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Autore: Athilik    24/08/2020    0 recensioni
Julie è una ragazza londinese di vent'anni uguale a tutte le altre ragazze londinesi di vent'anni, se non fosse per una piccola grande differenza: viaggia con un individuo che si fa chiamare "il Dottore" da pochi mesi... O magari sono già passati tanti mesi? Difficile dirlo quando ti muovi continuamente attraverso il tempo e lo spazio in una buffa e spettacolare cabina blu. Ma quello che veramente non sa, è che incontri inaspettati ed emozionanti si celano dietro l'angolo, molteplici facce della stessa persona che le faranno conoscere un po' di più questo suo amico dal passato misterioso e che li porteranno ad affrontare un nemico antico e molto potente, che aspetta solo il momento giusto, nascosto tra le ombre.
Quanti volti può avere la stessa persona? Quali e quanti segreti siamo disposti a portarci nella tomba? C'è qualcuno che potrà mai dare una risposta alla prima domanda posta nell'intero universo?
Allons-y!!!
Esce incrociata su wattpad, potete seguire la storia da dove volete ;D
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dalek, Doctor - 10, Doctor - 11, Doctor - Altro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Come sarebbe a dire che tu sei il Dottore?"

"In carne ed ossa, aggiungerei. E tu sei dentro al mio Tardis senza invito. Come ci sei arrivata, eh? Lo sai che siamo in mezzo allo spazio, vero?"

"Ero già dentro al Tardis, perché io viaggio con il Dottore! Me lo ha proposto lui!"

L'uomo misterioso fece una smorfia con la faccia, per nulla impressionato.

"Te lo ha chiesto lui?" disse "Beh, allora devo proprio aver abbassato i miei standard."

"Oi! Non ti permettere!"

"Sei umana? Dimmi dove abiti, che ti riporto a casa."

"Non voglio andare a casa!"

"E io non ti voglio nel mio Tardis."

"Basta scherzare, dimmi dove si trova il Dottore!"

"Sono io il Dottore. Sono l'unica persona che potrai trovare qui, al momento."

"Non ti credo, e anche se fosse, allora non assomigli per niente al vero Dottore."

"Sì beh, e tu non assomigli per niente a qualcuno in grado di sopravvivere qua fuori nello spazio. Quanti anni hai, quindici? Sedici? In qualsiasi caso, sei troppo giovane."

"Ne ho venti, prego. Tu invece non verresti mai preso sul serio, ma ti sei visto?"

"Ehi! Guarda che io sono un-"

"Prova solo a dire che sei un signore del tempo e ti prendo a schiaffi in faccia. Sai, quella che conosco io è molto più bella, ti rende più simpatico e decisamente meno irritante."

"Ah sì? Non ti piace la mia faccia quindi? Vogliamo allora parlare di te e di quella felpa assurda che hai addosso? Ha un colore osceno e ti sta malissimo."

"Disse arlecchino. E comunque il tuo Tardis è bruttissimo."

L'uomo spalancò gli occhi e la bocca, profondamente offeso.

"Non ti permettere di parlare male del mio Tardis." disse "Non osare dire una sola parola sul mio Tardis, chiaro?"

"Beh, è vero." ribatté Julie "Quello in cui viaggio io è molto più colorato ed interessante. Ed ha anche molte più decorazioni. Il tuo è semplicemente... Bianco. È un Tardis triste. E deprimente."

L'uomo si avvicinò alla ragazza con passo svelto e deciso, la quale indietreggiò, leggermente intimorita.

"Ho detto" ripeté "Che non ti devi permettere di dire una sola parola sul mio Tardis."

Julie questa volta non rispose. Rimase a fissarlo negli occhi per un paio di secondi con aria di sfida.

"Molto bene" continuò l'uomo tornando verso la console è cominciando ad armeggiarci "dimmi dove abiti e anche l'anno preciso, ti riporto a casa così puoi restarci per il resto della tua vita."

"Ti prego, no!" la voce della ragazza si fece improvvisamente frenetica "Per favore, non voglio tornare a casa. Mi dispiace per quello che ho detto sul tuo Tardis, okay? Ma ti prego, ti prego, non riportarmi sulla Terra."

