Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Athilik    21/08/2020    0 recensioni
Julie è una ragazza londinese di vent'anni uguale a tutte le altre ragazze londinesi di vent'anni, se non fosse per una piccola grande differenza: viaggia con un individuo che si fa chiamare "il Dottore" da pochi mesi... O magari sono già passati tanti mesi? Difficile dirlo quando ti muovi continuamente attraverso il tempo e lo spazio in una buffa e spettacolare cabina blu. Ma quello che veramente non sa, è che incontri inaspettati ed emozionanti si celano dietro l'angolo, molteplici facce della stessa persona che le faranno conoscere un po' di più questo suo amico dal passato misterioso e che li porteranno ad affrontare un nemico antico e molto potente, che aspetta solo il momento giusto, nascosto tra le ombre.
Quanti volti può avere la stessa persona? Quali e quanti segreti siamo disposti a portarci nella tomba? C'è qualcuno che potrà mai dare una risposta alla prima domanda posta nell'intero universo?
Allons-y!!!
Esce incrociata su wattpad, potete seguire la storia da dove volete ;D
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dalek, Doctor - 10, Doctor - 11, Doctor - Altro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Leonardo Da Vinci?"

"Si! Leonardo Da Vinci!"

"Quel Leonardo Da Vinci?"

"L'unico e il solo!"

"Oh. Sarà strano."

"Devo capire che cosa sta succedendo." riflettè a voce alta il Dottore mentre si toglieva gli occhiali e li metteva in una tasca della sua giacca blu "Che collegamento possono avere gli angeli piangenti, uno straordinario pittore ed inventore rinascimentale e la qualsiasi cosa sia che ci ha afferrato e portati qui?"

Julie stava per aprire la bocca, ma il Dottore la bloccò.

"No, non dirlo. Non parlare, se non so io la risposta, come potresti saperla tu?"

"Grazie eh!" rispose lei seccata.

La ragazza guardò il suo amico correre intorno alla console esagonale, premere tasti e leve in continuazione e poi sentì il Tardis che iniziava a fare il suo solito rumore metallico, mentre le luci intorno a loro lampeggiavano ovunque.

"Eccoci qui!" disse il signore del tempo dopo pochi secondi "Firenze, anno 1474. Ora non ci resta che andare là fuori."

"Come troveremo Leonardo?" chiese Julie.

"Oh, sarà facile vedrai, so esattamente dove andare." rispose lui avviandosi verso le porte della cabina seguito a ruota dalla ragazza "Ma prima!" s'interruppe girandosi talmente di colpo che Julie quasi andò di nuovo a sbattergli addosso "Non puoi uscire vestita così."

"Come hai detto, scusa?"

"Oh dai Julie, lo sai come funziona! Bisogna mimetizzarsi! Forza, vai a cercare qualcosa nell'armadio del Tardis, io ti aspetterò fuori."

"Tu non ti cambi? Non puoi di certo uscire in giacca e cravatta!"

"Certo che posso!"

"E la storia della mimetizzazione?"

"Per me non vale perchè- senti, mio il Tardis, mie le regole, okay?"

Julie ridacchiò divertita.

"Sù sù, muoviti! Vai a cambiarti!"

"Come vuoi tu, Dottore!"

Il signore del tempo uscì dalla nave spazio-temporale per aspettare che la sua compagna di viaggio si cambiasse. Rimase lì, a guardarsi attorno mentre si perdeva nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni, tentando di capire in che situazione si erano cacciati questa volta. Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a collegare i vari punti tra loro. Oh beh, evidentemente era ancora troppo presto per giungere alle conclusioni. Avrebbero dovuto indagare ancora, a partire da uno dei dipinti più famosi del celebre pittore.

"Ecco fatto!" dopo una decina di minuti la voce di Julie s'intromise nei suo pensieri "Così può andare?"

Il dottore la guardò, la ragazza indossava un lungo vestito verde smeraldo decorato al centro con fiori colorati ricamati e del pizzo bianco, mentre i bordi del capo erano colorati di un colore verde molto più chiaro.

