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Autore: daphtrvnks_    21/08/2020    0 recensioni
- In pochi ancora lottavano, serravano i pugni ed in un tacito urlo invocavano e pretendavano la libertà su quel mondo oramai non più loro.-
- Tratto dal terzo capitolo:
'Che ti importa chi io sia, ne hai fatti fuori più di mille senza chiedere loro il nome.'
Come avesse fatto a distinguerlo da un terrestre qualunque potevano saperlo solo i sopravvissuti, l’odore della pelle di quei mercenari era percepibile a lunga distanza; aspro e metallico, si mischiava al sudore ed alla terra, una fraganza maschile forte, di quelle che ti fanno girare la testa assieme ad un bruciore alle narici che si espande fino ai polmoni riempendoti la testa ed il cuore di terrore.
I passi, pesanti come quelli di giganti e la voce scura, batteva nei timpani simile a tuoni.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bardack, Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La tenente dopo un primo momento di felicità nel ritrovare la scienziata a lei cara, stringerla tra le sue braccia seppur ancora doloranti e respirare il dolce odore della vita, aveva trovato la forza di risvegliarsi solo quando dalle sottili labbra di Lapis era sfuggito il nome della sorella, ancora in pensiero il ragazzo desiderava riabbracciarla, accertarsi che stesse davvero bene e che ciò che la saiyan incontrata un momento prima avesse detto fosse la verità e non una menzogna.

" La bionda, la terrestre."

Aveva sussurrato un Radish appena confuso, quella mattina stava accadendo tutto troppo in fretta e per lui era difficile mettere in fila gli eventi e trovare della logicità in ognuno di questi.
Suo fratello minore combatteva contro il principe della sua razza, percepiva chiaramente la sua aura, un qualcosa di inaudito, una potenza fuori dal comune che durante gli anni della sua vita non aveva avuto neppure la capacità di immaginare, sognare o sperare di possedere un giorno.
Aveva trovato quella prigioniera dai capelli inusuali nella camera di Vegeta, i Ribelli sembravano essersi alleati con la Resistenza e ora che gli tornava alla mente il minore della casata reale era svanito nel nulla.

" Launch, Lazuli! "

La voce cristallina della scienziata aveva fatto clamore nella stanza facendo scattare Yamcha e Lapis che ignorando il saiyan erano corsi per il corridoio dalla quale erano arrivati.
Le guardie li superavano per affrontare gli intrusi, non tanto i terrestri che alla loro vista apparivano come formiche, bensì l'ex generale Bardack che annientava i suoi simili uno dopo l'altro facendosi strada verso l'uscita.
Ora che con sé aveva sua moglie pareva aver dimenticato il patto fatto con la tenente, Radish e persino Kakaroth che al momento era impegnato in una lotta all'ultimo sangue sospeso assieme al principe tra la polvere al dì sopra della reggia.
Ma altro lo spingeva ad andare via da quel luogo, quel mostro era tornato e sapeva di non essere l'unico ad averlo intuito.

Le due ragazze svegliate dai continui rumori, impaurite ma desiderose di fuggire, si trovavano nei corridoi alla ricerca di una via per la salvezza.
Lazuli teneva la più grande dal polso trascinandola nella baraonda tra i corridoi infiniti, i corpi di quella razza sanguinaria spesso ostacolavano loro il passaggio, correvano inciampando sul tappeto rosso raggomitolato in più punti, si rialzavano con le ginocchia dolenti, le narici pizzicate da un fumo acre e dalla polvere delle macerie che crollavano sopra le loro teste per i continui colpi inferti dai Saiyan intenti a lottare.
Schivavano tossendo, con la gola bruciante e le iridi lucide.
Delle urla, il nome della riccia soffocato dalle grida di quei carnefici, era Yahmca, Lazuli lo udì.

" È il predone del deserto, loro sono qui!"

La più giovane strillò, la voce le uscì gracchiante quasi sommessa da una risata o un pianto.

" Loro sono qui!"

Sottolineò Launch, un tono più basso quasi incredulo da quella che sembrava essere la fine, al contrario per il dispiacere di tutti, quello era solo l'inizio.
Mancavano pochi metri, Lazuli intravide la figura del fratello a poca distanza da loro, corse trascinando dietro di sé Launch ma prima che potessero sfiorarsi, che la voce di Bulma arrancasse in quello stretto corridoio e che entrambe potessero anche solo distinguere il colore delle vesti dei loro compagni un boato fece scuotere le mura  di quel luogo.
________________

