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Autore: gyikhu    20/08/2020    1 recensioni
Nathan Drake e Lara Croft incroceranno le loro strade alla ricerca dello stesso tesoro: riusciranno a collaborare? Tra trappole, mistero ed enigmi, Crossroads è una storia d’azione e d’avventura, come nei più classici dei Tomb Raider e degli Uncharted. Per chi ama sorridere e sentire l’adrenalina, e chi, tra le diverse versioni di Lara Croft, è rimasto soprattutto innamorato di quella originale e del film interpretato da Angelina Jolie. [Leggera Nathan/Lara]
EDIT! Dal secondo capitolo, sono state aggiunte delle illustrazioni disegnate dalla traduttrice che accompagnano la storia.
Dal testo in inglese: E se Lara fosse a un passo dall'ottenere quello che ha sempre voluto, ma qualcuno più veloce di lei glielo rubasse davanti agli occhi? Riuscirà a riavere ciò che è suo? - fanfiction consigliata a tutti coloro che amano l’azione. Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lara Croft
Note: Cross-over, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Crossroads DILOGIA'
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https://www.fanfiction.net/u/2367223/gyikhu

Link al terzo capitolo in lingua originale:
https://www.fanfiction.net/s/6358147/4/Crossroads

NOTE DELLA TRADUTTRICE:
Chiunque voglia dedicare del tempo per scrivere una recensione, non solo sarà una persona meravigliosa, ma avrà in cambio un piccolo regalo! Farò da intermediaria per tradurre la vostra recensione in inglese e passarla all'autrice, così da potergliela far leggere! E chissà, magari riceverete una risposta da lei.







Shanghai, 2 giorni dopo


Il secondo occhio era riposto sul tavolo davanti allo specchio. Una semplice palla di pietra che replicava un globo oculare. Niente di particolare, eppure Lara aspettava da anni di possederlo. Era sdraiata sul letto di fronte allo specchio in una piccola stanza d'albergo di Shanghai e non smetteva per un attimo dii rimirare la palla.
Alla base del letto, sul pavimento, era sparso un piccolo arsenale di armi, tra cui pistole, granate, coltelli e un riffle. Le piaceva essere preparata. E fino a quel momento tutto il viaggio aveva riservato delle sorprese, a cominciare dalla perdita del primo occhio, per finire con un compagno imprevisto. Perciò, stavolta si era preparata in anticipo.
Bryce aveva organizzato un elicottero che li avrebbe portati nel nord della Cina, dove si trovava la tomba. Il fatto che fosse costretta a portare Drake con sé non le piaceva particolarmente, ma non era la fine del mondo. La tomba di Chagatai non era il suo obiettivo principale, quindi avrebbe accettato la sua presenza. All’interno ci sarebbe stato un enorme tesoro, e il diario era l'unica cosa che le interessava. Una volta dentro, avrebbe dovuto trovare un escamotage per prenderselo. I due si sarebbero separati, lei avrebbe continuato la sua ricerca della tomba di Gengis Khan e non si sarebbero più incontrati.
Si mise in piedi, si avvicinò allo specchio e sollevò l'occhio: pesava più di quel che credeva sul suo palmo aperto. Anche se l'aveva esaminato una dozzina di volte non riusciva a scoprire a cosa le servisse. All’interno non era nascosto alcun meccanismo, non c’erano scanalature o bassorilievi, nessuna idea su come potesse venir usato. Sembrava un semplice pezzo di pietra. Un pezzo di pietra che in qualche modo le avrebbe permesso di accedere al diario, ne era sicura.
Lara si mise la cuffia nell'orecchio. “Hai scoperto qualcosa sugli occhi?”
“Niente di nuovo,” rispose Bryce. “Il documento che ho trovato non dice nulla su come usarli. Sembra che tu abbia ragione, quegli idioti non hanno nemmeno scoperto cosa siano in realtà.” Le sue dita sfrecciarono di nuovo sulla tastiera.
“Bene, allora lo scoprirò sul posto. Non sarà la prima volta che dovrò improvvisare.” Prese il suo zaino e ci mise dentro la pietra. “Sono quasi le tre, devo andare al punto d'incontro. È tutto fatto?"
“Sì. L'elicottero ti aspetta sul tetto.”
“Bene. Spero che Drake si faccia vivo.”
