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Autore: lmpaoli94    15/08/2020    4 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Dopo vari giorni passati a bordo della carrozza reale di Limerick, Anastasia Steele e la sua dama di compagnia Katherine Kavanagh arrivarono all’abbazia di Kylemore.
L’edificio in grande stile neogotico, si ergeva in mezzo ad un verde sconfinato mentre si affacciava sulle rive dell’Oceano Atlantico
< Qui staremo bene, Katherine > gli sussurrò la sua amica con voce flebile mentre la ragazza la guardava con sguardo spento.
Prima di raggiungere le sue celle che sarebbero state il loro covo di riposo fino alla fine dei loro giorni, le due ragazze furono condotte al cospetto della Madre superiora Elena.
< Ben arrivate, ragazze > fece con tono cordiale la donna fissando la disperazione dipingersi negli occhi delle due giovani ragazze < Accomodatevi pure. >
Alquanto scosse per quello che avevano dovuto attraversare, la Madre Superiora gli offri una tazza di tè ciascuna per ritemprare la loro energie.
< Qui ci sono anche dei biscotti > fece la donna < Mangiate senza complimenti. Vi vedo molto deperite. >
< Vi ringraziamo, madre. Per averci accolto nella vostra dimora. >
< Oh, ma questa non è la mia abbazia: è la casa di nostro Signore, colui che riserviamo le preghiere per i peccatori del mondo esterno. Sono davvero felice di potervi accogliere e cambiare in maniera repentina la vostra vita agiata di corte. >
< Ebbene Madre Elena, Limerick non è più stata la nostra casa da un bel po’. Da quando la Contessa Carla May Wilks ha distrutto la nostra vita in tutti i sensi. >
< Anastasia, me ne vuoi parlare? Forse ti aiuterebbe a sentirti meglio. >
< Non c’è molto da dire su quella tiranna. Io e Katherine siamo volute fuggire da quel castello, lasciandoci alle spalle i nostri amori ma anche i nostri dolori. Spero che nessuno sappia del nostro nascondiglio in queste mura. >
< Non preoccuparti, Anastasia. Nessuno saprà che siete qui… Io ho un profondo rispetto per tua madre, anche se ha alcuni metodi molto discutibili. Ma è un nobile e non possiamo metterci contro di loro. >
< Credo di aver capito troppo tardi… >
< Sì, Anastasia. Tua madre mi ha raccontato dei tuoi trascorsi fuori dalle righe. In un primo momento ri hanno aiutata a sentirti bene, ma dopo? Che cosa volevi dimostrare? >
< Non volevo essere rinchiusa in una vita triste e di conseguenza ho pensato di ribellarmi contro il loro volere, soprattutto anche quando ho conosciuto il Conte Christian Grey, l’amore della mia vita. >
< Anastasia, tu e la tua dama di compagnia avete pensato bene di fuggire in maniera definitiva dalla vostra vecchia vita venendo qui? Però dovete sapere che non potrete mai più parlare dei vostri amori trascorsi. Il vostro unico amore è Dio. >
< State zitta. Non dite queste sciocchezze > fece Katherine con tono che sapeva di demoniaco < Io non dimenticherò mai il mio passato e il mio dolore non potrà mai essere colmato. Potete fare di tutto, ma il mio spirito vivrà e la mia sete di vendetta non scomparirà mai. >
gli sussurrò Madre Elena < Ma vedrai che con il passare del tempo ti sentirai molto meglio con te stessa e con tutte le altre suore che alloggiano qui nell’abbazia. >
< Non ci speri, madre. Quello che voi avete pensato per me e per Anastasia non si concretizzerà mai… E’ solo un mezzo per poterci riorganizzare e tornare a Limerick più forte che mai. Hai pensato anche tu questo, vero Anastasia? >
Ma la giovane Steele, per quanto potesse odiare in quel momento la sua famiglia, non aveva mai pensato di tornare nella sua vecchia casa.
< Katherine, te l’ho spigato quando stavamo arrivando qui a Kylemore: noi non torneremo mai più a Limerick. Dobbiamo dimenticarci di tutto e di tutti. >
< No, non è vero. Stai mentendo per fare bella figura con la Madre superiora. Ebbene, io non mi nascondo dinanzi a niente e nessuno e parlo a cuore aperto: io fuggirò da qui, fosse l’ultima cosa che faccio. >
Prima che la Madre superiora potesse sentire le scuse sincere di Anastasia, capì che la giovane Katherine aveva bisogno di un lavoro diverso di riabilitazione.
< Sorelle, portate questa ragazza in isolamento a pregare sulle rocce. Gli farà molto bene discolparsi per i peccati passati. >
Mentre Katherine veniva circondata da cinque suore molto determinate, sbraitò contro la Madre superiora e con Anastasia per averla portata in un luogo che considerava una setta di Satana.
< Non mi avrete mai! Io tornerò ad essere libera! Da sola! >
Mentre le urla si riversavano nell’Abbazia, Anastasia non poté far altro che chinare il capo dalla vergogna.
