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Autore: Anna3    31/07/2020    0 recensioni
(Reiji x Nuovo personaggio) Un giorno per caso una ragazza troverà il diario del suo compagno di classe, il temibile Reiji Sakamaki, e da quel giorno inizieranno tutte le sue disavventure con l'allegra famigliola di vampiri. Ma quell'evento pare non sia accaduto del tutto per caso...
Di nuovo, un'altra fanfiction dedicata tutta a lui, il cui scopo è solo uno: farvi innamorare di Reiji, che siate sue fan o meno!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Reiji Sakamaki, Tougo Sakamaki/Karl Heinz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“La curiosità uccise il gatto, 
ma la soddisfazione lo riportò in vita”. 
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Dark 3
 
La giornata trascorse molto tranquillamente per Michiyo e in men che non si dica era già pomeriggio: era il momento di andare a dormire, se voleva evitare di andare a scuola il giorno dopo con due occhiaie da spavento (che già aveva normalmente, figurarsi con la mancanza di sonno).
Tuttavia, quel giorno proprio non riusciva a dormire: certo, era stanca, però al tempo stesso si sentiva inquieta e turbata e questo le impediva di addormentarsi placidamente. A nulla poi servirono i vecchi metodi come contare le pecore o ripetere l’Ave Maria fino allo sfinimento: finiva sempre girarsi e rigirarsi nel letto e più pensava che non stava riuscendo a prendere sonno, meno Morfeo le si voleva avvicinare.
A un tratto, Michiyo sbuffò e si alzò dal letto infastidita da come la sua mente si rifiutasse categoricamente di eseguire i suoi ordini:
“Magari se leggessi un libro, potrei riuscire ad addormentarmi...” pensò, ma il problema era che attualmente non aveva nessun libro nuovo da leggere in casa, dato che non era riuscita a trovare quello che le interessava in biblioteca e invece aveva… il diario di Reiji. 
Improvvisamente, si riaccese in lei il desiderio di leggere i segreti di quel misterioso ragazzo: il solo pensarlo, lo ammetteva, era da vile, però al tempo stesso era così dannatamente curiosa sul figlio del preside… Chi lo sa, magari avrebbe persino trovato la risposta al perché la scuola fosse di notte. Inoltre, sarebbe bastato evitare di dirgli che non lo aveva letto e lui non avrebbe avuto modo di sapere la verità: come diceva il proverbio “Occhio non vede, cuore non duole”. 
Prese dunque in mano il diario e iniziò a sfogliarlo: era molto grande e scritto con un carattere goticheggiante e di piccola dimensione, tanto che sembrava uno di quei diari scritti nell’Ottocento. Infatti, oltre ad avere quella strana calligrafia, sembrava che il libro-diario stesso fosse uscito da uno di quei film ambientati nel XIX secolo, però non era per nulla rovinato: al contrario era in un buono stato, nonostante le pagine ingiallite. Inoltre, pare che Reiji non lo aggiornasse molto spesso, ma quando lo usava, scriveva pagine su pagine ed erano tutte scritte in inglese: ma questo non era un problema, perché era solita leggere in altre lingue oltre al giapponese. 
La curiosità era troppa. Prese una pagina a caso ed iniziò a leggerla…
 
