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Autore: Sian    30/07/2020    2 recensioni
Il primo incontro tra Rei Furuya e Hiromitsu Morofushi. Come sono diventati migliori amici d'infanzia?
Grazie al loro primo incontro scopriranno di essere così diversi ma simili, condividendo gli stessi ideali: la Giustizia.
Dal testo:
POV Rei: Lo sferrò contro al bambino che non aveva mai visto, doveva sbarazzarsi anche di lui. Non era una faccenda che lo riguardava e nessuno avrebbe capito ciò che Rei si portava dentro di sé.
POV Hiromitsu: Non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno in quanto nella sua breve vita aveva imparato a dover cavarsela in situazioni ben peggiori di qualche cazzotto.
[Dedicata a Sion26 - Buon compleanno!]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiromitsu Morofushi, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come se le parole non facessero male

 
{ Rei Furuya, 6 anni

 
"Dannazione."
Non sopportava entrare in quella scuola, dove avrebbe dovuto passare ore e ore rinchiuso assieme ai suoi compagni di classe.
Quante volte si era già preso a botte con qualche altro bambino?
 
Varcò l'ingresso del cortile della scuola, ripensando a ciò che aveva promesso: non li avrebbe più picchiati. E loro avevano promesso di non prenderlo più in giro.
 
Rivolse lo sguardo verso il solito gruppetto: sembravano impegnati ad organizzare qualcosa. E più si avvicinò per spiare i discorsi, più si rese conto che si trattava di qualcosa di losco.
«L'avete portato?» Chiese uno di loro.
Alcuni bambini risposero affermativamente cercando qualcosa nei loro zainetti. Ne estrassero ognuno un pennarello indelebile di diversi colori.
Non era di certo strano vedere dei bambini con dei pennarelli in mano, ma ciò che era strano... era proprio il loro modo di fare. Cercò di non farsi notare, avrebbe raccontato sicuramente alla maestra tutto ciò che stava osservando.
 
Li seguì verso l'ingresso posteriore della scuola, quello che di solito usavano gli insegnanti, sicuri che a quell'ora fossero già tutti all'interno dell'edificio per preparare le lezioni.
Li vide stappare i pennarelli. Uno di loro diede direttive su come andavano usati per disegnare su quella superficie. Convinti iniziarono a scarabocchiare sul muro della scuola.
 
Lo sapeva che ciò che stava per fare non lo avrebbe di certo aiutato nei rapporti con i suoi compagni, sapeva che avrebbe dovuto chiamare qualche adulto. Ma la tentazione di risolvere lui stesso la faccenda era troppo grande. Erano stati irrispettosi, e le regole dovevano essere seguite; talmente maleducati che doveva fermarli immediatamente prima che il danno fosse troppo grosso.
«Fermi! Non si imbrattano i muri!» Uscì allo scoperto, fissando male quei bambini.
 
L'effetto sorpresa era riuscito nell'intento di fermare all'istante la banda di bambini scalmanati. Peccato che lo stesso effetto sorpresa provocò in loro una risata.
«Tu non hai diritto di dirci queste cose!» Quello stesso bambino che poco prima stava dando istruzioni si avvicinò, accerchiato dai suoi seguaci. «Un mezzo straniero come te non ha proprio il diritto di parlare con noi...» Alzò le spalle con fare menefreghista, tipico di chi avrebbe certamente continuato a imbrattare i muri di quella scuola, perché tanto la colpa sarebbe stata addossata al piccolo Rei in qualche modo. E il fatto che lui fosse lì con loro avrebbe agevolato proprio quella possibilità.
 
"L'avevano promesso... Avevano promesso di non prendermi più in giro."
Eppure avevano infranto quella promessa provocandogli tanto dolore, ancora. Come se le parole non facessero male. Come se un cazzotto provocasse più dolore delle parole.
 