"Ah-ah! Quindi sei umana!"

"Sì. Sì, sono umana. E tu... Tu sei davvero il Dottore?"

"Sì, sono proprio io."

"Ma sei completamente diverso... Il Dottore che conosco io non ti somiglia minimamente. Come puoi essere lui?"

"Mai sentito parlare di rigenerazione, mia cara?"

Sì, in verità sì, Julie ne aveva sentito parlare. Il Dottore (quello con cui era solita viaggiare) le aveva accennato qualcosa sul fatto di cambiare faccia e che si stava ancora abituando a quella nuova. Al tempo non aveva capito tanto il significato di quelle parole, ma ora le cose nella sua testa stavano iniziando a collegarsi tra di loro.

"Il Dottore- Volevo dire, tu, beh, me ne hai parlato un po'. Mi hai detto che ti stavi ancora abituando alla tua nuova faccia. Subito, quando me lo dicesti, non capii molto il significato di quelle parole. Ma ora che lo vedo con i miei occhi ha già tutto più senso, credo. "

"Beh, è sempre così. Ogni volta che cambi faccia devi scoprire chi sei. Nuove abitudini, nuovi gusti, nuovo carattere. Ma sempre il Dottore."

"E allora perché non ti ricordi di me?"

"Non è che io non mi ricordi di te, credo piuttosto che io ti debba ancora incontrare."

"Significa che io..."

"Sei parte del mio futuro, esatto. Motivo per cui ora ti riporto a casa."

"No, no aspetta! Non puoi tipo... Riportarmi nel futuro? Dal te del futuro?"

"Stai scherzando? E come dovrei fare? Il me con cui viaggi tu potrebbe essere ovunque nel tempo e nello spazio! E poi chi vorrebbe mai conoscere il proprio sé del futuro? No, grazie." argomentò spazzolandosi la giacca.

"Quanti volti può avere un signore del tempo?" chiese Julie curiosa.

"Tredici." rispose lui "Possiamo rigenerarci dodici volte, quindi avere tredici facce in tutto. Tredici versioni del Dottore."

"E tu quale sei?"

"Il sesto."

"Capisco."

Per alcuni momenti, calò il silenzio. Poi il Dottore parlò.

"E tu invece? Con quale viaggiavi?"

"Non lo so. Non me lo hai mai detto."

"Oh. Suppongo di aver perso il conto allora."

"Non credo. Penso piuttosto che tu, come tutti quanti, abbia paura di invecchiare e quindi non vai in giro a dirlo agli altri."

"Oh beh, potrebbe anche essere." il Dottore si sistemò ancora una volta la giacca "Su forza. Ora, dimmi da dove vieni."

"Ti prego, non farlo, sono seria quando dico che non posso tornare a casa." lo pregò ancora una volta lei.

"Perché non puoi?"

"Perché io... Senti, non è questo il punto. Non vuoi scoprire come sono finita qui? Che cosa è successo? Perché io non ne ho la più pallida idea e non voglio limitarmi semplicemente a tornare a casa. Stava andando tutto bene, io e te viaggiavano tranquillamente insieme e ci divertivamo un sacco, non posso accettare che finisca tutto così, in questo modo."

Ma il signore del tempo fu irremovibile.

"È inutile che ci provi, temo che non ci sia altra soluzione."

Julie sospirò rassegnata.

"Londra." disse poi arrendendosi "anno 2010. Parcheggia pure vicino al London Eye, da lì troverò la strada di casa da sola, non abito distante."

Annuendo, il Dottore impostò la rotta nel Tardis e la macchina spazio temporale si attivò.

"Ecco, siamo arrivati." disse quando il suono che faceva sempre il Tardis si placò "Lontra è la fuori che ti aspetta."

"Non ti ho nemmeno salutato." mormorò Julie abbassando lo sguardo "Il te del futuro, intendo, non siamo riusciti nemmeno a salutarci."

"Fallo adesso, allora."

"Cosa?"

"Salutami adesso."

