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Autore: Degonia    16/08/2009    4 recensioni
-Vattene!! Vattene!! Non voglio più vivere con te!!- piagnucolai mentre l’abbracciavo forte.
Non mi era mai mancato così tanto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ora basta!! Me ne vado e questa volta è per sempre!!- urlò mio fratello scaraventando le sue bacchette contro di me.
Chiusi gli occhi e voltai leggermente la testa.

-Vattene e non tornare più! Non ho bisogno di te, hai capito?! Non ho bisogno di te!!-
Uscì sbattendo la porta.
Il vetro tremò.
Silenzio.
Un motore fu acceso.
Sentii il cancello automatico che veniva aperto.
Un auto sfrecciò fuori dalla villa.
Silenzio.
Il chitarrista alle mie spalle, aveva assistito inorridito alla scena e se ne stava immobile.
-Jared, perché non lo insegui?-
-Sta’ zitto tu!- lo indicai.
Ero furioso e me la stavo prendendo con la persona sbagliata.

--

Quando salutai Jared, lui mi rispose con un solo cenno del capo.
Era salita una gran tensione da quando Shannon aveva lasciato lo studio.
Non era più tornato ed erano trascorse ben sei ore.
Salii in auto e misi la cintura.
Veloce e un po’ preoccupato, lasciai la Villa Leto in pochi minuti.
Jared non aveva aperto bocca per tutto il pomeriggio e lasciarlo da solo non mi piaceva, ma non avevo intenzione di chiedergli di poter dormire ancora lì; volevo il mio letto, la mia casa.
Ma, cosa avrebbe fatto Jared tutto da solo?
Speravo che non facesse qualcosa di stupido, perché quando litiga con Shan gli vengono sempre strane idee in mente e vi assicuro che non sono di certo positive.
Inoltre questa volta era stato peggio: Shannon era andato via e non si era più fatto vedere.
Che fine aveva fatto?
Le rare volte che litigavano, se erano nello studio, di solito Shannon se ne tornava a casa oppure usciva fuori nel giardino, insomma, restava sempre nelle vicinanze. Ma adesso era scomparso.
Fermo al semaforo, cercavo nella rubrica del telefono il suo numero.
Il tempo di portare il telefonino all’orecchio e in risposta mi ritrovai una voce metallica.
Spento!
Shannon che spegne il cellulare?O_O
Allora è davvero grave!!
Lo tiene acceso anche di notte e di certo non si è scaricato, visto che in auto ha sempre un altro paio di batterie cariche di riserva.
Quindi l’ha spento.
Ciò vuol dire che non vuole essere contattato e questo non è un buon segno.
Metto la freccia a destra e poco dopo mi ritrovo sulla via.
A metà strada tra l’incrocio e la fine della strada, c’è casa mia: la mia bellissima casa!
Ok, non sarà mai splendente quando quello dei Leto, ma è pur sempre il mio piccolo rifugio.
Avrei voluto trovare Shannon a casa, ma ricordai che mi aveva consegnato le chiavi per ovvie ragioni; cioè, ditemi voi, come fa uno a beccare l’altro sempre nei momenti meno opportuni? u///ù
Shannon aveva la chiave del mio appartamento ma, me l’ha consegnata pochi giorni fa perché quando entrava, senza suonare né bussare, io ero sempre intento a... beh avete capito no? E di certo non era ‘carino’ per entrambi. Così Shannon decise di riconsegnarmi la chiave.
Parcheggiai l’auto nel box ed uscii sulla strada, quando vidi la sua auto.
Un uomo in canotta bianca e nera uscì dall’auto con in mano un giubbino e indossando un paio di Ray-Ban scuri con la montatura rossa.
-Shannon!- dissi.
Lui mi sorrise lievemente.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
Ok, forse è troppo per due uomini, ma davvero avevo pensato che non l’avrei più rivisto; perché se Jared faceva cose stupide dopo un litigio, Shannon allora avrebbe fatto cose irreparabili.
Inoltre in lui c’era qualcosa di diverso.
-Ehi, io non sono Jared!-
Mi ricomposi e veloce mi staccai da lui: -Ehm, sì, scusa- perché poi mi stavo scusando, non stavo facendo niente di male... o si?
-Mi fai entrare?- chiese calmo.
-C-Certo!- balbettai e gli feci strada.
Lui chiuse l’auto, mise l’allarme e si infilò le chiavi in tasca; poi mi seguì un po’ barcollando.