“Sono sicuro che lo farà. Avrete bisogno l'uno dell'altro. Neanche lui andrà da nessuna parte con un occhio solo,” sostenne Bryce continuando a scrivere compulsivamente. “Assicurati solo che non scopra del diario.”
“Non preoccuparti, non sarà un problema. Sarò molto felice quando entrerò nella tomba di Chagatai. E sarò ancora più felice quando avrò il diario tra le mani. Lo convincerò che cercavo la tomba e nient'altro.”
“Abbi cura di te.”
“Farò il check-in appena decolleremo,” lo informò. Si tolse l'auricolare e se lo mise in tasca. Prima di partire, scelse due pistole e una granata da portare con sé, giusto per essere sicuri. Una ragazza non poteva mai essere abbastanza prudente.
Si mise gli occhiali da sole e diede un'ultima occhiata alla stanza prima di chiudersi la porta alle spalle.
Le strade erano piuttosto affollate quando uscì dall'albergo. Di tanto in tanto, si fermava alla finestra di un negozietto e faceva finta di guardare la merce, ma la sua vera intenzione era quella di controllare i dintorni. Alla seconda fermata, vide un uomo dall'altro lato della strada che sembrava camminare alla stessa velocità. Non l'aveva già visto nell'atrio? Camicia scura, occhiali da sole, braccia possenti. Sicuramente non era un turista abituale che si aggirava per le strade.
Lara accelerò il passo, svoltò su una strada laterale e l'uomo la seguì. Dannazione, pensava con irritazione. Come l'avevano trovata? Avrebbe dovuto scollarselo di dosso prima di dirigersi verso il punto d'incontro.
Percorse tutta la strada laterale e la vista dietro l'angolo la soddisfò: alla fine del vicolo c'era un enorme mercato ghermito di gente. Proprio quello di cui aveva bisogno. Dopo aver dato un'occhiata dietro, entrò nella folla. L'uomo non era solo, perché lo vide dare segnale ad altri che si immisero da ogni parte. Non le piaceva.
Velocemente, si precipitò tra gli spalti cercando di schivare la gente senza destare sospetti. I colori si combinavano, l'odore delle spezie si mescolava, i volti si giravano verso di lei e la gente le mandava sguardi curiosi. Sentì alcuni commenti spiacevoli dietro di sé, mentre l'uomo con la camicia scura spingeva la gente per avanzare.
Le restavano trenta minuti, doveva sbrigarsi.
Controllando le sue possibilità, si voltò a sinistra e, prima che l'uomo la seguisse, si mise al riparo in in una bancarella di sciarpe. L'uomo passò di lì, ma Lara vide un altro tipo simile con una camicia nera in fondo alla fila. Le sue possibilità erano limitate: o avrebbe aspettato che la trovassero o sarebbe scappata tentando la fortuna. Scelse la seconda.
Uscì velocemente dalla copertura correndo lungo gli spalti, spintonando la gente che le si parava dinanzi la strada. L'uomo con la camicia nera l’adocchiò e parlò ad un apparecchio prima di correrle dietro. Il mercato cominciò ad agitarsi: stava succedendo qualcosa, ma nessuno sapeva cosa fosse. Quando Lara raggiunse un chiosco di spezie in una zona appartata, si fermò in un'alcova e sbirciò in direzione dell'uomo che la seguiva. Sembrava averla persa di vista perché rallentò l’andatura, controllando ogni bancarella.
Lara aspettò l’occasione giusta.
L'uomo si accovacciò, guardò sotto il banco delle spezie, poi si alzò e scrutò la folla con un'espressione nervosa. Il suo capo non sarebbe stato contento di sapere che aveva perso il bersaglio, pensò Lara, e si preparò. Quando l'uomo fece un passo verso di lei, agì immediatamente: avvolse il braccio sotto il suo mento e lo trascinò nell'alcova. I muscoli si strinsero attorno al collo di lui per soffocarlo.
“Per chi lavori?” chiese tenendolo stretto. Le sue dita le afferrarono il braccio, ma lei non allentò la presa. “Sputa il rospo.”
“Vai... all'inferno,” riuscì a dire.
“Davvero?” Prese una pistola e gliela spinse contro la tempia, facendolo smettere di dimenarsi. “Annuisci se vuoi dire di sì. Lavori per Johansson?”
L'uomo mosse la testa.
“Significa sì?”
Questa volta annuì due volte.
“Bravo bambino,” disse Lara togliendogli il braccio dal collo e rubandogli la radio dalla cintura. “Ora dici agli altri che mi hai appena visto all'entrata est.”