La ragazza sorrise debolmente.

"Addio, Dottore. Grazie per tutte le avventure che mi hai fatto vivere, sei stata la cosa migliore che mi sia mai capitata."

"Addio, ehm..."

"Julie. Sono Julie Jenkins, JJ per gli amici."

"Addio, Julie. Ti auguro una bella vita."

"Lo spero anche io. Non dimenticarti di me."

Il signore del tempo annuì ancora una volta e poi fissò la ragazza mentre apriva le porte del Tardis ed usciva.

Nel momento in cui la porticina di legno si chiuse, Julie sentì le lacrime salire agli occhi, poi alzò lo sguardo e il respiro le si bloccò in gola.

"Dottore!" urlò bussando con forza sulla porte della cabina blu "Dottore, aspetta! Non ripartire! Vieni qui, devi venire qui subito!"

La ragazza sentì dei passi che si avvicinavano, poi una delle porte del Tardis si aprì ed una testa bionda e riccia fece capolino.

"Che succede? Perché url...oh."

Il Dottore uscì dalla cabina e si guardò attorno. Era atterrati in mezzo ad una distesa enorme di verde, l'unica cosa che la attraversava in lungo era un sottile sentiero di ghiaia.

"Dove siamo finiti?" chiese Julie stupita.

"Io non..."

Il signore del tempo corse di nuovo dentro la macchina spazio-temporale, seguito a ruota dalla giovane ragazza londinese.

"Non capisco." disse lui "La rotta impostata era giusta, ed anche l'anno. È come se qualcosa..."

"... Ci avesse trascinati qui." concluse lei.

"Sì." riflettè il Dottore "Sì, esattamente, ma tu come lo sai?"

"Perché è già successo." spiegò Julie "È quello su cui stavamo indagando prima che apparissi dentro il tuo Tardis. E dove siamo finiti di preciso?"

"Scozia. Anno 1042."

"Okay allora, che stiamo aspettando? Imposta la rotta di nuovo ed andiamocene, no?"

Ma il Dottore non si mosse.

"No." disse "Se qualcuno ci ha trascinati qui ci sarà un motivo, ed io voglio scoprire di che si tratta." poi si rivolse a Julie, guardandola negli occhi "Sembra che oggi sia il tuo giorno fortunato, non è ancora arrivato il momento di tornare a casa."

La ragazza sorrise e poco dopo i due uscirono dalla cabina.

"Molto bene." cominciò a riflettere il Dottore mentre si allontanava di pochi metri dalla sua nave "Per quale assurdo motivo siamo finiti qui, in questo posto e questo anno, più precisamente in mezzo al nulla più totale?"

"E se fosse stato tutto semplicemente un errore di navigazione?" propose Julie.

"Oh, non credo." ribatté il signore del tempo fermandosi di colpo "Il Tardis non commette errori di navigazione."

"Okay, quindi-"

"Non muovetevi." ordinò improvvisamente una voce maschile e fredda alle loro spalle "Provateci solo e siete morti."

Julie sentì qualcosa di freddo, appuntito e metallico appoggiarsi sul retro del suo collo. Con la coda dell'occhio, vide il Dottore alzare le mani in segno di resa e lei lo imitò.

"Non siamo una minaccia." spiegò il signore del tempo "tutto questo non serve."

"Io e i miei uomini abbiamo visto quella cosa apparire dal nulla con i nostri stessi occhi." continuò la voce "È stregoneria, voi siete altamente pericolosi."

"No no!" continuò il Dottore "Non è vero e se me ne darete la possibilità ve lo dimostrerò!"

"Come?"

"Prima di tutto, abbassate le armi."

"Non sei nella posizione di dare ordini, straniero!"

"Okay, va bene, ma non serve mica urlare!"

L'uomo che fino ad ora era stata solo una voce si spostò nel campo visivo dei due viaggiatori. 
Era un uomo di circa quarant'anni, alto e con le spalle larghe, i capelli lunghi neri ed una barba incolta dello stesso colore. Addosso aveva un armatura medievale di colore nero ed argento. Era un soldato.