-Quando la smetterete di litigare?- sbottai appena entrato in casa mentre lui richiudeva la porta.
-Non avete più dieci anni!- continuai mentre mi toglievo il cappotto e lo appendevo all’attaccapanni.
Lui mi imitò stando in silenzio e depose il giubbino di pelle nera sul bracciolo del divano.
-Cosa hai intenzione di fare adesso?- insistevo.
Shannon mi guardò soltanto, indossava ancora gli occhiali; poi si diresse in cucina e aprì il frigo sbirciando dentro: -Cosa c’è di buono stasera?- disse.
-Quello che trovi! Ti ricordo che sono due giorni che non torno a casa, quindi...-
-Mh...-.- qui faccio la fame!!-
-Bah- dissi un po’ offeso -Puoi benissimo tornartene a casa tua!-
Gli diedi le spalle prendendo in mano il telecomando e premendo su un tasto a caso, mi sedetti sul divano di fronte.
Non avevo fame, o meglio, non c’era nulla in casa che mi andasse di mangiare e non avevo voglia di uscire. Shannon dalla cucina, disse qualcosa che non capii, poi prese una bottiglia di Corona dal frigo; l’aprì e venne verso di me. Mi agitò la birra davanti agli occhi e poi si sedette sul divano in modo poco composto.
-Shan, metti i piedi giù per favore, non ho tempo per pulire anche il divano-
Ma non mi sentì.
Bevve pochi sorsi ingurgitando molta birra tutta insieme.
-Shan, vedi che ti fa male-
Lo guardai.
Indossava ancora gli occhiali.
-Ma che cazzo! Togliti questi fottuti occhiali!!- dissi sporgendomi verso di lui.
Glieli afferrai quando lui prese il mio polso sinistro.
Ma la sua stretta, anche se forte, non era ferma. Tremava!?
-Shannon?-
Sentii solo adesso il suo odore.
-Ma che cazz...-
Puzzava d’alcol!
Aveva bevuto e come una spugna anche!!
-Shan!- pronunciai.
-Lascia perdere- disse guardando davanti a se lo schermo della tv.
Deposi gli occhiali sul tavolino di fronte al divano e lo guardai.
Da quanto tempo non lo vedevo così?
Non era solito ubriacarsi, almeno non negli ultimi anni: aveva preso l’abitudine a bere poco o nulla, soprattutto se usciva con Jared e quindi avrebbe dovuto guidare.
-Shan, mi senti?-
Aveva abbassato la testa.
-Shan- dissi ancora.
Aveva gli occhi semi chiusi.
Sembravano spenti.
Cosa vedeva?
Cosa ricordava?
A cosa pensava?
-Ho deciso...- si fermò.
-...voglio lasciare la band!-
Mi scaraventai su di lui in pochi secondi.
Che cazzo aveva detto?
Questa era la volta buona che l’avrei ammazzato con le mie stesse mani!
La birra che aveva in mano rotolò vicino alla tv e schiantandosi si infranse contro il tavolino.
-Vaffanculo Shan! Vaffanculo!- urlavo contro di lui tirandogli pugni.
-Che cazzo dici!!! Sei uno stronzo! Che cosa ti sei fatto?! Hai bevuto pezzo di merda e ora spari queste cazzate!!- urlavo, ma non me ne rendevo conto.
Gli ero addosso.
Lui non si difendeva.
Rimaneva immobile.
Mi allontanai da lui inginocchiandomi sul divano.
-Vattene!- dissi secco.
-Tomo-
-Vattene! Sei ubriaco e dici cose assurde. Sparisci e non farti più vedere fino a quando non ti sarà ritornato un po’ di buon senso-
-Tomo-
-Ti ho detto di andartene!!- urlai indicando la porta.
Tremavo.
Ero furioso e arrabbiato.
L’avrei ucciso se non se ne fosse andato!
Era il mio miglior amico, era stato lui a farmi entrare in tutto questo e adesso... voleva uscirne?
No!
Ma Shannon non si muoveva.
Giocai la mia ultima carta.
-Jared non te lo permetterebbe mai- dissi piano abbassando gli occhi sulle mie ginocchia.
-Jared- sibilò lui.
Poi fece quello che non mi sarei mai aspettato.
Mi abbraccio.
Era davvero ubriaco!!
Sapete, l’alcol ti fa dire cose strane, ti fa cadere le maschere e mostrare ciò che sei veramente.
Shannon mi abbracciava e si scusava.
Sembrava un bambino.
-Shannon-
Ma lui non mi rispondeva, aveva la testa posata nell’incavo del mio collo e mi stringeva.
-Shan-
-Posso dormire qui?- pronunciò così piano che a malapena lo udii.
-Ma si, certo- dissi comprensivo.
In realtà non ci eravamo capiti bene, perché Shannon intendeva proprio qui!
Si distese sul divano e scivolò con la testa sulle mie gambe, posò la mano su un mio ginocchio e chiuse gli occhi.
-Ehm... Shan...-
Ma non c’era niente da fare, era già collassato.
Gli toccai le braccia: due pezzi di ghiaccio!
Che idiota, andarsene vestito in questo modo in un mese così invernale!
Mi spostai leggermente per prendere il plaid che era sistemato a terra accanto al divano e, cercando di non svegliarlo, glielo sistemai addosso. Si mosse leggermente aggiustandosi meglio sul divano. Ma adesso, cosa dovrei fare io? Alzarmi e lasciarlo qui sul divano? Offrirgli il comodo letto della stanza degli ospiti? O rimanere qui e cercare di addormentarmi?
Scelsi l’opzione più stupida e spensi la tv.
Continuai a ripensare a quello che era successo mentre guardavo come Shannon si era ridotto; ma il sonno non tardò ad arrivare e poco dopo avevo raggiunto il mio amico tra le braccia di Morfeo.

