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Autore: sallythecountess    18/08/2020    0 recensioni
Sequel della tormentata storia d’amore presente in Mìmi : https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3896857&i=1
Jane e Chris sono due ragazzini al primo amore, che la vita pone davanti ad una grossa sfida.
Mina e Juan sono una coppia da tanto ormai, ma non hanno ancora imparato a gestire la loro gelosia e l'intensità dei loro sentimenti, e quando lo storico ex di lei riappare nella sua vita, forse l'amore non basterà da solo a tenerli insieme.
E poi c'è John, che a quindici anni pensa di essere felice con la sua ragazza, ma poi riceve un bacio dal suo migliore amico e scopre che forse non è l'uomo che pensa di essere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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Capitolo: la mostra
“Mi amor…” le sussurrò pianissimo, ubriaco perso letteralmente e Mina ridacchiando chiese come stesse, ma lui le rispose piano “sto male da morire nena. Sono su questo maledetto letto che profuma di te, ma tu non ci sei e non so neanche se ci sarai mai…”
“Addirittura male da morire? Sei sicuro? Pensavo che al massimo fossi solo un po’ triste” bisbigliò lei pianissimo, ma lui scosse solo la testa, pensando che non avesse capito un accidenti del suo amore.
“Come no, un po’ triste…” rispose sarcastico, ma poi si sforzò tanto e aggiunse “Sto malissimo Mina. Mi manchi tantissimo e mi dispiace di averti fatto del male, di averti ferita, di aver dubitato della tua fedeltà. Mi dispiace di averti delusa, di aver dimostrato di essere una persona diversa da quella che amavi.”
Aveva il cuore totalmente a pezzi, ed era chiaro, così lei si sentì letteralmente travolgere da un’ondata di calore.
“Non è così Juanito, dai…”sussurrò piano, molto triste perché lui stava usando un tono davvero addolorato, ma lui sussurrò piano “…io vorrei davvero con tutte le mie forze essere l’uomo che amavi, Mì…”
Lei sbuffò soltanto, e gli sussurrò molto piano “…forse possiamo rimandare il divorzio. Forse possiamo provare a vedere se la terapia funziona…”
“Dimmelo ancora, ti prego. Dimmi che non è finita, che mi ami ancora…” le disse estremamente agitato e lei ridacchiando rispose “non si smette di amare da un secondo all’altro, caro marito.”
“E sarai ancora mia, amore?” sussurrò pianissimo sconvolto, ma felice come solo poche volte prima e lei sbuffando rispose “…vedremo. Se funziona la terapia…”
 “…la farò funzionare in qualsiasi modo. Perché non posso immaginare la mia stupida vita senza di te…”
Le disse piano, e così finirono per riavvicinarsi, chiacchierando per tutta la notte di mille cose. Il giorno dopo, però, Mina gli annunciò che né lei, né i ragazzi avrebbero partecipato alla mostra perché non potevano rientrare, e questo gli fece male, ma decise di non dire nulla per non perdere quel momento di tranquillità che avevano. Si disse che lei evidentemente non era pronta, e forse riusciva anche a capirla. Quella mostra era un insieme di ricordi, e Juan capì che forse per Mina fosse troppo penoso affrontarli in quel momento, e decise di non dirle nulla. Così provò a lavorare tutto il giorno, senza un minimo di concentrazione e molto triste. L’arrivo di Liam e Johanna, ovviamente, peggiorò le cose, ma sua suocera era particolarmente ottimista e con una mano sulla spalla gli disse solo “…poi vedremo se mi devi un favore o no…”.
Il giorno famoso della mostra lei neanche gli scrisse, e Juan pensò che fosse ancora molto arrabbiata, ma comunque gli aveva detto che per il divorzio poteva aspettare e questa era l’unica vera cosa importante.
Rientrò a casa quella sera frustrato, scocciato e in ritardo. Doveva fare la doccia e recuperare Liam e Johanna rapidamente, ma quando aprì la porta sentì un chiacchiericcio che lo lasciò estremamente perplesso. Le voci venivano dalla cucina, e non voleva illudersi, ma gli parve che una di quelle fosse proprio di sua moglie. Così con il cuore in gola fece per raggiungere quelle voci, quando qualcuno alle sue spalle chiese “ma davvero sei ancora in questo stato a quest’ora?” e un’altra voce commentò che era assolutamente imperdonabile.
