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Autore: _Zaelit_    06/08/2020    1 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Rainiel, Zack e Sephiroth erano dunque giunti a destinazione: davanti a loro una grande grotta buia si estendeva sul fianco della montagna, vicino alla cima. Dietro di loro, il monte sembrava molto più ripido e pericoloso. Era possibile scorgere la linee d'orizzonte tagliare cielo e terra e, alle pendici dell'altura, si scorgevano i tetti delle case di Darefall, macchie rosse poco grandi e all'apparenza un po' ammassate.
«Stando a quel grido che abbiamo sentito poco fa, il mostro dovrebbe trovarsi lì dentro.» Zack indicò sicuro la bocca della grotta, per poi deglutire. «E potrebbe uscire da un momento all'altro.»
«Esatto.» Sephiroth gli diede ragione, «Ecco perché dobbiamo attendere che lo faccia. È praticamente in trappola.»
«Gli tenderemo un'imboscata?» chiese Rain con il sangue che si gelava nelle vene. Due notti prima, una belva molto simile aveva rischiato di uccidere entrambi.
«Esatto. Attireremo il mostro con dei rumori, poi ci nasconderemo. Quando farà la sua comparsa, lo bombarderemo con tre Firaga.»
«Un bel 'boom', insomma. Mi piace come idea!» commentò Zack incrociando le braccia.
Bisognava agire in fretta, così scelsero tutti un nascondiglio dove appostarsi in attesa che il nemico si facesse vivo. Rainiel ai offrì come volontaria per fare, per così dire, da esca: avrebbe dovuto produrre un bel rumore per attirare fuori il mostro e metterlo nel sacco, figurativamente parlando.
Pensò che la migliore ipotesi fosse urlare a pieni polmoni e lasciare il resto all'eco. Si posizionò proprio davanti alla grotta e mise le mani a cono davanti al viso.
«Ehy, amico! Siamo qua!» gridò segnalando la sua posizione.
Non udì che un cupo rantolo dal fondo della grotta: che si fosse addormentato? Riprovò, continuando a gridare 'ehy' per attirarlo, dopodiché usò anche un colpo di Aero per fare volare della legna e alcune rocce sparse davanti a lei: queste vorticarono pericolosamente in aria, allontanandosi nel buio.
Molto probabilmente atterrarono sul mostro, se non addirittura sopra di lui, perché parve svegliarsi di cattivo umore.
Il grido della creatura fu così poderoso da terrorizzare Rain, facendola cadere all'indietro, sul fondoschiena.
La ragazza si rialzò in fretta e sfoderò una delle spade, indietreggiando lentamente.
Riuscì a vederli: grandi occhi lampeggianti nel buio. Identici ai suoi in termini di colore, ma decisamente più feroci e malvagi.
«Oh, accidenti... ma questi mostri sono sempre più grandi!» imprecò quando il corpo della belva prese a emergere dalle tenebre.
Come al solito, il mostro assomigliava a una gigantesca chimera dalla pelle verde e fluorescente, una catasta di muscoli furente e abbandonata ai suoi istinti omicidi. Il viso assomigliava a quello di un curioso alligatore, dal muso più schiacciato del solito, il corpo invece tendeva a sembianze più antropomorfe, eccezion fatta per i lunghissimi artigli al culmine di ogni arto, la lunga coda a scaglie e alcune striature su spalle e gambe.
Rain si portò quanto più indietro possibile e strinse a pugno una mano, iniziando a caricare Firaga. Doveva essere lei a dare il segnale, per cui la belva doveva raggiungere un determinato punto in cui non avrebbe rischiato di ruzzolare giù dalla montagna sulla città, né di tornare a nascondersi nella grotta.
Altre due sfere infuocate iniziarono a brillare tra gli arbusti: Zack e Sephiroth erano pronti.
Il mostro si fermò e la puntò, pronto a saltarle addosso. Lanciò un grido e prese la rincorsa.
«ORA!» gridò Rainiel, sferrando la nube infiammata dritta al viso della creatura. Questa provò a schivarla, ma un'altra Firaga si abbatté sul suo fianco, bruciandolo. Così facendo la creatura si distrasse e fu colpita anche in pieno petto, poi anche alla schiena da quella scagliata da Zack, alla sua destra.
Con un mostruoso grido, iniziò a girare su se stesso e a colpire qualsiasi cosa vedesse con la lunga coda e gli artigli, ma non fece che buttare giù qualche innocente albero.
