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Autore: _MisticallyKiri_    29/08/2020    2 recensioni
Alert Spoiler 10 stagione
Finalmente, dopo l'ottava iniezione di sangue purificato, l'ultima secondo quanto riportato nel libro, il nero si diradò dagli occhi di Dean, lasciando spazio al tanto atteso bianco, simbolo di umanità e purezza, e alle familiari iridi verdi smeraldo, che Castiel tanto amava osservare, sul volto confuso e disorientato del cacciatore.
Genere: Angst, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Castiel era sull'uscio della cella del bunker, guardava un punto fisso cercando di non concentrarsi sulla scena che aveva davanti agli occhi. Lo addolorava più di ogni altra cosa e sapeva che il peso nel suo petto si sarebbe fatto più greve se avesse indugiato ancora, fermandosi a fissarla: Dean con gli occhi compleamente neri, sulla sedia al centro di una trappola del diavolo disegnata sul pavimento con la vernice spray, polsi e caviglie strette da possenti corde.

Sam stava utilizzando una vecchia procedura trovata tra i mille tomi della biblioteca degli uomini di lettere per risolvere la situazione.

Il suo incubo era divenuto realtà, ancora non riusciva a credere all'accaduto, l'uomo senza peccato, che aveva salvato il mondo più di una volta ora si era tramutato in un orribile creatura infernale. Sentiva quelle due pozze nere soffermarsi su di lui, fissarlo, cercando di leggergli dentro. Era Dean ma non quello che lui conosceva. Il suo cuore si accartocciava sempre di più a quella visione aberrante.

Erano passate ore dall'inizio della procedura e Sam e Castiel erano esausti, psicologicamente e fisicamente, di vedere Dean in quelle condizioni a causa del marchio di Caino.

Sam aveva iniettato per la settima volta il suo stesso sangue, dopo averlo benedetto, nelle vene di suo fratello nella speranza di renderlo umano. Il viso di Dean spesso si contorceva in una smorfia di dolore, purificare un'anima era quanto di più doloroso potesse capitare ad essa.

Ma, come quando era ancora umano, e le iridi erano smeraldi scintillanti di tristezza, sedeva ritto con un cipiglio fiero, in qualche modo aveva i suoi comportamenti di sempre solo che il dolore era tramutato in ira e non aveva più timore né sensi di colpa.

Non amava più.

I demoni erano incapaci di amare, sapevano solo provare ira, rabbia, superbia.

Così come gli angeli, incapaci di amare come ama un essere umano, conoscevano solo la fede, il senso del dovere, obbedienza.

Finalmente, dopo l'ottava iniezione di sangue purificato, l'ultima secondo quanto riportato nel libro, il nero si diradò dagli occhi di Dean, lasciando spazio al tanto atteso bianco, simbolo di umanità e purezza, e alle familiari iridi verdi smeraldo, che Castiel tanto amava osservare, sul volto confuso e disorientato del cacciatore.

Aveva abbassato e rialzato la testa nel frattempo, come un ubriaco che si riprende dopo una lunga sbornia rivolse il suo sguardo al fratello.

''Sam...?'' la domanda sussurrata, implicita, la voglia di conferme e rassicurazioni, mentre l'orrore si dipingeva sul viso.

L'angelo lo guardò preoccupato e dispaciuto con una strana voglia di stringerlo e rassicurarlo.

Stava rimembrano tutto.

Atti compiuti.

Sofferenze causate.

Lo stavano investendo come una tempesta, era nell'occhio del ciclone.

Cas lo conosceva bene, sapeva cosa sarebbe avvenuto, avrebbe innalzato lo scudo del sarcasmo per poi crollare la notte, quando credeva che nessuno potesse sentire le sue lacrime, che alle orecchie dell'angelo erano grida.

Cas lo sapeva, sapeva ogni volta, udiva le sue preghiere che non si rendeva conto di formulare.

Percepiva il dolore, il senso di colpa, la sensazione di non valere nulla, l'essere impotente.

Riusciva quasi vedere le lacrime che annegavano le infinite lentiggini spruzzate sul viso.

''Dean!'' gli fu subito accanto e fece un sospiro di sollievo Sam accennando un sorriso ''ben tornato tra di noi'' iniziò a slegare velocemente i nodi che gli bloccavano i polsi, precauzione presa durante il processo dati i tentativi quasi riusciti di fuga.

Se Castiel fosse stato umano avrebbe avuto gli occhi lucidi di gioia.

Appena aveva sentito la flebile voce di Dean non aveva esistato a rivolgergli lo sguardo e bearsi della vista del cacciatore finalmente in se.

