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Autore: brokenlegs_    25/08/2020    0 recensioni
«Ogni bambino ha la propria cantilena. Una filastrocca sciocca ma incisiva che viene appresa da piccoli e che non si scorda più.
La sua è "Azula mente sempre."
Conosce il pericolo, l'indole malvagia di sua sorella: sa quanto è dotata nel leggere i desideri, nello scorgere i punti deboli, nel manipolare le persone e usarle a suo piacere come pupazzetti.
Eppure, anche questa volta è riuscito ad innamorarsi delle sue bugie. Si è lasciato abbindolare da quelle frasi vuote di vigore e colme di una certa influenza, combinata all'onnipresente noia di circondarsi di gente allocca, l'unica persona oscura ai fatti è lui, come sempre. E lei sa cosa lui vuole sentirsi dire, dimenticando così la cantilena centenaria quando per lui è favorevole e quando per lei è conveniente. In fondo, Zuko riflette, questa sarà l'ultima volta.»
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sta trattenendo il respiro o non riesce a respirare?

Ha perso di qualche battito, ne è sicura e poi ricomincia. Il pugno nel petto si rianima veloce, a tratti lento, sconclusionato e ribelle. Perché prima di tutto il cuore è ribelle. Egli non sa piegarsi. Non esiste un dominio per il cuore, nemmeno per il sangue che lei può curvare. O il cuore comanda o il cuore non sente ragioni, s'avvilisce.

Ragione. Ne possiede?

Tutti la descrivono come persona ragionevole, attenta ed equilibrata. Non si sente così. Certo, questo avviene ogni volta che la sorprendono a fare discorsi sulla speranza.

Arriverà mai la fine?

Un punto che segue un altro punto, senza parentesi possibilmente e senza imprevedibili fulmini?

Realizza cosa significhi fulmine. Lo associa piedi stante al dolore e non si è presa nemmeno la briga di rifletterci. Se ne vieni colpito, regola universale, muori. Ma non se hai con te una fiala di acqua dalla grotta degli spiriti e una dominatrice acquatica che sa guarire, allora il risultato apparirà come un lungo coma, senza sogni e senza fortuna. Ma un fulmine, nell'esperienza fuorviante di Katara, è anche abuso. Abuso che sussegue delle ripercussioni, trauma, talmente della perfezione che porterebbe gli altri a chiedersi quanto siano piccoli nel loro mondo piccolo di universi piccoli.

Eppure, si dice ancora, non riesce a capacitarsi di quanto siano veloci i fulmini. Li ha osservati nella loro potenza, ma non nella loro velocità. L'attimo prima non ci sono, l'attimo dopo pure. Istantanei. Nemmeno. Invisibili, forse. Bianchi, come la morte. No, Grigi come la luna. 

Pensa a Yue. Vorrebbe dire di scrutarla dall'alto del cielo arancione tramonto, vorrebbe farsi sfiorare dai suoi raggi affettuosi che la raffreddano e allo stesso tempo la incoraggiano a non arrendersi; la verità è che la sente distante, non le solletica il volto, non la rincuora, le sue forze non la proteggono e per la prima volta percepisce Yue così lontana. C'è solo calore e aria secca intorno a sé. E il respiro è debole. Un battito affannoso. Un battito irrequieto. I suoi occhi bruciano. Bruciano come quando bruci le foglie di tè verde e queste emanano un odore, in questo caso odore di legno consumato. Lo stomaco è in subbuglio e griderebbe per vomitare. Ma non può farlo, perché non ha nulla nello stomaco. Le manca l'energia e con questo pensiero, di nuovo ritorna ai fulmini. Fuoco, calore, energia, re-indirizzamenti. Dominio. 

Fulmine. Sacrificio. Fuoco. Energia. Luna. Fulmine. 

Raccapricciante la risata di Azula sul corpo inerte di Zuko, nonché suo fratello, steso sul pavimento e tra pochi attimi, morente.

Corre da lui. Il più velocemente che riesce. Ma altro calore si avventa su di lei e per qualche pelo non ne viene avvolta da esso.

"Preferirei che fosse il medico di famiglia ad occuparsi del piccolo Zuzu, se non ti dispiace."

Raccapricciante la figura della principessa psicopatica che le sta sparando fuoco a raffica senza un minuscolo segno di esitazione.

Come se le possa importare. 

Azula non sbaglia mai, i suoi colpi saranno perennemente efficaci, si ritrova a riflettere. Anche nel colmo della sua pazzia, è inarrestabile, impossibile da prevedere, una macchina da guerra dal fuoco blu e odiosa. Il tono schernitore è odioso, i suoi attacchi sono spietati e carenti di controllo, la sicurezza che fuoriesce dal suo tono di certo è il suo punto di forza e probabilmente potrebbe diventare la sua debolezza. E mentre Katara affronta un prodigio senza coscienza, si trova a guardare Zuko in lontananza gemere dal dolore.

