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Autore: Dreamer_Vampire    28/08/2020    6 recensioni
|Destiel|Traduzione| Established Relationship| Major Character Death| Words: 2100
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Dean si sente osservato
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Non fatevi spaventare dal tag, ve lo dice una che non legge MAI mcd, è legata ad una versione futura dei personaggi. Fidatevi.
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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By K K Tibal
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Disclaimer: questa storia non è mia, è una traduzione che ho avuto il permesso di pubblicare. È una perla, la amo. Spero piaccia anche a voi.
Non abbiate paura del tag sul MCD, fidatevi leggete e andrà tutto bene. I swear.

Link della storia originale: https://archiveofourown.org/works/22265218

 
 



Dean si sente osservato.

E la cosa è assolutamente impossibile, Sam ed Eileen sono fuori per un appuntamento, Cas sta facendo il suo solito viaggio terapeutico settimanale al supermercato e lui è da solo nella lavanderia del Bunker.

Eppure…

Si ferma subito dopo aver gettato una delle sue camicie di flanella nella lavatrice e si guarda alle spalle ma dietro di lui non c’è nessuno.

Sospira e scuote la testa.

Sta solo diventando paranoico.
 
-

Sono le due del mattino e Dean fischietta tra sé e sé mentre cucina delle omelette in boxer e vestaglia. Il suo stomaco ne aveva bisogno e lui è sempre stato un servitore dei suoi capricci notturni.

E all’improvviso lo sente un’altra volta.

Qualcosa lo sta osservando.

Dean si immobilizza quado se ne rendo conto, è una sensazione stranamente familiare ma allo stesso tempo non lo è abbastanza da infondergli un qualche minimo di conforto.

Grazie agli anni passati a cacciare in una rapida mossa afferra un coltello dal suo costoso porta coltelli (ha speso davvero una fortuna per comprarlo) e si gira di scatto riuscendo solo a intravedere un trench marrone chiaro che esce dalla stanza.

Dean emette un sospiro di sollievo, mette la testa fuori dalla porta e si acciglia quando viene accolto dal completo buio del corridoio

“Cas?” lo chiama, abbassando il coltello.

Nel corridoio non risponde nessuno.


-                                                     

“Allora, sei improvvisamente diventato un guardone o qualcosa del genere?”

Castiel alza lo sguardo dal romanzo fantasty che stava leggendo, guarda prima a destra e poi a sinistra come se ci fosse la remota possibilità che Dean potesse parlare con qualcun altro visto che sono soli nel bunker ormai da ore.

“Cosa?”

“Mi hai sentito”, Dean gesticola verso di lui con ancora un libro in mano, “è fottutamente inquietante, amico. Hai il permesso di fissare con desiderio questa bellissima faccia ogni volta che vuoi ma ti beccherai un altro coltello nel petto se continui a farlo di nascosto. Lo sai che ho l’istinto da cacciatore”.

Castiel sbatte le palpebre.

“Non so di cosa tu stia parlando” dice dopo un piccolo momento di pausa.

“Ti ho visto” dice Dean, alzando gli occhi al cielo. “La festa è finita”

“Dean, davvero, non so proprio a cosa tu ti stia riferendo”, ribatte Cas corrucciato, “Non ti ho mai spiato”

Poi si ferma per un istante, come se stesse ripensando a quello che ha appena detto.

“Negli ultimi anni, almeno” si corregge.

“Ah!”

Dean - ”

“Va bene, va bene allora se non sei tu, chi è?”

Castiel fa spallucce, “Non ho percepito nessuna presenza nuova nel bunker”, dice, i suoi occhi tornano a scorrere tra le parole sulle pagine, “Forse hai un fantasma”

Dean socchiude gli occhi nella sua direzione, studiando il suo viso per capire se magari lo sta prendendo in giro, poi si siede di nuovo sulla sua sedia.

“Sì, forse”


-

Tutti i cassieri del negozio di alcolici più vicino al bunker conoscono ormai Dean molto bene, hanno fatto subito amicizia con lui e Sam non appena si sono trasferiti.