Quando lui esitò, lei premette più forte la pistola.
“Fallo.”
L'uomo prese la radio e parlò brevemente. Quando finì, Lara vorticò attorno a lui. “È stato un piacere conoscerti,” disse colpendo l'uomo in mezzo alla fronte con il calcio della pistola, lasciandolo cadere a terra. “Sogni d'oro.”
Dopo aver aspettato qualche minuto, spiò dal banco delle spezie e si sentì sollevata nel vedere che gli uomini con le camicie nere scomparvero uno ad uno. Ne approfittò per dirigersi verso ovest.

***

Nate rimase bloccato nel taxi in un ingorgo a cinque minuti di macchina dal luogo dell’appuntamento. I clacson riempivano le strade, nei sedili posteriori faceva caldo come in una sauna, persino coi finestrini aperti. L'aria era umida e non c’era un filo di vento. Guardò l'orologio, accorgendosi che gli restavano solo quindici minuti.
Tirando un sospiro cercò dei soldi, diede qualche banconota all'autista e uscì. Una bella corsa con questo caldo era l'ultima cosa di cui aveva bisogno.
Poco dopo, arrivò all'edificio della torre. Il suo sguardo si spostò in cima, dove avrebbe dovuto esserci un elicottero ad aspettarli. Sperava con tutto il cuore che Lara Croft fosse una tipa affidabile. Dopo il loro incontro in Malesia, cercò alcune informazioni su di lei, ma il tempo a disposizione era limitato e le parole di Sully non lo avevano rassicurato. Erano avversari, inseguivano lo stesso bottino, ma per ora erano entrambi dalla stessa parte. Non da quella di Johansson.
La situazione lo infastidì oltre misura, ma cercava di trarne il meglio. Doveva stare attento a non perdere il controllo. Lara Croft si era dimostrata molto più dominante in quella mezz'ora di riunione di quanto lui ritenesse accettabile. E ancora non riusciva a togliersi dalla testa la sensazione di essere caduto nella sua trappola. Un disegno predisposto secondo i suoi piani.
All'ultimo piano, Nathan uscì dall'ascensore e salì le poche scale che conducevano alla porta. L'elicottero era in piedi all'estremità del tetto, il rotore era ancora immobile.
All'ombra del muro, Lara Croft lo aspettava con la schiena contro la parete, le braccia incrociate sul petto. Era stata la prima ad arrivare, di nuovo. Doveva aver avuto una bella fortuna Nate, quella volta, quando la superò rubandole il primo occhio.
“Sono felice di vederti, Lady Croft.”
“Chiamami Lara. Non c'è bisogno di complicare le cose se lavoriamo insieme,” replicò la ragazza. Nate non si aspettava questo tono amichevole, ma era felice di sapere che non avrebbero passato i giorni successivi a fissarsi l'un l'altro come due nemici.
“Nate,” disse offrendole la mano, che Lara accettò. La stretta era forte da entrambe le parti, ma nessuno dei due cercò di esagerare. “Allora, siamo pronti a decollare?”
“Immagino non ci sia bisogno di chiedere se hai con te l'occhio.”
“Immagino non ci sia bisogno chiedere se hai con te il tuo.”
Lara alzò le mani in segno di consenso. "Mi sembra giusto,” convenne, e quello fu il momento in cui entrambi capirono di essere partner alla pari. “Non perdiamo tempo, allora.”
Prese il suo zaino e si diressero insieme all'elicottero. Il sole splendeva a picco ed il cielo era limpido, con neppure una nuvola all'orizzonte. Una strana luce scintillò per una breve frazione di secondo sul tetto adiacente, attirando l’attenzione di Nate. Si fermò, drizzò le orecchie, e quando sentì un’eco crescente dirompere nell’aria si gettò a terra trascinando Lara con sé. Il razzo colpì l'elicottero sul fianco facendolo esplodere con un botto assordante. L'onda d'urto calda travolse il tetto, spingendo i due verso l'ingresso.
Nate cadde rovinosamente contro il muro, le orecchie gli pulsavano di dolore. Quando aprì gli occhi, il fumo nero occupò tutta la visuale e non riuscì a distinguere le sagome bruciate del relitto dal resto del tetto. Tossì per schiarirsi la gola.
“Stai bene?”
Lara si alzò sui gomiti e gettò via i suoi occhiali da sole rotti. “Cos'è stato?”