Durante la notte sognai qualcosa, ma non fatemi dire cosa perché davvero non saprei come spiegarvelo.

L’indomani quando mi svegliai, Shannon era sparito.
Vidi che sul tavolino di fronte c’era un biglietto; la calligrafia di Shannon diceva:
Ti devo un favore,
un giorno, quando vorrai, ti farò da cuscino.
Ho fatto una doccia e preso in prestito dei vestiti.
Te li restituirò prima o poi.
Oggi ho il meeting con i Corps.
Tornerò.
A presto.

Firmato “S”, più in basso, in piccola calligrafia poche parole: “I Love You”.

Accanto a me, il posto sul divano era ancora caldo; feci ancora qualcosa di stupido: mi sdraiai dove era rimasto del calore, poggiando la testa dove erano stati posati parte degli addominali del mio batterista. Mi addormentai tirando su di me, in malo modo, la copertina.

--

Non avevo chiuso occhio per tutta la notte, o quasi; non ricordavo neanche il momento in cui Tomo aveva lasciato lo studio. Che ore sono?
E...dov’era Lui??
Assonnato, uscii dallo studio e mi diressi verso casa in sua ricerca, ma di lui non vi era traccia.
Dove aveva dormito?
La sua auto non c’era, al suo posto nel box vi era solo la Ducati.
Entrai in casa e spalancai la porta della sua stanza: nulla! Il letto era intatto, qui di sicuro non aveva messo piede lì.
Cominciai a preoccuparmi.
Stavo per richiudere la porta quando un’infantile nostalgia entrò in me e senza che me ne accorgessi, già stringevo il suo cuscino come un bambino, la testa china su di esso: lo volevo!
Volevo mio fratello!! Ma adesso lui non c’era.
Chiamai il suo nome, ma nessuno mi rispose; la casa era piombata nel silenzio totale.
Frignai qualche minuto poi, arrabbiato, presi il suo cuscino e lo buttai contro il comodino al lato del letto:
-Bastardo! Stronzo! Idiota!!-
Ma non capii se tali insulti erano rivolti a me o a lui; fatto sta che la custodia degli occhiali cadde per terra, la lampada si inclinò leggermente e il telecomando precipitò violentemente al suolo all’ingiù: la tv si accese.
‘Ci scioglieremo presto’ disse una voce conosciuta.
‘Dai!’ rispose l’intervistatore un po’ sorpreso.
‘Non si sa mai’ rispose ancora quella voce familiare.
Rimasi immobile ad assistere a quell’assurda intervista!
Seduto sul letto guardavo esterrefatto mio fratello che ...
‘Hey, se mi stai dicendo di focalizzarmi sul momento ti dico che non si sa mai, ora ho iniziato un progetto con gli Street Drum Corps per un tour mondiale’.
L’intervista, seppi, continuò per qualche altro minuto, ma io ero già lontano: avevo preso le chiavi della BMW ed ero sfrecciato fuori.
La tv di Shannon accesa continuò i programmi del giorno per quel canale, mentre raggiungevo il luogo dell’intervista; e appena sarei giunto lì, qualcuno sarebbe morto!