Il Dottore sorrise ampiamente.

"Direi che è perfetto!"

"No, non lo è." ribatté seccata lei "Odio i vestiti lunghi, non riesci mai a muoverti bene perché s'impigliano dappertutto. Ma davvero andava di moda sta roba?"

"Guarda in giro e giudica tu stessa."

La ragazza fece come le era stato detto. In effetti, era proprio così.

"Oh, e va bene!" si arrese lei "Dai andiamo, abbiamo già perso troppo tempo."

"Su questo concordo." disse il Dottore "Bene. Siamo a Firenze, in primavera, alle nove esatte del mattino. Direi che possiamo incamminarci."

I due lasciarono la vietta mezza buia in cui il Tardis era stato parcheggiato ed iniziarono a girare per le strade della Firenze rinascimentale.

"Sai, sono già stato in questo periodo storico" iniziò a dire il Dottore "Ma mai a Firenze, solo a Roma."

"E come mai?" chiese Julie.

"Ho aiutato Michelangelo a dipingere la cappella sistina."

La ragazza sbarrò gli occhi.

"Hai fatto cosa?"

"Non crederai davvero che quell'uomo abbia progettato tutto il giudizio universale da solo, vero? Gli serviva una mano!" poi il signore del tempo fece una pausa e sorrise "Anche se, a dire il vero, dopo decise di dipingerlo tutto da solo. Tipo particolare Michelangelo, scorbutico, ma di buon cuore. Alla fine siamo diventati amici." 
Julie continuava ad ascoltare con occhi sgranati e passati un paio di secondi di silenzio, parlò.

"Scusa se mi ripeto ma... Come troveremo Leonardo? Che cosa stiamo cercando esattamente?" chiese.

"Una bottega." spiegò il Dottore "In questi anni Leonardo è ancora molto giovane, dovrebbe avere più o meno la tua età. A quel tempo lavorava e studiava in bottega da un altro pittore che gli fece da maestro."

"Capisco." Julie fece una pausa e sospirò debolmente "Ehm... Posso chiederti un altra cosa?" chiese poi.

"Beh, fare domande è una delle cose che ti riesce meglio, visto che non stai mai zitta..."

"Ehi!"

"... quindi chiedi pure."

"Che cosa sono esattamente gli angeli piangenti? Perché ci hanno attaccato? Li hai già combattuti prima?"

Il Dottore la guardò alzando le sopracciglia.

"Quella non era una domanda, erano tre."

Julie arrossì dall'imbarazzo e questo fece ridere il signore del tempo. Poi però, si fece improvvisamente serio.

"In ogni, caso, la risposta è sì, li ho già combattuti in passato." disse in tono grave "E quando dico che sono molto pericolosi, dico sul serio. Devi stare molto attenta se mai dovessi imbatterti in loro, Julie. Capisci perché ti ripeto sempre che non ti devi mai allontanare da me, quando viaggiamo? "

"Sì, ma allora perché alla galleria degli Uffizi mi hai lasciata sola?"

"La situazione era diversa. Dovevo assolutamente controllare di persona quel dipinto, e poi sapevo che non ti sarebbe accaduto nulla. Il Tardis era vicino e tu non sei di certo un stupida, sapevo che saresti riuscita a raggiungerlo." il Dottore si mise le mani nelle tasche dei pantaloni "Ed io non chiedo mica alla prima persona che capita di viaggiare con me. Sei in gamba Julie, devi solo fidarti delle mie parole."

"Io mi fido di te." disse la ragazza.

"Puoi stare tranquilla, non capiterà mai che io ti lasci ad affrontare da sola una situazione di estremo pericolo." aggiunse il signore del tempo facendole l'occhiolino. Dopo pochi attimi però, il Dottore sembrò notare qualcosa e il suo viso s'illuminò "Oh, ma guarda un po'! Siamo arrivati!"