“Un razzo. Johansson non scherza.”
“Non capisco. Se ci vuole morti, perché non ha aspettato che entrassimo?”
Nate si grattò la testa. “Questa è una bella domanda. Forse non voleva rischiare di perdere gli occhi.”
Un rumore di passi pesanti si fece strada da dietro la porta. “Meglio pensarci dopo e andarcene da qui.”
Lara saltò in piedi e bloccò la porta con una sbarra di metallo.
“Troviamo un modo per uscire. Subito,” sancì coprendosi il viso con la mano per evitare che i fumi le entrassero negli occhi. Nate si avvicinò al relitto in fiamme, raggiunse il margine del tetto e guardò in basso. “Questo non ti piacerà.”
“Mi piace qualsiasi cosa purché mi porti via da qui,” disse Nate, guardando anch'egli in basso, e vide la piattaforma lavavetri appesa qualche piano sotto di loro.
I mercenari raggiunsero la porta colpendola dall'interno con tutta la loro forza. Lara sapeva che non avrebbe retto ancora per molto.
“Forza, salta!” esclamò Nate gettandosi oltre il bordo. La porta si aprì e i primi colpi sfrecciarono nell'aria, a pochi centimetri dalla testa di Lara. Lei non ci pensò due volte. La caduta era rischiosa, ma per fortuna atterrò sulla piattaforma che tremò sotto il loro peso. Quando il primo soldato guardò in basso, Lara volse il suo fucile verso l'alto e sparò. L'uomo perse l'equilibrio e cadde, mancando di poco la piattaforma.
“Perché diavolo sono così arrabbiati con te?” gridò, mentre Nate premeva il pulsante vicino alla ringhiera e la piattaforma partì verso il basso in una maniera ridicolmente lenta.
“È una lunga storia,” rispose Nate sparando due colpì agli uomini sopra di loro. “Te la racconto dopo.”
“Non vedo l'ora.”
Lara mancò di striscio un mercenario, dandogli modo di saltare oltre il bordo ed atterrare sulla piattaforma accanto a Nate. Il peso dei due uomini fece sbilanciare pericolosamente il lato della piattaforma e Lara dovette afferrare le corde di metallo per non perdere l’appoggio, al contrario di Nate che scivolò assieme al nemico verso il basso. La cacciatrice di tombe mirò con la pistola in direzione del mercenario, ma Nate si trovava in mezzo e questo non le permetteva di avere una visuale pulita. I due ebbero una colluttazione, e più Nathan rispondeva ai colpo del nemico più la piattaforma oscillava pericolosamente.
Un proiettile le passò vicino e si incagliò nella finestra accanto alla sua testa.
“Maledizione,” imprecò Lara appoggiando entrambe le mani sulla ringhiera e mettendosi a penzoloni. Quando Nate ricevette un pugno che lo fece inarcare all’indietro, liberandole la visuale, Lara piantò un duro calcio nelle costole del mercenario. L'uomo inciampò all'indietro, e lo slancio lo fece scivolare oltre la ringhiera.
“Merda!” gridò Nate, mentre il soldato gli prese il braccio e lo tirò giù con sé. Riuscì ad afferrare la ringhiera all'ultimo momento, e rimase appeso all'altezza del decimo piano, con il soldato aggrappato ai piedi. “Toglimelo di dosso!” urlò sentendosi la mano scivolare via dal metallo.
“Smettila di dimenarti!” esclamò Lara mirando con la sua pistola. Aveva una sola possibilità, doveva cogliere l’attimo giusto. Sparò e colpì l'uomo in mezzo alla fronte, il quale cadde senza fare alcun rumore.
Nate afferrò la ringhiera anche con l'altra mano, e Lara lo aiutò tirandolo a sé. “Non so se dovrei ringraziarti, mi hai quasi ucciso.”
“So quello che faccio,” disse lei sorridendo mentre la piattaforma era scesa quando bastava perché i proiettili dall’alto non li raggiungessero più.
Una volta arrivati a terra, saltarono oltre la ringhiera ed andarono di corsa a ripararsi in una strada laterale. La zona sembrava pulita, ma Nate non voleva affidarsi troppo alla fortuna. “E adesso? Credo che ci serva un nuovo piano.”
“Dobbiamo andarcene da qui. Bryce non sarà in grado di far venire un nuovo elicottero così su due piedi. Dobbiamo trovare un altro modo.”
