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Autore: V4l3    14/08/2020    3 recensioni
Dal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l’avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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-Mi dispiace di averti coinvolta con Camille, forse era meglio evitare - ammise Jason dopo diversi minuti di silenzio, mentre la macchina procedeva lenta nel traffico cittadino della sera

–Non preoccuparti- rispose lei arrossendo, continuando a guardare fuori dal finestrino e ripensando a quanto successo fino a quel momento: alla sensazione che le aveva fatto poter sfiorare il viso dell'uomo che amava, l'attimo in cui stavano per baciarsi chiedendosi che cosa avrebbe provato, sentendo il suo stomaco stringersi al pensiero, fino alla frase pronunciata da Jason verso Camille sul matrimonio, che le aveva fatto avere una scarica di adrenalina

Sperò di arrivare presto a casa, aveva bisogno di rimanere da sola e ritrovare quella calma che in quella giornata si era dissolta per le troppe emozioni, si sentiva andare a fuoco e la cosa che la metteva in un certo modo a disagio era la necessità che cresceva dentro di lei di volerlo sfiorare, di poterlo toccare, di poter sentire la sua voce, guardarlo, parlargli, l'esigenza che sentiva di lui; allungò lo sguardo e deglutì vedendolo assorto, ringraziandolo mentalmente per non aver detto nulla di quanto accaduto, probabilmente non avrebbe retto un confronto, si era già esposta troppo

Sospirò quasi di sollievo riconoscendo la casa della famiglia di Jason, ma invece di lasciarla scendere, appena finì di fare manovra, una volta spento il motore, le prese una mano lasciandola completamente di stucco.

Si voltò lentamente, la gola chiusa, vedendo le sue piccola dita essere avvolte in quelle grandi e calde dell'uomo, quel gesto così intimo la fece tremare e come già successo a casa, lo vide portarsela alle labbra; Alex credette di morire quando sentì la bocca di Jason posarsi sul dorso, un tocco leggerissimo eppure così intenso da farla rabbrividire

-Grazie Alex- le disse con ancora la sua mano a sfiorare quelle labbra, lo guardò sentendo il sangue bollirle nelle vene

–Per cosa?- chiese con voce strozzata e lo vide sorridere sulla sua mano, guardandola

-Per quello che mi hai detto oggi- le rispose sfiorandola ancora una volta

–E'molto importante per me sapere che ai tuoi occhi non mi devo vergognare- e lei si ritrovò a sorridergli sperando che il tempo si fermasse qualche secondo per poterle permettere di vivere ancora quell'istante e ancora una volta avrebbe voluto dar voce a tutto quello che sentiva e provava, avrebbe voluto poter sfiorare di nuovo il suo viso, avrebbe voluto tante altre cose, ma qualcuno bussò al finestrino dissolvendo quell'attimo di intimità, Jason sbuffò lasciandole la mano per incrociare lo sguardo e il ghigno di suo fratello Will

–Disturbo?- chiese, la voce un po' ovattata, ma ben udibile, Jason sospirò aprendo lo sportello

-Se dicessi di sì, cambierebbe qualcosa?- chiese sarcastico, scendendo dall'auto seguito da Alex, ancora rossa come un peperone

-Ciao Alex- la salutò Will e lei ricambiò subito salutandolo nel modo più naturale che in quel momento riuscisse a tirare fuori

–Fratellino, è bello rivederti- Will si rivolse poi a Jason che lo guardò di malavoglia sospirando e alzando gli occhi al cielo dirigendosi verso l'entrata di casa, non prima di aver visto come quell'imbecille di suo fratello facesse un gesto cavalleresco verso Alex facendola passare per prima, nel salire le scale; aprì velocemente la porta di casa togliendosi la giacca, dirigendosi a prendere un sorso di acqua sulla tavola già apparecchiata per la cena, pensando al tempismo del fratello e chiedendosi fin dove davvero si sarebbe spinto se avesse continuato a quel modo nei confronti di Alex

-Avete fatto un bel giro della città?- la voce di Will lo infastidì, sperava di non doverlo affrontare, ma sembrava non vedesse l'ora di parlare con lui

-Sono stato da un cliente- specificò vedendolo prendere la bottiglia di vino e versarsi un goccio nel bicchiere che aveva davanti

-Anche Alex fa il tuo lavoro?- gli chiese abbozzando un sorriso di circostanza, Jason lo guardò serio incrociando le braccia al petto

-Cosa c'è, Will? Non mi piace quando giri intorno alle cose- lo vide sorridere posando il bicchiere

-Effettivamente volevo parlare un po' con te, vuoi che prenda un appuntamento?- Jason fece una smorfia per quel modo di fare 

-Andiamo nello studio di sopra- disse lapidario, era inutile evitarlo o girarci intorno, avrebbe dovuto parlare con lui, così si avviò verso le scale seguito dal fratello che passando davanti al salotto, sorrise ad un Alex spaesata vedendoli sparire verso il piano superiore.

