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Autore: CedroContento    09/08/2020    1 recensioni
Come ogni storia di Re e Principesse che si rispetti anche questa comincia, come molte altre, con "C'era una volta..."
Quindi, c'era una volta una terra lontana lontana chiamata Avior.
A sud di questo paese altri Cinque Regni più piccoli vivevano in pace sotto la protezione del Re di Avior, Re Karl.
Il giorno in cui il sovrano di Avior dovette decidersi a prender moglie scelse di ospitare a palazzo le principesse in età da marito provenienti dai Cinque Regni, in modo da poter scegliere tra queste la sua sposa.
Astoria, principessa di Tabita, viene così strappata alla sua tranquilla esistenza e catapultata tra gli intrighi di corte, sarà lei a conquistare l'enigmatico Re?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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Capitolo 7

Il bacio

Presero posto a tavola e la gioia che Astoria aveva provato fino a quel momento per un attimo si incrinò.
Karl la guardò ridendo sotto i baffi per lo sguardo sconsolato che stava rivolgendo alle posate ai lati dei piatti. Non una ma ben due pinze brillavano argentate accanto al piatto e altrettante forchettine a due rebbi erano adagiate dall'altra insieme alle posate più tradizionali, si prospettava una cena lunga e complicata.
“Dopo ieri sera ho pensato che vi avrebbe aiutata in futuro sapere come affrontare i cibi più impegnativi che potrebbe capitarvi di incontrare sulle nostre tavole, stasera ci serviranno solo quelli, così non sarete più colta in fallo”.
“Un pensiero premuroso” rispose la principessa sarcastica.
“Non ringraziatemi, è un dovere” rispose lui fingendo di non cogliere il tono.
La cena cominciò con degli innocui crostini al caviale, per rincuorarla Karl aveva incaricato il maggiordomo che li serviva di assicurarsi che il bicchiere di Astoria fosse sempre pieno di vino. Vedendo arrivare delle ostriche come secondo antipasto Astoria sospirò di sollievo, quelle le aveva mangiate anche altre volte. Il sapore del mare le esplose in bocca mangiandole, riportandola mentalmente sulle spiagge di Tabita.
“Sapete, dicono siano afrodisiache” commentò Karl con malizioso sott’inteso.
“Infatti sembrate molto più attraente ora” scappò ad Astoria di bocca con troppa confidenza, il primo bicchiere di vino bevuto praticamente a stomaco vuoto si faceva sentire.
“Perché prima no?” indagò Karl divertito.
“Beh ovviamente...eravate attraente anche prima, cioè siete attraente...” strinse le labbra imbarazzata e si costrinse a tacere prima di mettersi ulteriormente in imbarazzo.
“No vi prego continuate… ora voglio sentire le vostre giustificazioni” insistette il Re ridendo.
Poi fu la volta di una strana zuppa che mandava un odore terribile.
“È un piatto tipico di Ain. Non fatevi ingannare il sapore è ancora peggio dell'odore” disse Karl con una smorfia “Questa non dobbiamo mangiarla per davvero almeno per stasera” dicendo questo fece segno al maggiordomo di portarla via.
Arrivò poi un risotto, e almeno ebbero qualcosa di serio con cui riempire lo stomaco per non ubriacarsi, seguito dalle lumache, e Astoria capì a cosa serviva una delle due pinze.
“No, non posso” disse guardando le chioccioline nel piatto, Karl non insistette e neanche lui ne mangiò.
E tornò così la maledetta aragosta. Come la sera precedente Astoria non se la sentiva proprio di mettersi a frantumarla brutalmente.
“Guardate meglio” la invitò Karl, allora notò che questa volta l'aragosta era già stata tagliata e lei non doveva fare altro che scavare con la forchettina a due denti per estrarre la polpa “In futuro ve la serviranno così, ho dato istruzioni precise” disse il Re ammiccando.
Non rimasero che i dolci. Astoria si vide portare una cupola di fine cioccolato, indecisa sul da farsi guardò Karl “Aspettate” disse lui lacunosamente.
Arrivò il maggiordomo che versò da un bricchetto del cioccolato caldo sulla mezza sfera nel piatto della principessa, questo si sciolse rivelando al suo interno una mousse di cioccolato bianco adornata da frutti di bosco. Astoria sorrise entusiasta dello spettacolo e lo riguardò attentamente ripetersi sul dolce di Karl. L'ultima portata fu un fresco tiramisù.
“Questo non sembra complicato da mangiare” constatò Astoria chiedendosi dove fosse l’inganno.
“No infatti è qui perché ne vado matto”.
Sorprendentemente sazi e un po’ brilli si alzarono da tavola. Si erano attardati tanto che ormai era quasi mezzanotte, passeggiarono al chiaro di luna facendo ritorno all'edificio secondario. Fu infine ora di congedarsi.
“È stato un pomeriggio bellissimo, grazie mi sono divertita” disse Astoria sincera.
“Sono felice di sentirvelo dire, anch'io sono stato bene” dicendo questo il Re le prese la mano e indugiò. Karl si rese finalmente conto di quanto gli piacesse Astoria, sentì il forte desiderio di baciarla, ma lo represse, non voleva essere precipitoso. Si costrinse quindi a darle la buonanotte, aspettò che avesse attraversato il portone e nel buio si allontanò per far ritorno a palazzo.
Astoria si era appena richiusa la porta alle spalle quando una mano le tappò la bocca. La paura si impadronì di lei mentre un corpo forte la spingeva con la schiena contro la porta, immobilizzandola. Nell'oscurità dell'atrio non riusciva a distinguere chi fosse, sentiva il proprio cuore martellare furiosamente. I suoi occhi lentamente si abituarono all’oscurità e con sorpresa riconobbe Victor. L’uomo si stava premendo un indice sulla bocca, gli occhi sorridenti, finalmente Astoria capì che non era realmente in pericolo. Victor non voleva aggredirla, solo evitare che urlasse di sorpresa svegliando tutti. Finalmente cominciò ad allentare la pressione del suo corpo che ancora la schiacciava, anche Astoria si rilassò riprendendosi dallo spavento, ma Victor non si spostò del tutto.
Piano abbassò la mano che le copriva la bocca, indugiò con il pollice accarezzandole il labbro superiore e prima che Astoria avesse tempo di rendersene conto la stava baciando. Colta nuovamente alla sprovvista Astoria ci mise qualche secondo a trovare la presenza mentale di spingerlo lontano da sé, quando lo fece Victor si lasciò respingere senza opporre resistenza. Astoria era così arrabbiata che non trovò niente di pungente da dirgli.
Lui le diede un buffetto “Siete proprio sprecata per quello lì Astoria” le sussurrò sensuale e beffardo all'orecchio, aprì la porta e sparì senza aggiungere altro.

