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Autore: Lita_85    05/08/2020    5 recensioni
Elena Gilbert è all'ultimo anno di liceo, e non ha ancora ben chiaro cosa vuole dalla vita. La sua vita gira in torno ai suoi due vicini di casa Damon e Stefan. Uno l'amore di sempre l'altro il rompiscatole. Riuscirà a capire cosa vuole e non bruciarsi in mezzo a questi due fuochi?
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Piccola premessa: durante gli altri capitoli vi ho chiesto di ascoltare determinate canzoni per sentire le stesse emozioni che sento quando le scrivo, ma per questo capitolo è essenziale che lo facciate, soprattutto nell'ultima parte. A me e venuta la pelle d'oca nel scriverla e spero faccia anche a voi lo stesso effetto! Detto questo vi lascio alla lettura! 


La macchina sfrecciava a tutta velocità, in mezzo al traffico cittadino. Guardavamo quella strada che sembrò interminabile. Continuavo a tenere la mano tra le gambe, nella speranza assurda che il bambino restasse lì dentro di me, e piangevo silenziosamente.
Lui imprecava ogni volta che una macchina ci sbarrava la strada. Una mano sullo sterzo e l'altra  con il dorso vicino alla bocca tremante.
Aveva la camicia sporca di sangue, del mio sangue, ma non si curò di niente.
All'improvviso mi prese la mano e la strinse,forte. Lo guardai con gli occhi gonfi.

- Non lo perderemo! Ti prometto che non succederà! Mi hai sentito?! N.O.N S.U.C.C.E.D.E.R.A' - sillabandolo

Annuì. La mia voce non aveva la forza di uscire ero completamente bloccata dalla paura. 
Arrivati all'ospedale mi riprese in braccio e passò velocemente  la porta scorrevole del pronto soccorso. Si avvicinò subito un infermiera che ci chiese cosa fosse successo.

- Ha un emoraggia in corso -  spiegò subito Damon -  è incinta di 10 settimane... - continuò con voce quasi strozzata
 L' infermiera  di turno si attivò subito, e spiegando a Damon che doveva aspettare in sala d'attesa, lo guardai impaurita, non volevo lasciarlo, non volevo rimanere da sola senza di lui. Gli strinsi la mano forte, ma dovetti lasciarla subito per entrare. Lui mi guardò con sguardo rassicurante e sparì dietro la porta scorrevole.

(Damon )
La guardai fino a che la porta non si chiuse, con lo sguardo più rassicurante che riuscì a fare. Mi lasciai cadere sulla sedia dietro di me. Avevo ancora le mani che mi tremavano, e sangue dappertutto. Le guardai facendole cadere sulle gambe, e appoggiai la testa al muro. Mi sentivo terribilmente in colpa, mi ripetevo "Damon ne avevi fatta un'altra delle tue" . Continuavo a sbagliare. Questa volta avevo messo in pericolo mio figlio...
Si avvicinò a me Miranda e Grayson correndo.

- Ma cosa è successo?! Ti abbiamo visto correre con Elena in braccio! - 

- Ha avuto un'emorragia...credo...e adesso è dentro... - dissi guardandoli colpevole

Si precipitò anche mia madre con Stefan che rifacendo la stessa domanda, volevano la medesima risposta.
Presi una sigaretta, la portai alla bocca e uscì fuori lasciando il compito ai Gilbert.
Accesi la sigaretta e iniziai a fumarla, tirai forte quel fumo come se mi volessi punire. Come se volessi avvelenarmi l'anima.
Elena non merita questo, meritava di più. Ed io non sono quello giusto. Io non la merito e neanche questo bambino. 
Buttai la sigaretta ancora accesa lontano e rientrai sedendomi al mio posto. 

(Elena) 
Sentivo gli infermieri parlare tra di loro, delle loro vite, dei pettegolezzi ospedalieri, del loro mondo, quando il mio sembrava già distrutto. Una piccola radio appoggiata su una mensola trasmetteva ' Come Home degli One Repubblic ' e le lancette segnavano un tempo che trascorreva lento. Mi posizionarono sul lettino freddo ginecologico e tremavo, tremavo dalla paura di perderlo ancora prima di averlo. Guardai la porta dove c'era Damon che aspettava, lo avrei voluto con me, sentire il suo respiro col mio. Il suo dolore con il mio. Arrivò finalmente il dottore ed iniziò la visita, avevo troppa paura, chiusi gli occhi per non vedere niente, volevo isolarmi dal mondo. Dopo qualche secondo iniziai a sentire un piccolo tamburo che batteva forte dentro le mie orecchie, e la voce del dottore che prontamente disse.

