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Autore: Marc25    24/08/2020    0 recensioni
[Slave B]
[Slave B]Premessa: Questa fanfiction è presa dal manga coreano slave B, ci sono spoiler solo sui primi 4 capitoli, consiglio vivamente la lettura del manhwa. I primi 4 capitoli sono appena usciti anche in italiano.
La storia si basa su un cavaliere, Samuel, il cui compito è stare a guardia di una miniera dove lavorano alcuni schiavi. I primi due capitoli sono totalmente inventati da me e si basano sul passato di questo personaggio, mentre negli altri 2 ho preso anche alcune frasi dallo stesso manhwa, mettendoci molto di mio comunque. Si vedrà come l'incontro con lo schiavo protagonista cambierà entrambi. La storia è un fantasy. Buona lettura.
P.S: Si può leggere la storia anche senza leggere il manhwa, per quanto come sopra lo consigli perché è bello.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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~~Cap 3. Niro   

Samuel era stranito del fatto che avrebbe dovuto insegnare l’arte della spada ad uno schiavo. Tutti gli schiavi che vedeva lì erano trattati male, e l’unico loro compito era lavorare in miniera per tutta la loro spesso breve vita. E poi per uno schiavo usare la spada era un reato nel regno. Lui non aveva mai visto gli schiavi dall’alto verso il basso, in fondo non li considerava inferiori, ma doveva ammettere che in quell’anno aveva avuto davvero pochissimi rapporti con gli schiavi, chissà, forse inconsciamente.. li pensava inferiori, scostò ben presto quei pensieri dalla testa, l’importante era che lo schiavo imparasse a combattere decentemente, del resto era il primo schiavo che addestrava ma non certo la prima persona.


La disperazione che aveva provato era intatta, Niro non poteva negarlo, ma per un attimo, per quel momento che stava vivendo era quanto meno mitigata. L’essere stato utile contro quel mostro, anche il solo fatto di essere davanti a quel cavaliera era qualcosa di inaspettato e per un po’ non aveva pensato a quel fallimento che lo aveva condannato alla miniera.

Samuel: “Ho saputo che hai ucciso quel mostro”
Niro: “Si…, ma come ha detto padron Wayd..
Samuel: “Sta zitto e fammi vedere quello che sai fare”
Niro aveva il cuore che gli batteva forte e disse con timore: “Devo atta..ccarla?”
In un secondo Niro sentì subito la lama fredda della spada del cavaliere vicino al collo, a stento aveva visto Samuel muoversi
Samuel: “Senti schiavo, non pensare che questo addestramento sia una passeggiata, molte guardie hanno rinunciato al loro addestramento con me dopo pochi minuti e io non ho tempo da perdere, perciò mi fai vedere quello che sai fare oppure ti conviene spezzarti la schiena in miniera tutta la giornata se non vuoi morire qui ed ora”
Samuel abbassò la spada e attese. Niro prima fece un sospiro di sollievo  poi disse: “Si, signore, mi dispiace signore”
Porgeva sempre tanti ossequi ma qualcosa era cambiato nel suo sguardo, sembrava determinato, impugnò la spada abbastanza bene e velocissimo scagliò un colpo al fianco di Samuel che per un pelo riuscì a parare con la sua spada, lo aveva colto di sorpresa. Parò gli altri colpi con molta più facilità ma ammetteva che il ragazzino ci sapeva fare per essere un principiante, se era davvero determinato sarebbe potuto diventare il suo migliore allievo e dire che lo conosceva da pochi minuti.
Ad un certo punto Samuel disarmò Niro con un colpo ben assestato alla spada del suo avversario che sbalzò via e di nuovo mise la spada vicino al collo di Niro
Samuel: “Ora saresti morto”
Niro: “Si, signore”
Samuel: “Comunque non partiamo da zero”
Niro non credeva alle proprie orecchie: “Gr..grazie signore”
Samuel: “Non ringraziarmi, piuttosto prendi la spada e ricominciamo”
Niro: “Si, signore!”


L’allenamento fu molto faticoso per Niro, era il primo giorno e pensava di essersela cavata male, Samuel certo non era loquace e non faceva complimenti, tutt’altro però il fatto che gli avesse detto a inizio allenamento che non partivano da zero un po’ lo rassicurava. Era contento di non dover lavorare alla miniera  dall’ora di pranzo all’ora di cena, tuttavia certo i pasti non erano nutrienti e lavorare alla mineira diventava faticoso.
Ma Niro non poteva permettersi di lamentarsi, prima di tutto perché sarebbe potuto essere ucciso dalle guardie ma soprattutto non voleva assolutamente perdere la possibilità di allenarsi con la spada con un cavaliere oscuro.