Si sedette sul divano non sapendo bene cosa fare, quell'occhiata di Will l'aveva un po' preoccupata, non sapeva che aspettarsi da uno come lui e Jason non era sembrato molto felice, si chiese se avessero litigato come alla cena che c'era stata, sperando vivamente che la cosa non si ripetesse, ma i suoi pensieri vennero interrotti dall'arrivo a casa anche della signora Margaret che la raggiunse in salotto

-Oh, ciao cara- la salutò affabile, aveva il viso molto stanco e anche la sua postura sembrava essere leggermente meno fiera

-Buona sera, come sta suo marito?- le chiese Alex, sapendo che la donna passasse tutto il giorno al fianco del marito

–E' cosciente- rispose la donna sedendosi sul un lato del divano e reclinando leggermente la testa indietro

–Non è più in pericolo, ma la situazione è ancora piuttosto complicata- aggiunse sospirando e chiudendo gli occhi cercando di rilassarsi al tepore del fuoco e alla morbidezza della seduta

–I medici hanno detto che il suo stato è piuttosto grave, purtroppo ha i reni molto affaticati e il cuore è ancora debole- le comunicò

–Signora, mi scusi, per la cena conto 3 persone?- chiese la cameriera portando alla signora un bicchiere di vino e qualche tartina che posò sul tavolino basso, la donna riaprì gli occhi sospirando

–Si, grazie Rose, credo che i miei figli verranno domani a cena con i rispettivi compagni- disse sorseggiando un pò dal suo bicchiere, la cameriera fece un cenno d'assenso con il capo per poi dileguarsi

Di Jason e suo fratello si erano perse le tracce ormai da almeno un'ora, nella quale Alex era rimasta a chiacchierare con la Signora Margaret, una donna agli occhi della ragazza, davvero molto bella, nonostante non fosse più una ragazzina come aveva detto lei stessa pochi attimi prima, sembrava una persona davvero dolce e comprensiva, Alex si chiedeva come mai una donna così avesse permesso che il figlio venisse trattato con tanto distacco dal padre, ricordando i racconti di Liz e Jason stesso

Lo scendere le scale velocemente da parte di qualcuno, le fece però voltare verso l'ingresso del salotto dove comparve Will visibilmente alterato

-Will! Tutto bene?- Margaret si alzò andandogli incontro, lui sbuffò ricordando ad Alex il fratello che però non sembrò voler scendere

-Sì, sì, mamma, io vado, ci vediamo domani- disse mettendosi velocemente il cappotto e la sciarpa

-Will, sei scuro di stare bene?- insistette Margaret, per nulla convinta del comportamento del figlio -Jason?- chiese vedendo un sorriso amaro comparire sul volto dell'uomo

-Abbiamo avuto una piacevole chiacchierata, devo andare- le informò per poi darle un leggero bacio su una guancia –Ciao Alex, ciao mamma- così dicendo uscì velocemente da casa senza aggiungere altro, lasciando le due donne disorientate.

Margaret sospirò pesantemente scuotendo la testa per poi voltarsi verso Alex

-Credo che possiamo iniziare a mangiare, che ne pensi? - le chiese con un sorriso sincero che Alex si ritrovò a ricambiare

****

–Non ti manca casa, cara?- le chiese la donna guardandola con occhi dolci

–A dire il vero mia madre era la mia casa, ma venendo a mancare...- la donna fece un cenno d'assenso con il capo, voleva approfittare di quel momento per capire un po' meglio la situazione tra suo figlio e Alex, visto che Jason non si era, come al solito, dilungato nelle spiegazioni e la cosa la insospettiva e non poco.

