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Autore: pippobaudo_    31/07/2020    2 recensioni
Courtney 'Wallis', eccezionale tirocinante presso il migliore studio legale del Canada e moglie di uno degli uomini più potenti della città... se solo se lo ricordasse.
Aiutata da un'acida coinquilina, un'artista gotica e un criminale con un'indecente cresta verde, riuscirà a ricostruire la propria vita passata tassello dopo tassello e a colmare il vuoto lasciato da uno spiacevole trauma?
Genere: Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Gwen, Heather | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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VENERDI’ 31 LUGLIO 2020
 
DUNCAN
'Nelson, datti una mossa, sei fuori' fece una guardia aprendo la cella. Il ragazzo sgranò gli occhi dalla sorpresa, che ci fosse lo zampino di Gwen? Non pensava potesse aiutarlo sul serio, e così in fretta per giunta.
Seguì la guardia, e finalmente poté sbarazzarsi di quell’orrenda tuta arancione; prese le sue cose senza fare troppe domande e, dopo aver firmato varie carte, raggiunse l’uscita.
Non vedeva l’ora di assaporare di nuovo la libertà, poter incontrare gli amici e, come giusto che fosse, ringraziare quell’anima pia che aveva permesso tutto quello.
Attraversò l’intera lunghezza del cortile fino a raggiungere il cancello di ferro che circondava quel posto infernale.
'Nelson, non voglio più vederti qui' disse la guardia congedandolo.

'Ohh, mi mancherai anche tu, Don!' sorrise il punk sarcastico; l’agente alzò gli occhi al cielo e lo cacciò fuori.
Contento, Duncan diede un ultimo sguardo all’edificio - pregando di non tornarci mai più – prima di dirigersi verso la parte opposta. Una figura alta e slanciata lo affiancò (facendogli quasi venire un infarto), aveva i capelli castani, gli occhiali quadrati e delle folte sopracciglia.
 
'Abbiamo molto di cui discutere' cominciò la donna.

'H-heather?! Sei tu?' domandò il punk sorpreso. Ne era passato di tempo dall’ultima volta che l’aveva vista, ma mica se la ricordava così brutta… il tempo trascorso non doveva essere stato clemente con lei… 'Però! Ti sei imbruttita…' e si beccò un cazzotto in faccia.

'È un travestimento, imbecille! Ci sono telecamere ovunque in questo posto' spiegò lei, e lo obbligò a seguirla in una stradina deserta, dove parcheggiata ad attenderli c’era una Mustang blu scuro, la macchina di Gwen. Okay, non ci stava capendo nulla: Gwen aveva chiesto aiuto a Heather? Da quando erano diventate amiche?
Si avvicinarono di qualche metro alla macchina e Duncan osservò che al suo interno non vi era solo la gotica, ma anche un’altra figura a lui ben nota; cominciò a sorridere e, senza saperlo, gli occhi azzurri presero a brillare. Quasi come se gli avesse letto nel pensiero, Heather riprese il discorso: 'Penso tu sappia dell’incidente che ha avuto, quindi per farla breve: lei non ricorda nulla di questi ultimi quattro anni; a malapena sa chi sei, mentre di Tu-sai-chi non sa assolutamente nulla'.
 
'Aspetta, vuoi dirmi che non sa di essere sposata?!'.
 
'No, Duncan, e ti pregherei di non farne parola' quasi lo supplicò l’asiatica; quasi eh, mai una volta che si sbilanciasse quella ragazza.
Heather gli aprì la portiera e, una volta lanciata la sacca che teneva in mano sui sedili posteriori, Duncan montò osservando le ragazze che lo avevano soccorso: al volante c’era Gwen, indossava una T-shirt nera e dei semplici pantaloncini in jeans; il trucco, come al solito, era pesante: ombretto grigio e un bel blu elettrico sulle labbra, i capelli, totalmente neri, erano raccolti in due codine. Al fianco della gotica stava Courtney: pelle abbronzata, occhi grandi e neri, capelli a caschetto, non era cambiata di una virgola. Infine, c’era Heather che, seduta sul sedile posteriore accanto al suo, si stava togliendo il travestimento che aveva indossato per quella strana occasione.
In poche parole era in auto da solo con tre bombe sexy.
 

 
Il tragitto fu abbastanza lungo da permettere alle tre di spiegargli nei dettagli come erano riuscite a portarlo fuori di lì, non pensava potessero essere così trasgressive, e la cosa, dovette ammettere, lo eccitava parecchio.
'E questo è quanto' concluse Gwen dopo un quarto d’ora di spiegazioni. 'Ora, la stampa non è al corrente del tuo rilascio, dunque è meglio per tutti quanti che tu rimanga nascosto per un po’, almeno finché le acque non si saranno calmate'.
 
'Lontano dai tuoi amichetti e dai tuoi loschi affari s’intende' aggiunse Heather guardando il proprio riflesso su uno specchietto.
 
'Starai da me' terminò Gwen svoltando in una strada laterale; attraversarono un largo viale, limitato da grandi alberi posti ai lati della strada; il cielo stava sfumando dall’arancio al blu, segno del tramontare del sole.
 