Erano passati dei giorni da quando Wayden aveva affidato Niro a Samuel ma bevendo e parlando con un suo amico in quel momento diceva: “È incredibile come migliori velocemente quel ragazzo. Impara tutti gli insegnamenti di Samuel e li fa suoi quasi all’istante”
L’amico: “Già, e dire che ha solo 13 anni, se non fosse uno schiavo, molto probabilmente a quest’ora sarebbe stato accettato dall’accademia Excanum”
Wayden: “Penso la stessa cosa” disse con un velo di tristezza che non si spiegava e a cui non diede molta importanza.


Samuel era colpito dai progressi fatti da Niro, ma non glie lo diceva, voleva che andasse oltre, sapeva che in qualche anno avrebbe potuto superarlo e batterlo. Iniziava a provare un affetto crescente per quel ragazzino, era fiero dei suoi progressi e ciò lo faceva sentire utile. Era strano, aveva allenato tante persone in quell’anno, ma era la prima volta che era cosi felice dei progressi di un suo allievo, perché sentiva quella sensazione? Sentiva la necessità di chiedere il motivo del perché era stato portato alle miniere, se erano vivi i suoi genitori, se aveva fratelli, ma sarebbe stato strano per lui, un cavaliere oscuro fare quelle domanda ad uno schiavo. Perciò fino ad allora aveva sempre desistito.
Quel  giorno, mentre Wayden parlava con il suo amico, Samuel e Niro facevano il solito allenamento, molto più intensificato della prima volta.
Samuel: “Ok, credo che per oggi possa bastare. Niro, togliti la maglietta, voglio vedere i progressi fisici che sono fondamentali per migliorare la potenza degli attacchi”
Cosi fece Niro
Samuel: “Non male, pare che il lavoro in miniera stia dando i suoi frutti ma puoi ancora migliorare, mi raccomando non trascurare il lavoro in miniera, la tua prestanza e potenza fisica aumenta soprattutto grazie al lavoro.”
Niro: “Si, signore”
Samuel: “Ok, è ora di cena, vai. “
Niro con quella faccia da ragazzino innocente quale era lo ringraziò
Samuel fece un leggero sorriso di rimando.


Dopo cena Niro si apprestava a tornare al lavoro in miniera, aveva un sorriso sulle labbra, cosa che non passo inosservata a tre schiavi invidiosi di lui
Schiavo 1: ”Da quel sorriso sulla faccia sembri terribilmente felice”
Niro non si era neanche accorto degli schiavi che si erano avvicinati per cui rimase sorpreso
Schiavo 2: “Pensi di essere migliore di noi?”
Schiavo 3: “Ho sentito che a chi è di guardia danno da magiare della zuppa di formaggio!”
Niro pensava che tutto questo fosse senza senso, non pensava di essere migliore di loro, e anche se mangiava di più, era appena sufficiente per sostenere l’allenamento e il lavoro in miniera
Schiavo 1: “Noi stiamo morendo sobbarcandoci anche il tuo carico di lavoro, perciò non fare quel fottuto sorriso dinanzi a noi, mi fa venire voglia di ucciderti”
Niro: “…..”
Schiavo 1: “Tutte le guardie sono destinate a morire quando c’è un attacco da parte dei mostri prima o poi, credi che sorriderai anche quando verrà il momento?”
Guardia: “Ehi voi! Cosa ci fate li impalati? Tornate subito al lavoro!”
Schiavo 1, 2 e 3: “Si, signore!”

Niro era un po’ frastornato e dispiaciuto delle frasi degli altri schiavi, mentre tornava a lavorare, un vecchio vicino a lui commentò ciò che aveva appena sentito: “Bastardi ingrati, sono vivi grazie a te”
Niro: “Nonnino”
Vecchio: È la natura dell’essere umano, gli uomini odiano chi dimostra di saper fare meglio di loro, sono spaventati anche dalla differenza tra loro e rimangono interdetti difronte a qualcuno che si dimostra più forte. Ma alla fine siamo tutti condannati allo stesso destino”.
Niro notò che dal vecchio stava per uscire una lacrima.