–So chi sei e chi era tua madre, Alex, mi dispiace tantissimo, Jason mi ha accennato- aggiunse la donna toccandole gentilmente la mano

–Grazie Margaret- la donna le sorrise apprensiva

–Come mai sei venuta a stare con Jason?- le chiese e Alex sospirò guardando il piattino dove prima c'era la deliziosa cena che la cameriera aveva servito

–Mia madre mi ha costretto a raggiungere Jason, per proteggermi da persone poco raccomandabili- confessò, era assurdo mentire e lei non ne era davvero capace

–La famiglia di tua madre, vero?- Alex fece un leggero cenno d'assenso

–Mio nonno più precisamente, ma credo che possiamo includere tutti, visto che nessuno a quanto ne so l'ha mai aiutata- disse e sentì di nuovo tutta la rabbia e la frustrazione per quello che sua madre aveva subito

-Come avete vissuto?-chiese Margaret interessata

–Abbiamo vissuto in diverse città in Italia, mia madre voleva darci, ma soprattutto darmi, la possibilità di vivere una vita più normale- Alex la guardò –questo è quello che si è augurata prima di morire- Margaret ascoltò in silenzio, chiedendosi in che guai questa ragazza stesse cacciando anche il figlio; ricordava un tempo, ormai lontano, in cui Jason aveva cercato di aiutare Emma, si era addirittura rivolto a suo padre, mettendo da parte l'orgoglio, ricordava bene il rancore che trasformò lo sguardo del figlio quando quella ragazza scomparve letteralmente, un anno in cui Jason cambiò radicalmente, diventando più chiuso, più introverso, colpevolizzandosi e colpevolizzando forse anche troppo quel padre che secondo lui non l'aveva aiutato.

-Vivi con Jas?- chiese sorridendole e Alex fece un cenno d'assenso con il capo

-Da qualche mese, lavoro al pub di Mike- aggiunse

Il loro parlare venne però interrotto dall'arrivo di Jason, entrambe le donne lo videro comparire nel tinello dove stavano finendo la cena e Alex sentì un brivido percorrerle la schiena guardandolo in volto, c'era qualcosa che non andava

Jason, si avvicinò al tavolo sedendosi accanto alla madre, dopo averle dato un leggero bacio sul capo

–Tutto bene Jas?- chiese la donna con sguardo preoccupato, Jason fece un leggero segno d'assenso, ma Alex aveva visto il suo sguardo scuro, gli occhi cerchiati da leggere occhiaie, non sembrava stesse tanto bene

–Benissimo- mentì apertamente bevendo un po' d'acqua –voi? – chiese prendendo un pezzo di pane, guardava il tavolo senza vederlo davvero; la discussione con Will lo aveva turbato, c'era da aspettarselo, ma sperava di trovare il modo di affrontarlo, rivelando al contrario, quanto lui e suo fratello fossero distanti e tutto quel parlare gli aveva fatto scoppiare un mal di testa di proporzioni notevoli, tanto da obbligarlo a prendere un analgesico e mettersi qualche minuto nella sua camera al buio; ripensandoci, probabilmente aveva sbagliato a parlare in quel modo al fratello, forse sarebbe stato meglio non farsi prendere dall'ira e rancori che si portavano dietro, ma quando Will aveva chiesto esplicitamente del rapporto che legava lui e quella ragazza, si era reso conto di aver parlato solo dopo che la mente tornasse lucida

-Stavo intrattenendo la nostra Alex che ha dovuto subire le chiacchiere di una vecchia signora, tu?- esordì la madre riportandolo con la mente a quel tavolo e scorgendo il sorriso della ragazza che lo portò a sospirare

–Ho una forte emicrania - ammise prendendo un pezzetto di arrosto

–Di che parlavate di bello?- chiese accennando un sorriso mentre masticava un pezzetto di carne, la donna sospirò prima di rispondere

-Alex mi stava raccontando di sua madre a dire il vero e del fatto che è stata costretta a vivere con te- Jason s'irrigidì a quelle parole, bevendo una lunga sorsata di acqua per deglutire il boccone; guardò verso la ragazza che sembrava tranquilla e a proprio agio

Aveva sperato che sua madre evitasse di intromettersi, quantomeno non direttamente con Alex, sapendo che l'unico suo scopo era quello di sapere, di capire, ma anche questa volta aveva sperato invano: sua madre aveva colto l'occasione di poter stare sola con Alex per intraprendere quella chiacchierata, auspicandosi probabilmente di scoprire altro rispetto a quanto lui gli aveva detto.

