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Autore: H_A_Stratford    13/08/2020    5 recensioni
«Io…» mormorò Spencer ancora con la mano sulla maniglia della porta. Che fare ora?
Aveva pensato a tutta la notte alle parole della ragazza e in quel momento nessuno dei discorsi pre impostati sembravano funzionare.
«Ho realizzato che niente è normale tra di noi. Tu sei tu, io sono io e insieme… il caos cosmico» ammise la ragazza mordicchiandosi leggermente il labbro. Reid stava per ribattere sul caos cosmico ma si rese conto che non era il momento. Camminavano già abbastanza sui cocci per poter aggiungere carne al fuoco. Però allo stesso tempo non riuscì a trattenere un sorriso.
«E non voglio perdere quello che abbiamo, qualunque cosa sia» continuò guardandolo. «Prometto che ti lascerò tutto lo spazio che ti servirà, tu credi di poter creare un posto nella tua vita per me?»
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Spoiler ottava stagione. Non segue linearmente la serie.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13
 
E alla fine, non sono gli anni della tua vita che contano.
E’ la vita che c’è stata nei tuoi anni.
-Abramo Lincoln
 
«Ogni tuo desiderio è un ordine» disse Garcia rispondendo al telefono al primo squillo. Dall’altra parte della linea una fin troppo indaffarata Athena quasi non si accorse delle parole della ragazza. Ormai si era abituata a come Penelope rispondesse al telefono, quasi non ci faceva più caso.
«Garcia?» disse Athena sistemando meglio il telefono all’orecchio mentre correva dall’altra parte del campus per non arrivare in ritardo a lezione. «Ecco, c’è Spencer nei paraggi?» continuò. Aveva solo dieci minuti prima di andare a prendere posto a sedere. Poteva farcela.
«Sola nella mia bat caverna, devo passartelo?» rispose Penelope con un mezzo sorriso. Parte di lei sperava che la ragazza avesse chiamato per parlare con lei.
«No!» quasi urlò Athena attirando l’attenzione di un paio di studenti vicino a lei. «Ho bisogno di te» si spiegò cercando di tornare ad avere un minimo contegno. Sul volto di Garcia si aprì un meraviglioso sorriso.
«Dimmi tutto, biondina».
«Settimana prossima è il compleanno di Spencer, volevo sapere se stesse organizzando qualcosa perché ho in mente-» iniziò a parlare Athena che ormai era arrivata davanti all’aula. Aveva passato gli ultimi giorni a raccogliere idee per il compleanno del ragazzo e soprattutto per il suo regalo. Era piene di spunti ma nessuno sembrava essere quello giusto. A tratti le sembrava tutto esagerato e altre volte tutto troppo poco.
Aveva decisamente bisogno di aiuto.
«Oh, farò di ogni tuo desiderio un ordine» la interruppe Garcia sorridendo divertita.
 