Ciò che contava era che la lotta era finalmente iniziata, per cui i tre coraggiosi SOLDIER si avvicinarono per attaccare il nemico.
Giunse per primo Zack, veloce come un fulmine, che tentò due finte a sinistra e poi in alto, per poi abbassarsi schivando una zampata del mostro, passando a un soffio dalle sue gambe. Afferrò la spada Potens tramandatagli da Angeal, e la abbatté con forza contro una delle sue caviglie.
Il mostro si infuriò più che mai e provò a ferirlo mentre si allontanava, ma Rainiel balzò sulla sua mano artigliata e la inchiodò al terreno perforandola con entrambe le Aikuchi, per poi estrarle e fuggire con un balzo sulla sua schiena.
Quando la creatura si volse per attaccare lei, si ritrovò invece faccia a faccia con Sephiroth, posto proprio davanti a Rainiel, che non aveva assolutamente alcuna intenzione di permettergli di ferire la sua allieva. Con sguardo crudele, il SOLDIER leggendario mulinò la spada come se pesasse quanto una piuma, non solo mozzando qualche artiglio al nemico, ma riuscendo anche a trapassargli l'intera spalla e a provocare un profondo taglio che andava dal petto al ventre della creatura, che cadde in ginocchio.
Sephiroth sembrava piuttosto sicuro: non avrebbe permesso a un'altra belva come quella di ridurlo nelle stesse condizioni in cui versava due notti prima.
Ormai la belva era stremata e la lotta si stava rivelando più semplice del previsto, forse perché stavano combattendo tutti e tre insieme, con un piano ben preciso in mente e dopo aver riposato e ritrovato le forze. Non restava che continuare a lottare insieme, attaccando i punti vitali per uccidere il mostro.
Rainiel balzò sulle sue spalle mentre la creatura teneva la testa bassa: doveva solo sferrare un colpo al suo collo e mettere una fine a quella storia. Avrebbe trascorso il resto della giornata più serenamente e si sarebbe chiarita con i suoi genitori prima di partire per tornare a Midgar.
Nonostante ciò... esitò. In fondo, sapeva che quella creatura che stava per uccidere non era poi tanto diversa da lei: era un essere innocente, una volta, ed era stato sottoposto a delle crudeltà mai viste prima, un esperimento che l'aveva mutato nel mostro davanti ai suoi occhi. Davvero non v'era un'altra soluzione? O le buone intenzioni di Rainiel erano solo un desiderio infantile e di certo molto sciocco?
Sicuramente fermarsi a pensare in quel momento non fu una buona idea. Zack e Sephiroth erano tornati all'attacco e il primo di loro tentò un affondo frontale, colpendo il braccio destro del nemico.
Uno spruzzo di sangue volò in aria proprio verso Rainiel, che si riflesso si parlò con una delle mani, la stessa che si era tagliata, seppur non gravemente, quando stava cercando di scalare la parete scivolosa per raggiungere l'altura.
Bastò solo quel sangue per scatenare una catastrofe. Quell'unico gesto.

 
Quando Rainiel riaprì gli occhi, sporca del sangue del loro avversario, non sentì più i confini del suo corpo, come se stesse dormendo. Come se fosse intrappolata in un sogno. Era un'altra visione? Proprio in quel momento? Non andava affatto bene.
Rainiel era persa nel vuoto, non v'era che buio attorno a sé. Provò a concentrarsi: era cosciente, ma doveva tornare alla realtà il prima possibile. Notò pian piano delle piccole luci lontane. Stelle... quelle erano stelle. Era il cielo sconfinato, quel luogo dove la sua mente si era persa.
Una luce più forte, alle sue spalle, la attirò. Chissà come, riuscì a girarsi in sua direzione, osservando lo spettacolo più spaventoso che avesse mai visto in vita sua. Di testimone di quella che avrebbe definito... l'apocalisse.
Gaia: il suo pianeta, la sua terra. La sua casa, giusto? Anche se in lei v'erano le cellule di un mostro, quella restava casa sua. Ma stava accadendo qualcosa di terrificante, perché un enorme sfera si avvicinava minacciosa al pianeta, lenta alla vista ma di certo inarrestabile.
Una meteora. Un'enorme meteora stava per investire Gaia.
Rainiel gridò, ma il suo urlo si disperse nel vuoto, inudibile.
Era il futuro che si compiva davanti ai suoi occhi? Il destino? Era la fine di tutto, o forse un nuovo inizio. In ogni caso, Rainiel era determinata a impedire che accadesse.
   
 
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