Juan si girò col cuore a pezzi e trovò Jane e John vestiti rigorosamente di nero e bellissimi, e per un attimo non riuscì a resistere alla tentazione di stringerli al petto commosso, ma presto si sentì un’altra mano sulla spalla e spostò il braccio per stringere anche Johanna.
“Sì, ok, ma sei in ritardo e ci stai sciupando le acconciature…” disse John, divincolandosi dalla stretta del padre per sistemarsi il ciuffo, e poi indicandogli il soggiorno con la testa aggiunse “…e a qualcuno non piacerà…”
In quel momento Juan pensò solo “Dio, ti prego…” perché era favoloso avere i ragazzi, ma avrebbe voluto anche lei. Eppure non potè dire molto, perché fu raggiunto da sua suocera, insieme alla donna più bella del mondo. Gli venne voglia di abbracciarla forte, di dirle grazie un milione di volte, e fece per avvicinarsi, quando Mina alzò il suo dito minaccioso da madre e gli disse “scordatelo. Quattro ore tra trucco e acconciatura, per assomigliare a quella tua stampa del cavolo, e tu vorresti stropicciarmi in due secondi?”
“Fatti prendere almeno la mano, per favore…” le sussurrò sorridente e con il cuore in gola, perché era davvero un gesto favoloso, ma lei ridacchiando scosse la testa e rispose che aveva appena fatto le unghie e che lui doveva fare la doccia, e poi si mise a dare indicazioni al suo team di estetica che lo scrutava con occhio clinico.
“Ah Juanito…” sussurrò, raggiungendolo verso la sua stanza “…ti ho fatto preparare un vestito per l’occasione da Giovanni, però abbiamo usato le tue solite misure e non so se sei ingrassato o dimagrito in questo periodo, quindi dobbiamo controllare che ti stia…”
“Qualunque cosa, mi amor…” le sussurrò con un sorriso e lei alzò gli occhi al cielo fingendosi scocciata, ma gli sorrise molto dolcemente.
Juan si sentì impazzire, perché gli aveva sistemato anche il vestito e gli accessori sul letto e le scarpe accanto. Si era comportata da moglie, ancora una volta, e lui si disse che se davvero poteva riaverla, avrebbe provato a fare ogni cosa. Sopportò la sua parrucchiera, sopportò persino che gli sistemassero le sopracciglia, tutto per lei e la osservò da lontano, mentre sistemava i figli, gli metteva i loro gioielli e scherzava con loro.
Giunse il momento di provare il vestito, e Juan si affrettò ad indossarlo, ma mentre stava chiudendo la camicia entrò lei, che accese la luce e con fare estremamente prepotente gli sistemò la camicia sulle spalle, come se fosse qualcosa di suo.
“Sei bellissima…” sussurrò senza fiato, mentre lei controllava che la camicia gli andasse bene, e lei sorrise soltanto scuotendo la testa. Gli passò la giacca, allora, e rimase decisamente impressionata perché era straordinariamente bello con quel completo, e proprio mentre lo osservava, Juan le disse solo “ti amo Mìmi…” a bruciapelo.
“Possiamo pensare un secondo a questa mostra, per favore? Perché abbiamo ancora molte cose da fare, ma le dimentico se fai il tizio languido con me…” rispose ridacchiando, mentre provava a sistemargli anche la cravatta e lui annuì soltanto.
Uscirono di casa bellissimi e particolarmente felici, e in auto i ragazzi raccontarono al padre di quella loro strana vacanza, e degli aneddoti che la madre gli aveva confessato sul loro passato da fidanzati, e Juan pensò solo “è tutto troppo bello” ma sorrise felice con i suoi ragazzi, fino a quando lei tirò fuori la sua macchina fotografica e iniziò a fotografarli.