Julie guardò nella direzione in cui stava guardando l'amico. Si erano fermati vicino a quella che sembrava una mini villetta tutta rossa. Su di un lato, crescevano edere che si arrampicavano per tutta l'altezza del muro. 
Il Dottore non perse tempo e bussò alla porta. Pochi istanti dopo un'uomo venne ad aprire: doveva avere circa quarant'anni, non era molto alto e aveva degli strani baffi marroni.

"I signori desiderano?" chiese.

"Salve! Io sono il Dottore e questa è Julie." rispose allegramente il signore del tempo mentre la ragazza salutava con la mano.

"Salve, il mio nome è Andrea del Verrocchio, posso esservi utile? Avevate commissionato un dipinto o una statua nella mia bottega?"

"No no, non siamo clienti" rispose subito il Dottore "Stiamo cercando una persona, abbiamo sentito che è allievo in questa bottega. Il suo nome è Leonardo Da Vinci."

"Oh, il giovane Leonardo!" si stupì l'uomo "Sì sì, studia qui da me, ma ahimè, al momento non si trova qui. È andato a ritirare dei colori a mio nome per la bottega nel negozio qua vicino. Siete suoi amici?"

"Sì, esatto." continuò il Dottore "Non abitiamo in questa città, e siccome siamo venuti fin qui a causa di un viaggio molto importante, avevamo pensato di passare almeno a salutarlo."

"Oh, capisco." continuò l'artista "Beh, il ragazzo non è uscito molto tempo fa, quindi potete raggiungerlo tranquillamente."

"Grazie mille." sorrise Julie "Ha detto che è andato in un negozio qua vicino?"

"Si, esattamente." continuò Verrocchio "È verso destra, a sole due strade dalla mia bottega."

"Grazie infinitamente per le informazioni, le auguro una buona giornata!" annuì il Dottore sorridendo.

"Grazie, anche a voi." rispose l'altro uomo chiudendo la porta.

"Wow, incontrerò davvero uno degli artisti più famosi della storia dell'arte?" chiese Julie ancora incredula mentre avevano ripreso a camminare.

"Proprio così!" rispose il Dottore "Potrai chiedergli di persona tutto quello che vuoi!"

Dopo pochi minuti di camminata, i due s'imbatterono in una scena particolare: Due ragazzi sui venticinque o trent'anni stavano spintonando e ridendo di un ragazzo poco più giovane di loro. Julie fissò la scena, mentre il Dottore in un primo momento sembrò non notare nulla e continuò a camminare. 
La ragazza si guardò attorno. Possibile che nessuno vedesse la scena? Perché qualcuno non decideva di intervenire?

"Julie che stai- oh." il Dottore apparve accanto a lei.

"Ho affrontato una nave di Dalek." disse la ragazza "Posso affrontare due bulletti da quattro soldi, no?"

Non aspettò una risposta dell'amico, nel momento in cui vide che uno dei due uomini aveva preso per il bavero il giovane, Julie scattò in avanti.

"Ehi voi!" urlò dirigendosi a passo talmente spedito verso il gruppetto che quasi inciampò nel suo stesso abito "Stupido vestito!" imprecò, poi rivolse di nuovo la sua attenzione ai ragazzi "Giù le mani!"

Tutti e tre si girarono a guardarla.

"Ho detto: toglietegli le mani di dosso!"

I due bulli risero, erano più alti del povero ragazzo maltrattato e di lei, ma a Julie non facevano paura.

"Scusami, ma queste non sono situazioni adatte ad una ragazzina carina coem te." disse quando lei li raggiunse.

"Ragazzina? Come osate, sono benissimo in grado di affrontarvi!" sbuffò "Ma chi vi credete di essere, non si maltrattano le persone in questo modo!"

I due ragazzi non risposero e tornarono a fissare la loro vittima.

"Oi! Parlo con voi, non provateci nemmeno ad ignorarmi!" sbottò Julie lanciandosi sul tipo che teneva ancora il ragazzo più giovane per il bavero e cercando di staccarlo. Ci riuscì, se non per il fatto che ora l'attenzione era passata tutta su di lei.