“Penso di sapere cosa fare. Dammi il tuo telefono,” propose porgendole la mano, aspettando che lei reagisse.
“Non hai nemmeno un telefono?”
“Non mi piace portarmi troppa roba in viaggio,” scherzò prendendo il cellulare che Lara gli aveva porto e digitando veloce un numero. Dopo aver preso la chiamata, parlò brevemente spiegando dove si trovavano. “È fatta. Il veicolo arriverà in circa dieci minuti, a due strade più in là. Andiamo.”
I mercenari non si vedevano da nessuna parte, così sgattaiolarono fuori dal vicolo e, seguendo la strada, si diressero verso sud. All'angolo successivo, Nate si fermo di colpo e bloccò Lara dietro l'edificio.
“Ehi...” disse, ma lui la fece tacere.
“Laggiù,” indicò nel luogo opposto, dove due uomini in camicia nera perlustravano la strada guardando i passanti e controllando i negozi.
“Mi toglieresti la mano di dosso?”
Tenendo gli occhi sul nemico, Nate non si accorse di avere ancora il braccio davanti a lei che l’addossava al muro.
“Scusa,” disse spostando il braccio. “Non volevo... comunque... Se ne sono andati. Andiamo.”
Sfruttarono l'occasione di uno sciame di persone che attraversò la strada, mimetizzandosi tra la folla. Nate andò per primo, Lara dopo di lui, controllando la strada dietro di loro di tanto in tanto. Quando il gruppo raggiunse l'angolo successivo, cambiarono direzione scomparendo in un altro vicolo.
“Il punto d'incontro è laggiù. Abbiamo ancora un minuto.”
“Spero che il tuo contatto sia affidabile,” mormorò Lara.
“Credimi, è brava.”
“Brava?”
Nate non ebbe il tempo di rispondere che un'auto svoltò d’improvviso in strada e si fermò davanti a loro. Una donna seduta al volante sbirciò dal finestrino aperto e salutò Nathan con la mano.
“Ci siamo,” disse Nate saltando in macchina e facendo cenno a Lara di seguirlo, che si mise ai sedili posteriori. “Lara Croft, lei è Chloe Fraser. Chloe, lei è Lara.”
Le due donne si scambiarono sguardi nello specchietto retrovisore, poi Chloe sgommò e la macchina schizzò nel traffico, più veloce che poté.
“Perché questa macchina? Se diventata una casalinga di periferia, adesso?” chiese Nathan osservando il minivan.
“Mi aspettavo qualcosa come 'Ciao Chloe, che bello vederti, grazie per avermi salvato il culo di nuovo.”
Nate si mise a ridere. “Ciao Chloe, che bello vederti, e grazie per avermi salvato il culo di nuovo.”
“Quand’è che ci siamo sentiti l'ultima volta? Un anno fa? Che fine hai fatto?”
“E' meglio che tu non lo sappia,” rispose Nate sballottato verso la portiera mentre la macchina curvava ad alta velocità.
Chloe guardò nuovamente allo specchio. “E hai trascinato di nuovo qualcuno nelle tue folli imprese. Tesoro, stai attenta. Il guai sono la sua passione preferita.”
A Lara piaceva questa donna. “Non preoccuparti per me, i guai li conoscono fin troppo bene.”
“Segui il mio consiglio e vattene finché sei in tempo,” ironizzò suonando il clacson per superare qualcuno, attraversando un incrocio a tutta velocità.
“L’occasione di poterlo fare, ormai, è andata.”
Chloe fece uno sguardo di sbieco a Nathan, che evitò il contatto visivo, poi guardò di nuovo allo specchio per studiare Lara. “È così sono già stata rimpiazzata.”
“Che vuoi dire?” chiese Lara confusa.
“Niente,” s’intromise Nathan. “Noi due non siamo... comunque. Portaci alla stazione di polizia, per favore.”
“Potrei raccontarti storielle interessanti su questo individuo. Quando ci frequen...”
“Chloe,” alzò la voce Nate. “È roba vecchia. Non credo che voglia saperla.”
“Io credo proprio di sì,” disse Lara con un sorriso avvicinandosi col busto.
La stazione che si presentava alla fine della strada salvò Nate dall'imbarazzo.
“Forse la prossima volta, tesoro,” disse Chloe schiacciando forte il freno facendo fare un testa coda alla macchina.
Nate si chinò e le diede un bacio sulla guancia. “Grazie per avermi salvato il culo, Chloe.”
