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Autore: Haru Paradise    11/08/2020    0 recensioni
In una terra di miti e leggende, un giovane mago si troverà a fare una scelta che potrebbe cambiare il suo destino e delle persone a lui care, quando Morgana chiederà il suo aiuto. Il suo nome, Merlino.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Morgana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dolce tramonto

 
 
Quando fummo in vista delle mura della città ci eravamo entrambi irrigiditi; avevamo scoperto i nostri sentimenti poche ore prima eppure, ora, osservavamo con tristezza il luogo in cui avremmo dovuto nasconderli e reprimerli il più possibile. Eravamo così tesi da non riuscire a parlare < Anche se a quella distanza nessuno può ancora vederci chiaramente, mi sento come se debba già iniziare a fingere > risuonò mesta Morgana, nella mia mente. < Ti capisco; stiamo tornando a casa, eppure Camelot mi sembra così grigia…forse sto solo esagerando. Andrà bene vedrai. Iniziamo solo a prepararci > Cercai di infonderle sicurezza condividendo con lei le sensazioni ottimiste con le quali cercavo a mia volta di farmi forza. Ottenni l’effetto sperato, quando la vidi risollevarsi, anche se leggermente < Grazie > .
Quando giungemmo alla cittadella, mi sembrò tutto normale. Muovevo la testa guardingo, osservando l’area dinnanzi a noi: le guardie camminavano rigide mentre facevano la ronda, la servitù lavorava. Nessuno ci guardava in modo strano, solo cenni del capo e saluti verso di me ed ossequi ed inchini per Morgana. Tutto normale. Fu quando giungemmo alla scalinata di ingresso, mentre lo stalliere si apprestava a prendeva le briglie dei cavalli, che notai Gaius venirci incontro salutandoci…Gaius!!! Scesi rigidamente dal cavallo, costringendomi a guardarlo dritto negli occhi. Dovevo essere naturale < Merlino sei troppo rigido > < Lo so, ma tranquilla. Vedrai che saprò cavarmela, almeno spero >>. Ci chiese come era andata la giornata, mentre prendeva subito la borsa contenente le erbe che avevamo raccolto per lui. Si complimentò sia per aver rispettato la sua richiesta sia per la qualità del raccolto. Anche Gwen sopraggiunse dicendo a Morgana che le aveva preparato un bel bagno caldo per lavarsi dalla polvere. Nessuno parlò del fatto che fossimo tornati con un leggero ritardo o del fatto che Morgana avesse i capelli raccolti in una semplice coda e non con nella treccia che Gwen le aveva fatto in mattinata. Mi incamminai dietro Gaius e solo allora, da quando eravamo giunti al castello, mi voltai per guardarla. Avrei voluto stringerla a me, ma non ci restò altro da fare che salutarci con gli occhi ed incamminarci verso le rispettive stanze.
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Il bagno era stato un vero toccasana. Avrei tanto voluto che Merlino fosse con me, ma sapevo che non era possibile. A cena non lo avevo nemmeno potuto vedere; Artù era rimasto a mangiare nelle sue stanze, mentre compiva delle ricerche su di una creatura che portava scompiglio nei villaggi vicini e Merlino era rimasto con lui, per ovvie ragioni. Scossi la testa. Non riuscivo a togliermelo di mente. I suoi occhi, le sue mani, il- << Mia signora, vi serve altro? >> chiese Gwen a tradimento facendomi quasi sobbalzare. Recuperai in fretta l’autocontrollo << No Gwen, tranquilla. Ti ringrazio per i tuoi servigi, il bagno è stato particolarmente piacevole stasera. Ti sollevo dai tuoi incarichi per oggi. Buon ritorno a casa e buonanotte >> << Grazie mia signora, siete troppo gentile. Vi auguro una buonanotte e sogni d’oro >> rispose cortesemente Gwen prima di accomiatarsi. Dopo che rimasi da sola, presi una sedia e la posizionai davanti ad una finestra. Da lì potevo avere una bella vista sulla città bassa , incorniciata da un cielo stellato. Mi sedetti ammirando la vista notturna e crogiolandomi nei miei sentimenti. Preferivo mettermi a ricordare con piacere il pomeriggio trascorso e pensare a possibili sotterfugi per incontrarci in futuro, al riparo da occhi indiscreti, piuttosto che lasciarmi andare alla tristezza ed allo sconforto.
No, non sarebbe successo.
Non ora che avevo trovato finalmente la felicità.
Ora che avevo trovato qualcuno in grado di darmi una ragione per godermi la vita.
Ora che avevo trovato l’amore.
“Amore”. Mi trovai a gongolare come una ragazzina.
Lasciai vagare lo sguardo dalle luci delle case a quelle delle stelle presenti nel cielo notturno. Chissà cosa avrebbe avuto in serbo per noi il futuro.
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Chiusi la porta della mia stanze alle spalle, appoggiandomi contro e tirando un sospiro di sollievo. Gaius non aveva fatto ulteriori domande sulla giornata che avevamo trascorso nei boschi, anche se ogni tanto lo scoprivo a lanciarmi degli sguardi di sottecchi e, quando lo notavo, sorrideva sornione, come se sapesse qualcosa che lo divertiva, ma che io ignoravo. Sbuffai. Mi spinsi in avanti trascinandomi stancamente, verso il mio letto ove mi lasciai cadere sdraiato.  Molto meglio del pagliericcio nel rifugio. Un sorriso a trentadue denti mi comparve prima che potessi rendermene conto. La mia mente  tornò a quel momento riportandomi vivide come all’ora le sensazioni che provai; le sue labbra, i suoi capelli, il suo profumo…
La tristezza che avevo temuto di provare al ritorno era scomparsa; sì, è vero, mi sentivo vicino ed al contempo lontano da lei, nonostante fossimo sotto lo “stesso tetto”, ma il sentimento caldo e piacevole che mi vorticava nel cuore, mi faceva stare bene. Sapere che l’indomani, quando l’avessi rivista, avrei scorto nei suoi occhi, una traccia non solo della segreto magico che nascondevamo da settimane, ma anche di un segreto di cui solo noi due eravamo a conoscenza…il nostro << …amore >>. Mi misi una mano davanti alla bocca. Avevo dovuto dirlo. Anzi avrei voluto urlarlo al mondo intero.
Io amo Morgana.
Io la amo.
Mi misi a fissare il soffitto: seguì con lo sguardo le venature delle travi di legno fino ai loro nodi ed  osservai le crepe nell’intonaco…che di lì a poco mi sarebbe caduto addosso se non avessi fatto qualcosa al riguardo. Ridacchiai.
In questo momento della mia vita sto vivendo appieno il senso della parola felicità: nessun timore o paura si annidano più nel mio cuore. Adesso guardo al futuro con serenità e gioia, sapendo che se mai accadrà qualcosa al regno, avrò qualcuno al mio fianco. Sempre.
Per quanto l’eccitazione me lo impedisse, mi costrinsi a cercare di assopirmi. Mentre scivolavo nel sonno percepì ancora la sua voce. Era rabbiosa e perentoria.
Mi chiamava a sé; lo faceva dal giorno in cui mi ero rivelato a lei.
Non sapeva arrendersi, glielo devo concedere.
Già, dovevo proprio riposarmi, visto che avrei avuto bisogno di tutte le mie forze per discutere con lui.
Riuscì ad allontanarlo dalla mia mente e, di lì a poco, mi addormentai.
  
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