"Ma che ragazza intraprendente!" ghignò il tipo schioccandosi le nocche.

"Okay, okay, emozionante! Ma ora basta così." s'intromise la voce del Dottore. Pochi secondi dopo il signore del tempo di parò davanti a Julie, fronteggiano i due uomini.

"E tu chi saresti?" chiese uno di loro.

"Qualcuno con cui non vorresti avere a che fare, credimi."

Julie corse dal povero ragazzo vittima degli altri due, che fissava la scena con occhi increduli.

"Stai bene?" chiese.

"Sì... Sì, grazie. Ma voi chi..."

"Dopo, prima pensiamo ad uscire da questa situazione."

"Sei strano." continuò l'uomo "I tuoi vestiti sono strani." poi fece un passo avanti con aria minacciosa "e la tua faccia non mi piace."

Il Dottore non si scompose.

"Sì, a volte la mia faccia non piace neanche a me. Sarà perché mi ci devo ancora abituare e perché sono anni che spero di rigenerarmi con i capelli rossi... " ribatté "Sono piuttosto convinto di averne avute di migliori di facce e oh, santo cielo, mi sono di nuovo messo a parlare troppo." poi prese un respiro "Comunque! Basta distrarmi! Quello che volevo dire è che, signori, penso sia il caso che voi ve ne andiate da qui."

"Tu non mi dici cosa devo fare."

"Come vuoi allora. Resta pure lì, c'è ne andiamo noi."

Il Dottore si girò e s'incamminò facendo segno a Julie e all'altro ragazzo di seguirli.

"Ehi!" urlò ancora l'uomo "Tu! Non ti permetto di prenderti gioco di me, ora ti faccio a pezzi!"

Julie lo vide iniziare a camminare minacciosamente verso il suo amico, con il pugno chiuso e pronto a colpirlo. Ma il Dottore, con agilità, estrasse il cacciavite sonico e lo puntò contro di lui, facendolo bloccare sul posto.

"Lo vedi questo?" chiese con la voce fredda "Questo è un oggetto molto potente che ti ridurrà in cenere se solo provi a fare un altro passo." e con quelle parole, il signore del tempo puntò il cacciavite contro un gancio lì vicino a cui era legato un cavallo e lo attivò. Il gancio esplose con un botto e mille scintille, il cavallo s'impennò nitrendo e poi corse via.

"Erano dieci minuti che continuava a dire che non sopportava più di vivere la sua vita legata a quell'affare." spiegò sotto gli occhi increduli di tutti i presenti "Ora. Spero che questo vi sia stato utile come dimostrazione di quello che posso fare. Non lo ripeterò una terza volta: Andatevene."

"Tu.... Tu... Sei uno stregone!" balbettò l'uomo.

"Oh, sono molto peggio." continuò il Dottore con voce grave "Sono un signore del tempo."

"Ci dispiace!" la voce del secondo uomo si inserì nella conversazione mentre afferrava l'altro ragazzo per le braccia e lo allontanava "Chiedo scusa! Mio fratello ed io non volevamo arrecare danni a nessuno, di nessun tipo."

Il Dottore alzò le sopracciglia in segno di avvertimento e i due uomini scapparono in mezzo alle vie.

"Allora? Come sono andato?" chiese giocosamente sorridendo e facendo roteare il suo prezioso cacciavite sonico in mano, per poi rimetterlo in tasca "Niente male, eh?"

Julie rise divertita.

"Niente male davvero!"

Ma il ragazzo vicino a loro non la pensava allo stesso modo. Continuava a far rimbalzare lo sguardo sconvolto tra le due strane persone che erano venute in suo soccorso.

"Voi... Voi chi siete?" chiese debolmente.

Julie lo guardò. Era un ragazzo giovane, della sua età forse. Abbastanza alto, magro e con i capelli ricci biondissimi.

"Stai bene?" chiese subito dopo "Ti hanno fatto del male?"