Non si era reso conto che un piccolo sorriso increspava le sue labbra.

Ma non osò avvicinarsi per non interrompere il quadro familiare che si era venuto a creare tra i due fratelli.

 

''Ben tornato Dean'' disse, rompendo finalmente il suo ermetico silenzio, si rese conto di aver trattenuto il fiato sino a che non si perse di nuovo nei suoi occhi, nel verde che gli ricordava le pianure e i boschi, la natura nel suo insieme, creazione del Padre, che amava ammirare.

Lui rivolse la sua attenzione all'angelo non appena sentì la familiare, bassa e roca voce di Castiel e gli donò uno dei suoi soliti sorrisi storti che tanto gli appartenevano.

Che appartenevano a Dean.

Al vero Dean.

''Sono tornato'' affermò mentre si massaggiava i polsi intorpiditi e dolenti, e il sangue affluiva di nuovo normalmente, non più bloccato dalle corde. Lui e Cas scambiarono uno sguardo lungo ed intenso, durato più di qualche momento poi Dean interruppe il contatto visivo.

Il minore dei Winchester si scambiò un breve abbraccio con il maggiore ''Sono felice che sei di nuovo qui'', il maggiore lo strinse ''è grazie a te Sammy''.

Dean, che non era mai stato una persona sentimentale, decise che l'atmosfera era troppo densa di emozioni.

''Bene, ora dovremmo festeggiare no? Birra e torta di mele per tutti?'' si tirò giù la manica arrotolata, con non troppa cura da Sam, della giacca rossa fino a coprire il marchio, anche se non lo nascondeva del tutto. Sam roteò gli occhi al cielo sbuffando un 'non cambi mai eh?' ma sorridendo, gli era mancato davvero suo fratello, e si offrì di andare a comprarle per tutti affinchè Dean potesse riposarsi un po' e Cas potesse continuare con le ricerche su come togliere quel marchio portatore di disperazione.

Non appena udirono la porta del bunker chiudersi Cas e Dean si voltarono l'uno verso l'altro e l'angelo si fece più vicino al cacciatore in un gesto automatico.

Poco importava se tra qualche attimo lo avrebbe rimpoverato di invadere sempre il suo spazio personale.

Gli mancava poter guardare quegli occhi verdi, che su quel viso cosparso di lentiggini donavano molto di più rispetto alle pupille completamente nere dei demoni.

A Castiel era mancato come l'aria dopo una lunga apnea.

Dean fece un altro passo verso Cas, erano così vicini che i loro corpi quasi si sfioravano, non avevano mai interrotto il contatto visivo.

Spesso si dicevano molto in quel silenzi fatti di sguardi.

Avevano un legame profondo, Castiel aveva rimesso insieme Dean una volta, cellula dopo cellula, non c'era bisogno di parole.

Ma l'angelo, in un angolo remoto del suo essere avvertì come una sorta di allarme ovattato e lontano, durò solo un secondo.

Castiel corrucciò lo sguardo inclinando la testa da un lato lentamente, tipico gesto che esprimeva confusione nell'angelo.

Era a conoscenza dei suoi sentimenti per Dean, sapeva che stargli troppo vicino era pericoloso, scatenava in lui sensazioni forti e il cuore doleva sapendo di non poter sperare di avere di più che una forte amicizia da parte del cacciatore, ma lo aveva accettato da molto ormai.

Allo stesso tempo, dopo gli scorsi vissuti necessitava essere vicino a lui, Dean lo attirava come la luce attira le falene.

Sapeva anche che stava ancora invadendo lo spazio personale di Dean e non gli era consentito.

Così stava per fare un passo indietro, leggermente arrossato in viso, ma un istante prima che potesse anche solo accennare il movimento il Winchester lo attirò a sè stringendo e tirando la cravatta blu che indossava, molte tonalità più scure di quello dei suoi occhi e lo baciò.

Il tempo congelato, lo spazio annullato, svanito.

Uno sfregamento di labbra che lasciò la creatura celestiale stordita.

Si ritrasse di riflesso con gli occhi sbarrati, il cuore che minacciava di frantumare le ossa della cassa toracica dalla prepotenza con cui batteva e un caldo brivido che gli percorse la spina dorsale.

Rimase con le labbra semi schiuse, incredulo, Dean sorrideva dolcemente, quel sorriso sul suo volto credeva di averlo visto forse una, due volte, in tutti i lunghi anni di conoscenza.

Capì che cosa fosse la felicità.

Si sentì a casa.