–Ma davvero?- chiese e il suo tono non sfuggì ad Alex che lo guardò un pò sorpresa; aveva passato la cena con Margaret, parlando di tutto, dei loro viaggi, conoscendo un po' meglio la famiglia di Jason, era stata una serata tranquilla, tanto che le domande della donna non l'avevano per nulla turbata

-E che altro ti ha detto la nostra Alex?- chiese quest'ultimo alla madre con la quale si scambiò uno sguardo intenso che però Alex non riuscì a decifrare

–Non guardarmi così, Jason- disse la donna distogliendo lo sguardo –stavamo solo facendo due chiacchiere, non stavo certo facendo il terzo grado alla ragazza- disse risoluta

–Ah no? Forse perchè lei non sa come sei abile a far parlare le persone- disse Jason stranito 

–Se non fossi arrivato io, magari adesso avresti anche saputo il suo gruppo sanguigno- aggiunse sprezzante e la donna lo fulminò con un'occhiataccia

–Non essere maleducato, non lo sopporto!- Alex si strinse nelle spalle, era strano vedere quella donna così dolce, diventare una leonessa e non le piaceva che Jason parlasse in quel modo

–Volevo solo capire cosa nascondessi, non puoi pensare che la tua famiglia non si preoccupi per te e visto che sei sempre così restio a parlare della tua vita, ho solo saputo una cosa già piuttosto ovvia- affermò – una ragazza che viene qui a cercarti come minimo ti frequenta- aggiunse –certo, sapere che vivete in quella casa insieme non è certo una cosa positiva, visto l'età di entrambi- il volto di Alex divenne di mille colori e incassò la testa nelle spalle, quanto avrebbe voluto sparire

–Ma certo, prima è toccato a Will parlarmi, ora a te!- disse Jason con un ghigno

–Tuo fratello sta sgobbando per far fronte al lavoro lasciato in sospeso da tuo padre, dovresti aiutarlo- la voce di Margaret era stanca, ma il suo tono rimase fermo e severo, Jason bevve ancora un altro sorso senza voltarsi verso di loro, Alex si sentì subito di troppo

–Will sa fare il suo lavoro, mamma, lascialo stare- replicò lui sospirando –inoltre ha anche l'aiuto di tua figlia, non è poi solo- aggiunse; seguirono attimi di silenzio, Alex osservava in imbarazzo il tavolo davanti a lei sentendosi in colpa, probabilmente aveva messo in seri guai Jason venendo a trovarlo

–Dal momento che sei qui, sarebbe opportuno che aiutassi i tuoi fratelli negli affari di famiglia, Jason- l'uomo si girò verso la donna e il suo sguardo era nero come le tenebre, aveva irrigidito tutto il corpo alla frase della madre

–Opportuno?- chiese derisorio –Da quando usi questo genere di linguaggio con me?- chiese visibilmente seccato, la donna lo guardò negli occhi senza mai abbassare lo sguardo

–Da quando tu hai messo un muro tra noi e te- disse lapidaria e la cosa lo colpì, serrando la mascella

–Io avrei costruito un muro? Davvero?- sembrava profondamente ferito dalle parole della donna, Alex non sapeva cosa fare, sarebbe scappata, ma alzarsi in quel momento le sembrava altrettanto impossibile

–Sì, Jason- confermò la donna –sai bene che ho sempre appoggiato le tue scelte e quello che hai deciso di fare, ma non posso negare il fatto che tu hai fatto di tutto per tenerci lontano dalla tua vita- disse la donna girando lo sguardo verso Alex che arrossì e abbassò lo sguardo colpevole

–Vive da te da mesi, ma tu ti sei ben visto dal venirci ad informare che vivessi con una ragazzina così giovane e per giunta figlia della tua prima cotta! - aggiunse sorseggiando il suo vino

-Oh, ma allora sono arrivato giusto in tempo per dirti che Alex è la mia futura moglie- attaccò con un gran sorriso Jason, pietrificando totalmente sia la madre che Alex.

-Che cosa?- Margaret cercò di parlare riprendendosi dallo stupore di quella frase, vedendolo sorridere di sbieco

– Smettila di giudicare tutto dalle apparenze, come hai sempre fatto, mamma- la voce di Jason era profonda e tetra –la mia vita non è più affar vostro, da tempo ormai! Dici di avermi appoggiato, ma non è così, eri solo stanca di sentire le lamentele di papà che faceva di tutto per farmi diventare quello che lui voleva, hai solo scelto la situazione meno sgradevole, ma non mi hai appoggiato nel vero senso della parola! Tu non sai proprio niente di me, figuriamoci di quello che c'è tra me e Alex!- la donna aprì lo sguardo ferita dalla frase del figlio

–Da quando sono andato a vivere lì, non ti sei mai degnata di venire a trovarmi, mi chiamavi solo per obbligo genitoriale accusandomi di non farmi sentire, quando la prima ad aver tagliato i ponti con il figlio sei stata tu!- la donna posò il calice, tremava un poco

–Non ti permetto di parlami così Jason! – alzò la voce e colpì con una mano il tavolo facendo tintinnare le porcellane e i bicchieri –Sono stata io a convincere tuo padre a lasciarti andare e farti vivere come volevi, non scordarlo! Anche io mi sono sacrificata per la tua scelta, pensi che sia stato bello continuare a litigare con lui perchè avevo appoggiato la tua decisione?- la donna si alzò fronteggiando il figlio