Avrebbe voluto resistere dal tirargli un pugno, ma il braccio si stava già scagliando contro quel bambino prima che Rei si potesse calmare, prima che Rei potesse chiedersi se fosse giusto infrangere la promessa.
Era stato istintivo. Difendersi da quelle parole. Forse così era passato dalla parte del torto... Ma in quel momento non gli importava. Li avrebbe presi a pugni tutti quanti.
Le loro parole erano sbagliate e lui sapeva che quando si sbagliava c'era un prezzo da pagare. Questa era la giustizia. E si sarebbe fatto giustizia da solo. Nessuno avrebbe mai aiutato un mezzo straniero ad ottenere ciò che era un suo diritto, a meno che questa persona avrebbe voluto subire lo stesso trattamento ed essere escluso da qualsiasi gruppetto autoctono.
 
I pugni volavano da un viso all'altro. I lividi erano già presenti sui volti di alcuni bambini, compreso quello di Rei, forse molto più massacrato nonostante fosse bravo nello schivarli. Era chiaramente in minoranza.
Si allontanò un poco dal gruppo, per studiare meglio a chi dare il prossimo cazzotto.
 
Ma non riuscì a tornare per picchiarli. Qualcuno lo aveva preso per un braccio. Iniziò a sudare freddo, e se fosse stato qualche insegnante? La sua mano era tutta arrossata, segno che lui aveva infranto la promessa. "Non mi merito una punizione..."
Si girò per vedere chi era: un bambino, dalle sembianze giapponesi come tutti gli altri, non l'aveva mai visto a scuola. Sembrava a tutti gli effetti un bambino come gli altri. Non poteva fidarsi di nessuno.
«Lasciami!» Fu la prima cosa che gli venne in mente da urlargli contro, sollevato che non si trattasse della maestra. Doveva ancora soddisfare appieno il suo senso di giustizia, tutte quelle botte non erano ancora sufficienti, doveva pestarli ancora un po'.
 
«Ehi tu! Lascialo! Non merita l'aiuto di nessuno, questo mezzo straniero.» Uno dei bambini si avvicinò nuovamente, l'avrebbe preso volentieri ancora a botte fino a rovinargli quel faccino che si ritrovava.
«Forse è meglio se ti levi anche tu se non vuoi essere picchiato.» Un altro bambino, seguito poi anche da altri, lo affiancò rivolgendosi anche lui a quel bambino che teneva fermo Rei. «Non puoi aiutare il mezzo straniero.»
 
Non aveva ancora detto una parola, doveva liberarsi di quel bambino per non fargli male. «Ti ho detto di lasciarmi! Tu non c'entri nulla in questa storia e me la devo vedere io da solo.»
Si sentì stringere ancora di più da quel bambino. "Che gli prende...? Nessuno mi ha mai aiutato fin'ora."
 
«Cosí peggiori solo le cose. Calmati.» Non aveva usato un tono troppo arrogante, e non stava nemmeno urlando.
Di primo impatto gli suscitò un momento di rabbia, serrando ancora i pugni.
«Tu non sai nulla!! Lasciami.»
Cercò di strattonarlo via, ma quel bambino non ne voleva sapere di lasciarlo. "Che testardo! Non ha capito che se non mi lascia andare sarò costretto a tirargli un pugno."
 
A quanto pare essere picchiato era ciò che desiderava. Il braccio sinistro era ancora libero di muoversi. Lo sferrò contro al bambino che non aveva mai visto, doveva sbarazzarsi anche di lui. Non era una faccenda che lo riguardava e nessuno avrebbe capito ciò che Rei si portava dentro di sé.
 
Ma quel bambino... Non aveva mai visto un tipo più determinato di lui. Schivò infatti il pugno sinistro, bloccandolo con tutta la forza che possedeva. Non era granché come tenuta, ma Rei non avrebbe mai voluto fargli del male seriamente, non sapeva nemmeno chi era e non gli aveva fatto nulla. Ancora non sapeva se era come gli altri, ma qualcosa gli diceva di no.
Quel bambino lo stava squadrando, gli occhi stretti e sottili lo minacciavano di non fare un altro passo falso, gli stava dicendo di calmarsi.
Rei rilasciò i pugni, rilasciò tutta la forza che aveva usato per contrastare quel bambino e per picchiare gli altri. Nel momento in cui abbandonò la forza quel bambino gli levò le mani dal polso e dal braccio.
 