 
Athena era nervosa. Era il 26 ottobre e Spencer era via per un caso che sembrava interminabile. Mancavano solamente due giorni al suo compleanno e la possibilità che tutto il suo lavoro, con il prezioso aiuto di Garcia, sarebbe stato vano.
Ovviamente sapeva che con il suo lavoro imprevisti del genere sarebbero capitati, dopotutto aveva preparato anche un piano B e C, ma sperava di non dover ricorrere a tanto. Era la prima volta che festeggiavano insieme, voleva che fosse speciale.
Era tornata a Washinton di nascosto da lui, aveva quattro giorni prima di dover ripresentarsi a lavoro, così da sorprenderlo fino in fondo. Era stata dura convincere Beth a tenere il segreto, ma alloggiando da lei era riuscita a portarla dalla sua parte. Beth era quel tipo di ragazza che non sapeva tenere alcun segreto, aveva bisogno di dire al mondo ogni piccola cosa. Per fortuna non era ancora entrata in contatto con Garcia, sarebbe stata la morte di Athena.
«E se non dovesse tornare in tempo?» chiese Beth passando un calice di vino all’amica. Athena sorrise appena e prese in mano il bicchiere per prendere un sorso.
«Piano B» rispose la bionda stringendosi appena nelle spalle. Si sistemò meglio sul divano e spostò lo sguardo sul film alla televisione che avevano smesso di seguire da una buona mezzora.
«Oh, quasi spero che non torni così ti avrò per me per altri quattro giorni» disse Beth con la voce più dolce che le venisse dopo aver poggiato la testa alla sua spalla. Athena scoppiò a ridere.
«Non ridere! Quando tornerà ti trasferirai da lui e io non ti vedrò per un altro milione di anni» ribatté la mora corrugando appena la fronte. Nonostante si sentissero in continuazione per telefono, le era mancato avere la sua compagna di avventure in carne ed ossa accanto e lei.
Athena per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. «C-cosa?» mormorò quasi senza voce.
«Non hai pensato a…?» disse Beth tornando diritta.
«No!» quasi esclamò la bionda e si fermò di colpo. Guardò negli occhi l’amica. «Oddio» aggiunse mentre il suo cervello connetteva tutti i puntini. Si passò la mano libera sul viso e in un sorso buttò giù l’intero contenuto del calice.
«Okay, ora dimmi perché sei andata in completa modalità panico» disse Beth quasi spaventata dal comportamento dell’amica. Le riempì nuovamente il bicchiere e aspettò che parlasse.
«Non posso credere che mi sia talmente abituata ad avere zero contatto con Spencer che non ci abbia pensato» disse Athena guardando un punto indefinito della sala. Prese un respiro profondo e si girò verso l’amica. «Come ho fatto a…?» continuò a parlare ma ad un certo punto le parole le morirono in gola. Improvvisamente anche il divano era scomodo e si alzò in piedi.
«Io che non ci penso» disse quasi più a se stessa che a Beth, che nel mentre era rimasta in silenzio per far sfogare l’amica. «Oddio, non sono una maniaca ma neanche-» continuò a dire ma nuovamente le parole morirono in gola. Prese un sorso di vino e fissò l’amica in cerca di risposte. Beth dal canto suo prese un respiro profondo e le fece segno di tornare a sedere accanto a lei.
«Lo hai detto anche tu, non sei abituata ad avere contatto con lui e questo è diventato normale per te, anche non pensarci» rispose Beth sorridendo appena all’amica anche se lei stessa era confusa. «Vi verrà naturale quando meno ve lo aspetterete.»
«A volte è così…» disse la bionda gesticolando appena. «Complicato» ammise e prese l’ennesimo sorso di vino. «Non è mai stato complicato con nessun altro e questo mi spaventa. Basta così poco per farlo indietreggiare anni luce che forse tutta questa festa a sorpresa è un disastro programmato».
 
 
Era la mattina del 28 ottobre 2017 ed era il compleanno di Spencer. 27 anni, ma sembrava ne avesse già vissuti una cinquantina per tutte le esperienze fatte.
Per Athena, quella mattina, fu anche la prima volta in cui realizzò che Spencer avrebbe potuto non esserci per le date importati. Non le era mai pesata la lontananza, l’incertezza dovuta al suo lavoro, ma quel giorno era come se un enorme macigno si fosse posato sulle sue spalle.
Si era innamorata di un uomo che sarebbe stato capace di mancare anche al suo stesso matrimonio.
Quest’ultimo pensiero la fece quasi scoppiare a ridere e finalmente la sua mente si concentrò su altro.
Dall’altra parte della costa, invece, Spencer era sveglio da un paio di ore. Lavorare il giorno del suo compleanno non gli pesava, l’intera squadra gli aveva portato un cupcake per colazione con una candelina ed era felice così. Athena doveva ancora chiamarlo ma non era preoccupato. Il sabato dormiva sempre fino a tardi, sapeva che lo avrebbe chiamato durante la giornata nonostante il caso.
Sì, avrebbe decisamente chiamato.
 