–Non lo è stato Jason, tante volte l'ho fermato dal venire da te e costringerti a tornare qui per seguire l'ufficio e il suo lavoro, tante volte con i tuoi fratelli abbiamo cercato di mitigare la rabbia che aveva tuo padre nei tuoi confronti, ma tu questo non puoi saperlo visto che dalla torre nella quale ti sei rifugiato ti rifiuti di guardare meglio- Jason la guardò con scherno

–Come al solito vi piace incolpare gli altri, ma stavolta non ci sto a prendermi la colpa solo perchè ho deciso di vivere la mia vita in maniera diversa rispetto a quello che voleva lui!- disse

–La questione di Alex e me è diversa e non devo spiegarti o giustificarmi di nulla per questo- la donna incrociò le braccia al petto

-Nessuno appoggerà mai la tua decisione in merito al matrimonio con Alex- disse risoluta

–Non sto cercando nessun appoggio, te l'ho detto solo perchè sei mia madre e mi sembrava giusto informarti, così per evitarti lo sforzo di intraprendere chiacchiere inutili!- la donna lo guardò severamente

–Come al solito le tue scelte minano la stabilità della famiglia, Jason- disse sedendosi di nuovo

–Signora Margaret, se posso intromettermi..-la voce di Alex uscì flebile, la donna si voltò a guardarla così come Jason

–Non c'è bisogno di aggiungere nulla, Alex- le disse lui forse per non farla parlare, ma lei si impose di non guardarlo, concentrandosi sulla madre, non voleva che litigassero per lei e non voleva che Jason venisse trattato in quel modo

–Non so quanto lei sappia di mia madre- iniziò –purtroppo mio nonno a quanto sembra le ha fatto del male, costringendola ad andarsene per non impazzire- sospirò prima di continuare

–Mia madre ed io abbiamo avuto anni difficili, signora, ci spostavamo da una città all'altra per la paura che quell'uomo ci trovasse- la donna sgranò leggermente gli occhi, Alex si concesse un sorriso amaro –Sa, credo che la malattia che l'ha portata alla morte, in qualche modo sia dovuta a ciò che ha subìto e che l'ha segnata, ma io di questo ne sono venuta a conoscenza da poco, grazie a Jason- guardò verso l'uomo che aveva davanti e nonostante il momento, incrociare quello sguardo le fece spuntare un leggero sorriso

- Mia madre mi ha sempre tenuto nascosto tutto, avevo qualche segnale, ma ero piccola e ignoravo parecchie cose che ora mi sono più chiare. Jason l'ha conosciuta nel suo periodo peggiore e ha sempre cercato di aiutarla, per lei, Jason era un punto di riferimento- Alex sentì i suoi occhi inumidirsi –ha deciso di tenere al sicuro anche lui, andandosene e tenenendolo a distanza; non ha mai chiesto aiuto a Jason una volta che ha saputo di essere incinta, perchè provava un rispetto e un affetto incommensurabili per suo figlio e voleva in qualche modo preservarlo da quello che era la sua vita- Jason non riusciva a non fissarla sentendo il suo cuore battere come un tamburo nel petto, avrebbe voluto alzarsi e portarla via, perché non voleva vedere come stesse aprendo il suo cuore a chi non se lo meritava

Margaret non riusciva a non guardare il volto pieno di tristezza di Alex i cui occhi sembravano liquidi

–Ma quando ha saputo che non le rimaneva molto tempo, ha voluto proteggere me, l'unica cosa a cui davvero avrebbe dato la vita, così mi ha mandato a cercarlo, perchè Jason era l'unica persona di cui si è sempre fidata e quando sono arrivata, lui neanche immaginava quello che mia madre aveva fatto, è rimasto sconvolto quanto lei ora, nel sapere che gli chiedeva di aiutarmi, di tenermi il più lontano possibile dai suoi parenti, da quell'uomo, per non farmi vivere quello che ha dovuto subire lei- Margaret si asciugò una lacrima con un fazzoletto –forse ha sbagliato, perchè sicuramente avrebbe potuto fare altre scelte, ma per lei chiedere aiuto a Jason è sembrata l'unica via di uscita per potermi permettere una vita tranquilla, fuori da tutto quello che c'era stato. Jason poteva rifiutare, ma non l'ha fatto, come non ha mai voltato le spalle a mia madre, mi ha ospitato e ha accettato da amico vero la richiesta di mia madre- guardandolo di nuovo un sorriso le colorì il volto - e di questo gli sarò eternamente grata, mi ha permesso di iniziare a vivere la mia vita in casa sua, pur non conoscendomi, ha permesso a mia madre di morire serenamente sapendo che io sarei venuta qui, lo capisce?- la voce di Alex era calma seppur malinconica, Margaret fece un cenno con il capo asciugandosi un'altra lacrima