Dean indica lo scaffale vuoto dove di solito trova il suo whiskey preferito e sbuffa in maniera molto rumorosa e drammatica.

“Nathalie! Chi ha svuotato lo scaffale?”

La sua cassiera preferita si affaccia nel corridoio con un sopracciglio alzato.

“Tu, Dean. Tipo quattro giorni fa. Lo sai che ci riforniscono una volta a settimana”.

Dean sbuffa di nuovo, ancora più rumorosamente. “Sono il mio peggior nemico”

Nathalie fa una bolla enorme con il suo chewing-gum, è dello stesso colore brillante dei suoi capelli, lo fissa fin quando il pallone non scoppia.

“Non lo siamo tutti?” dice, e poi torna nell’altro corridoio.

Dean continua a brontolare tra sé e sé mentre afferra dallo scaffale uno whiskey che è il quanto più lontano esista dall’essere almeno la sua seconda scelta.
Mette l’ultima bottiglia nel carrello e all’improvviso sente un brivido corrergli lungo la schiena.

Di nuovo.

Non si muove, continua a fissare l’ultima bottiglia e si concentra per cercare di capirci qualcosa con l’angolo dell’occhio.

Trench marrone, capelli scuri, cravatta blu.

Dean sospira e si gira per affrontarlo ma appena lo fa, la figura sparisce dalla sua vista.

Abbandona il carrello della spesa e cammina veloce lungo il corridoio, pronto ad acchiapparlo in flagrante ma c’è solo Nathalie che fa l’inventario.

“Hey, hai per caso visto- ehm- ”

“L’uomo con cui vieni qualche volta?” fa segno dietro di lei con il pollice, “Sì, è andato- ” aggrotta le sopracciglia mentre guarda nella stessa direzione che
stava indicando a Dean.

“Beh, era lì”

E ora non c’è assolutamente nessuno.

-

“Dean, te lo posso garantire. Non ho idea di chi ti stia seguendo ma non sono io” Cas poggia le buste sul tavolo della cucina e comincia a mettere via il cibo che ha appena comprato nel frigo.

 
“Senti, è davvero una maniera strana di vendicarti solo perché ti ho battuto ad Uno- ”
 
“Non sono io. Quante volte ancora te lo devo ripetere?”
 
Dean butta le mani all’aria esasperato. “Allora che cazzo sta succedendo? Sto diventando pazzo perchè sto invecchiando?”
 
“Dean hai solo quarant’anni”

“Si ma in anni da cacciatore sono praticamente decrepito”

Cas poggia il latte sul tavolo con un po’ più forza del dovuto, almeno per l’opinione di Dean.

“Dean, ascoltami. Non ho nessun bisogno di spiarti. Ti posso guardare ogni volta che voglio, e inoltre posso beneficiare del fatto che ogni volta tu ricambi lo sguardo.” Cas si ferma per un attimo, guardandolo con affetto, “Sono davvero fortunato ad averti nella mia vita e fidati, non è una cosa che do per scontata.
Quindi, non so cosa ti stia succedendo ma non - ”
 
Cas si ferma a metà frase e Dean può visibilmente vedere il suo sguardo perdersi nel vuoto, come se stesse fissando attraverso il suo corpo.
 
“Cosa?” gli chiede.
 
“Uhm” Cas scuote la testa, tornando in sé, “Niente è solo che… ho pensato ad una cosa”
 
Dean aspetta che continui.
 
“Hai intenzione di condividere?”
 
“Sai, dovresti… provare a parlare a… qualunque questa cosa sia” dice alla fine, girandosi di nuovo per mettere il latte nel frigo. “Non si può mai sapere”.
 
“Parlarci?”
 
Castiel annuisce.
 
“Giuro su Dio, se questo è una qualche specie di scherzo - ”
 
Castiel si rigira e Dean rimane in silenzio.
 
Non è uno sguardo che gli ha visto spesso fare.
 
“Andiamo, aiutami a mettere il resto della spesa a posto”

-


La sensazione di essere osservati torna per l’ennesima volta quella notte.