“Non c'è di che,” rispose l’indiana, ed i suoi occhi lo seguirono mentre scendeva e si avviava verso nord.
“Ehi,” disse a Lara prima che aprisse la portiera. “Prenditi cura di lui, ok? È un bravo ragazzo.”
“Certo,” assicurò, ed il loro sguardo s’incrociò un'ultima volta prima di uscire dalla macchina e raggiungere Nate.
“E non dimenticatevi di mandarmi una cartolina,” scherzò Chloe salutando con la mano. Fece ruggire il motore e si precipitò in città.

***

“Che peccato, mi sarebbe piaciuto sentire qualche storiella sul tuo conto,” disse Lara mentre si precipitavano a perdifiato in stazione.
“Ci scommetto,” rispose Nathan stringendosi tra la folla in piedi davanti alla biglietteria. “Forse la prossima volta. Ma ricordati, qualsiasi cosa ti dirà Chloe non credere a una sola parola.”
Lara alzò gli occhi al cielo e lo seguì fino ai binari. Non appena avrebbe avuto modo di contattare Bryce gli avrebbe chiesto di scoprire qualcosa sullo strano passato di Nate. Cominciò ad avere la sensazione che le cose non andassero mai secondo i piani quando era nei paraggi.
La stazione era un grande vortice di persone, e ciò fu di buona sorte. I mercenari sembravano essersi persi, non avendo visto nessun uomo in camicia nera o chiunque altro sembrasse sospetto.
Nate guardò verso la bacheca delle informazioni. “Merda. Il treno sta per partire. Se non lo prendiamo, dovremo aspettare due ore.”
“Non mi va di aspettare due ore,” disse Lara correndo lungo il primo binario. Notò un treno un po' più lontano, un vecchio trasporto con i vagoni rossi e ringhiere ammaccate, ed una locomotiva a vapore in testa. “Andiamo, sta partendo!” esclamò Lara raccogliendo tutte le sue forze per correre a più non posso.
La donna era veloce, pensò Nate mentre rimaneva indietro. Il treno cominciò a muoversi, il vapore fuoriuscì dal tubo mentre la locomotiva investì la zona con un rumore acuto che sovrastò il chiacchiericcio della gente. A Nate mancavano ancora cinque metri dal treno quando quest’ultimo cominciò a scivolare sui binari prendendo velocità, con Lara in piedi sul vagone in coda al treno.
“Corri, Nate!” gridò porgendogli la mano. , pensò trovandosi irritato dal suo sorriso, che man mano si affievolì, prendendo coscienza che non sarebbe andata da nessuna parte senza il primo occhio.
“Ora o mai più,” disse tra sé e sé, e si lanciò in avanti afferrandole la mano. La forza della ragazza lo sorprese, e grazie a ciò ebbe modo di raggiungere la ringhiera. Il treno accelerò e poco dopo qualche minuto lasciò la stazione. “Grazie,” mormorò spolverandosi i pantaloni.
Lara aprì la porta che conduceva al carro. Dentro c'erano solo poche persone sedute, ma per precauzione i due decisero di proseguire, cercando una zona tranquilla dove poter parlare. Tre vagoni più avanti trovarono una cabina vuota e si buttarono sui primi sedili disponibili. Lara prese la cuffia. “Bryce. Ci serve un altro elicottero,” disse senza salutare.
“Perché? Che ne è stato di quello che ti ho mandato?”
“Be’, abbiamo avuto qualche problema a Shanghai. Spero che tu l’abbia assicurato.”
“Cristo, Lara.”
“Ci stiamo muovendo in treno verso nord. Procurami un nuovo elicottero e mandalo a prenderci.”
Bryce fece un sospiro. “Va bene.”
“Farò il check-in il prima possibile,” tagliò corto Lara interrompendo la linea, mise via l'auricolare e si appoggiò al sedile. “Che c’è?” chiese confusa notando Nate che la guardava dal sedile opposto.
“Mi piace il tuo accento.”
La bocca di Lara tirò un sorriso. “Bene. Sono contenta perché non posso cambiarlo.”
“E mi piace il modo in cui gestisci le cose. Non mi sembri rimasta sorpresa dall'attacco.”
“Succede anche a me ogni tanto,” ammise allungandosi e mettendo i piedi sul bordo del sedile. “Perché non mi racconti i motivi per il quale Johansson ti seguiva?”