“Non la sai usare, amore, lo sai…” le disse divertito, cercando però di essere dolce, e lei alzò ancora gli occhi al cielo. E così tutta la famiglia Jimenez, insieme ai May, finirono di nuovo sotto lo sguardo attento di Juan, che scattò un sacco di foto e per un attimo si perse occhi negli occhi con lei, sussurrandole appena “è un ritorno al passato”.
Quella sera, però, di ritorni al passato ce ne furono davvero moltissimi perché tutta la mostra era un ricordo. Gli Jimenez salutarono la stampa e Mina fu come sempre gentile e simpatica, ma quando le chiesero “…quindi le voci di un vostro possibile divorzio sono infondate?” lei rise forte e portandosi la mano di Juan sulla pancia rispose “…aspettiamo il quarto figlio, quindi direi che sono abbastanza infondate, no?” mettendo tutti a tacere e facendo sorridere felici parecchi Jimenez e rendendo Juan straordinariamente felice e loquace.
Mina salutò tutti con affetto, tranne Joey che era giunto con Chris e la figlia. A lui diede un fortissimo schiaffo sul braccio e lo minacciò di morte, ma poi il suo sguardo cadde su una parte in particolare della mostra e rimase senza parole. Fu attratta da quei dipinti, e senza sapere bene come, si trovò davanti a quelle tele che non vedeva da tanto tempo, ma che amava profondamente. Era lei la proprietaria di quei lavori, ma avevano girato tanto e non li vedeva da una vita, così rimase per qualche secondo a fissarli commossa. I suoi occhi azzurri si posarono su uno in particolare, e un paio di lacrime le caddero ricordando il giorno in cui Juan le aveva regalato il disegno del lupo che lecca le ferite della bambina in lacrime.
“Allora è per questo che hai i lupi tatuati sulla schiena…” le disse Joey, porgendole un fazzoletto e lei ridendo si asciugò le lacrime e annuì.
“…e ce lo riprendiamo quest’ uomo così pentito o dobbiamo davvero gettare il cuore alle ortiche solo perché ha fatto una cazzata?” aggiunse, una persona che Mina non aveva visto arrivare e lei scosse solo la testa.
“Andiamo Mina, ha ragione lui e lo sai…”aggiunse Joey indicando Carlos Jimenez, che con molta dolcezza era giunto a parlare con sua cognata, ma lei scuotendo la testa disse solo che avrebbe dato una chance a Juan, ma che sarebbe stata l’ultima.
“…come no…” commentò Joey ridacchiando e lei gli voltò le spalle scocciata. Voleva vederla da sola quella mostra, perché era terribilmente intima e personale, ma sembrava che nessuno volesse lasciarle un attimo di pace. E poi Juan le fece un gesto, e le fece capire che doveva seguirlo e così fuggì dalla folla per cercarlo e lo ritrovò al buio in una sala chiusa al pubblico.
“Dovevi dirmelo prima che potevamo nasconderci, ne avrei approfittato per sfuggire ad un po’ di gente…” gli disse ridacchiando e lui stringendosi nelle spalle rispose che ci aveva pensato solo in quel momento.
“E’ che…ho un segreto da svelarti…” le sussurrò piano all’orecchio.
 
Capitolo: una famiglia
 
“Di che stai parlando?” sussurrò pianissimo Mina, un po’ perplessa, ma lui sorridendo le disse “…ho chiesto a Zack di portarmi una cosa da darti. Una cosa che magari ti renderà felice, o magari no, ma che soprattutto ti dimostrerà che quando tuo marito non era con te nelle scorse notti, pensava sempre e solo a te…”
“Stai cercando di farmi credere che non eri con Carlos?” rispose lei scocciata, ma lui scosse solo la testa.
“Se non mi credi, te lo dimostro. Non c’è problema, ma tu dimmi che mi ami ancora…” le disse, afferrandola tra le braccia e lei sorrise soltanto, molto piano.
“Se non me lo dici, niente. Non ti mostro quello che facevo tutte le notti, mentre tu eri in paranoia e resterai con il dubbio tutta la vita…” aggiunse scherzando, chiaramente, perché voleva farla sorridere, ma lei annuì soltanto sorridendo e il cuore di Juan si tranquillizzò.