E tenta di fare in fretta, veramente. Ci prova sforzando tutto il cervello e stringendo le nocche, fin quando non si focalizza, da dietro a una colonna, su delle catene. Allora l'idea arriva, un'idea folle e stupida, ma deve farlo, è l'unico modo, è l'unica chance che potrebbe funzionare. Lei deve Zuko, lui non può morire così per averla salvata. 

Respira ed espira, cercando tutta l'aria calda che ha. Katara ripone la mano dietro la schiena ben saldata a quelle catene. Il mostro dagli occhi di bronzo urla, disprezzandola con qualche insulto suoi contadini, pronta ad ucciderla. Azula gira la colonna, la sta fronteggiano mentre Katara sfodera le sue 6 fruste. Rapidi movimenti da parte di entrambe. Ora non c'è via di scampo, sono occhi negli occhi. E nemmeno a realizzarlo che la principessa tenta di evocare il dominio con le dita, curvando l'energia verso il naso della contadina. Ma l'azione fallisce perché ambedue le quattordicenni sono bloccate in una lastra di ghiaccio.

E senza respirazione, non si può usare il dominio del fuoco. E Azula, contro ogni aspettativa di Katara, ci era cascata. In trappola.

"C'è qualcosa di sbagliato in lei. Non posso spiegarlo, ma questa volta sarà diverso."

La Meridionale espira, muovendosi fluidamente nel suo elemento e avvolgendo le catene attorno alle mani ruvide della firebender. Il secondo successivo ha sciolto l'acqua, che ora cade e si espande nel pavimento. Stringendo e assicurandosi che le catene siano ben fissate, si allontana dalla principessa.

Poi respira, uno, due, più volte e senza degnare di uno sguardo dietro a sé, corre verso il principe esiliato. Vorrebbe schiaffeggiarlo per la sua stupidità, vorrebbe davvero scaraventargli acqua gelata per punirlo. Vorrebbe insultarlo in tutte le lingue del mondo, paragonandolo persino a Sokka. E invece lo guarisce, con le stesse lacrime che le stanno solcando il viso, con la stessa acqua della lastra di ghiaccio usata per catturare Azula.

Ed è ferma così, seduta e concentrata, la testa del principe sulle ginocchia, le mani al petto di un ragazzo che ha rischiato, si è buttato a capofitto e senza esitazione, ignorante del fatto che è l'ultimo erede per diventare FireLord, ignorante di starsi sacrificando per nessuno, un qualcuno di piccolo e insignificante, ignorante del fatto che non potrà più rivedere lo zio.

Zuko ha preso un fulmine per lei.

"Grazie Katara." Ascolta finalmente un sussurro, è la sua voce, la stessa voce roca di sempre e forse un po' tremolante. Gli occhi dorati adesso sono socchiusi, le sue labbra incolori, la pelle più pallida del solito, mentre i capelli - in cui lei non si è accorta di aver accarezzato con la mano non impegnata nella guarigione - sono sporchi di terriccio. Eppure non le interessa, non quando lui è vivo, non quando sono insieme, non quando finalmente si capacita di cosa prova per lui: gratitudine e un forte senso di dovere. Lei gli deve.

"Dovrei essere io a ringraziare te." e un sorriso, così genuino, così sincero e un semi-abbraccio condiviso.

Si alzano insieme, si aiutano a vicenda. Katara non sente i piedi, Zuko si regge a malapena.

Lei gli deve.

________

 

Ciao a tutti, sono c-suennil su Wattpad (chiamatemi Sue per abbreviare), contentissima di poter accedere a questa enorme piattaforma. Innanzitutto, vi ho incuriosito? Io spero ardentemente di sì e non ho usato ardentemente a caso. Alcune specificazioni riguardanti questo capitolo che ritengo essenziali: ero indecisa se renderlo un secondo prologo perché, in effetti, come il prologo, si concentra sui fatti del canon con una sola differenza cercando di estendere ulteriormente il messaggio di questa storia: usare i fulmini o no? Uccidere o risparmiare? Da un lato abbiamo Aang che avrebbe dovuto utilizzare il fulmine contro Ozai per non venirne sconfitto, dall'altro abbiamo Azula che lo ha effettivamente usato per liberarsi sia Zuko che di Katara e contrariamente al suo volere, non ci è riuscita. Pensate bene al simbolismo, vi servirà più avanti. Per ora alternerò l'angst al fluff, giusto per equilibrare i momenti e non rendere il miscuglio troppo dark da leggere. Successivamente ho voluto esplorare il punto di vista di Katara in materia, giusto per farvi partecipare e comprendere i suoi sentimenti attuali verso Zuko, motivo per il quale è un capitolo e non più un prologo.

 

   
 
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