La colazione sotto al portico era ormai diventata una routine quotidiana per Astoria e Cheyenne. Astoria quella mattina, più che voler raccontare come era andato il suo appuntamento del pomeriggio prima, sentiva l'urgente bisogno di confidare all'amica quel che era successo al suo ritorno.
Prese un grande sorso di thè prima di cominciare a dirle “Ieri sera quando sono tornata nell'atrio c'era Victor...”
“Sshht!” la zittì improvvisamente Cheyenne, le guance della principessa di Piautos si arrossarono tutto d'un tratto. Cominciò a guardarsi intorno nervosa per assicurarsi che nessuno le stesse ascoltando, ma erano completamente sole.
“Non qui Astoria parleremo dopo te lo prometto” disse agitata, gesticolando animatamente. Pietrificata Astoria si rese conto di come stavano le cose. Victor era nella dependance perché stava uscendo di nascosto dalla stanza di Cheyenne, le occhiate nervose che le lanciava e l'imbarazzo non le lasciarono dubbi. Ma la cosa peggiore fu il pensiero di quello che per poco la principessa di Tabita non le aveva confessato.
Proprio in quel momento arrivò Anna con dei messaggi da palazzo per entrambe le principesse.
Astoria ancora sconvolta guardava le lettere che aveva in mano senza riuscire a decifrarle, le passò ad Anna che lesse “Ah la settimana prossima siete invitate tutte e tre a presenziare alle Udienze Reali e quest'altra vediamo...domani cominceranno le lezioni con il precettore”.
Anna le aveva detto che il Re le aveva organizzate durante il viaggio verso palazzo, nel turbine degli eventi Astoria se n'era completamente dimenticata.
“Bene! Astoria che ne dici di sgranchirci un po’ le gambe?!” cinguettò allegra Cheyenne lanciandole uno sguardo allusivo.

“C'è stata attrazione fin da subito Astoria, mi sono perdutamente innamorata di lui, nonostante sia un mascalzone questo lo so...”
Passeggiavano nel parco, erano passate davanti al cancello di cui i più ignoravano l'esistenza, i dolci ricordi della sera prima che evocava fecero sorridere Astoria facendole dimenticare per un momento i suoi guai.
“E cosa farai ora?” chiese preoccupata all’amica “Non lo so, in ogni caso era chiaro fin da subito che con Re Karl non avrebbe funzionato quindi almeno da quel punto di vista non ho rimpianti”.
Astoria decise che avrebbe taciuto il bacio almeno per il momento, Cheyenne era già abbastanza nei guai così e non aveva senso amareggiarla ulteriormente, dentro si sentì una traditrice.
   
 
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