“ E quindi se non lavoravi con Carlos di notte cosa facevi?” chiese, fissandolo profondamente negli occhi, ma lui scosse solo la testa e le sussurrò piano “pensavo a te, ti dipingevo amore, te l’ho detto…”
Mina continuò a mettere in dubbio quelle parole, e solo allora Juan le disse “…e va bene, allora al diavolo la sorpresa, ecco qua. Così magari ti commuovi e eviti di lasciarmi”
Recuperò una tela ricoperta da un drappo colorato e poi scocciato sentenziò che “non si vedeva un  cazzo con quelle luci, ma almeno finalmente gliel’aveva dato…” e lei lo fissò perplessa.
 “E’ questo che facevo quando non ero con te. Ero andato in paranoia, credevo avessi bisogno di una dimostrazione d’amore e…ci ho lavorato. Per questo ti ho estromesso dalle nostre nottate creative, per questo mi allontanavo senza dirti cosa facevo: non volevo rovinare la sorpresa. Doveva essere per San Valentino, poi…beh è successo il disastro e avevo deciso di dartelo per il nostro anniversario, ma poi…è andata come è andata.”
Mina aveva improvvisamente capito tanti misteri e le era venuta voglia di sorridere, ma fissando quel quadro non potè trattenere altre lacrime di commozione. Era un’opera strana, sembrava quasi un grande collage di foto, ma erano tutti disegni estremamente particolareggiati. C’erano proprio tutti i momenti più belli della loro storia: la loro prima partita a poker, il loro viaggio a Chino, Mina che abbraccia Johanna per la prima volta, lei che lo bacia attraverso uno schermo, il famoso compleanno di Mina e mille altre immagini. Era una cosa molto dolce, e doveva averci messo davvero tanto a farlo, così lei accarezzò ogni immagine come se per accarezzare quei ricordi felici e pianse a dirotto.
“Nena, non fare così dai…” le sussurrò pianissimo, accarezzandole la guancia, ma lei non riuscì a dire nulla presa dai singhiozzi. Solo dopo molto tempo riuscì a sussurrare “…perché è incompiuta?”ma girandosi si accorse che anche lui era emozionato. Non era facile leggerglielo in faccia, ma per lei era chiaro.
“…perché credevo che avremmo passato il resto delle nostre vite insieme e che, dunque, ci sarebbero state altre immagini da aggiungere.”
“Ed ora?” Sussurrò Mina sgranando involontariamente gli occhi, ma lui con un sorriso strinse le spalle e sussurrò “non lo so…devi dirmelo tu. Non so, forse toccherà a qualcun altro aggiornarlo o forse tra un anno avrò riempito altri quattro o cinque quadrati con la nascita del nostro primo nipote, del nostro quarto figlio e…con il nostro secondo matrimonio…”
“Secondo matrimonio?”
Chiese Mina confusa e seccata anche. Come si fa a dire una cosa così scortese ad una persona che si sta cercando di riconquistare? Solo lui ne era capace. Ed invece la frase di Juan non voleva affatto essere scortese, e così mettendole una mano sulla guancia sussurrò “di solito si fa per gli anniversari importanti. O meglio, Carlos e Clari lo hanno fatto ogni dieci anni e noi mai. Eravamo sempre troppo impegnati o distanti. E’ il rinnovo dei voti nuziali, quando dici ad una persona ‘hey, so che è passato tanto tempo, ma io non ho cambiato idea: voglio ancora stare con te’. Volevo farlo per il nostro anniversario, ma poi è successo di tutto e… Non ridere in quel modo!”
Ringhiò seccato, ma Mina non aveva potuto resistere: sapeva che prima o poi il suo cinismo sarebbe riaffiorato, e la sua descrizione del rinnovo dei voti era stata esilarante.