–Il matrimonio è stato deciso poco tempo fa, quando Francesca, l'amica di mia madre che ci ha sempre aiutato e protetto ci ha informati che quell'uomo mi sta cercando e sta facendo di tutto per trovarmi; così insieme all'avvocato che segue il caso di mia madre, hanno studiato questa opzione, affichè io possa cambiare cognome e quindi non essere rintracciabile rientrando nella protezione della privacy e vivendo in un paese straniero - si fermò un attimo osservando il volto della donna –non conosco così bene la vostra storia, ovviamente, quello che c'è stato tra di voi in famiglia, ma ho imparato a conoscere Jason e so che è una persona straordinaria, so che è un uomo che aiuta i suoi amici sacrificandosi fino alla fine senza mai tirarsi indietro, so che su di lui ci si può contare - la donna era inerme sotto quelle parole –forse per suo marito Jason è un poco di buono perchè ha scelto una vita meno lussuosa rispetto a quella che avete qui, ma non per questo meno rispettabile e onesta. Jason ha accettato di sposarmi per salvarmi e aiutare una sua amica, ancora una volta, per questo la prego di non commettere l'errore di giudicare questa scelta come un qualcosa di avventato, lui mi sta aiutando- disse prendendo un profondo respiro –la prego di non pensare male di Jason e me, ma di vedere in suo figlio una persona davvero speciale, poche persone avrebbero fatto quello che lui sta facendo per me- Margaret a quel punto le prese la mano stringendola tra le sue 

–Oh, cara, mi dispiace così tanto- disse –non immaginavo che fosse così grave- aggiunse addolorata

–Non si preoccupi, ma la prego di non prendersela con Jason, lui davvero non ha colpe in tutto questo- disse Alex sforzandosi di sorridere, la donna fece un breve cenno d'assenso con il capo

–Alex- la voce di Jason era più bassa del solito, il busto in avanti appoggiato con le braccia sul tavolo, lo sguardo basso, coperto dai capelli che gli ricadevano davanti il viso –potresti lasciarci un attimo?- chiese

–Certamente!- Alex scattò come una molla, sentendosi in difetto per aver dato sfogo a quelle parole, sperando di non aver complicato ancora di più la situazione, ma Margaret doveva conoscere tutta la storia

****

-Perchè non mi ha mai raccontato nulla?- la voce di sua madre era strozzata, ancora commossa dalle parole di Alex

–Perchè non potevi semplicemente fidarti di me?- chiese a sua volta Jason, la donna si teneva la testa con una mano, continuando ad asciugarsi le lacrime

–Non mi hai mai voluto dire nulla di Emma, ma mai mi sarei immaginata che quella ragazza sbandata avesse una vita così difficile- disse Margaret sospirando

–Ha subito violenze da parte del padre- la voce di Jason sembrava baritonale quanto era bassa, la donna sospirò guardandolo –Mi ha chiesto un ultimo aiuto e io non ho intenzione di tirarmi indietro adesso- aggiunse serio, la donna per la prima volta, vide in lui l'uomo che era diventato

–E'un bel sacrificio quello che ti si chiede, Jason, sono tua madre e mi preoccupa la cosa- disse sincera, lui sospirò alzandosi dal tavolo, avrebbe fumato un intero pacchetto di sigarette, ma sapeva che la madre non amava vederlo fumare, così si trattenne

–Lo capisco, ma è una mia scelta e non tornerò sui miei passi- disse risoluto

–Ora ho la certezza che non potrai mai andare d'accordo con tuo padre- disse la donna sollevando lo sguardo verso di lui e accennando un sorriso –siete tremendamente uguali- aggiunse alzandosi anche lei –Mi sento davvero molto stanca Jason, ma vorrei riprendere il discorso, se non ti dispiace, magari domani- disse avviandosi verso le scale, per poi fermarsi e guardarlo ancora una volta

–Alex è una ragazza dolcissima, probabilmente l'unica che ti abbia davvero toccato il cuore- detto questo salì, lasciando Jason completamente spiazzato .