- Il bambino sta bene, battito regolare. -

Lacrime di felicità iniziarono a scendere piano dal mio viso. Il bambino stava bene...stava bene. Mi ripetevo

- Il distacco della placenta è lieve, ma ha causato ugualmente una copiscua emoraggia. Ora le faremo altre analisi, per vedere se i valori sono buoni. 
Deve stare a riposo assoluto! -

Annuì tra le lacrime e un sorriso spunto sul mio viso. Misi una mano sul cuore che sembrò uscirmi dal petto. Il mio piccolo era ancora con noi.

Spense la macchina e uscí dalla stanza,  una delle infermiere mi aiutarono a sistemarmi sulla sedia a rotelle e uscimmo da quella stanza.
Appena si aprì la porta davanti a noi trovai tutti fuori ad aspettarmi. Mamma, Papà, Lillian e Stefan. Cercai Damon con lo sguardo, che nel vedendomi si era alzato in piedi. I nostri sguardi si incrociarono, aveva gli occhi rossi, e abbozzò mezzo sorriso come a volermi confortare. 
Mi si presentò davanti Stefan che si inginocchiò subito, distogliendo il mio sguardo.

- Hey Elena, stai bene? - mi prese il viso tra le mani e scoppiai in un pianto disperato.
Ero stanca di tutto, era diventato tutto troppo complicato, e l'unica cosa che riuscivo a pensare era che volevo abbracciare Damon. Volevo solo lui.
Mi portarono in una stanza verde con un lettino, mi sedetti piano, e mi sdraiai altrettanto piano.
Erano tutti davanti al mio letto tranne Damon . Perché diavolo non era lì io avevo solo bisogno di lui. Tutti a turno chiedevano come stassi, e se avevo bisogno di qualcosa, rendendomi nervosa. Quando un po' per volta iniziarono ad uscire rimasi sola, quel silenzio dopo tempo mi sembrò di ritrovare un po' di pace. Ma non riuscivo a togliermi dalla testa lo sguardo di Damon. Stefan era dolce e comprensivo come sempre, anzi anche troppo. Mi trattavano tutti come se fossi di cristallo, un cristallo che stava per rompersi.. tutte quelle attenzioni mi soffocavano.

Mi giravo e rigiravo nel mio letto non riuscendo a prendere sonno, quei 2 giorni all'ospedale mi avevano distrutta mentalmente. Esami su esami, ecografie su ecografie e la squadra al completo che mi stava con il fiato sul collo. Invece Damon era completamente sparito. Non si era fatto vedere in ospedale, neanche per un saluto. Ricordavo solo i suoi occhi gonfi e rossi guardarmi con aria distrutta. Mi alzai per andare davanti alla finestra. La luce della sua camera era spenta, mi sedetti sul divanetto e appoggiai la testa sul muretto adiacente, sfiorandomi delicatamente il piccolo pancino che stava crescendo. Perché proprio adesso che avevo bisogno di lui mi aveva completamente lasciata da sola? Stefan era sempre presente quando poteva, e faceva già il dottore con me, indicandomi cosa mangiare e come comportarmi. Era vero, giocavo alla famiglia felice, e lui non poteva ancora rimanerne fuori. Nel silenzio della notte, sentii un pianoforte suonare. Proveniva dalla dépendance dei Salvatore.
Mi alzai, mi avvolsi con la piccola coperta della nonna e mi avviai verso quella melodia che conoscevo bene era la Sonata al Chiaro di Luna di  Beethoven.
Socchiusi la  porta di servizio e mi avvicinai a passo lento alla porta della depandace. 
Era tutta una vetrata e luce della luna illuminava la stanza
E li a torso nudo e pantaloni del pigiama stava seduto Damon. Con le mani accarezzava i tasti del pianoforte senza voltarsi. Rimasi li a guardarlo,era così bello. La sua pelle avorio risplendeva con la luce della luna, i suoi occhi cristallini brillavano ad ogni suo gesto del capo. Con passo felpato mi avvicinai a lui toccandogli la spalla. Sentii la sua pelle calda sotto di essa.