"È una lunga storia. Mi ha contattato perché voleva ritrovare gli occhi di Chagatai, pagandomi per scoprire dove si trovassero. Così ho iniziato un'indagine e ho scoperto i luoghi nei quali erano stati nascosti. Quando però Sully mi ha detto a cosa servivano e che tipo di persona è Johansson, decisi che non glieli avrei dati. Non era molto contento quando ha scoperto che avevo tenuto alcune informazioni per me, come ad esempio dove si trovasse il primo occhio. Mi ha fatto seguire ed è così che ho incontrato te.”
“Hmm... quell'errore mi è costato molto,” rifletté Lara.
“Può essere. Questo viaggio comincia a piacermi,” scherzò Nathan prendendo il primo occhio e aprendo il palmo della mano. “Cosa dovremmo farne?”
“Non lo so. Conosco il posto in cui si trova la tomba di Chagatai da anni, ma non sono potuta entrare senza gli occhi. Quando saremo lì, scopriremo a cosa servono.”
Lara prese il secondo occhio, imitando i gesti del compagno di avventura. Erano due palle di pietra pressoché uguali.
“Sully aveva ragione,” ammise Nate spostando lo sguardo dagli occhi di pietra a quelli della ragazza. “Sei una tosta.”
“Sully…” ripeté Lara cercando di ricordare un volto. “Sullivan, giusto?”
Nate annuì e la ragazza ripose il secondo occhio nello zaino. “Ora ricordo, l'asta a Londra, cercava un pugnale cinese.”
“Che alla fine ti sei preso tu.”
Il suo sorriso era tornato. “Sullivan non fu persuasivo. Dopo l'asta mi invitò a bere qualcosa, ma non fu persuasivo neppure in quell’occasione.”
“Tipico di Sully. Gli hai spezzato il cuore,” disse Nathan mettendosi a ridere. “Non prenderla come un'offesa, lui è fatto così,” soggiunse riponendo anch’egli l'occhio nella sua borsa. “Ma lo capisco, chi resisterebbe alla tentazione di offrirti un drink.”
“Sembra che tu abbia imparato molto da lui,” convenne Lara con uno sguardo di curiosità. Sopraggiunse il silenzio e Lara osservò il paesaggio naturale oltre le vetrate. “Chloe è molto bella.”
“È stato secoli fa. È complicato.”
Il treno attraversò un ponte e fece rimbombare il fischio tra le pareti anguste e rocciose. Nate non voleva parlare di Chloe: a quale donna piaceva sentire parlare delle vecchie fiamme di un uomo? Dalla prima volta che sentì parlare di Lara Croft, gli crebbe un singolare quesito che non sapeva come esporre. Lara alzò la fronte notando il suo sguardo insistente e Nate non riuscì a trattenere la sua curiosità.
“Sei una Lady?” le chiese.
Lara si mise a ridere mentre apriva la sua giacca di pelle. “Ti aspettavi una nobildonna con corsetto e parrucca bianca?”
“Forse no, ma di sicuro il tuo titolo mi ha sorpreso,” ammise Nathan ricordandosi della prima volta che la vide al caffè in Malesia in vestiti casual e comodi. Anche adesso indossava abiti simili, che nonostante tutto non riuscivano a nascondere le sue curve impressionanti. “Sarei curioso di vederti in corsetto, però.”
“Non credo di averne uno.”
“Non ne hai bisogno.”
Il sorriso di Lara gli confermò che non era infastidita dalle sue parole. Sembrava piuttosto incuriosita, come se avesse cambiato la sua opinione su di lui.
Il rumore monotono del treno venne disturbato dal rombo di un motore e dalle grida di alcuni uomini.
“Merda,” disse Nate guardando fuori dal finestrino notando un camion avvicinarsi al vagone in coda. Uomini in camicia nera saltarono sul treno con armi pesanti sulla schiena. “Non ci posso credere.”
Lara si unì a lui. “Immagino che la parte piacevole del viaggio sia finita. Andiamo.”
Presero le valigie, nascosero le armi nella cintura e si diressero nei vagoni più avanti. Quando Lara si trovò all’esterno, tra una carrozza e l’altra, scorse gli uomini sparire dalla sua vista.
“Sono entrati.”
“Allora ce ne andremo noi,” disse Nate, che balzò afferrando il bordo del tetto e si tirò su. “Forza,” incitò Lara porgendole la mano per aiutarla. Arrivati in cima, si nascosero dietro una scatola di ventilazione per valutare la situazione.