Caro diario,
oggi abbiamo avuto l’ennesima conferma della completa inadeguatezza di mio fratello nel gestire qualsivoglia situazione, persino quelle con cui conviviamo da secoli. Naturalmente, mi sto riferendo a quello che è accaduto questa notte, quando siamo stati invitati al ballo organizzato da nostro padre e di cui ti avevo parlato qualche mese fa. Ora, ti ho già raccontato di quanto tempo ho sprecato affinché l’organizzazione della serata fosse perfetta: ero andato ad acquistare gli inviti e li avevo scritti personalmente, per evitare che qualche famiglio osasse commettere un errore grammaticale, infangando il buon nome della nostra famiglia. Mi ero occupato delle vettovaglie, assicurandomi di procurarmi i migliori ingredienti e i migliori chef per il buffet e mi ero persino interessato di tutte le decorazioni per addobbare la sala da ballo, per non parlare poi della cura del giardino, del pianista che avrebbe suonato e, mio malgrado, avevo anche organizzato una scaletta dei brani da suonare in cui includevo il brano con il violino di Shu. Lui aveva un solo compito, ossia quello di presenziare, scambiare qualche parola con gli invitati e suonare quel dannatissimo brano; dopodichè avrebbe potuto tranquillamente tornare a fare qualunque cosa gli aggradasse e nessuno gli avrebbe dato torto (sebbene, per inciso, è comunque disdicevole abbandonare degli invitati per andare a gironzolare come è solito, ma sorvoliamo).
Ovviamente invece, cosa pensi che abbia fatto? Non si è minimamente presentato ed è rimasto in camera sua per tutto il tempo, il signorino, con la scusa che “non aveva voglia”!
Seriamente, ogni giorno resto sempre più stupito del fatto che io e lui siamo fratelli! Non ascolta minimamente quanto gli viene chiesto e, nonostante sappia perfettamente quali siano i suoi doveri in quanto primogenito, li trascura e non se ne vergogna per nulla! Come ho sempre detto, è soltanto un buono a nulla.
Tuttavia, non c’è mai nessuno che voglia darmi retta. Già, cosa ne posso capire io “dell’immane affaticamento che subisce ogni giorno Shu”? A me tanto affaticato non pare nemmeno: dorme e ascolta musica tutto il giorno. Cosa ne sai lui invece della vera insonnia, di quei giorni in cui non riesco ad addormentarmi per il troppo lavoro o perché uno dei nostri fratelli ha combinato un guaio e come sempre io devo porvi rimedio? Tra l’altro, vogliamo forse parlare dei miei fratellastri? I trigemini sono veramente insopportabili: tu pensa, oggi si sono lamentati per l’intero viaggio di andata per il ballo di come non volevano andarci e di come fosse noioso, ma dato che non andarci sarebbe stato un atto di disobbendienza a nostro padre, che ci aveva intimato di venire, allora in protesta non hanno fatto che altro che lamentarsi, facendomi venire un mal di testa terribile. Devo poi parlare di quella testa calda di Subaru? A momenti stava per uccidere il giardiniere solo perché secondo lui non aveva utilizzato il giusto fertilizzante di rose!
Ed io devo risolvere tutte queste situazioni. Chinare il capo dispiaciuto per il comportamento dei miei fratelli e pagarne i danni… tra l’altro spesso venendo offeso dietro le spalle. 
Oggi appunto è stato uno di quei giorni. Dato che infatti Shu ha evitato qualsiasi contatto al ballo, sono stato obbligato a svolgere persino i suoi ruoli, tra cui suonare quell’odiosissimo strumento, il violino. Purtroppo infatti, come ti ho raccontato, sono stato costretto a imparare a suonare quel dannato strumento anche io, proprio come mio fratello. Eppure, anche in questo, io e lui siamo agli antipodi: sebbene io ci abbia passato sopra quasi il doppio del suo tempo e sappia quindi eseguire i brani più difficili, tuttavia io “non trasmetto sentimenti come Shu”. Sia mai infatti che in qualcosa io non venga messo a confronto con mio fratello risultandone inferiore!
In ogni caso, non ho intenzione di dare tanto peso a critiche del genere, che sono talmente infondate e vuote, da essere per me come il fruscio di una foglia d’autunno. Insignificanti. Sono tutti delle stupide formiche insignificanti, prive di valore alle mie orecchie. Eppure, anche io ho un limite e, dopo l’ennesima critica fatta alle mie spalle, non ne ho semplicemente potuto più. 
Ho smesso di suonare improvvisamente, mi sono alzato e me ne sono andato.
Nessuno mi ha seguito: né mia madre, che continuava a parlare con un’altra dama, né tanto meno mio padre, anche lui impegnato nel trattare con un giovane signore. Anzi, poco prima che uscissi dalla sala, ho sentito che subito un altro violinista aveva preso il mio posto e tutto stava continuando come se non fosse accaduto nulla.
Per lo meno, posso dire che la piacevole frescura estiva di questa notte mi abbia fatto riprendere la calma e in particolare, ad attirare la mia attenzione è stato un campo di narcisi lì vicino. Secondo la mitologia greca, questi fiori sono nati dall’eccessivo amore che aveva per se stesso Narciso e che lo condusse alla morte. In un certo senso, si può dire che è proprio il fiore che più rappresenta Shu: è giallo, come il colore che gli piace tanto e porta con sé questo mito che meglio simboleggia la sua totale mancanza di responsabilità per il piacere di sé medesimo. Potrei anche mandargli un mazzo di questi fiori in stanza, ma di sicuro non capirebbe… non sta mai attento alle lezioni lui. Forse avrebbe persino la brillante idea di ingoiare alcune parti della pianta, così, per lo meno, se anche non morisse, starebbe male per un bel po’ di giorni. Però, quel che mi chiedo è: a che scopo? D’altronde lui continuerebbe ad essere il fratello prediletto da tutti, persino da mio padre, che gli ha donato il violino, mentre a me ha regalato quello stupido orologio di cui ti ho già parlato, ennesimo segno del mio fallimento… Inutile quindi ogni tentativo di essere migliore di lui, eppure perché, di grazia, perché non riesco a liberarmi di questo insensato bisogno di superarlo? Perchè, se pure mi sento tanto superiore di lui, primogenito inetto, perché continuo a sentirmi così maledettamente inferiore? Perchè, per quanto io mi sforzi, non sarò mai considerato come migliore di lui? … 
 