Dean si stropiccia gli occhi e cammina lungo il corridoio, la sua vescica è finalmente vuota dopo averlo insistentemente svegliato per andare in bagno.

Un brivido gli passa lungo la schiena appena passa dalla porta all’incrocio tra i corridoi, indossa le sue infradito e la vestaglia e dall’angolo dell’occhio vede una figura. Rimane ferma nel corridoio alla sua destra.

“Non andare” dice, non azzardandosi a voltarsi verso di lei.

La figura si muove leggermente ma per fortuna non sparisce.

“So che mi stai spiando” sussurra, “Lo stai facendo spesso, che vuoi da me?”

La figura resta immobile.

Dean decide di rischiare e con cautela si volta verso la figura. È Castiel.

“Avevi detto -” Dean lo fissa, guarda meglio la figura che ora è proprio di fronte a lui.

Non è Castiel. Almeno non davvero.

Ha gli stessi vestiti, lo stesso tramite, lo stesso tutto ma quello che ha davanti non è il Castiel a cui è abituato. Sembra stare in piedi a fatica come se sulle spalle portasse il peso del cielo intero o che la terra sotto i suoi piedi lo stesso per risucchiare. Forse entrambe le cose.

La cosa più strana sono i suoi occhi.

Sono affossati e scuri, lo fissano con gioia ma allo stesso tempo una tristezza enorme che messi insieme lo fanno sembrare terrorizzato.

È Castiel ma allo stesso tempo non lo è davvero.

Gli ricorda una versione di lui che ha visto una sola volta.

“Dean” la sua voce si spezza, come una diga che sta per crollare.

“Cas- ” Dean deglutisce, cercando di trovare un qualche senso a quello che sta succedendo.

Il Castiel di fronte a lui si incurva visibilmente e un mezzo singhiozzo gli si blocca in gola mentre cerca di fare un passo indietro. “Scusami- ” balbetta, “Non dovevo venire - ”

“Aspetta” Dean fa un passo in avanti cercando di raggiungerlo. “Cas”
Castiel rimane inesorabilmente immobile

“… Da che anno vieni?”

Castiel non dice niente per quelli che sembrano momenti lunghissimi, rimane lì in silenzio e immobile a fissare il pavimento.

Quando trova il coraggio di rialzare lo sguardo sembra di essersi ricomposto un minimo.

“Duemila e novantadue” dice a bassa voce.

Dean sospira, sorpreso.

“Wow” si accarezza la parte bassa del collo, “Ehm, com’è?”

Altro silenzio.

“Mi manchi” dice a bassa voce, perdendo anche l’ultima parvenza di autocontrollo che sembrava essergli rimasta e la diga che faticava a rimanere in piedi alla fine si rompe. “Mi manchi così tanto, Dean. Non riesco neanche – mi dispiace, non posso farlo. Io -”

“Hey, hey” Dean fa un altro passo avanti quando Castiel comincia ad iperventilare – non pensava neanche che un angelo potesse farlo – “Cas, hey. Sono qui, okay? Non vado da nessuna parte”.

“No, non è vero” riesce a rispondergli e finalmente i sospetti che Dean aveva gli vengono confermati.

Ovviamente, nel duemila novantadue è morto da un pezzo.

“Mi dispiace, Dean. Lo so che ti ho promesso… ma mi manchi. Dovevo – dovevo vederti un’altra volta - ”

“Cas…” il cuore di Dean si sta letteralmente spezzando a sentir parlare Castiel così. “Ascolta, non – non farti questo, cazzo. Per favore. Lo sai che i viaggi nel tempo sono troppo per i tuoi poteri e lo so che ne stai facendo molti ultimamente. Ti farai solo del male continuando così”.

“Lo so” Cas allunga una mano verso di lui lentamente, i suoi occhi rimangono sulla mano di Dean, “Lo so”

Dean non sa con quale forza riesce ad allontanare la mano.

“Quello che è morto deve rimanere morto” continua, cercando di sembrare risoluto, “lo sai questo”

Castiel ripunta lo sguardo nel suo, e per la prima volta è uno sguardo gentile, morbido.