“Insomma…è questo che facevi?” Aggiunse, con fare serio e Juan ebbe un infarto perché lei era finalmente di nuovo dolce. Annuì e Mina mordendosi il labbro ribattè “devo veramente pensarci…ci sono troppe cose da valutare…”
“…ma non divorziamo, vero?” le disse, un po’ più sicuro e lei sbuffando rispose “per ora no…”ed in quel momento Juan la abbracciò con tutte le sue forze. Voleva anche baciarla, ma quando ci provò Mina si ritrasse perché aveva un bellissimo rossetto che però si sarebbe totalmente rovinato se lui l’avesse baciata, ma lui non sapendolo la lasciò andare pensando che non fosse pronta per quella vicinanza.
Ritornarono alla mostra mano nella mano, e fu chiaro a tutti che lei aveva pianto molto. Rimasero ancora per qualche ora, poi decisero di andare a letto perché erano esausti e Mina si sentiva davvero debole e stanca, così Juan li riaccompagnò alla macchina e la salutò con moltissima dolcezza. Voleva tornare a casa con loro, lo voleva più di ogni altra cosa, ma non poteva e rimase a pensare a lei per tutta la serata, sorridendo gentilmente alla gente.
Mina nel frattempo chiacchierava allegramente con i ragazzi del quadro che lui le aveva fatto trovare, e quando Johanna disse “…io lo avevo detto che stava lavorando ad una sorpresa!” i fratelli la fissarono malissimo e le ringhiarono che doveva dirlo almeno a loro, ma lei rispose che ci teneva a fare una sorpresa e i tre iniziarono a litigare come sempre, facendo pensare a Mina che quella strana tregua da famiglia perfetta fosse finita.
“Scusa ma quello non è Ethan?” chiese confusa Mina improvvisamente, riconoscendo il ragazzo seduto sulle scale di casa sua.
“Oddio muoio…” rispose John con il cuore a pezzi, ma scappò letteralmente dall’auto e corse da lui che era seduto sulle scale e lo baciò come non lo aveva mai baciato prima, sussurrando solo “ti amo” almeno dieci volte di seguito.
“I miei sono partiti, perché a quanto pare papà ha avuto problemi con il partito, pare che il  candidato alla presidenza l’abbia fatta grossa con una ragazzina, e lui da candidato vice deve provare a risolvere, così mi hanno lasciato con Lotty, che però ti adora quindi mi ha detto di correre da te…”spiegò sorridendo felicissimo e John gli disse entusiasta che avrebbe voluto presentargli i suoi nonni, ma quando fece per girarsi non trovò l’auto.
“Sì, volevano lasciarci soli, carini, ma io non ho le chiavi e ci prenderemo una polmonite…” commentò, ridendo in modo bellissimo, e così ripresero a baciarsi con molta dolcezza aspettando gli altri.
Tutti abbracciarono e sbaciucchiarono Ethan, che si sentì incredibilmente amato da quella strana famiglia, ma Mina in particolare lo strinse con moltissima forza e gli disse piano all’orecchio “…tu diccelo se fanno troppo gli stronzi, che ti veniamo a salvare dalla torre di cristallo, noi siamo gli Jimenez, siamo armati…” facendolo ridere.
Si misero tutti sul divano, e nonna Jo iniziò a interrogare il fidanzato del nipote, esattamente come aveva fatto con Juan anni prima, facendo sorridere molto dolcemente sua figlia, che involontariamente si trovò a scrivere a suo marito, per raccontargli gli ultimi sviluppi.
Juan era in auto, e stava proprio andando verso casa sua in quel momento, perché voleva parlare con loro e portare a Mina il suo nuovo quadro, e il cuore gli scoppiò quando lesse i suoi messaggi. Non le rispose, però, e lei pensò che fosse impegnato, ma decise di non badarci troppo.
“Mamy ci vorrebbe una coccola, però, a quest’ora…” le disse Jane, arrotolando le dita nei suoi riccioli e Mina ridacchiando rispose che al massimo poteva preparare una tisana diuretica per tutti, facendo ridere la platea.
“Papà avrebbe fatto almeno la cioccolata calda…” rispose Jane con fare malinconico e John accoccolato sulla spalla di Ethan aggiunse “…o anche i pancake” e tutti e tre iniziarono a lagnarsi di quanto fossero buoni i pancake del padre.