Athena stava per chiamare Spencer quando Penelope la anticipò e le comunicò che il caso era chiuso. Il loro aereo sarebbe atterrato per le 22:50 e anche se il tempo non sarebbe bastato per i piani delle due bionde, ad Athena venne in mente un’idea migliore.
Quando alle 23:25 Spencer si trovò davanti al portone del suo palazzo era a dir poco demoralizzato. Athena non aveva chiamato, solo un messaggio per fargli gli auguri e non sapeva come interpretarlo. Si era già stancata di lui?
Salì le scale svogliatamente, impegnandosi a non trascinare il borsone sui gradini. Quando arrivò alla cima dell’ultima rampa il suo cuore quasi perse un battito.
Athena era poggiata al muro di fianco alla sua porta, con lo sguardo abbassato verso la borsa e due sacchetti ai suoi piedi. Non appena sentì i passi di lui avvicinarsi alzò immediatamente lo sguardo e sorrise al ragazzo. 
«Ehi festeggiato» disse Athena mettendosi diritta con la schiena. «Abbiamo ancora – aggiunse per poi guardare l’orologio sul polso—32 minuti per festeggiare il tuo compleanno».
Spencer sorrise e annullò le distanze tra loro due il più velocemente possibile. La prese tra le braccia e la strinse a sé. Il miglior ritorno a casa di sempre, pensò mentre il profumo di lei gli riempiva le narici.
«Sorpresa» disse la bionda alzandosi sulle punte dei piedi per arrivare all’altezza del ragazzo per poi baciarlo.
Impiegarono qualche minuto a staccarsi completamente ed entrare in casa e sistemarsi. Ovviamente Athena aveva recuperato del cibo cinese, sapendo che il ragazzo aveva quasi completamente saltato la cena. Inoltre ogni scusa era buona per fare uno spuntino di mezzanotte.
«Come hai fatto?» riuscì solamente a chiedere Spencer, ancora spiazzato per la sorpresa. Ora capiva come si era sentita lei quando si era presentato al matrimonio, pensò e non poté fare a meno di sorridere.
«Ti ho mai parlato di Penelope Garcia?» rispose la ragazza retorica posando le due buste piene di cibo sul tavolo. Spencer scosse appena la testa divertito. Poche volte nella vita era stato così felice.
 
 
Mancavano appena tre minuti alla mezzanotte e Spencer e Athena erano seduti sul divano, uno appoggiato all’altra, a parlare degli argomenti più svariati.
La ragazza aveva preparato un’intera serata d’intrattenimento ma sia la stanchezza che la voglia di parlare con Spencer senza l’utilizzo del telefono avevano preso la meglio.
Spencer non era mai stato così tanto a suo agio con una persona come in quel momento con Athena. Aveva la testa si lei poggiata sulla spalla e le loro dita sembravano aver vita loro, impegnate e giocherellare tra loro per tutto il tempo.
«Uh, mancano due minuti» disse la bionda non appena il suo sguardo si posò sull’orologio appeso al muro. Il ragazzo guardò a sua volta l’orologio e prese un respiro profondo.
«C’è stato un momento oggi in cui ho pensato che ti fossi già stancata di me» ammise Spencer dopo essersi schiarito la voce. Non sapeva neanche lui perché lo avesse tirato fuori, ma ormai non poteva farsi indietro. Athena in tutta risposta ridacchiò appena.
«L’unico modo per non farti sospettare nulla era non chiamarti» rispose semplicemente lei alzando lo sguardo per guardo. «Inoltre ho passato tutta la giornata a correggere compiti, era la scusa perfetta» ammise e Spencer sorrise. Spesso le aveva parlato di quanto i suoi alunni fossero tanto adorabili quanto impegnativi. La vedeva così felice e adorabile che quasi gli sembrò irreale. Con il braccio che circondava le sue spalle la strinse a sé.
«E poi te l’ho detto, se fossi voluta scappare lo avrei fatto ai tempi della recensione completa su Stars War» quasi gli fece il verso divertita. Spencer roteò gli occhi e si girò con il busto verso di lei.
«Non sei simpatica» iniziò a dire ma venne interrotto dalla ragazza.
«Oppure quando nel bel mezzo di un discorso normalissimo ti sei messo a parlare di biogenetica» continuò la bionda contando con le dita come per enfatizzare le sue parole. «Oppure prima di-» riprese a parlare ma Spencer scelse di zittirla con un bacio, lasciandosi andare nel momento. «Innamorami di te» concluse Athena con le labbra ancora a pochi centimetri da quelle del ragazzo.
   
 
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