“Riesci a vederli?” chiese Lara mentre infilava le cartucce nel caricatore della pistola.
“Non ancora,” rispose Nathan sbirciando oltre la scatola di ventilazione. Poco dopo, scorse il primo tizio salire sul tetto e sostare davanti a loro, in attesa di un ordine. “Ci penso io a lui.”
Nate rotolò giù per la fiancata del carro aggrappandosi al bordo, avanzò verso il mercenario finché non gli fu proprio sotto. Qualche passo soltanto e ci siamo, pensò sondando ogni movimento del nemici. Quando quest’ultimo camminò verso il margine, Nathan lo afferrò per la cintura e lo gettò oltre il bordo con una sola e potente spinta. Il mercenario cadde tra i cespugli ai lati dei binari.
“Bella mossa,” si complimentò Lara al ritorno di Nate.
Altri due uomini armati sopraggiunsero sul tetto, procedendo a passo felpato in direzione del loro nascondiglio. Con la schiena contro il condotto di ventilazione, Nate impugnò il fucile. “Al tre?”
“Io prenderò quello a destra.”
Quasi nello stesso secondo i due cacciatori di tombe si sporsero, spararono ognuno un colpo e i due uomini caddero all’indietro lasciando scivolare dalle mani le loro pistole.
Nate si chinò sui due corpi per controllare se fossero morti. “Non mi sono rimaste molte munizioni.”
Alcune urla giunsero dal basso: appartenevano ai mercenari che, quasi sicuramente, avevano sentito gli spari.
“Corri!” gridò Nate. I due corsero lungo il tetto saltando sopra gli interstizi tra i carri. Sentirono il sibilo dei proiettili alle loro spalle sfrecciare in aria e si gettarono dietro una bocchetta di ventilazione, restituendo il fuoco. Due del gruppo di mercenari caddero dal treno. Nathan e Lara lavoravano in squadra come se si conoscessero da anni e sapessero d’istinto ciò che l'altro stava per fare.
Il treno continuava il suo viaggio, confermando che il macchinista non sembrava aver notato quello che stava succedendo. Durante una curva un mercenario perse l'equilibrio e cadde dal treno.
“Uno in meno,” annotò Nate dietro la copertura contando quante munizioni aveva ancora. “Non si mette bene.”
“Mi è rimasta solo una cartuccia,” informò Lara addossandosi con la schiena alla copertura e prendendo fiato. “Così ci accerchieranno.”
Rimaneva un solo vagone da percorrere prima di raggiungere la locomotiva. Nate sbirciò fuori dal cofano, ma si tirò subito indietro non appena una dozzina di colpi vennero sparati in sua direzione. “Ne stanno arrivando altri.”
“Fantastico,” ironizzò Lara inserendo l’auricolare nell'orecchio. “Bryce, dov’è l’elicottero? Dobbiamo assolutamente andarcene. Ora!”
“Ehi, Lara, dovrebbe essere lì tra due minuti.”
“Ottimo tempismo, Bryce.”
La cacciatrice di tombe sparò due volte atterrando un mercenario, ma non bastò a fermare la truppa di mercenari. Nate ne uccise altri due.
“Va’ avanti!” esclamò Nathan coprendola per permetterle di saltare sull’ultimo vagone. Quando il cane della pistola scattò a vuoto, Lara gli lanciò al volo una delle sue.
Il rumore di un rotore si avvicinò a loro mescolandosi al clangore del treno. Lara alzò gli occhi al cielo e avvistò in lontananza l’elicottero. “Forza, ce ne andiamo!” gridò a Nate a tutto fiato con le orecchie assordate dal sibilo violento del vento, il clangore del treno e il fischio delle eliche a tutta velocità.
I mercenari vennero spintonati dall’aria che l’elicottero provocava a una decina di metri da loro; alcuni si accucciarono con le mani salde a terra per non cadere e altri cercarono riparo. Una scala di corda rotolò accanto a Lara, la quale l’afferrò con una mano mentre con l’alta puntò il fucile sui mercenari, facendo partire un colpo in direzione loro mentre Nate corse verso di lei.
Quando anche quest’ultimo afferrò la scala, l’elicottero si allontanò, trascinandoli via prima che raggiungessero l’abitacolo.
“Fate buon viaggio!” gridò Nathan mentre ai soldati rimasti sul treno, che non potettero far altro che seguirli impotenti con lo sguardo.

   
 
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