Il ragazzo non rispose, e al suo sguardo preoccupato lei si affrettò a dire:

"Non ti devi preoccupare! Quella che hai visto non era magia, erano solo giochi di luce!"

Il ragazzo continuò a guardarla incredulo.

"Giochi di luce?" si offese il Dottore "Giochi di luce? Come osi dire questo del mio amato cacciavite-"

"Dottore!" lo sgridò lei "Vuoi stare zitto, per favore?"

"Ma hai appena dato del 'giochi di luce' al mio cacciavite!"

La ragazza sospirò seccata, poi però il suo sguardo si addolcì e tornò a rivolgersi al giovane che si trovava lì con loro.

"Dico davvero, non devi avere paura di noi. Quella non era magia e noi non siamo qui per farti del male. Ecco, mi presento, io mi chiamo Julie e questo è il Dottore."

"Il... Dottore?"

"Esatto, sono il Dottore! Salve!"

"Dottore.... Chi?"

"Solo il Dottore."

Il ragazzo trattenne il respiro.

"Sembri sorpreso di vedermi." disse il signore del tempo.

"È solo..." iniziò a dire lui "No, ecco. Vi credo. Anzi, grazie per avermi aiutato. Il mio nome è Leonardo, Leonardo Da Vinci."

"Leonardo?" chiese Julie.

"Leonardo!" esclamò subito dopo il Dottore andando a stringergli la mano "È davvero un onore incontrarti, siamo tuoi fans! Ti stavamo giusto cercando!"

"A-Ah sì?" balbettò lui, preso alla sprovvista dall'energia travolgente del signore del tempo "E come mai?"

"Oh, è una storia lunga!" continuò a dire il Dottore "Penso che ne dovremo parlare da qualche parte che non sia qui."

"Lo credo anche io." concordò il ragazzo "Penso sia una storia più lunga del previsto."

"Che vuoi dire?"

"Vi spiegherò tutto. Prima però ho una commissione da fare per il mio maestro. Potete venire come, se volete."

"Sarebbe un vero piacere." sorrise Julie.

Leonardo sorrise debolmente in cambio e iniziò a fare strada, seguito a ruota dagli altri due.

Dopo aver comprato dei colori a tempera i tre tornarono alla bottega dove il giovane studiava e lavorava. Leonardo li condusse in un piccolo studio che faceva anche da camera da letto al giovane, con al centro un tavolo e delle panche di legno. I tre si sedettero e cominciarono a parlare.

"Quindi... Perché mi stavate cercando?" chiese Leonardo incuriosito.

"Noi siamo viaggiatori, veniamo da lontano e durante uno dei nostri viaggi ci è capitata una cosa particolare." iniziò a dire il Dottore.

"Io vengo da Londra!" interruppe Julie con gli occhi che brillavano.

"Londra? È molto distante!" osservò Leonardo "Eppure parlate tutti e due benissimo la nostra lingua!"

"Io sono un insegnate di italiano" si affrettò a dire il Dottore "Julie qui è la mia allieva e avevamo pensato che fare una visita in Italia sarebbe stato un buon esercizio per apprendere bene la lingua. Inoltre lei è un'amante dell'arte italiana."

"Ma... Non avevi detto di essere un dottore?"

"Si beh.... Diciamo che io sono tante cose. Comunque, non è questo il punto." guardò il ragazzo negli occhi "Ti è mai capitato qualcosa di strano ultimamente? Strani incontri, ti sei sentito osservato, insomma, qualcosa di inusuale?"

"Beh, a dire il vero sì." rispose il giovane pittore "Ma dubito fortemente che riuscirete a credermi, se ve lo racconto."

"Dovresti metterci alla prova" affermò Julie "Io e il Dottore saremmo in grado di raccontare storie che nessuno sulla terra sarebbe disposto a credere. Forse la tua storia non è così diversa dalle nostre, alla fin fine."

Questo sembrò convincere il ragazzo, che prese un profondo respiro e cominciò a raccontare.

