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Autore: Rota    21/08/2020    0 recensioni
Aprì le gambe e le braccia e soffiò fuori tutta l’aria dai polmoni, perché non ne rimanesse dentro più nulla. Il suo corpo così cominciò ad affondare pian piano; Kanata sentì l’acqua scivolargli sui vestiti e tra le pieghe della divisa scolastica, accarezzandogli la pelle nascosta.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chiaki Morisawa, Kanata Shinkai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Avendo oggi fatto un giochino su twitter (.) ho scritto questa ficcina e un’altra che arriverà presto per un’amica!
Buona lettura uu/ (L)
 
 



 
Aprì le gambe e le braccia e soffiò fuori tutta l’aria dai polmoni, perché non ne rimanesse dentro più nulla. Il suo corpo così cominciò ad affondare pian piano; Kanata sentì l’acqua scivolargli sui vestiti e tra le pieghe della divisa scolastica, accarezzandogli la pelle nascosta. Sommerso, anche i suoi occhi ne furono coperti – poté vedere le ultime bolle di ossigeno fuoriuscite dalla sua bocca ondeggiare fino alla superficie e poi svanire nel nulla.
Il suo corpo era sempre più pesante e con le scapole sfiorò persino il pavimento della fontana, rimanendo immobile per qualche istante a galleggiare, senza gravità e pensieri.
Lo sentì, chiaramente, e lo vide anche: ostacolò la luce che filtrava nei fluttui, gettando un’ombra su buona parte dell’acqua. Al ragazzo dai capelli azzurri bastò sedersi per riemergere e in superficie e ritrovarselo proprio lì, tutto sorrisi e calore.
-Ah, Kanata! Sei qui! Ti stavo cercando! Fra poco inizia l’allenamento dei Ryusetai! Non puoi mancare, sei fondamentale per noi!
E rise, rise ad alta voce, come se fosse la cosa più divertente del mondo. Kanata sorrise alle sue parole, rimanendo però ben immerso nell’acqua fresca, limitandosi a chiamarlo una volta con allegria.
-Chiaki…
Era solo felice di vederlo così vicino alla fontana, così vicino a lui.
Chiaki smise di ridere e per un momento sembrò sul punto di dire qualcosa, ma non aggiunse proprio altro: allungò una mano nella sua direzione, perché la prendesse e lo seguisse nel mondo oltre quel bordo di marmo.
Dove c’era lui a proteggerlo e a sorreggerlo, come suo pari e come suo compagno – nella unit e nella vita. Era un semplice gesto ma così importante, così sincero: Chiaki era un sole benevolo, per Kanata, capace di illuminare la via anche nei luoghi più sconosciuti. Su quella terra secca e calda, Kanata non poteva avere più paura.
Lo chiamò di nuovo, ancora più felice, assaporando ogni lettera del suo nome sulla lingua, con labbra da cui scendevano gocce di acqua. E poi, poi gli prese la mano.
 
   
 
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