“Io al massimo posso offrire tisana depurativa e pinzimonio ragazzi, fatevene una ragione…”commentò lei sarcastica e proprio quando nonna Jo stava per offrirsi di preparare un dolcetto a quei bellissimi ragazzi, il cellulare di Mina suonò.
“Posso salire un secondo solo o disturbo?” le chiese, con tono dolcissimo e lei immensamente felice gli disse che stavano parlando di lui.
Juan entrò molto preoccupato in quella stanza, senza sapere bene cosa aspettarsi, ma quando li trovò tutti insieme a chiacchierare sorrise, soprattutto perché tutti sembravano felici di vederlo.
“Sei venuto a salvarci dal pinzimonio facendoci i pancake papino?”gli disse John sorridendo e lui rispose che se volevano poteva provare, ma non sapeva se ci fossero gli ingredienti.
“Sono venuto in realtà per parlare un attimo con voi quattro”aggiunse, un po’ emozionato e tutti lo fissarono attentamente.
“Volevo solo dirvi grazie per essere stati con me stasera, perché, anche se non ve lo avevo detto chiaramente, ci tenevo molto. Mi sono sentito molto fortunato ad avervi tutti accanto e ve ne sarò grato per sempre…”
Disse serissimo e con la mascella contratta, ma in realtà quasi commosso. Si stava forzando ancora, perché voleva far capire loro quanto li amasse e dal sorriso di Mina capì che le era evidente. Abbracciò i ragazzi con forza, ripetendo solo “grazie” ma una volta giunto a John dovette letteralmente difendersi dall’abbraccio di quel ragazzino, che gli saltò letteralmente al collo come quando era bambino. Gli baciò la fronte e scombinò i capelli, poi disse ad Ethan che era molto felice di vederlo ed era stato parecchio in pensiero per la storia dei bulli, lasciando nonna Jo parecchio sorpresa.
“Insomma Joy facciamo questi pancake…” disse a sua figlia con molta tenerezza e Mina continuò a sorridergli da lontano, ma si erano accorti tutti che lui non aveva provato neanche a baciarla, e non sapevano perché.
Chiacchierarono ancora per un po’ felici, e Mina mostrò quel suo bellissimo quadro, raccontando ai ragazzi un po’ di quelle storie tenere, ma ben presto arrivarono i pancake e la cioccolata calda e la platea esplose in grida di giubilo. Quando Juan emerse dalla cucina con un piatto di pancake e un bicchierino di rum tra le mani, li trovò tutti allegri e felici e per un attimo pensò che se anche sua moglie non avesse voluto fare pace, lui sarebbe morto felice in quel momento, perché la sua famiglia si era ricomposta e sembrava serena e questo contava per lui. Poi, però, proprio mentre Juan si diceva che non poteva essere più felice, accadde una cosa ancora più bella: ebbe il coraggio di sedersi accanto a Mina e sussurrare “Questo è per Jemie. Solo un cucchiaino di cioccolata e un morsetto di pancake, perché è vero che tu non puoi ingrassare, ma anche lui ha diritto ad una coccola…” e lei sorrise in modo stupendo, prima di ringraziarlo. Qualche istante dopo, però, distrattamente Mina cercò la sua mano e gli fece venire i brividi sussurrando “Jemie si muove…vuoi sentire?”
Annuì e basta, fissandola negli occhi, e per qualche istante non ebbe nulla da dire. Era letteralmente morto, soffocato dall’emozione e dalla commozione. Aveva potuto toccare quella pancia solo poche volte, e solo una volta aveva parlato con Jemie. Erano stati insieme per pochissimo tempo durante la gravidanza di Mina e lui si era dedicato veramente poco alla sua piccola anima che stava arrivando. Tutte le cazzate che erano successe lo avevano quasi distolto dalla cosa più importante che gli stava accadendo in quel periodo: stava per diventare di nuovo padre.
Fissò Mina a lungo negli occhi, mentre le accarezzava quella piccola pancia quasi invisibile e solo dopo molto tempo trovò il fiato necessario per sussurrare “Pare gli piacciano i pancake” facendola sorridere.