< E’ rimasta rinchiusa nelle celle di Limerick per molti giorni, madre. È normale che si senta così abbattuta e stanca. >
< La sua vita ha avuto un cambiamento repentino che non è ancora riuscita a metabolizzare > rispose Madre Elena < Ma vedrete che capirà il rispetto reciproco che vice in questa abbazia. Con o senza il suo contributo. >
< Spero che non darà molti problemi. >
< Fidati, Anastasia: non succederà… Ora potrai raggiungere la tua cella, cambiarti ed essere pronta per la messa di questa sera. Finita la messa, io e le altre sorelle mangeremo tutti insieme per poi ritirarsi e pregare il nostro Signore per la giornata trascorsa e per la luce divina di un nuovo giorno che sta per nascere. Spero che la vostra vita prendi la giusta determinazione e il coraggio che ti serve in questo periodo, Anastasia. Perché qui non sei di passaggio: ci rimarrai a vita. A meno che non vuoi andartene con le dovute incriminazioni che intaccheranno la tua persona e la tua pelle. >
< Madre, non riesco a seguirvi. >
< Non ce n’è bisogno. Non te ne andrai, vero? La tua decisione è definitiva. Adesso esistiamo solo noi sorelle e la tua devozione a Dio. Nient’altro. Adesso vai o non sarai puntuale per la messa. >
Solo dopo la giovane Anastasia capì che se avesse tentato di scapare o avrebbe espresso le sue motivazioni per lasciare l’Abbazia di Kylemore, avrebbe pagato con torture e uccisioni che l’avrebbero resa una traditrice di Cristo.
“Questa è la mia nuova vita, Madre Elena. Non cambierò mai le mie decisioni… Pregherò la vostra anima per questi pensieri impuri che avete fatto su di me.”
Ma non c’era tempo di pregare in quel frangente di tempo, non potendo fare tardi per non indispettire le sue sorelle.
Le sue attenzioni però si spostarono verso quella che era la sua piccola finestra verso l’esterno.
Il cielo scuro e nuvoloso si apprestava a ricoprire il suo animo tetro e con la voglia di una purificazione mai provata prima.
Ma c’era anche il pericolo di vedere una sua vecchia amica fare una brutta fine mentre si ribellava ai voleri di quella che era diventata la sua nuova famiglia.
Sentendo grida di dolore in lontananza, Anastasia poté scorgere la figura di Katherine mentre piangeva dal dolore a causa delle sorelle che erano pronte a frustarla nel momento della sua preghiera dinanzi alla croce posta su una roccia molto ripida quanto pericolosa.
La giovane dama di compagnia, s’eppur continuandosi a ribellare, dovette inginocchiarsi e chiedere perdono mentre le rocce si conficcavano sui suoi ginocchi e il sangue veniva lavato via dalla pioggia battente che si era abbattuta sul territorio.
Quello spettacolo macabro agli occhi della Contessa di Limerick durò circa dieci minuti, ma furono gli istanti più lunghi della sua vita.
Anastasia dovette fare di tutto per non provare a piangere e compassione per la sua ex amica.
In fondo al suo cuore, è quello che si meritava per aver insultato la Madre superiore e per aver offeso in qualche modo la sua persona dimenticando che proprio Katherine era stata salvata da Anastasia in quelle prigioni malsane e maledette di Limerick.
Ma Katherine non pensava al suo passato molto recente, ma i suoi pensieri remoti erano il frutto della sua ribellione.
Non poteva dimenticare le belle giornate trascorse nel giardino di corte mentre accompagnava in ogni istante la sua Contessina.
Era pensieri indelebili che avrebbe dovuto dimenticare al più presto se voleva sopravvivere a Kylemore, altrimenti la sua fine sarebbe stata molto più vicina di quello che avrebbe potuto pensare.
< Suon Anastasia, le nostre sorelle ci stanno aspettando > fece una donna irrompendo nella cella della Contessa.
< Scusatemi > replicò Anastasia asciugandosi in fretta le lacrime agli occhi < Non mi sono ancora cambiata. >
< Vedete di fare in fretta. Non è accetto nessun ritardo. >
< Lo comprendo benissimo… >
Rimanendo alcuni secondi a fissarla, la suora di Kylemore vide lo sguardo distrutto della giovane arrivata.
< Ci dovrete fare l’abitudine. Non è permesso violare le regole e il buon senso di questo posto. >
< Che cosa volete dire? >
< Avete visto la vostra amica mentre doveva estirpare uno dei suoi peccati? Ebbene, è quello che succede qui se non si rispettano le regole. La vostra amica pagherà a caro prezzo se non si comporterà come conviene. >
< Vedrò di parlarci io e di farla ragionare. >
< Credo che non sarà possibile… Almeno non in tempi brevi. La vostra amica è stata rinchiusa in una cella di isolamento simile ad una vera prigione. Dovrà scontare la sua pena finché la sua rabbia non l’avrà abbandonata. >
< Ma Katherine non avrebbe mai voluto… >
< Lo so, Suor Anastasia. Ma queste solo le regole e noi dobbiamo rispettarle. Sono le mie ultime parole. >
Nel mentre si stava cambiando per non far tardi alla messa, Anastasia si sentì diversa e non proprio a suo agio in quel camice che soffocava le sue libertà e i suoi ricordi, volendo perdonare a tuti i costi per aver portato Katherine in un posto che a molti tratti era davvero peggio delle prigioni di Limerick.
   
 
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