Parcheggiai in malo modo e corsi verso l’edificio, dovevo farcela!
Cercai il Blackberry in tasca, nei jeans, nel giubbino: nulla!
Lo avevo dimenticato a casa? Ma cosa avevo potuto??
Intanto paparazzi impazziti mi rincorrevano fotografando ogni mia mossa.
I tuoni di un vicino temporale si facevano sentire vigili e arrabbiati.
Entrai veloce nell’edificio lasciandomi i paparazzi alle spalle: non ero stato carino con loro, ma di certo la simpatia era reciproca, soprattutto in quel momento.
Mi feci indicare l’ala dell’edificio dove avrei potuto trovare i ‘batteristi’ e presi l’ascensore.
Fremevo: era troppo lento!
Avevo paura che Shannon se ne andasse e non riuscissi più a trovarlo e poi...
Aprii la porta che conduceva a quell’ala quando l’ascensore mi lasciò al piano designato.
C’era una grande festa in quella sala, le luci illuminavano tutto di mille colori, fortunatamente nessuno fece caso a me. Mi guardai intorno. Dov’era Shannon?
Poi lo vidi!
Era al bancone del bar.
Parlava con un dj e la sua ‘puttana’.
Mi feci spazio tra la folla e arrivai alle sue spalle.
Il dj mi vide e fece segno a Shannon di voltarsi: il pugno creato con la mia mano destra colpì mio fratello in pieno volto!
-Fuck!- urlò Shannon attirando l’attenzione, sebbene per poco.
-Sei uno stronzo! Sei un fottuto bastardo!! Non tornare più a casa, non farlo più!! Non voglio più vederti!!!- urlai.
Mentivo ancora.
Sentii le lacrime che stavano per giungere ai miei occhi e decisi di lasciare la scena.
Shannon mi afferrò per il polso destro, ma lo strattonai e corsi fuori dalla sala.
Bastardo! Bastardo!! Bastardo!!!
Corsi giù per le scale fermandomi dopo un po’: mi sedetti su una di esse e piegai la testa tra le ginocchia: lo odiavo! Ma mi mancava così tanto!
Silenzio.
-Jared- sentii la sua voce accanto a me.
-Vattene!! Ti ho detto che non voglio vederti!!- lo dissi con un tono così poco convincente e con gli occhi pieni di lacrime.
-E allora che ci fai qui?-
-No! Che ci fai tu qui...cos’hai detto a quell’intervistatore, eh? Intendi lasciarmi? Intendi lasciare la band? Lasciare tutto questo??- continuai a trovare scuse su scuse, a insultarlo e a parlargli male.
Volevo ferirlo.
Volevo che mi dicesse che si era fatto e che quindi non era in se.
-Jared-
-No! Basta!! Se tu non...-
Mi abbracciò.
Lì, sulle scale dove chiunque poteva vedere questa nostra patetica scena.
-Vuoi smetterla adesso?-
-Vattene!! Vattene!! Non voglio più vivere con te!!- piagnucolai mentre l’abbracciavo forte.
Non mi era mai mancato così tanto.



Tutta la fan fiction è nata da questa intervista (http://www.youtube.com/watch?v=gxCRiXQMTGg) di Shannon u.ù E infatti, le frasi di Shan e dell’intervistatore sono quelle reali =)
   
 
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