Prima che Dean potesse anche solo battere le ciglia, prima che anche un solo pensiero sfiorasse la mente della creatura celestiale, fattasi vuota, attirò a se il cacciatore bramoso di sentire quel contatto ancora.

Stavolta non fu uno sfregamento di labbra.

Era un bacio più deciso, le labbra che si cercavano reciprocamente, premute le une contro le altre, cinse il collo del cacciatore con le braccia attirandolo a se come se ci fosse altro spazio da colmare.

Stava peccando.

Si stava abbandonando all'amore.

L'amore per un unico uomo, per cui si è ribellato al paradiso diventando un reietto.

L'amore che ha soppresso, annichilito in un angolo della sua anima per un lungo tempo.

Stava peccando e lo sapeva, ormai non si tornava più indietro.

Non vi era via per il ritorno, o forse sì, ma semplicemente non voleva percorrerla.

Quando Castiel schiuse di più le labbra per approfondire il bacio, lasciandosi andare completamente alla perdizione sentì un dolore lancinante al petto e dalla sua bocca uscì un gemito strozzato.

Aprì gli occhi per guardare l'altro e vide un sorriso malvagio e le pupille completamente nere distorcere il volto di Dean.

Fu in quel momento che qualcosa in lui si spezzò.

Lui stesso si spezzò.

Fece più male di cadere.

Doleva di più delle ali spezzate.

Era questa la punizione per aver peccato?

Per aver ceduto alla tentazione?

Un brivido più forte lo scosse, stavolta freddo e molto lontano dal tepore che lo avvolgeva prima.

Portò lentamente la mano dove sentiva dolore e incontrò quella dell'altro mentre stringeva l'impugnatura del pugnale angelico affondato nel suo corpo.

Il tempo si fermò e rimase congelato, così come le lacrime agli angoli degli occhi.

Paura, rabbia, frustrazione esplosero in lui.

Si sentì vuoto.

Immobile, pietrificato.

Voleva fosse solo un incubo, ma era impossibile, gli angeli non sognano.

Era la realtà, la più orribile delle verità e stentava a crederci.

Castiel non volle guardare, una lacrima solcò il suo viso anche se gli angeli non potevano piangere.

Il dolore era lancinante, il sangue scorreva bagnando la camicia bianca e cadendo sul pavimento creando una piccola pozza.

Ma il dolore peggiore non era il corpo trafitto quanto più il cuore spezzato, aveva provato la felicità per qualche attimo per poi essergli brutalmente strappata via come le sue ali, ma in modo più doloroso, da quelle pupille nere.

Non voleva credere fosse Dean, e mentre sentiva la grazia abbandonare il proprio corpo insieme alla sua energia residua, coprì gli occhi del cacciatore, del suo Dean, che non era il suo vero Dean.

Alzò lentamente una mano tremante andandogli a coprire quel colore nero, dove avrebbe dovuto esserci verde brillante, che era un abominio su quel viso.

Dean, il demone, lo aveva ingannato, gli aveva dato ciò che più voleva al mondo e poi lo aveva trafitto, i demoni sapevano essere degli ottimi attori.

Ironicamente, se Dean non fosse diventato demone forse Castiel non avrebbe mai potuto confessare il suo amore per lui.

''Ti ho amato Dean''

Un sussurro roco, mentre cadeva in ginocchio e faticosamente ancora nascondeva gli occhi dell'altro, per vedere, come ultima immagine, prima del nulla, il suo amato.

Anche solo per fingere fosse il Dean di cui era innamorato, ma per farlo doveva coprire quelle pupille nere che su quel corpo stonavano come un demone con le ali.

Mentre anche l'ultimo residuo di vita spirava da Castiel e il braccio si abbassava lentamente contro la sua volontà, chiuse gli occhi, portando alla mente un ricordo del Dean di cui non riusciva a non innamorarsene ogni giorno nuovamente.

Un'altra lacrima solcò il suo viso e il cuore smise di battere.






Angolo me:
Piccola nota, non ho inserito Sam tra i personaggi poichè è quasi una comparsa servita a riprendere la scena canon, anche se non l'ho descritta esattamente come è stata girata. Non ricordavo perfettamente le dosi del sangue purificato per far tornare Dean umano quindi se ho sbagliato e volete recensirmi ditemi tranquillamente il numero esatto così lo correggerò.
Mi scuso anche per eventuali errori grammaticali e di battitura, questi ultimi maledetti non importa quanto correggi alcuni ne sfuggiranno sempre!
Detto ciò aggiungo che i personaggi sono sicuramente OOC, perdonatemi.
Infine vi ringrazio per aver letto la mia storia e spero di ritrovarvi nelle recensioni!

   
 
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