 
GEOFF
Aveva chiuso il locale in anticipo rispetto al solito: Topher, alla cassa, era intento a contare l’incasso della serata sorseggiando di tanto in tanto un daiquiri; Beardo, il dj, era sul soppalco a mettere via la propria attrezzatura, le cuffie alle orecchie; Anne Maria sedeva ad un tavolo a cotonarsi i lunghi capelli scuri; e sua moglie, Bridgette, era dietro al bancone insieme a lui a pulire i boccali di birra sporchi. Di lì a qualche minuto il resto della squadra li avrebbe raggiunti per festeggiare un altro colpo andato a segno.
'SHABAM! Indovinate chi ha guadagnato un altro milione di dollari?!' esclamò Lightning, un ragazzo muscoloso di colore, appena varcata la soglia del pub. 'Siamo SHAforti!'.
 
'Dovevi vederci, amico, siamo stati grandi!' fece un ragazzo robusto e slanciato battendo il cinque a Geoff.

'Lightning, Brody, vedete di darvi una calmata, il boss ha semplicemente concluso una trattativa: soldi a noi, armi a loro' disse una ragazza di colore incredibilmente alta e snella sedendosi di fronte a Bridgette.

'Con una pistola puntata alla testa' aggiunse una profonda voce maschile. Tutti i presenti si zittirono all’entrata di un uomo alto e muscoloso, il boss. 'Ma avete mantenuto il sangue freddo e avete eseguito gli ordini, dunque vi concedo la serata libera per sbronzarvi' e si avviò verso l’ufficio, al di là della porta posizionata in fondo alla sala, dietro una colonna. Con molta probabilità era andato a segnare sul libretto nero l’affare andato a buon fine.
Senza aspettare ancora, Geoff prese le bottiglie e i bicchieri rimasti sullo scaffale, dall’altra parte del bancone. Stappò le prime e dispensò i secondi assicurandosi che tutti quanti avessero da bere in mano, poi alzò il proprio boccale e fece un brindisi.
 
'Alla nostra squadra, perché siamo belli e bravi!' e bevvero.
 
'Al boss' fece Brody contento.
 
'A Lightning!' fece questo, ma bevve solo lui.
 
'E un altro brindisi va a…'.
 
'GEOFF!' gridò una voce dal fondo.
 
'A me?! Perché un brindisi a me?' chiese il biondo aggrottando la fronte. Topher continuò a bere, iniziando a barcollare a destra e a manca.
 
'No, idiota!' quasi urlò il boss. 'Dove hai messo il libretto?'.
 
'Nel solito posto'.
 
'Beh, non c’è nel “solito posto” altrimenti non te l’avrei chiesto' disse infine cercando di mantenere il controllo. Geoff non capiva: l’ultima volta che l’aveva visto era stato martedì, lo stesso giorno in cui gli ultimi debitori avevano pagato, lo stesso giorno in cui Gwen era venuta a trovarli…
 
'GWEN!' esclamò, lo sguardo di tutti su di lui; poi il biondo si rivolse alla moglie, ferma al suo fianco:' Non ti sembra strano che l’ultimo giorno in cui abbiamo usato il libretto sia lo stesso in cui Gwen, fatalità, ha deciso di venire al locale?'.
 
'Noi l’abbiamo cacciata via, non può essere stata lei a rubarlo' pensò la bionda grattandosi il mento.
 
'A meno che non fosse un diversivo per permettere a qualcun altro di accedere alla stanza' concluse il boss bevendo un bicchiere di vodka tutto d’un fiato. Poi prese uno straccio e concentrò tutta la sua ira e frustrazione sul bancone degli alcolici, pulendo da cima a fondo l’intera superficie piana.
 
'E chi mai dovrebbe aiutare?' chiese Brody improvvisamente. 'Duncan no di certo, lui è in gattabuia!'. Il silenzio calò, nessuno sapeva che dire; perdere una cosa così preziosa come il libretto non ci voleva: numeri dei clienti, soldi e munizioni prestati, debiti estinti… tutto era lì dentro e chiunque avesse preso quelle informazioni poteva incastrarli da un momento all’altro.
 
'Seguitemi' disse il boss. La squadra eseguì, Geoff e Bridgette in testa al gruppo; Lightning e Beardo sostennero un ubriaco Topher che non riusciva a mettere un piede dietro l’altro. 'Come sapete il locale ha una serie di telecamere, in particolare ce n’è una collocata sulla colonna, in direzione della porta… vediamo cos’ha da rivelarci'.
Presero posto attorno alla moltitudine di schermi, ognuno collegato ad una telecamera diversa, interna o esterna all’edificio; il boss ne azionò solo uno e prese la videocassetta del giorno indicatogli da Geoff.
In silenzio guardarono lo spettacolo.
 
 
 
'COURTNEY?!'.







____________
ANGOLO AUTRICE:
Se siete giunti fino a qui, grazie a tutti voi! Mi rendete felice :D
Dunque, per quanto riguarda il capitolo precedente devo ammettere di aver improvvisato parecchio: per le procedure usate dalla polizia mi sono fatta ispirare dalle serie tv e dalla mia fantasia (soprattutto dalla mia fantasia!). In merito a questo capitolo, non so perché ma ne è uscito fuori un Topher alcolizzato, cosa, che sappiamo, non è affatto; non so perché me ne sia uscita fuori con quest'idea...
Ad ogni modo, rinnovo i ringraziamenti e ci vediamo alla prossima!
Un bacio!!
   
 
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