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Autore: Francyzago77    02/08/2020    5 recensioni
Georgie è partita per l'Australia con il suo bambino ma cosa succede a Londra? Nuove storie, nuove trame e soprattutto nuovi sentimenti. Un racconto introspettivo, insolito e inaspettato.
Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Mann Izawa, questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maria osservava la sua immagine riflessa nello specchio, era una sposa semplice e graziosa, senza orpelli né fronzoli, soltanto una collana adornava il suo decolté, era un regalo di Fritz. Il vestito, bianco e non troppo elaborato, era stato realizzato da Emma nel giro di due giorni proprio come il matrimonio, organizzato in tutta fretta per permettere agli sposi di partire per l’Australia con la nave prenotata.
-Ecco qua il vostro mazzolino di rose bianche – esclamò la balia entrando nella stanza con il bouquet in mano – ora siete veramente a posto.
E intanto, con gli occhi già lucidi, sistemava il velo alla ragazza che sorridendo disse:
-Sei proprio elegante cara balia, questo abito ti dà un tocco di classe!
La donna, stranamente in silenzio, l’abbracciò forte dicendole:
-Sapesse da quanto attendo questo giorno! Con la vostra povera mamma immaginavamo spesso insieme come sarebbero state le vostre nozze. Certo avevamo in mente una cerimonia sfarzosa, con un ricevimento a palazzo Dangering e tutta la nobiltà di Londra fra gli invitati ma ora, visti gli eventi che si sono succeduti, credo che non potevate fare un matrimonio migliore di questo.
Maria, guardandola con affetto, rispose:
-Non farmi commuovere prima del tempo, sei tanto cara e ti porterò sempre nel mio cuore. Io sono molto felice ora, non ho bisogno di una cerimonia appariscente, quella chiesetta sul lago lontana dalla folla è il posto ideale. Io e Fritz, tu e Wilson come testimoni e il prete. Non serve altro.
A questo punto la balia si mise a piangere veramente e fu Maria ad abbracciarla, senza pensare all’abito che poteva stropicciarsi o al velo che stava di nuovo per cadere. 
 -Questa puoi portarla alla Regina –disse il conte a Wilson, mentre erano in carrozza, dandogli in mano una lettera – ho scritto i motivi della mia partenza e del mio matrimonio con Maria. Ho seguito il tuo consiglio, non potevo tenere all’oscuro Sua Maestà delle nozze. Comunque può pensare ciò che vuole, mi toglierà il titolo? Non m’importa più nulla, in Australia sono pronto ad iniziare una nuova vita.
Wilson rise mettendosi in tasca quella lettera poi chiese al suo amico:
-E a tua figlia non hai scritto? Come pensi possa prendere Georgie la notizia?
-È inutile scriverle – rispose Fritz – arriveremmo prima noi della posta! Non credo che Georgie abbia qualcosa in contrario, io ho sempre assecondato le sue scelte, lei dovrà accettare le mie.
Annuì col capo Wilson, senza aggiungere inutili parole, sapeva che Fritz era irremovibile quando prendeva una decisione e preferì godersi il panorama della vecchia campagna inglese che conduceva alla chiesetta sul lago.
Non fu molto lungo il viaggio, giunti sul posto trovarono il prete che li attendeva sul sagrato della chiesa, intorno tutto silenzio e tanto verde.
-Hai preso le fedi? – chiese Fritz preoccupato al suo amico mentre scendevano dalla vettura.
-Certo – rispose subito Wilson – ho pensato a tutto io!
Poi, dandogli una pacca sulla spalla, aggiunse:
-Ti vedo un po’ agitato caro mio!
-Senti – esordì Gerald – io vado a parlare con il sacerdote, tu aspetta qui fuori Maria per poi accompagnarla all’altare. Non voglio che entri da sola.
Wilson acconsentì di buon grado, in quei giorni era diventato una specie di factotum per Fritz ma in fondo era contento, lo vedeva felice e questo era l’importante.
Quando arrivò la carrozza con la sposa, infatti, Wilson era lì ad attenderla. Aiutò la balia a scendere e poi si occupò con gentilezza di Maria. 
-Vi ringrazio – sussurrò la ragazza – ero rattristata al pensiero di entrare da sola.
-È per questo che Fritz mi ha chiesto di accompagnarvi all’altare – disse l’uomo porgendo il braccio alla giovane, ora più sorridente sotto il velo.
E mentre la balia era già entrata quasi commossa, Maria s’incamminava verso la piccola chiesa felice d’iniziare una nuova vita.
La cerimonia non durò molto, il prete disse due parole prima della formula di rito e la balia pianse dall’inizio fino allo scambio delle fedi, facendo commuovere Maria. Sollevandole il velo, al termine, Fritz potè baciare la sposa. Erano marito e moglie.
Finalmente il conte poteva partire per l’Australia, fra due giorni si sarebbe imbarcato su quella nave che l’avrebbe condotto da sua figlia ma ciò che gli riempiva il cuore di gioia era che non sarebbe andato da solo. Ora Maria era accanto a lui e sapeva che era per sempre.
-Mi scriverete vero? – piangeva la balia al porto salutando la sua ragazza ormai signora Gerald.
-Certamente – rispose Maria prendendole le mani – appena arrivata lo farò e ti comunicherò il mio indirizzo.
-Come vi avevo detto –continuò la donna – mi trasferirò da mia sorella, potete spedire lì le lettere.
Le due si abbracciarono con tenerezza consapevoli che non si sarebbero più riviste e la balia rivolgendosi questa volta a Fritz disse:
-Comunque andrò io ad occuparmi delle rose bianche nel giardino, in fondo è iniziato tutto grazie a loro!
Quella frase mise tutti di buon umore e mentre le donne continuarono a parlare e a salutarsi, Wilson comunicò al conte:
-Ho portato a Sua Maestà la tua missiva, l’ha letta davanti a me ieri pomeriggio.
Fritz rimase in attesa di sapere il responso della Regina, il suo amico iniziò:
 -È rimasta stupita e in silenzio per alcuni minuti, non si aspettava assolutamente questa notizia.
-Conosceva il mio desiderio di trasferirmi in Australia – ribadì il conte – ma ovviamente non poteva immaginare delle nozze con Maria, fino a un mese fa neppure io l’avrei mai pensato!
-Vuoi che ti riporti le sue testuali parole? – domandò Wilson – Le ho qui in mente da ieri sera.
-Ti ascolto – rispose Fritz interessato e incuriosito dal parere della Regina.
- Il conte Gerald – disse Wilson imitando un po’ la voce di Sua Maestà – non poteva trovare modo migliore di questo per vendicarsi del duca Dangering, porgete agli sposi i miei migliori auguri.
Fritz sorrise poi mise le mani sulle spalle di Wilson dicendo:
-Ricorda, non ho mai cercato vendetta ma solo giustizia. E il mio è un matrimonio di vero e puro amore.
-Ne sono convinto, amico mio – sussurrò l’altro con gli occhi lucidi.
La nave partì puntuale, da sopra di essa Maria e Fritz salutavano Wilson e la balia agitando le mani e i fazzoletti. Era un addio e tutti lo sapevano bene ma l’amicizia e il forte sentimento che legava quelle anime non sarebbe scomparso mai.
 
 
 
   
 
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