"Chi siete voi?" chiese, fissando i due con occhi scuri e freddi.

"Giusto, presentiamoci prima: Salve, io sono il Dottore e questa ragazzina qui è Julie."

"Non sono una ragazzina!"

"Silenzio! Parlerete solo quanto verrete interpellati."

I due fecero come gli era stato ordinato.

"Come spiegate ciò che abbiamo appena visto?" chiese ancora l'uomo dai capelli scuri "Come avete fatto ad apparire dal nulla? E che cos'è quella cosa di colore blu?"

"Si ecco, non credo si possa spiegare con facilità." si giustificò il signore del tempo "Ma posso assicurarvi che non era magia."

"Teneteli fermi." ordinò l'uomo.

A quelle parole, Julie sentì una mano dalla presa fermissima afferrarla per un braccio, mentre altri due uomini si occuparono di tenere fermo il Dottore. 
L'uomo misterioso, che sembrava essere il capo del gruppetto di soldati, fece un cenno ad un quarto uomo. I due si avvicinarono minacciosi al Tardis sguainando le spade. 
Il capo provò senza risultati ad aprire le porte della cabina blu, dopodiché, perse la pazienza ed iniziò a calciarle.

"Non si apre!" ringhiò stringendo i denti "Se non vuole collaborare, allora la butterò giù."

Con quelle parole, provò a calciare più forte le porte, ma ancora senza risultato.

"Vuoi le maniere forti? E va bene."

Insieme all'altro soldato, i due cominciarono a colpire con le spade la povera cabina, senza nemmeno riuscire a scalfirla.

"Basta! Non funzionerà!" ordinò il Dottore "Non riuscirete ad aprire quelle porte!"

I due uomini lo ignorarono.

"Basta ho detto! Le fate male!"

Pochi secondi dopo, la luce in cima alla cabina iniziò ad illuminarsi di azzurro e facendo il suo solito rumore metallico, il Tardis iniziò a svanire.

"No!" urlarono insieme sia Julie che il signore del tempo.

"Ma che diavoleria è mai questa?" I due uomini indietreggiarono spaventati, gli altri tre invece, strinsero più forte le prese sui loro prigionieri.

"Complimenti, l'avete fatta arrabbiare!" sbottò il Dottore quando la macchina spazio-temporale fu scomparsa del tutto.

"Fantastico! Ora siamo pure bloccati qui!" aggiunse Julie con sarcasmo "Un applauso a Mr. Soldatino dell'anno! Davvero intelligente!"

"Ho detto di fare silenzio, stupida ragazzina!" gridò l'uomo dai capelli scuri sempre più irritato e a quell'ordine, Julie sentì la lama affilata della spada appoggiarsi sul suo collo "Non tollero che ci si prenda gioco di me, chiaro?"

La ragazza si zittì.

"Non so chi siate voi." continuò a dire l'uomo "Ma ora verrete con noi alla nostra città e sarete giudicati. La stregoneria è un crimine molto grave."

"Vi ho già detto che quella non era magia!" ribatté seccato il Dottore "Ma verremo volentieri alla vostra città, sono sicuro che sarà di aiuto per cercare di capire in che situazione siamo capitati. Ora, se non vi dispiace, ci lascereste andare? Posso assicurarvi che non scapperemo."

L'uomo li guardò con occhi da falco, ma poi annuì.

"Lasciatelo." ordinò, e i due uomini mollarono la presa, liberandolo.

"Grazie. Ora anche la mia amica." ribatté il signore del tempo.

"Per lei è diverso. Si è presa gioco di me, quindi adesso è mio il diritto di decidere cosa farne." ringhiò l'uomo.

"Sì, è stata decisamente sconsiderata, ma come ho già detto, posso assicurarvi che non è una minaccia." lo sguardo del Dottore si fece freddo e tagliente mentre sfidava quello dell'uomo dai capelli scuri "Oh andiamo, credete davvero che una ragazzina possa abbattere cinque soldati tutta da sola? Avete davvero così tanta paura di lei?"

Nessuno rispose.

"Lasciatela andare. Adesso."