A quel punto, anche se aveva quasi finito di leggere la pagina del diario, Michiyo si fermò, soffermandosi in quelle ultime parole che pullulavano di sofferenza e su cui si potevano leggere anche solo dalla grafia irregolare, la sincera disperazione di un figlio mai veramente apprezzato dai genitori. E con essa, sentiva anche che dentro di sé stava nascendo un nuovo sentimento: non c’era più soltanto curiosità, quella curiosità che, anche se a malincuore, doveva ammettere anche quasi malvagia, di capire i punti deboli di quel ragazzo così perfetto per poterli sfruttare, ma anche un sentimento di comprensione: questo per lo meno spiegava il suo comportamento freddo e ostile.
Improvvisamente, si sentì subito stanca e richiuse il diario, anche se non aveva nemmeno finito di leggere la pagina e appoggiò il libro sul comodino accanto al letto, spegnendo la luce: un po’ le dispiaceva restituire quel diario al legittimo proprietario, ma già aveva sbagliato a prenderlo, quindi più tardi avrebbe pensato, come prima cosa, a ridarglielo. Aveva fatto male a non rimettere al suo posto quel diario: decise che quella sera stessa avrebbe subito rimesso il diario al suo posto e poi Reiji sarebbe passato per di là e lo avrebbe trovato di sicuro. 
Pensando questo, Michiyo si addormentò. 
Se però avesse letto fino alla fine quella pagina, avrebbe visto che la data in cui era stata scritta era il 29 novembre 1956.


NOTE DELL'AUTRICE:
Eccomi di nuovo qua! Non ho molto da dire su questo capitolo se non che spero vi sia piaciuto, perché io ho AMATO scriverlo: adoro troppo Reiji e il suo perenne complesso d'inferiorità rispetto al fratello e adoro troppo il suo lato da fratello responsabile del gruppo! Vorrei scrivere una fanfiction interamente su questo se potessi, ma prioritariamente continuerò questa storia perché ci tengo troppo a renderlo un pochino felice, almeno sulle fanfic!
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi stiate godendo le vacanze! Alla prossima!
Anna3
   
 
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