«Non potete giudicare un altro essere umano solamente perché ha un aspetto diverso.» Quel bambino lo stava difendendo a spada tratta, mettendosi contro a tutti i suoi nemici. "Vuole forse essere pestato anche da loro?!"
 
«Sparisci da qui, rammollito. Non ti abbiamo mai visto a scuola, non hai diritto di parlarci così.» Quel gruppetto sembrava dare regole a tutti quanti.
"Quanto sono odiosi? Meriterebbero altri cinquanta ceffoni."
 
«Siamo tutti quanti bambini della prima classe. Siete voi ad essere dei bulli!» Non aveva mai visto uno sguardo del genere che distingueva l'errore dalla correttezza. Lui... Lui era ciò che avrebbe voluto essere, quel grande spirito che lo alimentava: la Giustizia.
 
«Forse non hai visto bene, è stato Rei a picchiarci per primo!» Il leader del gruppo cercò di difendersi da quelle accuse.
 
«Io ho visto tutto invece! Siete voi che l'avete ferito per primi.» Si sentì prendere la mano da quel bambino ed essere tirato verso l'ingresso della scuola. «Le offese sono uguali ad uno schiaffo.» Si allontanò seguendo quel bambino di cui ancora non aveva imparato il nome. Lo ammirava! Li aveva messi a tacere, senza ricorrere alla violenza.
 
 
 
{ Hiromitsu Morofushi, 6 anni
 
 
Sarebbe stato il suo primo giorno in quella scuola di Tokyo. Si era trasferito quando l'anno scolastico era ormai quasi giunto al termine.
Avrebbe fatto volentieri a meno di continuare l'anno scolastico in una nuova classe. Aveva saltato parecchi mesi di scuola a causa di ciò che voleva dimenticare.
Ricominciare la scuola non era esattamente nei suoi interessi in quel momento. Ma fintanto che si era ripreso dallo shock ed era in salute, chi si stava prendendo cura di lui lo iscrisse in quella scuola per aiutarlo a distrarsi.
 
Entrò nel cortile della scuola. Gli mancava la scuola che aveva frequentato tanti mesi prima a Nagano. Gli mancava la sua città, e il suo fratellone che era rimasto là a Nagano dagli altri parenti.
"Chissà cosa sta facendo in questo momento. Non riesco mai a contattarlo..."
 
I suoi parenti non gli avevano fatto mancare nulla. Avrebbe semplicemente voluto sapere come stava il suo fratellone Takaaki. Anche lui era stato coinvolto in quel crimine, anche lui aveva perso i genitori, anche lui aveva avuto bisogno di aiuto. Proprio come lui, come tutti i bambini e adolescenti al mondo.
 
Con tutti quei pensieri in testa non particolarmente adatti ad un piccolo bambino di sei anni, Hiromitsu si accorse di un gruppetto di bambini con un fare da mascalzoni. Dietro alla banda c'era un bambino biondo e con la pelle più scura.
"Li sta spiando!"
Il suo aspetto suggeriva che non fosse originario di Tokyo, un po' come lui. Quella città non gli apparteneva.
Con quella curiosità spiò il biondo e anche quel gruppo sospetto. Era il suo primo giorno in quella scuola e già stava osservando delle cose che non dovevano esistere. Questi bambini stapparono i pennarelli indelebili cominciando a imbrattare i muri della scuola.
"Ma che cos'hanno nella testa?!"
 
«Fermi! Non si imbrattano i muri!» Il biondo si lanciò immediatamente alla carica per fermarli. Poteva notare quanto fosse mosso dai suoi ideali di correttezza. Doveva intervenire anche lui per fermare quei bambini, decise di muovere il primo passo.
«Tu non hai diritto di dirci queste cose!» Hiromitsu si fermò immediatamente sentendo la risposta del gruppetto.
«Un mezzo straniero come te non ha proprio il diritto di parlare con noi...» Un altro bambino giustificò le motivazioni per cui risposero con tanta arroganza al biondo. "Ce l'hanno con lui solo perché non è uguale a loro? Questo mondo... Fa proprio schifo."
 