"Fate come dice." si arrese alla fine il capitano, senza mai cedere sotto lo sguardo del signore del tempo.

Il soldato che tratteneva Julie la rilasciò e la ragazza, istintivamente, si avvicinò rapidamente al Dottore, sentendosi più al sicuro vicino a lui.

"Stai bene?" chiese senza mai distogliere lo sguardo dal capitano.

"Sì, grazie Dottore." rispose lei toccardosi leggermente la parte del collo dove fino a pochi secondi prima c'era la lama affilata della spada. Fortunatamente, non sentì alcuna ferita nella pelle.

"Forza allora, fateci strada!" esortò dunque il signore del tempo "Da che parte dobbiamo andare?"

"Da questa parte." istruì il capitano "Ma vi avverto, se solo provate a fare qualcosa..."

"Siamo morti, sì sì, l'ho sentita un sacco di volte quella frase." lo interruppe il Dottore "Ora andiamo, forza!"

I dieci minuti successivi trascorsero nel silenzio più totale, con il capitano che apriva la strada, seguito da due uomini, il Dottore e Julie ed infine gli altri due uomini che chiudevano la fila.

Non troppo tempo dopo arrivarono alle porte di una città. 
Quando entrarono la ragaza non perse tempo nel guardarsi attorno: la città non sembrava grandissima, ma era davvero di una bellezza fuori dal comune. Le strade erano ben curate ed alternate a graziosi spazi di verde, le case erano decorate tutte con fiori colorati e costruite con una simmetria quasi maniacale ed infine, sopra ad una collinetta al centro della città si stagliava alto e maestoso un bellissimo castello tutto in pietra grigia.

"Ma che cos'è questo posto?" chiese stupita.

"Non mi sembra per nulla familiare." rispose il Dottore "Scusate se chiedo, ma come si chiama questa città?"

"Idonville." rispose il capitano.

"Mai sentita..." sussurrò Julie.

"Forse è una di quelle piccole città di cui la storia poi si è dimenticata." sussurrò di rimando il Dottore.

"Giusto per curiosità.... Dove ci stanno portando?"

"Non ne ho idea." poi il signore del tempo si rivolse ai soldati "Dove ci state portando?" chiese.

"In prigione." rispose freddo il capitano.

"Ed ecco la risposta alla tua domanda, Julie."

"Dottore, guarda, ci stanno fissando tutti."

"Ci credo, con quei vestiti!"

"Senti chi parla!"

I soldati condussero i loro prigionieri dentro le mura del castello, passato il primo grande spiazzo all'aperto dopo le porte principali, li portarono giù per una rampa di scale. Si trovarono quindi dentro un lungo corridoio pieno di celle ai lati e venne loro ordinato di entrare in una di quelle vuote. Il capitano chiuse le porte a chiave e prima di andarsene disse loro.:

"Ci rivedremo presto."

"Grazie, non vedo l'ora!" gli urlò dietro il Dottore mentre l'uomo si allontanava "Devi ancora rispondere ad un sacco di domande!"

"Dobbiamo trovare un modo per uscire da qui." disse Julie quando furono soli.

"Non potete, nessuno può uscire da qui." disse una voce proveniente dalla cella alla loro sinistra. 

"E perché no?" chiese il Dottore riluttante.

"Perché il posto è sorvegliato al massimo livello." continuò la voce ed in quel momento una faccia spuntò dalla piccola finestra che collegava le due celle. Era un ragazzo, leggermente più giovane di Julie, con i capelli rossi e gli occhi chiari.

"Ho visto delle persone provarci e venir uccise." continuò a dire "Non vi consiglio di provarci, morireste di sicuro."

"Tanto a quanto pare saremo condannati a morte lo stesso." osservò il Dottore "Quindi perché limitarsi ad aspettare senza provare a fare nulla?"

"Vabbè, fate quello che volete allora." il ragazzo fece spallucce "Io vi ho avvertito." e con quelle parole, il suo volto sparì dalla finestra.

"No, aspetta!" lo fermò Julie "Ti prego aspetta. Il Dottore ha parlato a vanvera, non volevamo sembrare arroganti."