 

Quella notte fu molto movimentata per Niro: Sognò la madre con il corpo adagiato sul muro, violentata, picchiata e uccisa dal padrone che la aveva comprata da pochi giorni, intorno a lui solo sagome, poi le sorelle, Silvy e Wendy che si affacciavano sulla scena, lui mise le mani davanti agli occhi lacrimanti delle due, lui non piangeva, non poteva, non davanti alle sorelle.
L’assassino veniva portato via dalle guardie e gridava: “Non potete arrestarmi per questo!! Vale quanto un cavallo, l’ho pagato quanto un cavallo, mi arrestato perché ho ucciso un mio cavallo?!!

Stacco della scena:
Si vide prima di essere portato alle miniere quando rassicurò le sorelle che piangevano che sarebbe tornato presto e che loro dovevano essere ligie e ascoltare gli ordini del padrone. Davanti a loro sorrise come se fosse sicuro di sé, quando in quel momento non era sicuro neanche se sarebbe sopravvissuto fino all’arrivo alla miniera.

Poi vide le sorelle piangere disperate e lui che le rincorreva ma non riusciva mai a raggiungerle e loro erano sempre più lontane.

Si svegliò di soprassalto, respirava affannosamente, quasi non ci riusciva, gli mancava il fiato. Si mise le scarpe fatte dalla madre e mentre tutti stavano dormendo, uscì, anche il signor Wayden e il suo amico dormivano beati.
 Per un attimo pensò di fuggire, come poteva tornare dalle sorelle altrimenti? Ci sarebbe mai stata occasione migliore? Ma se fosse stato preso, come era molto probabile, che fine avrebbero fatto le sue sorelle? Per quella notte decise di non rischiare.
Comunque senza farsi vedere dalle uniche guardie che facevano il turno di notte, andò nella zona dove c’era la casa di Samuel, ma Samuel era fuori ed era come se parlasse da solo, aveva una mela in mano ed era sicuro di averlo per un attimo sentito singhiozzare, Niro pensava di non essere visto ma..
Samuel: “Niro, so che sei qua, fatti vedere”
Niro: “Scusi signore..
Samuel: “Non riesci a dormire?”
Niro: “No, signore”
Samuel: “Neanche io come vedi, probabilmente ti stavi chiedendo perché stessi parlando da solo, perché stessi quasi piangendo.”
Niro: “Ecco, io..
Samuel: “Non temere, ti capisco, io stesso mi sento strano quando me ne rendo conto, il fatto è che penso ai miei genitori, morti tempo fa e ad una persona a cui tenevo molto, le loro facce, le vedo sempre più sfocate…., è strano, non avevo mai confidato a nessuno questi miei pensieri”
Niro: “….Io..la capisco signore”
Samuel decise di chiedere a Niro perché fosse lì: “Perché sei qui? In questa miniera?”
Niro: “Perché ho usato la spada per difendere l’imperatore da alcuni tori, volevo far vedere che meritavo di andare ad Excanum ma gli schiavi non possono usare una spada, perciò mi hanno mandato qua.”
Samuel: “Io sono andato a Excanum”
Niro: “Wow! Davvero? Ecco perché è un cavaliere oscuro”
Samuel sorrise per il genuino entusiasmo del ragazzo: “ Non è una passeggiata”
Niro: “Lo so, ma era una delle poche possibilità per liberare le mie sorelle dalla schiavitù, farei di tutto per proteggerle”
A volte Niro aveva uno sguardo così determinato da fare paura, il contrario dello sguardo che faceva normalmente
Samuel: “E i tuoi genitori?”
Samuel si pentì subito della domanda, doveva intuire che era rimasto orfano.
Negli occhi di Niro si intravedeva la malinconia: “Mio padre è morto per una malattia, poi mia madre è stata venduta all’uomo che doveva curare nostro padre e lui la ha violentata e picchiata fino ad ucciderla, veniva portato via da alcune guardie mentre paragonava mia madre ad un cavallo…ora probabilmente sarà già libero, mentre io dovrei rimanere per sempre in questa miniera solo perché ho usato la spada, che giustizia è questa?”
Concluse con rabbia Niro guardando negli occhi Samuel. Se tali pensieri li avesse espressi dinanzi a qualcun altro avrebbe rischiato la vita, ma Samuel lo capiva e gli voleva bene. Una delle poche persone a cui voleva bene dopo la morte della madre, se non l’unica, non voleva perdere anche lui.
Niro aveva le lacrime agli occhi ma non piangeva.
Samuel: “Perché non piangi? Puoi farlo, io non ho passato quello che hai passato tu ma anche io ho perso i miei genitori alla tua età, liberati di questo peso.”
Niro: “Non posso , signore, mia madre ha detto di non piangere davanti alle mie sorelle e anche se adesso non son qui, non so, è come se mi dovessi trattenere, è come se piangere per mia madre fosse qualcosa che lei non vorrebbe, io non posso.”
Samuel si abbasso all’altezza del ragazzo come fece la madre tempo addietro quando morì suo padre, gli mise una mano sulla spalla e disse: “Io ovviamente non ho mai conosciuto tua madre ma sono sicuro che ti voleva bene e che se adesso fosse qui vorrebbe che tu ti liberassi di tutto quel dolore che hai provato e che ancora provi per averla persa. Fidati di me Niro”
Niro che aveva lo sguardo abbassato, dopo quelle parole lo alzò e vide negli occhi Samuel, anche il ragazzo che lo consolava aveva le lacrime agli occhi, Samuel lo capiva.
Niro non trattene più le lacrime, scesero da sole praticamente, le lasciò andare finalmente. Iniziò a singhiozzare anche se delicatamente per non farsi sentire da nessuno che non fosse Samuel.
Samuel lo abbracciò con forza, Niro senza pensarci accettò quell’abbraccio ricambiandolo con forza e piangendo sulle spalle di Samuel.
Quel momento durò per più di un minuto, una volta staccatosi, Niro guardò Samuel e lo ringraziò con gli occhi, tuttavia non parlò di ciò che era appena successo, doveva ancora metabolizzare, aveva considerato Samuel sempre come il suo severo maestro di spada, quella loro chiacchierata e quell’abbraccio rendevano il giovane cavaliere più vicino a lui, forse in parte era uno dei pochi che lo capiva, sicuramente più di altri.
Niro: “…Bene, ora io tornerei a dormire ”
Samuel sorrise annuendo
Niro si voltò e inizio a incamminarsi
Samuel: “Niro”
Niro si girò verso Samuel e prese al volo una mela che il giovane cavaliere gli aveva lanciato
Niro: “Grazie!”
Samuel: “Non fraintendermi, è solo perché ti voglio nel pieno delle forze per l’allenamento di domani”
Niro annuì sorridendo.
Samuel si era proprio affezionato a quel ragazzo, forse aveva esagerato, ma si sentiva bene, si sentiva come un fratello maggiore, andò anche lui a dormire tranquillo.