- Non la sentivo da quando hai finito l'università - dissi a bassa voce

- Già, perché la usavo per sfogare lo stress degli esami - rispose lui continuando a suonare

Restai lì, Immobile mentre lui delicatamente suonava quella melodia che mi ricordava le notti della mia infanzia ad ascoltarlo.
I suoi genitori avevano costruito quella depandace proprio per fare allenare Damon con il piano e successivamente Stefan con il violino.
Ma la sera quando lo sentivo suonare pensavo sempre che un ragazzo che suonava così bene, non poteva essere solo uno stronzo.
Mi avvicinai più a lui e lo strinsi da dietro in un abbraccio. Facendo cadere la coperta che avevo sulle spalle a terra. Il mio viso si immerse nei suoi capelli corvini che profumavano di gelsomino. 
Lo strinsi forte, ma lui continuò a suonare. 
Iniziai a piangere silenziosamente tenendolo stretto a me. Erano giorni che avrei voluto quel dolce contatto. Avevo bisogno di lui

- Damon perdonami... - la voce rotta dal pianto risuonò nella stanza

Smise di suonare mi prese le mani e le portò alla bocca baciandole. Erano baci appassionati, come di gratitudine.
Sentii le sue lacrime calde sfiorarmi il polso. Stava piangendo? Damon l'egocentrico, l'idiota, colui che sembrava non avere sentimenti stava piangendo. Si alzò e mi prese il viso tra le mani.

- Damon, scusami io...

- Elena, lo so che ho passato gli ultimi due  giorni ad evitarti, ma prima vorrei dirti una cosa... - mi interruppe

- È quello che sto per dirti è forse la cosa più egoistica che io abbia mai detto in vita mia. - 

- Damon, lascia stare... - cercando di allontanarmi

- Devo dirlo una sola volta, e tu devi sentirlo...io ti amo Elena, e amo questo bambino..

Mi amava veramente...sicuramente alla Damon, ma mi amava....

- Damon io... -

Indietreggiai di due passi. 
Ma lui continuò

- Ed è proprio perché vi amo che non posso essere egoista con te. Per questo devi saperlo, io non ti merito, ma mio fratello si, per questo ho deciso di non fare il test di paternità. Lui sarà un padre migliore di me...e un compagno migliore per te. 

- No Damon, ascolta, io voglio che tu faccia il test di paternità! Avevi ragione, io non posso continuare fingendo che la cosa non esista! Che sia stato l'alcol o c'è veramente qualcosa tra di noi io questo non lo so, ma so che voglio sapere se sei il padre del bambino! Ne ho bisogno come te!

- Elena lo sai meglio di me, che senza di me la tua vita sarebbe perfetta! -

- Ma io non voglio una vita perfetta, voglio che nella mia vita ci sia anche tu! - gridai senza volerlo

Si avvicinò piano a me, mise le sue mani sul mio collo ed iniziò a baciarmi. Accarezzai le sue mani e risposi al bacio
Un bacio caldo e appassionato,  un bacio che forse volevamo tutti e due dopo tutto quello che era successo, ma che aveva il gusto della cosa sbagliata. Infilò piano la sua lingua nella mia bocca, accarezzando piano la mia. Iniziarono una danza dolce e silenziosa. Accarezzai i suoi capelli di seta, facendoli scivolare tra le mie dita. Il mio respiro si fece sempre più veloce fino a che dentro la mia mente la confusione torno più prepotente di prima, e sé il bambino fosse di Stefan? Io AMO Stefan.
Mi scansai da lui, presi la coperta da terra e corsi verso casa, lui rimase in mobile, non cercò neanche di seguirmi.
Arrivata in camera mia, chiusi la porta dietro di me e rimasi alcuni secondi appoggiata ad essa. Quel bacio era diverso dagli altri due. Il primo dato perché gli ero grata per aver fatto uscire una parte di lui che non conoscevo, il secondo era dettato dalla passione e dal desiderio...questo aveva un'altro sapore...un sapore che non avevo sentito neanche nei baci di Stefan.
Era forse amore? No! Non poteva esserlo, io amavo Stefan.. E Damon amava me...
Appoggiai il mio viso sul cuscino verso la finestra, quando sentii Damon suonare dinuovo.

(Damon) 
La guardai allontanarsi da me senza battere ciglio. Avevo finalmente detto ad Elena che l'amavo, sapevo che non avrebbe fatto i salti di gioia, ma e già qualcosa che non mi abbia tirato un'altro schiaffo.
So che lei amerà sempre Stefan, ma so anche  che nel suo cuore c'è un piccolo posto per me. Lo sentito stasera, non era come la prima volta, per non parlare della seconda, questa volta l'avevo sentita con me, quel bacio era diverso e non dato per compassione o per passione improvvisa. So che è la donna di mio fratello, ma è più forte di me.
Sapevo che era ancora sveglia in camera sua, e ricominciai  a suonare ma questa volta per lei...


Note : Capitolo quattordici; Scopriamo che il bambino è vivo e sta bene. 😍 Finalmente Damon ha rivelato i suoi veri sentimenti, ed Elena sta facendo uscire piano piano i suoi. Damon lo farà il test? Grazie sempre a chi mi legge e segue con costanza! Mi raccomando fatemi sapere le vostre reazioni e sensazioni alla musica che ho scelto. Alla prossima 
   
 
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