Il viso del ragazzo tornò a fissarli.

"Ciao, io sono Julie." si presentò lei "E quello qui con me è il Dottore. Tu chi sei?"

"Billy. Mi chiamo Billy."

"E come mai sei qui, Billy?"

"Preferirei non dirvelo. È personale. Voi invece?"

"Credono che pratichiamo la magia."

Il volto del ragazzo sbiancò.

"Allora mi dispiace." sussurrò Billy "Verrete dati in pasto allo Sterminatore."

"Lo Sterminatore? E che razza di nome è?" chiese per nulla impressionato il Dottore "Un po' di fantasia con i nomi, dai!"

"Zitto, Dottore!"

"Uccide senza pietà, ma nessuno lo ha mai visto." spiegò il ragazzo "Chiunque venga accusato di magia nera viene dato in pasto a lui. Dargli da mangiare è l'unico compromesso che abbiamo per fare in modo che non distrugga la nostra città."

"È un essere soprannaturale, quindi?" chiese Julie.

Billy annuì.

"Il soprannaturale non esiste." ribatté seccato il Dottore "Però vi dirò che ora sono curioso, voglio incontrare questo terrificante Sterminatore."

"Ci tieni proprio a morire.... Ehm.. Come hai detto che ti chiami?"

"Sono il Dottore."

"Il Dottore? Questo è il tuo nome?"

"Precisamente."

"Che nome strano."

"Lo sono tanti nomi nell'universo, credimi."

Billy fece di nuovo spallucce e sparì ancora una volta nella sua cella.

"Dottore, sinceramente, detto tra me e te, io non voglio morire. E in più, il Tardis è sparito, come ce ne andiamo da qui?"

"Se quelle scimmie primitive non l'avessero colpito, il Tardis sarebbe ancora qui, ma si offende piuttosto facilmente." rispose il signore del tempo sbuffando "E stai tranquilla, non moriremo, lo capiranno che non pratichiamo magia nera o qualunque cosa sia. Risolveremo la questione tranquillamente. Quello che mi incuriosisce è questa cosa chiamata lo Sterminatore."

"Pensi sia una creatura proveniente da un altro pianeta?"

"Con molta probabilità, sì. Vorrei sapere chi è come è arrivato qui."

In quel momento, i due sentirono le porte delle segrete aprirsi di nuovo e il capitano che li aveva portati lì dentro apparve davanti alla loro cella.

"Voi due, stranieri." annunciò "Per ordine del decreto reale, siete condannati a morte immediata con l'accusa di favoreggiare e praticare le arti oscure. La vostra esecuzione si svolgerà oggi, al tramonto."

E senza aggiungere altro, l'uomo se ne andò.

"Beh, Julie." disse il Dottore sorpreso "Sembra proprio che io abbia sopravvalutato ancora una volta gli esseri umani. Avevi ragione. Ci hanno appena condannati a morte." 










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L'angolo dell'autore

 

 

Ehilà, salve a tutti carissimi lettori e carissime lettrici! Finalmente faccio "sentire" anche io la mia voce haha!

Volevo solo prendermi un momento per ringraziare tutte le persone che hanno deciso di seguire questa storia o che hanno deciso di dedicarmi anche solo un po' del loro tempo per leggere un capitolo. Significa molto per me! Grazie mille a tutti!

Inoltre, volevo scusarmi se nel capitolo precedente avete trovato tanti errori grammaticali, ho scritto quel capitolo molto tardi e ora ho provato a sistemarlo, spero di non aver lasciato indietro roba.

Detto questo, restate sintonizzati, le avventure non finiscono qui! Ora che è entrato in scena il sesto Dottore ne vedremo delle belle e finalmente inizieremo a scoprire un po' di più su che cosa sta succedendo ai nostri eroi :D

E voi avete un Dottore preferito? Se sì, quale?

Io non riesco mai a scegliere haha! Li amo tutti troppo.

Per qualsiasi domanda o commento non siate timidi, scrivete pure! ;D

See you soon!

*Doctor who outro starts to play *


 

 

   
 
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