Era bello sentire di nuovo la sua pelle addosso, ed era un momento molto intimo. Mina avrebbe voluto abbracciarlo e stringerlo in quell’istante, ma non potè farlo. C’erano i ragazzi e se lo avesse baciato avrebbero dovuto dare troppe spiegazioni, eppure il cuore di Mina stava battendo all’impazzata. Ci penso qualche istante, poi con una sincerità disarmante e le farfalle nello stomaco ribatté “probabilmente è colpa mia se scalcia così: sente il mio battito accelerato e si agita, povero piccolo!”in quel momento Juan le accarezzò il viso, e con la mano sulla sua pancia sussurrò “shh…sta’ buono Jemie, lascia tranquilla la mamma…”ed entrambi sorrisero emozionati. Per un paio d’ore rimasero così: Juan abbracciava Mina e accarezzava la sua pancia, mentre parlavano con i ragazzi del quadro e di altre cose importanti.
“Non andare a Brooklyn stanotte…”gli sussurrò Mina dopo un po’ e Juan le disse piano “vuoi dormire con me, per caso?” ma lei gli spiegò che era presto, ma avrebbe comunque voluto tenerlo a casa e lui annuì.
“…e anche Ethan dorme con noi stanotte…”aggiunse Mina ad alta voce, facendo totalmente arrossire i due innamorati, che non osavano neanche sperare in tanta intimità.
“Posso davvero?” chiese, con enormi occhi luccicanti e gli Jimenez annuirono, a patto che John si fosse occupato di sistemare il letto, e i due impazzirono dalla gioia.
Ovviamente gli ultimi ad andare a letto furono proprio Juan e Mina, che cercavano tutte le scuse per non separarsi. Mina aveva tirato fuori di nuovo la sua bellissima camicia da notte di seta super sexy, e i figli l’avevano tormentata perché negli altri giorni aveva usato una felpa e un pantaloncino molto poco attraenti. Juan, invece, non voleva esagerare, così si mise il suo solito pigiama, ma rimase a fissarla per tutto il tempo. Si diedero la buonanotte tre volte, ed ogni volta si strinsero sempre più forte, ma poi rimasero per un attimo fermi entrambi sull’uscio della porta della propria stanza.
“Vuoi dirmi qualcosa?” le chiese Juan togliendosi la maglietta, e lei sorridendo bisbigliò che non ricordava cosa fosse e lui le sorrise.
“Vuoi stare un po’ qui con me?” aggiunse Juan e Mina pensò “no, no, no” ma senza sapere come si ritrovò di nuovo con lui nella loro stanza da letto, sdraiata sul letto.
“Pensi che dovremmo dare dei preservativi a John?” chiese molto serio, ma lei sorridendo scosse la testa e spiegò che non avrebbero mai fatto sesso, al massimo Ethan gli avrebbe permesso di dormire insieme.
“…e possiamo farlo anche noi?”chiese, provando chiaramente a sedurla, ma Mina ridacchiando fece per andarsene spiegandogli solo che non era pronta per tutto quel contatto.
“Va bene, va bene non andartene…” le disse agitato, mentre lei rimetteva le pantofole con difficoltà e Mina chiese cosa volesse.
“Voglio solo tenerti con me Mìmi…” le sussurrò pianissimo e lei sospirando rispose “…allora vieni qui…” facendogli venire un infarto.
“…non puoi dormire sul mio petto, ovviamente, o schiacceresti Jemie…” rispose piano, sfilandosi la camicia da notte “…ma puoi coccolare questo bambino che conosci così poco…” e Juan lo fece. La tenne stretta per ore, baciando la sua schiena e quella pancia che amava tanto e così passarono la notte, stretti uno contro l’altro.
Nota:
Ciao a tutti,
Allora siamo a tre capitoli dal finale (che ho scritto oggi e mi ha commosso moltissimo). Sono ancora in dubbio se chiudere con questi tre capitoli o scrivere anche un sequel, ma ci penserò. Nel frattempo vi è piaciuta la sorpresa di Mina? Vi siete un po' commossi?
   
 
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