****

Una volta sola, nella sua stanza, Margaret si sedette sulla poltroncina davanti la tavolino da trucco che usava da anni, specchiandosi; sospirò e iniziò a levarsi gli orecchini di perla riponendoli con cura nella loro custodia, si sfilò i suoi bracciali mettendoli nel cassettino portagioie, prese dalla solita scatolina un paio di batuffoli colorati che inumidì con il liquido che teneva lì accanto e iniziò a struccarsi piano, osservando come ogni centimetro di trucco venisse asportato, mostrando la pelle più chiara, più segnata e più vera.

Si osservò chiedendosi quando fosse effettivamente invecchiata, non se n'era accorta pensò, e se non ci fossero stati gli specchi sicuramente non avrebbe visto tutte quelle increspature che ora il suo volto mostrava, non avrebbe visto i suoi occhi meno vivaci, leggermente più spenti e velati da anni che si stavano rincorrendo troppo velocemente.

Si chiese se in tutto quel tempo passato in quella casa, in qualche modo non fosse un pò venuta a mancare quella libertà che suo figlio aveva sempre voluto, quel modo di vedere le cose in maniera un pò diverse dagli altri; si chiese perchè avesse perso quello che suo figlio aveva invece ancora vivido come quando era nato. 

Lo amava fin dentro la carne, perchè sì, era identico al padre, granitico nelle decisioni che prendeva, nell'andare sempre e comunque avanti per la sua strada nonostante gli altri, ma aveva tanto anche di lei, aveva quella passione che lei aveva perso. Sorrise malinconicamente pensando a come avesse potuto permettere che davvero se ne andasse da loro, pensò che forse avesse ragione lui perchè lei non aveva mai fatto quel passo in più che forse avrebbe permesso loro di avere un rapporto diverso. Si era fermata, l'aveva lasciato andare per la sua strada, vedendolo lottare come un leone per poter ottenere quello che voleva, mentre lei aveva perso quella grinta, quella leggerezza e quella voglia di decidere per la sua vita; lui no, lui non voleva sottostare a niente e nessuno, sin da piccolo, quando prendeva le difese dei più piccoli o di chi era in difficoltà. Si chiese perchè avesse permesso che si creasse quel muro tra di loro, perchè avesse permesso di crogiolarsi nell'idea che era Jason e il suo carattere a non voler avere niente a che fare con loro, quando erano loro che non avevano provato ad accettare il suo essere e avvicinarsi un pò di più a lui. 

Una lacrima le scese a rigarle il viso e subito ne seguì un'altra e un'altra ancora, era lei la madre ed era compito suo avere un occhio di riguardo per i suoi figli, ma in realtà con lui non l'aveva fatto, aveva solo scelto di lasciarlo andare senza però mantenere quel filo che può legare una famiglia. Si alzò andando verso l'armadio dove appese la sua giacchetta iniziando a spogliarsi riponendo i vestiti in maniera ordinata. Aveva perso molto di suo figlio, tanto da mettere in dubbio le sue scelte, ma questo non era più tollerabile se voleva costruire di nuovo un rapporto con lui; stavolta avrebbe davvero fatto di tutto per potergli stare accanto, fargli sapere davvero che lei ci sarebbe sempre stata.

*****

Era sdraiata sul letto, lo sguardo fisso sul soffitto, chiedendosi cosa si fossero detti Jason e sua madre, se avessero finito di discutere, ripensando a quello che le aveva raccontato, poi la sua attenzione venne catturata dal lampeggiare del telefono, così lesse il messaggio

-Liz 09.33: Ehi straniera! Allora come è andata con Jason? Ti ha cacciata anche da casa dei suoi? Il padre?Qui dai miei va tutto bene, mia madre sta bene più o meno, diciamo che meglio di così non possiamo proprio chiedere ;) con Mike abbiamo deciso che torniamo fra un paio di giorni, anche perchè lui lontano dal suo locale proprio non ci sa stare!

Alex si diede della sciocca a non aver pensato di scrivere a Liz, ma era stata totalmente presa da Jason e dal suo mondo, da dimenticarsi di tutto, così si sbrigò a rispondere

-Alex 00.15 Ciao Liz! Scusami sono un disastro! Non ti ho neanche scritto che alla fine è andata bene.. sono ancora qui a dire il vero; il padre è ancora sotto controllo, sembra una situazione non semplice purtroppo. Penso che anche io rientrerò presto, perchè qui la situazione è un  strana...

-Liz 00.20 Strana? Che è successo? Anche se conoscendo Jason non mi sorprenderei più di nulla 

Alex 00.24 Non dirmi che ti ho svegliata! Non mi sono resa conto dell'ora! Scusami! Cmq Jason questa sera ha avuto una discussione sia con il fratello che con la madre, e le ha detto del matrimonio! Lo avrei ucciso! Ovviamente questa cosa non è stata presa bene! Vorrei andarmene subito!