Impietrito da quelle orrende parole non poté fermare subito la rissa che ne era scaturita. Il biondo aveva tirato un pugno ad uno del gruppo, ricevendone altrettanti da tutta la squadra. Si difendeva come poteva e riusciva ad assestare parecchi pugni a quei teppistelli.
 
Osservò il biondo, aveva il viso accecato dalla rabbia, probabilmente non se n'era nemmeno reso conto di aver rotto quegli stessi ideali che l'avevano mosso poco prima.
 
Non avrebbe mai capito come decise di farsi avanti in quella situazione violenta, voleva aiutarlo. Era una lotta impari e quel biondino ne sarebbe uscito chiaramente in svantaggio, pieno di lividi e ferite. Non era giusto che venisse prima offeso e poi anche picchiato. Aveva notato che era in grado comunque di difendersi, era molto abile. Forse... Forse si picchiavano ogni giorno per aver sviluppato una tale agilità nello sferrare pugni. Ma questo non poteva saperlo.
 
In un brevissimo momento di pausa tra il gruppo e il biondo, Hiromitsu afferrò il braccio destro di quest'ultimo impedendogli di sferrare ancora altri pugni.
Il biondino si fermò all'istante. Avendogli bloccato il movimento, poteva sentire i suoi movimenti irrigiditi, tesi. Quasi come se avesse paura di affrontare chi lo aveva fermato dallo sferrare altri pugni. Forse... Forse veniva messo in punizione dagli insegnanti, che non sapevano che lui reagiva di conseguenza alle offese? Ma non poteva sapere nemmeno questo. Gli avrebbe rivolto la parola per convincerlo a smettere di tirare a pugni, ma lui si agitò più del dovuto appena si accorse che a trattenerlo era un bambino come gli altri.
 
«Lasciami!» Il biondo gli urlò contro. Non avrebbe mai voluto farlo sentire minacciato. Forse non avrebbe dovuto intervenire, ma non poteva di certo stare lì con le mani in mano. Forse aveva sbagliato il modo in cui fermarlo? Non era più sicuro di aver fatto la scelta giusta, quel grido quasi inferocito del biondo lo aveva scosso. Eppure sapeva... Sapeva che aveva reagito a degli insulti! E tutto ciò non poteva sopportarlo. Lo fissò ora con determinazione.
 
«Lascialo! Non merita l'aiuto di nessuno, questo mezzo straniero.» Il capo gruppo rincarò la dose di insulti, seguito poi dai suoi seguaci.
«Forse è meglio se ti levi anche tu se non vuoi essere picchiato.» Questa frase lo fece sorridere. Non gli facevano di certo paura due cazzotti. Ciò che nella vita faceva veramente paura era altro. «Non puoi aiutare il mezzo straniero.» Ancora altre frecciatine. Sentì il braccio del biondo diventare nuovamente teso, il pugno di nuovo serrato.
 
 «Ti ho detto di lasciarmi! Tu non c'entri nulla in questa storia e me la devo vedere io da solo.»
Il biondo stava usando la forza per liberarsi dalla presa di Hiromitsu il quale invece strinse ancora di più la presa sul braccio senza possibilità di sferrare pugni. Non poteva lasciare che prendesse ingiustamente altre botte da quella banda di teppistelli. Non che il biondo avesse evitato di creare una rissa, e non che sottovalutava le sue abilità nello sferrare cazzotti.
"Mi sa che questo è un tipetto dal carattere fumante..." Doveva fargli capire che lui stava dalla sua parte, lui voleva aiutarlo perché non meritava di essere trattato in quel modo solo per il suo colore dei capelli.
 
«Cosí peggiori solo le cose. Calmati.» Hiromitsu rivelò la sua voce, molto calma, affatto arrogante. Voleva infondergli quegli ideali di pace che l'intero mondo avrebbe dovuto condividere. Non doveva abbassarsi allo stesso livello di quei mascalzoni.
Quel bambino, si sentì forse colpito da quelle parole, e la reazione più spontanea fu quella di irrigidirsi ancora di più urlandogli contro. «Tu non sai nulla!! Lasciami.»
Ora aveva tirato fuori tutta la sua forza, mosso da una grinta incredibile. Non sarebbe riuscito a tenergli fermo il braccio destro se avesse continuato a dimenarsi in quel modo.
 
