Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    25/08/2020    1 recensioni
-La canzone dell'amore perduto, che parla soprattutto di promesse infrante e sogni spezzati, di un tradimento così grande da portare quasi alla follia-
-No, mia signora, non la conosco-.

Ad Approdo del Re, Sansa è sola, senza famiglia, senza amici, ostaggio dal valore inestimabile, il giocattolo preferito di Re Joffrey.
Ma cosa succede quando trova un'improbabile alleata proprio in Cersei, che nasconde più di un segreto e possiede ancora un cuore e una coscienza?
Cosa succede quando nessuna delle due è più capace di prevedere cosa accadrà, proprio nel momento in cui c'è il rischio di perdere tutto?
Fino a che punto saranno disposte a spingersi la Lupa e la Leonessa per proteggere se stesse e lo strano sentimento (pietà? comprensione? amicizia? amore?) che nasce, prepotente ed esplosivo e pericoloso tra di loro e sembra legarle sempre di più l'una all'altra?
(La storia, eccetto il primo capitolo, inizia dopo la morte di Ned e prima che Myrcella parta per Dorne.
Come penso si sia capito da questa introduzione i personaggi, Cersei in particolare saranno OC).
(Sansa/Cersei)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Cersei Lannister, Sansa Stark
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era tornato. Sporco, scialbo, ricoperto di terra, fango e polvere ma era tornato.
Era tornato. Con il capo chino e qualcosa di nuovo, di assente negli occhi chiari, ma era tornato.
Era tornato. Senza una mano e con un gigante biondo al seguito, ma era tornato.
Era tornato ed era Jaime. Non lo Sterminatore di Re, non il Leone dei Lannister, non il figlio preferito, ma Jaime. La sua metà. Suo fratello.
E lei gli era volata tra le braccia, aveva pianto e riso e per un momento aveva perfino creduto che gli Dei potessero esistere perché le sue preghiere erano state ascoltate.
Gli aveva fatto fare una mano dorata che sostituisse quella reale. Era rimasta mentre digrignava i denti per non urlare e non piangere mentre la carne infetta veniva bruciata. Poi lo aveva aiutato a svestirsi e lo aveva lasciato solo, dicendogli che, se lo voleva, quella sera avrebbero cenato insieme, loro due e Tommen e Sansa. Lo vide abbassare la testa in un moto istintivo di vergogna e disgusto verso l'arto mancante, ma non gli permise di autocommiserasi. Gli disse solo che lo voleva riposato e presente.
E adesso erano nelle sue stanze, in attesa del Principe e della sua nuova amica.
Tommen si gettò subito tra le braccia dello zio, incurante della mano falsa e del cambiamento che era accaduto in lui. Era solo felice che fosse tornato, che fosse vivo. Adorava suo zio più di quanto avesse mai fatto con suo padre.
Sansa rimase un po' in disparte e Cersei le si avvicinò, sistemando una ciocca ramata e sfiorandole la guancia in un gesto quasi distratto. Era bellissima e le prese le mani che tremavano di nervosismo. - Stai bene? -
-Sì -. Qualcun altro le avrebbe creduto. Stava diventando brava a dissimulare. Gli occhi continuavano a tradirla.
-Vedo che stai migliorando-. La vide ricambiare il sorriso, immediatamente a suo agio, immediatamente dimentica che nella stessa stanza c'era anche l'uomo più chiacchierato di tutti i Sette Regni.
-Lady Stark-
-Ser Jaime-.
Non avevano molto da dirsi, non potevano, perché lui aveva combattuto contro suo fratello, era stato suo prigioniero e Sansa poteva solo immaginare quanto Jaime fosse risentito, ma la cena nel complesso andò bene. Tommen era una distrazione meravigliosa. Conversa a con tutti e Sansa si trovó a ridere genuinamente felice come solo lui riusciva a renderla.
Jaime si limitò a osservare. Sua sorella gli aveva detto della partenza di Myrcella, dell'arrivo di Tyrion, delle Acque Nere, delle voci. Aveva anche accennato qualcosa su Joffrey, qualche preoccupazione, qualche lamentela, un evento più unico che raro. Quello su cui non si era mai espressa era stata Sansa Stark e Jaime il perché lo capì subito, semplicemente osservandole interagire. Era felice per Cersei e era terrorizzato che qualcosa andasse storto, che la guerra finisse, che quello stato di calma si spezzasse e le conseguenze arrivassero a investirle tutti. Sarebbero state pronte, sua sorella e la sua amante?
No. Era ovvio, terribile, penoso, perfino. Ma non avrebbe detto niente perché non spettava a lui distruggere la felicità di Cersei, spegnere il suo sorriso che era sincero per la prima volta da quando erano bambini, da quando la loro madre era morta, da quando si erano sposati.
Forse era davvero il più stupido dei Lannister.
   
 
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