Il giorno dopo…
 Niro era in miniera, stava lavorando vicino al vecchio che gli aveva parlato il giorno prima e lo aveva salutato con un cenno della testa a cui l’anziano aveva risposto con un sorriso.
Poco dopo però sentì il suono che annunciava l’attacco da parte di qualcuno.
Quando Niro uscì vide un ecatombe, c’erano molte guardie uccise e il signor Wayden, in ginocchio dinanzi ad una mostruosità gigantesca, almeno tre volte più grande di quella che avevano combattuto settimane prima, il motivo per cui aveva avuto la possibilità di allenarsi con Samuel.
Solo che a differenza di quel mostro che faceva solo dei versi, questa parlava!
Wayden: “Ho chiamato i rinforzi ,presto voi bastardi morirete tutti! Per la gloria dell’Impero! Imperatore, vieni prima che puoi!”
Mostruosità gigantesca: “Presto non sarete gli unici ad avere un impero”
Wayden: “Cosa? Non vorrai dire che..
Ma il mostro con uno spadone grande quasi quanto Niro gli tranciò di netto la testa che Niro vide rotolare impietrito.
Mostruosità gigantesca: “Prendete questa miniera!”
I mostri piccoli che lo seguivano erano pronti a combattere, tra Niro e i mostri si mise in mezzo Samuel che da solo aveva già affrontato e sconfitto una decina di mostri.
Samuel: “Stai indietro Niro! Sei troppo giovane per affrontare questi nemici. Guarda attentamente, questo è uno di quei momenti in cui la spada splende di più!”
Samuel si gettò con foga contro i mostri li uccise con facilità uno dopo l’altro, risucì ad arrivare al confronto diretto con il capo dei mostri. Si lanciarono con forza l’uno contro l’altro brandendo le loro lame…

Niro: “Sameul…
Mostruosità gigantesca: “Che peste fastidiosa! Pensavo mi avresti fatto divertire di più, visto come hai massacrato i miei sottoposti”
Samuel era stato colpito da quella lama gigantesca, quel colpo fece fuoriuscire quasi tutto il sangue che aveva in corpo, prima di cadere a terra disse con forza: “Niro, scappa!”

   
 
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