All'improvviso si ritrovò il braccio sinistro quasi all'altezza dello stomaco. "Accidenti, non avevo pensato che potesse usare l'altro braccio libero per picchiarmi..." Forse aveva riposto la fiducia nella persona sbagliata, forse non doveva fidarsi e nemmeno aiutare quel bambino che nonostante fosse la vittima era divenuto un bullo come gli altri.
Bloccò il braccio che si stava scagliando contro di lui con una tale prontezza: poteva vedere lo sguardo stupito del bambino che gli aveva appena tirato il pugno. Non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno in quanto nella sua breve vita aveva imparato a dover cavarsela in situazioni ben peggiori di qualche cazzotto.
 
Squadrò il biondo, respingendo il suo braccio con parecchia forza. Doveva fargli capire che stava sbagliando a comportarsi in quel modo. Doveva fargli capire che quello non era il modo giusto per affrontare i problemi. Forse era troppo ottimista, forse credeva ancora nelle persone nonostante ciò che gli era successo. Forse era lui che doveva smettere di riporre la fiducia nelle persone che non si sarebbero redente. Ma tanto valeva provarci, così avrebbe potuto cambiare una goccia in un mare di acqua.
«Non potete giudicare un altro essere umano solamente perché ha un aspetto diverso.» Hiromitsu si rivolse al gruppetto di bambini, difendendo nuovamente il biondo.
Sentì la sua forza allentarsi. Era riuscito a convincerlo a farsi difendere, a fare giustizia una volta per tutte, "chissà da quanto tempo va avanti questa storia..."
 
«Sparisci da qui, rammollito. Non ti abbiamo mai visto a scuola, non hai diritto di parlarci così.» Questi risposero in modo arrogante, non poteva aspettarsi altro da dei tipi come loro.
 
«Siamo tutti quanti bambini della prima classe. Siete voi ad essere dei bulli!» Voleva metterli a tacere una volta per tutte. Se non l'avrebbero capito lì sarebbe sicuramente andato a denunciare il fatto agli insegnanti. 
 
«Forse non hai visto bene, è stato Rei a picchiarci per primo!» 
"Ma questi vogliono avere sempre l'ultima parola anche quando hanno torto marcio?!" Mantenere la calma fu dura anche a quella rispostaccia. Mentire sembrava essere il passatempo preferito di quei bambini, o forse erano solo ignari di ciò che stavano facendo, come se le parole non facessero male. O forse erano senza etica, senza regole, senza educazione... O forse erano dei semplici bambini a cui non gli era stato privato nulla dalla vita, a differenza sua, a differenza di quel biondo.
 
«Io ho visto tutto invece! Siete voi che l'avete ferito per primi.» Hiromitsu prese il biondo per mano, allontanadosi dal gruppetto senza dimenticare di servir loro l'ultima verità sui fatti accaduti. «Le offese sono uguali ad uno schiaffo.» 
Quel bambino dai capelli così diversi, era più simile a lui di quanto potesse pensare. Conosceva bene la sensazione del dolore, e poteva sapere che entrambi avevano sofferto, imparando così l'ideale di Giustizia; quell'ideale che entrambi ancora non sapevano sarebbe diventato il loro punto di incontro, condividendolo insieme più di ogni altra cosa.




Note Autrice:

Sono tipo in ritardissimo di troppi giorni...! Auguri di buon compleanno Sion! <3
Spero ti sia piaciuto questo piccolo regalo su Hiromitsu e Rei :3

Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate.
E se vi è piaciuta, siccome Hiromitsu e Rei sono tipo i miei terzi personaggi preferiti, beh un giorno potrebbero piovere fan fiction anche su di loro. Anche perché di Scotch si sa pochissimo su di lui *-*
PS: approvate nella sezione Detective Conan il personaggio "Hiromitsu Morofushi" così comparirà nell'elenco personaggi. Grazie!

 
   
 
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