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Autore: K ANTHOS    17/08/2020    0 recensioni
Viterbo, fine Ottocento.
Anna, una giovane ragazza della media borghesia cittadina, rimane improvvisamente orfana del padre, morto dopo aver perduto gran parte del proprio patrimonio in circostanze poco chiare.
Scossa dalla perdita e rimasta sola, Anna accetta l'invito per l'estate di una facoltosa zia paterna proprietaria di una vasta
tenuta nelle campagne maremmane.
L'incontro fortuito con un cavallo indomabile e con l'anziano stalliere della tenuta la metterà di fronte alle sue fragilità ma anche alla sua inconsapevole forza, coinvolgendola in un percorso di rinascita e di maturazione personale.
L'amore travolgerà Anna senza via di scampo ed avrà gli occhi di un ragazzo volitivo e tenace che non appartiene alla sua classe sociale ma che sarà pronto a lottare contro tutto e tutti pur di conquistarla.
Anna a questo punto dovrà decidere della sua vita: se seguire l'istinto del cuore o rinunciare per sempre ad esso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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La mattina del sesto giorno Anna non aveva più dolori e si sentì molto meglio: l’ematoma al braccio si era riassorbito, la ferita richiusa ed un ampio livido si spostava quasi a vista d’occhio verso il gomito e l’avambraccio.

Il medico sarebbe inoltre venuto nel pomeriggio a toglierle i punti.

Dopo colazione si vestì e fermò il braccio destro con un lungo fazzoletto intorno al collo.

Chiese il permesso alla zia di poter far visita a Fiore e allo stallone e avuto il consenso uscì.

Era così tanto che non usciva all’aria aperta che il sole la accecò all’istante e ci volle un po’ perché i suoi occhi ritornassero a vedere normalmente.

A quell’ora del mattino Fiore era solito occuparsi di Ercole nel tondino quindi, se non lo avesse trovato nella scuderia, si sarebbe subito diretta lì.

Leonardo era fuori la rimessa di Ercole, lo stava preparando con sella e finimenti, ora la mattina era lui che si occupava del suo addestramento.

Il cavallo quando la vide sembrò andarle incontro ed Anna commossa lo abbracciò sotto il collo e gli fece dei grattini sul muso.

-Bentornata signorina Anna, finalmente siete uscita dalla villa: avete un ottimo aspetto, si vede che state meglio- fece Leonardo con un gran sorriso.

-Buongiorno a voi signor Leonardo, sì mi sento meglio e vedo che vi siete occupato egregiamente di Ercole, è magnifico- Anna era felicissima di vedere che non veniva trascurato.

-Come vi sentite? Mia cugina mi ha detto che migliorate a vista d’occhio…- Anna gli stava mettendo in bocca delle zollette di zucchero e il cavallo sembrava gradire molto.

-Sì, oggi il dottore mi toglie i punti, ma ho un livido bruttissimo che sembra muoversi lungo il braccio…- osservò Anna.

-Ci vorrà del tempo prima che vada via del tutto e… niente che vi riguardi può essere bruttissimo…- Leonardo non riuscì a trattenere l’apprezzamento.

Le era davanti, la sovrastava, lo sguardo dritto ed eloquente perso nei suo occhi blu: Anna distolse bruscamente il viso, non riusciva a guardarlo, sembrava in quel momento una cosa al di sopra delle sue forze.

L’attrazione tra di loro era evidente ma qualsiasi tipo di legame sarebbe stato impossibile a priori, lei ne era pienamente cosciente, sicuramente più di Leonardo che nonostante tutto si proponeva e dichiarava velatamente, proprio come stava facendo ora.

Anna si sentì profondamente turbata.

-Buongiorno signorina, è un vero piacere riaverla qui con noi…- Fiore l’aveva vista in lontananza e le era andato incontro per salutarla.

-Buongiorno signor Fiore, sono contenta anch’io… di rivedervi…- il cuore le bussava nel petto e faticava a parlare.

-Ora che state meglio, Leonardo vi vorrebbe fare una sorpresa… Siamo orgogliosi alla tenuta del suo lavoro con Ercole…- spiegò l’uomo.

Anna non capiva di cosa stesse parlando: era ancora scossa per il complimento, per lo sguardo di Leonardo, per le sensazioni che provava e, confusa, non comprese subito a cosa facesse riferimento Fiore.

-Venite signorina, vi farà piacere vederlo a lavoro…- fece Fiore. Leonardo era molto emozionato, aveva rischiato l’osso del collo e la sua reputazione per arrivare a questo momento.

Prese il cavallo e lo condusse nel tondino vuoto senza il palo centrale. Cesare lo attendeva al suo interno: il ragazzo alzò il cappello in segno di saluto ad Anna che si sedette all’ombra su una panca in peperino.

Cesare tenne fermo Ercole per le briglie e diede il tempo a Leonardo di prepararsi: il giovane domatore lo tranquillizzò con pacche e parole sussurrate quindi si fece passare le briglie, infilò il piede nella staffa e salì in groppa sicuro e fermo. Ercole dapprima scartò un poco ma la risolutezza di Leonardo lo rimise in riga e lo costrinse dolcemente a procedere al passo.

Anna era senza parole, assistette in silenzio all’intera scena senza chiedere spiegazioni, nemmeno a Fiore che le era accanto in piedi.

Ora si spiegava il polverone che si alzava dalla zona dei tondini ogni mattina:

-Ercole finalmente è in salvo signor Fiore. Dobbiamo esserne fieri, abbiamo tutti dato qualcosa per arrivare a questo risultato- disse emozionata, guardando il frisone procedere.

-Sì signorina, dobbiamo esserne tutti orgogliosi- fece Fiore di rimando.

Ma altri sentimenti, altre considerazioni si fecero strada nel suo cuore mentre guardava assorta e affascinata la figura splendida e forte del cavaliere in sella al suo cavallo: Anna venne colta da un improvviso senso di vuoto.

Era attratta da Leonardo, ora ne era certa: in questo momento aveva la possibilità di guardarlo ed osservarlo senza doversene vergognare. Era l’uomo giusto per lei e mai lo avrebbe detto per quel suo carattere tenace e risoluto, per lei che riusciva sempre a venire incontro a tutti smussando gli angoli del suo carattere, adattandosi agli altri per quieto vivere.

La vita era la solita beffarda.

Alla luce dei sentimenti che ora la dominavano, era sempre più cosciente che prima se ne fosse andata dalla tenuta prima avrebbe superato quella fase primordiale di innamoramento, altrimenti sarebbe stato troppo tardi: lei sola, con il suo carattere remissivo, poteva mettere fine ad una attrazione che sarebbe potuta sfociare solo nel dolore dell’incompiutezza.

Anna guardava la scena e pensava assorta a tutto questo.

Leonardo gettò una rapida occhiata verso di lei e quando la vide intuì il suo malessere: forse con la domatura di Ercole aveva messo la parola fine alla permanenza di Anna in quella tenuta, forse non era stato scaltro come avrebbe dovuto.

   
 
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