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Autore: Slits    17/08/2009    4 recensioni
Era nato sporco, cresciuto in quella sozzura che a lungo andare era divenuto il suo unico credo. Si trovava bene in quella macchia di terra, credeva fosse giusto che gli appartenesse come un regno.
Un fazzoletto di mondo buio ( quale luce avrebbe mai osato attraversarlo del resto? ) che lo acclamava come re. O era lui a volersi gloriare di tanto?
Ed in quanto sovrano aveva diritto su tutto e tutti. Tranne che sulla sua stessa vita.

Il tiranno è sempre solo.
[Grimmjow-centric]
[Nonsense]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let the rain come down


Le mani di quel ragazzo erano state forgiate dalla pioggia.
Le sue no.
Odoravano di terra bagnata, la stessa dove la discriminazione lo aveva gettato e lasciato a marcire. Era nato sporco, cresciuto in quella sozzura che a lungo andare era divenuto il suo unico credo.
Si trovava bene in quella macchia di terra, credeva fosse giusto che gli appartenesse come un regno.
Un fazzoletto di mondo buio ( quale luce avrebbe mai osato attraversarlo del resto? ) che lo acclamava come re. O era lui a volersi gloriare di tanto?
In quanto sovrano aveva diritto su tutto e tutti. Tranne che sulla sua stessa vita.
Quella apparteneva all’evoluzione, alla sozzura che gli imponeva di sporcarsi ogni giorno di sangue e veleno pur di continuare a respirare l’aria limpida della superficie.
Insudiciarsi per divenire splendente come un sovrano. Curioso, no?
Era un paradosso che con il tempo lo aveva cullato e fatto proprio. Lui se ne nutriva e l’altro gli rimaneva saldamente attaccato addosso, come una seconda pelle.
Una simbiosi sensata del resto. Lui e se stesso.
Niente di più perfetto.

Spazio per altro, ne era sicuro, non ve ne sarebbe mai potuto essere.
Tutto doveva scorrergli addosso e lasciarsi comandare, manipolare e plasmare come quel fango dove lo avevano gettato. Lui e se stesso.
Niente di più vuoto.
Ed allora si era lasciato riempire dal tempo. Con voluttuoso piacere da un odio che, scorrendogli liberamente nelle vene, lo aveva avvelenato ancor prima di nutrirlo.
Non si era mai chiesto se fosse giusto o sbagliato, era un sovrano del resto. Ed un re non sbaglia mai.
Viveva odiando la stessa esistenza, respirava bestemmiando quell’aria putrida. Cadeva odiandosi e si rialzava odiandosi ancor più per esser scivolato.
Ed allora continuava ad osservare quel ragazzo. Odiando.
Come forse mai aveva fatto in vita sua.
Non era un odio cordiale il loro, non sarebbe mai sfociato in una guerra fredda.
Perché i loro regni erano bagnati di sangue ed i loro corpi ne conservavano ancora il sapore rancido.

- … non vedo cosa ci sia di divertente nel distruggere chiunque non sopporti e diventare re da solo. -

La sua vista era offuscata di rosso e la sua pelle gravida di ferite.

- Se ti sto tanto sull’anima, combatterò con te tutte le volte che vuoi… -

Eppure riuscì a vederla lo stesso, seppur odiandola.

La pioggia, incessante ed insensata in quel cielo senza nuvole, che tingendosi di sangue stava lavando via tutta quella polvere…
   
 
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