I fasci di luce emessi dal suo nemico quasi accecavano i suoi occhi d'ossidiana, le scariche elettriche emesse da quel corpo marmoreo accendevano in lui invidia.
Il principe dei saiyan non poteva provare un sentimento simile; lui era l'emblema della sua razza in quanto a forza, resistenza, l'astuzia che lo aveva accompagnata in ogni spedizione nelle galassie e terre più lontane.
L'unico a poter affermare di essere colui dal sangue puro, meglio del fratello, del padre che non aveva saputo gestire un regno di ignoranti.
Lui e solo lui, il grande e glorioso principe Vegeta inondato da quella luce, dal calore provocato dall'energia di Kakaroth.
Un guerriero di terza classe, di nessuna stirpe reale, cresciuto nei combattimenti rozzi e in un pianeta fin troppo dolce e ospitale.
Tutta la sua rabbia era stata riversata in un grido di disperazione in risposta a quella battuta da quattro soldi.
Sganciò il mantello lasciando che cadesse sulle rovine del suo castello, ondeggiando sinuoso accompagnato da quel lieve venticello mattutino e poi, in un impeto, si era gettato in una lotta furibonda, calci, pugni schivati dall'avversario.
Il lume della ragione era stato rimpiazzato dall'istinto, l'ultimo barlume di razionalità nello studiare chi avesse davanti era svanito.
Il vecchio Vegeta, furbo ed attento ad ogni tecnica e mossa era stato rimpiazzato da una bestia spinta unicamente dal rancore.
Il sangue ribolliva nelle vene del Saiyan, i denti digrignati e le palpebre ben aperte.
Si spostavano da un punto all'altro del cielo, Kakaroth se la rideva, sghignazzava e poi cambiava espressione in una che sembrava sottovalutare Vegeta, lo sfidava arcuando le labbra in un sorriso stolto.
Entrambi impegnati si accorsero fin troppo tardi di quella nuova energia, di una nuova aura che solo il più grande tra i due in un primo momento riconobbe.
Si allontanò dopo un gancio destro che Kakaroth non riuscì a schivare e che lo portò in svantaggio, distratto anch'egli.

" Chi diamine è…"

Disse in un rantolo sfiorandosi la guancia ed annullando la trasformazione che gli stava sprecando energie inutilmente.
Vegeta sembrava essere entrato in trans, risvegliato poi da un tremendo boato.
Le sue iridi scesero sotto i suoi piedi, la parte est del castello era andata distrutta, nuovamente il suo sguardo si alzò.
Alle spalle di Kakaroth uno dei suoi incubi che più da bambino lo aveva perseguitato aveva preso forma, carne ed ossa.
Quello che apparve a prima vista come un conato, una espressione di disgusto e successivamente atterrita fu tutto ciò che il figlio di Bardack notò prima di voltarsi.

" Che piacere avere di nuovo a che fare con voi scimmioni."

Stridula e nauseante, alle orecchie del principe parve come il peggiore dei rumori mai uditi.

" Vegeta e Bardack? O sbaglio?"

Freezer rise, quella risata sconnessa e diabolica, così finta da far rivoltare le budella.
Comodamente seduto a gambe incrociate e sospeso nel vuoto, dietro di lui arrivavano a decine una schiera di combattenti alieni, i quali aspettavano impazienti di eseguire gli ordini del loro capo discendendo dalla nave madre coperta in parte da nuvoloni scuri e minacciosi.
Perché non era riuscito a captarlo? Nessun presentimento? Perché non lo aveva notato, come si poteva non sentire una forza tanto ostile e potente? Colui che aveva distrutto il suo pianeta ed aveva posto fine a quella lieta sopravvivenza, seppur crudele, dei saiyan?
Un sigulgito, l'invidia aveva lasciato posto all'amarezza e alla vigliaccheria.
Il terrore che da bambino aveva provato si fece nuovamente spazio nel suo cuore ed aveva ricordato, vagamente capito, come i terrestri si fossero sentiti con il loro arrivo sulla Terra.
Vittime di qualcosa di più grande, scossi da una presa pungente che faceva annodare le viscere e perdere le speranze.
La paura.
_______________

Gine era senza energie, fuori da quei corridoi e gettata sul terreno arido le sue pupille erano ferme su quel mostro che anni addietro aveva terrorizzato il suo passato.
Quello che attimi prima non era riuscita a pronunciare perché fermata dalle parole di Bardack rieccheggiarono vivide nella sua mente.

"... l'ultima volta hai rischiato la vita, non puoi sconfiggerlo."

Gine parve sentire nuovamente il calore lasciare il corpo del suo amato, senz'anime dopo l'ultimo colpo violento lanciato con tutte le sue energie contro Freezer, ricordava il dolore pervaderle il petto e le lacrime scorrere sulle sue guance paffute e scivolare sul petto dell'uomo disseminato di tagli, l'odore della sua pelle bruciata.
Poi il flebile palpito del suo cuore, un respiro profondo come se fosse tornato in superficie dopo aver trattenuto per troppo tempo l'ossigeno.
Ma quella era stata solo fortuna, non sarebbe potuto riaccadere nuovamente.

Bardack non aveva avuto neanche il tempo di spiccare il volo per parlare con Zerves, avvertirlo e prepararsi all'imminente minaccia che una volta fuori dalla protezione delle mura della reggia rimaste era stato raggelato da quella presenza.
Lo sgomento era evidente non solo sul suo viso ma anche su quello degli altri saiyan che ammiravano con il capo alzato quello scenario raccapricciante.
Intenti nel fermare Bardack dal fuggire si erano resi conto che qualcosa non andava.
Brividi percorrevano quelle carni di ferro, negli occhi di quegli uomini aleggiava lo scenario di morte del loro pianeta d'origine, i caduti in battaglia, la felicità di quel giorno nell'aver sconfitto il tiranno ora prendeva un sapore amaro, un'illusione covata per troppo tempo ed un segreto che oramai era rivelato.

" Bardack, inutile parlare con Zerves, lui è già qui."

La madre di Kakaroth esalì di colpo, al suo fianco atterrarono i saiyan della resistenza, attirati dall'aura di Freezer che non avevano dimenticato, pronti a proteggere il loro nuovo pianeta e a farsi nuovamente vendetta.
// Okay mi dispiace essere tornata dopo tutto questo tempo ma hey! L'importante è tornare... proprio come Freezer hehehe
  
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