"Quando mio padre mi mandò qui per studiare mi disse che avrei imparato molto da questo suo amico. Ed è così, in effetti. Il signor Verrocchio è un maestro fantastico. Ma vedete..." Leonardo sospirò "Il mio maestro non è solo un pittore, anzi è principalmente uno scultore. Ed ultimamente l'ho visto osservare delle statue un po' strane."

"Erano forse delle statue di angeli?" chiese frettolosamente il signore del tempo.

"Sì... Come lo sai?"

"Perché è il motivo per cui siamo venuti qui."

"Davvero?"

"Te lo avevo detto, no?" aggiunse Julie "Qualunque cosa sia, a noi puoi dirla. Ti crederemo."

"Quante ne hai viste?" incalzò il Dottore.

"Un paio credo. Forse di più. La cosa strana però, è che ultimamente non riesco molto a dormire. Sogno quelle statue."

Le sopracciglia del Dottore si corrugarono, sempre più interessato al discorso del giovane artista.

"Le sogno ogni volta che chiudo gli occhi. In un primo momento hanno le mani davanti al viso, come se stessero piangendo, ma poi cambiano, diventano mostruose e con posizioni aggressive. Le sogno avvicinarsi a me, sogno i loro volti e poi mi sveglio di colpo."

"Interessante...." riflettè l'uomo.

"Davvero?" Leonardo ridacchiò, ma la sua risata non aveva nulla di divertente dentro "Perché la cosa più interessante deve ancora arrivare allora."

"Ti prego di andare avanti, in questo caso."

"Certo. Vedete, non ho mai detto a nessuno dei miei sogni. Il mio maestro ultimamente mi ha confessato di essere preoccupato per me perché mi vede molto stanco, ma... A lui non ho detto nulla. Non ho detto nulla a nessuno. Una sera sono uscito per conto mio, per riflettere, quando un bambino si è avvicinato a me e mi ha consegnato una lettera davvero strana. Aspettate, dovrei avercela ancora." e con quelle parole, il ragazzo si alzò per aprire un cassetto di un mobile lì vicino ed estrasse una lettera di carta giallognola che poi consegnò ai due amici. Il Dottore l'aprì, Julie si sporse per leggere. Era scritta a mano, con una calligrafia piuttosto elegante e diceva:

Per il giovane Leonardo Da Vinci,

So che cosa ti sta succedendo e so che ultimamente fai strani sogni. Non posso rivelati la mia identità e sfortunatamente io non posso aiutarti, ma conosco qualcuno che avrà sicuramente la soluzione al tuo problema. 
Caro ragazzo, sai cosa si fa quando si sta male? Si va da un dottore. E tu al momento, hai bisogno di vedere un dottore. Ma ricorda bene, non hai bisogno di un dottore qualsiasi, hai bisogno di un uomo in particolare. Abita in una grande casa blu diversa da tutte le altre case. Quando lo troverai, capirai che è lui perché probabilmente ti starà già cercando. 
So che non ho rivelato il mio nome e potresti pensare che questo sia tutto uno scherzo, ma ti devi fidare delle mie parole.

Firmato

Un amico. 

"All'inizio non credevo ad una sola parola di quella lettera. Ma per qualche strana ragione, ho deciso di conservarla. Dopo pochi giorni incontro voi due. Ed ora ringrazio il cielo per aver deciso di tenerla."

"Dottore, che cosa significa questa lettera?" chiese Julie confusa.

"Significa che sono sempre più convinto che tutto il nostro viaggio sia stato voluto da qualcuno. Ed è mia intenzione scoprire da chi." rispose il signore del tempo. Poi si rivolse al giovane artista "Grazie per averci dato tutte queste informazioni, Leonardo. Ora so quello che devo fare. Noi ti aiuteremo."

"Davvero? E per quale motivo lo fareste, se posso chiederlo? Forse sono solo pazzo."

"Tu non sei pazzo, Leonardo." ribatté Julie.

Il signore del tempo annuì.

"Vuoi sapere perché? Perché sono io il dottore che stavi cercando."

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Athilik