, perché quando lo farai io e Freja ti stritoleremo così tanto che Jack sarà costretto a chiamare i pompieri per staccarci da te. Buon Natale, Elsa»
«Buon Natale, Anna»



Ehm... sì, lo so che è Estate piena ma - sempre durante la quarantena - ho trovato questa piccola shot incompiuta a prendere polvere nell'hard-disk e, già che mi è venuto da finirla, ho pensato fosse giusto pubblicarla anche se un po' fuori stagione ma, d'altra parte, manca ancora così tanto a Natale. 
Ebbene sì, per me Elsa e Jack devono stare insieme in tutti gli universi e mondi conosciuti, così come Anna e Kristoff. Per forza di cose, Freja non poteva mancare nemmeno qui, mi sono decisamente affezionata a quella bambina ;)
Il cognome delle ragazze è una parola norvegese che significa candeggiare, rendere bianco.
Ovviamente, il titolo della shot - così come il film che i due vedono all'inizio e che Jack cita - è un omaggio al famosissimo A Christmas Carol di Dickens.
I personaggi di Elsa, Anna e Kristoff - chiaramente - non mi appartengono, così come Jack(son) che sono di proprietà delle rispettive case cinematografiche.
Discorso a parte per Freja che, invece, è un mio OC, tratto da una mia storia precedente (Seasons).
Spero che vi sia piaciuta e vi abbia saputo regalare un momento di spensieratezza.
Qualsiasi riscontro vorrete lasciarmi sarà ben accetto *-*
Alla prossima e Buon Natale XD
Cida


  
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