“Tu e io siamo sempre stati l’eccezione”.

Dean non può assolutamente dire il contrario e nonostante i mille avvertimenti che la sua testa gli sta urlando, tira Castiel tra le sue braccia. Cas lo stringe forte, come se abbracciarlo fosse la cosa più importante della sua vita. Gli respira sul collo e gli stringe la vestaglia tra le dita.

“Ti amo” gli dice, la presa di Castiel alle sue parole si stringe solo più forte, “ma devi smetterla di farti questo. Se io e Sam… se non siamo lì allora vuol dire che l’umanità ha bisogno di te. Ci devi essere per lei”

Sente Castiel annuire, la sua stretta inizia ad allentarsi un po’.

Lo lascia andare.

“Va bene”, dice Cas, la voce più bassa e roca del solito, “grazie… Dean per avermi assecondato nel mio egoismo”

“Non è egoismo” Dean deglutisce, “E mi dispiace – mi dispiace così tanto. Per quel che vale io… non  ho mai voluto lasciarti. Mai, neanche tra un milione di anni”

Le mani di Cas sfiorano ancora per un istante quelle di Dean e poi le lascia andare.

“Lo so, certo che lo so. Non è scoperto niente che già non sapessi, è solo che - ” deglutisce, “mi mancavi”.

Castiel sospira e si asciuga gli occhi, come se con quel gesto cercasse di allontanarsi dalla versione di Dean che è accanto a lui.

“Non ti disturberò più”

“Cas - ”

Castiel lo guarda.

“… prendi un gatto” Dean fa spallucce, “Puzza, è sporco, ti morde e fa cadere cose – praticamente sarà la stessa cosa”

Un piccolo sorriso si dipinge sull’angolo della bocca di Castiel.

“Stringilo forte, fallo per me” gli risponde.

E all’improvviso il corridoio è di nuovo vuoto.


-


Dean rientra nella sua stanza e si rimette a letto, avvolge il suo corpo attorno a quello di Castiel e appoggia la fronte sul suo collo.

“Ci hai messo un sacco in bagno” mormora Castiel, incrociando le sue dita con quelle di Dean. “È tutto okay?”

Dean fa un piccolo suono di assenso e sospira profondamente.

“Sai… forse dovremmo prendere un gatto”

Cas si muove, piega leggermente il collo per guardarlo.

“Un gatto?”

“Sì”

“Dev’essere stata una visita molto particolare al bagno quello che hai appena fatto”

“Sì”

Dean stringe forte Cas tra le sue braccia.
 
 













N/A CHE NON SONO, questa è una traduzione.
Hello again, it’s me.
Oggi sono uscite cose, roba sugli ultimi sette episodi che mi stanno facendo credere in un qualcosa su cui mi ero rassegnata. What if after all this time quei due scemi diventano canon?
Non lo so, sarò un clown in attesa di un bel palo in faccia ma sono ottimista.
Quindi nella mancanza totale di Destiel mi è venuta voglia di scrivere, il problema è che Smile and let it go mi ha svuotato l’anima quindi ho deciso di tradurre qualcosa.
Voglio premettere che è colpa di una mia amica orribile, mi ha fatto leggere questa os per cui ho lacrimato leggermente un po’ di tempo fa e la masochista che è in me oggi le ha chiesto di mandarmi roba da tradurre.
Quindi se vi sentite che volete morire dopo aver letto, sperando che io le abbia reso giustizia con la mia traduzione, e volete uccidermi, contattatemi in privato che vi passo il suo numero di telefono.
Se non lo avete ancora fatto, andate a leggere la mia ultima long. È completa, (wow che strano dirlo) e fatemi sapere che ne pensate della storia, volete morire come me??? Perché LO GIURO TRADURLA NON è STATO FACILE PER IL MIO DEBOLE CUORE quindi spero apprezziate.
Se conoscete altre os che credete debba tradurre sentitevi libere di mandarmele, ora abbandono la nave e torno su twitter e retwettare gifset dei destiel che si dicono addio piangendo.
*scappa nella notte*
   
 
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