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Autore: LittleBunny    11/08/2020    1 recensioni
"E'... è assurdo." esclamò incredulo, per poi guardare Hiyori "Come hai fatto? Come hai fatto a fare un esserino così perfetto?? Neanche mille divinità insieme avrebbero potuto fare di meglio."
"Beh... le altre divinità non sono il Dio Yato." sussurrò in risposta l'altra, arrossendo appena, con un sorriso ancora più largo.

[Ipotetico futuro dove Yato e Hiyori sono sposati]
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiyori Iki, Yato
Note: Kidfic, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ForVale234234 ★ Fanfiction creata per una challenge (Prompt : 'Child Fic/Parents'')


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"Coraggio Yato, questa volta andrà tutto bene."

Nonostante la mano di Kazuma poggiata sulla sua spalla in segno di conforto, Yato non rispose e continuò a fissare il vuoto.
Era seduto nella sala d'attesa dell'ospedale, nella quale era ricoverata sua moglie, la schiena inclinata e lo sguardo puntato a terra.
Stava passando un periodo d'inferno da quando sua moglie era stata maledetta - facendogli perdere il suo primogenito - e non aveva fatto altro che incolparsi per tutto quello successo.
Era un pessimo marito, che non riusciva a proteggere la persona amata, e un pessimo padre, che non era riuscito a salvare il suo nascituro.
Ricordava ancora quel giorno, l'atmosfera pesante nella stanza, il corpo esamine del neonato steso sul lettino, i singhiozzi incessanti della mora.
Ricordava anche che, istintivamente, nonostante sapesse, sfiorò la piccola manina del piccolo, dandosi dello stupido mentalmente per essersi sorpreso di quanto freddo fosse.
Quella mano non avrebbe mai stretto il suo dito.
A quel punto, si era chiesto se fosse giusto stare ancora insieme a Hiyori, se fosse giusto costringerla ad una vita di perenne sofferenza ma la ragazza, che ormai era in grado di leggergli dentro, gli aveva dato un pugno alla prima occasione, seguito da un soffice bacio.

'Ce la faremo.' gli aveva detto, con un sorriso 'Insieme.'

Rimembrava ancora di come l'aveva stretta forte a sè e, senza vergogna, si era dato ad un pianto senza fine fra le sue braccia, ripetendosi quanto fosse uno stupido ma al contempo molto fortunata ad averla accanto.
Tuttavia, nonostante le sue parole, Yato aveva fatto tanto, tantissime cose che non poteva dire all'altra.
Di come aveva ingannato, ucciso senza pietà, pur di raggiungere il suo scopo : salvare sua moglie e la sua futura prole.
Ma sembrava esserci riuscito, in qualche modo, e si ritrovavano di nuovo nella stessa situazione ma senza maledizione alcuna a bloccare la loro felicità.
... Almeno, così credeva.
Un medico era entrato poco dopo il travaglio dicendo che c'erano state delle complicanze ma che era tutto sotto controllo ma ciò non consolava per niente il povero Yato, che sentiva che era qualche punizione divina: non meritava alcuna felicità, non importava quanto gli altri cercassero di dirgli il contrario.

"Insomma Yato, piantala."

A ridestarlo da quella nube depressa, la voce di Yukine e il successivo schiaffo che ne susseguì.

"Lo so che sei preoccupato, lo siamo tutti, ma lei ha bisogno di te! Devi credere in lei!!"

A quel punto, finalmente Yato alzò lo sguardo verso l'alto e sorriso: aveva ragione.

******

Nonostante si fosse fatto coraggio, quando un'infermiera avvisò che era andata tutto bene e che ora potevano visitare la donna e la nascitura, Yato si era tirato indietro.

'Andate prima voi!' aveva detto come se nulla fosse, cercando di sembrare il solito spensierato 'Io andrò quando saremo rimasti soli soletti. Sapete, un uomo ha pur bisogno di un po' di intimità con la propria mogliettina adorata, eheh!'

Nessuno credeva alle sue parole ma apprezzò che fecero finta di nulla e fecero come gli era stato chiesto.
Voleva approfittare di quell'attimo di pace per farsi coraggio ma, più passava il tempo e più gli stava prendendo un'ansia incontrollabile.
Magari, visto che non c'era nessuno, poteva sfuggire dalla finestra e-
Proprio quando stava pensando ad un modo per fuggire da quella situazione, un 'oddio che carina, l'avrei riempita ancora di baci!' di una Kofuku estasiata lo bloccarono sul nascere.
Oramai non aveva più scuse : doveva andare da Hiyori e loro figlia.
Deglutì rumorosamente e, con passo lento, si diresse nella loro stanza.

"EHI!" aveva esordito appena entrato, posando l'indice e il medio sulla fronte e tirando fuori la lingua, in un vano tentativo di fare lo stupido "Come sta la mia Hi-Yo-Rin-?"

Perse improvvisamente l'uso della parola come vide il lettino dove ora era sotto le coperte la sua bambina.

"Sta dormendo." mormorò la mora con un sorriso stanco "Puoi prenderla se vuoi."

"N...Nah, starà bene così. Se ha preso il caratterino della madre, potrebbe urlarmi se la sveglio."

Si avvicinò alla culla con cautela, deglutendo di nuovo.
In realtà, aveva paura di romperla e di rovinare tutto, in qualche modo.
Tuttavia, per un istante, le sue paure sembrarono scemare quando fu abbastanza vicino da vedere le guance paffute della bambina, gli occhietti chiusi e la sua pancia che faceva su e giù, segno che stesse respirando regolarmente.
Con una certa esitazione, posò il dito sulla sua guancia, accarezzandola lievemente.
Si ritrovò a tremare lievemente dall'emozione, notando come fosse calda e soffice al tocco.

"E'... è assurdo." esclamò incredulo, per poi guardare Hiyori "Come hai fatto? Come hai fatto a fare un esserino così perfetto?? Neanche mille divinità insieme avrebbero potuto fare di meglio."

"Beh... le altre divinità non sono il Dio Yato." sussurrò in risposta l'altra, arrossendo appena, con un sorriso ancora più largo.

Anche Yato arrossì alle sue parole e fece per andare a baciarla quando una leggera stretta alle dita lo ridestarono.
Eccola lì, la sua piccolina, con gli occhi semi aperti che gli rivolgeva un dolce ma buffo sorriso.
Sembrava che volesse dirgli 'va tutto bene, io sto bene.'
Gli occhi del corvino si fecero immediatamente lucidi e delle calde lacrime scesero sulle sue guance, per la gioia di quel momento.
Stropicciandosi gli occhi con il braccio libero, si tirò su col naso, pensando che, davanti alla figlia, doveva dimostrarsi forte, in qualche modo.
Almeno il minimo.

"Ben arrivata a questo mondo." le sussurrò a quel punto, dandole un soffice bacio sulla fronte.
   
 
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