-Liz 00.34 hahahahahahah! Jason è pazzo ! Ormai è chiaro come il sole! Dai, se lo ha fatto ci sarà stato un motivo, almeno lo voglio sperare!

-Alex 00.37 Me lo auguro! Ma non sto tranquilla, comunque ti tengo aggiornata ! Baci

-Liz 00.42 D'accordo aspetto che mi racconti tutto!Cerca di stare tranquilla, in fondo hai Jason....;)

Quell'ultima frase fece fremere il cuore di Alex, era vero lei aveva Jason adesso.

Non importava cosa fosse successo, perchè lui le aveva detto più volte, negli ultimi giorni che si sarebbero aiutati a vicenda andando avanti, erano una squadra infondo e, quell'ammissione detta da Jason, aveva un gusto agrodolce, nonostante un sorriso le colorì il viso; sì, lo stavano diventando in qualche modo, piano piano si stavano avvicinando sempre di più, ma si chiese se fosse possibile convivere con quello che provava e quello che realmente c'era. Ripensando a tutto quello che era successo con Jason non poté trattenere il ruzzolare del cuore e il suo sorriso si ampliò rivedendo lui così vicino al suo viso da poterlo sfiorare, chiuse gli occhi immaginandosi cosa si potesse provare a toccare quella bocca; era sicura che qualsiasi cosa lui le avesse fatto, allo stato dei fatti, non avrebbe avuto la possibilità di reagire, troppo presa emotivamente da lui, si sentiva quasi una mendicante di attenzioni da parte di Jason e lo stava purtroppo dimostrando, facendo forse la parte della stupida, ma era stato più forte di lei, non era riuscita a trattenersi nello sfiorare il suo viso; per non parlare al parco, aveva quasi pregato di poterlo baciare. Arrossì ai suoi stessi pensieri mettendosi seduta sul letto, chiedendosi cosa fosse preso ad entrambi, possibile che dopo una serata come quella appena trascorsa, lei pensasse solo a poterlo baciare?

Il bussare alla porta le fecero fare un vero e proprio salto sul posto, interrompendo quei pensieri, scese velocemente dal letto e si avvicinò furtivamente alla porta, pensando di esserselo immaginato, ma lentamente l'aprì, trovandosi davanti Jason

-Ti ho svegliato?- le chiese, il viso stanco, lo sguardo spento, ma un leggero sorriso gli coloriva il bel viso, Alex scosse la testa

-Tutto bene?- chiese preoccupata e la sua espressione divenne più cupa

-Andiamocene Alex- le disse stupendola –Torniamocene a casa- aggiunse e lei rimase ad occhi sgranati a fissarlo per qualche istante

-Vuoi andare via?- gli chiese vedendolo sospirare e portarsi una mano al volto strofinandosi un po' gli occhi

-Sì, voglio la nostra casa e la nostra vita- Alex credette che il cuore le fosse caduto letteralmente dal corpo sentendogli dire quella frase, deglutì

-Ma tuo padre..- lui si fece più vicino interrompendola

-Non ha bisogno di me, mentre io ho bisogno di allontanarmi da qui- le disse sicuro

Alex si morse un labbro indecisa su cosa fare

-Ma vuoi partire ora? – chiese incredula e lui le sorrise in maniera dolce

-Le tue parole mi hanno fatto capire ancora meglio che io non appartengo a questo mondo- aggiunse e una mano le accarezzò una guancia, il suo sguardo si addolcì e le labbra si arricciarono -Grazie per quello che hai detto, non ho mai avuto nessuno dalla mia parte, sotto questo tetto- lei ricambiò il sorriso -Adesso hai me- e lui ampliò il sorriso

-Ho te- ripeté -Ma non vuoi abbandonare il castello, principessa?- la provocò ironico facendola arrossire e sorridere allo stesso tempo

-Prendo la borsa e arrivo!– disse scorgendo un sospiro di sollievo da parte di Jason che le fece un cenno d'assenso

-Ti aspetto di sotto- le disse allontanandosi verso le scale, mentre Alex prese il suo zaino e lo riempì delle poche cose che aveva portato, ma prima di uscire decise che voleva lasciare due righe alla Signora Margaret, non voleva andarsene così, le dispiaceva, vista comunque la gentilezza che le aveva riversato, così, prese dalla piccola scrivania un foglio e una penna e scrisse poche righe per poi raggiungere Jason 

  
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