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Autore: Alibanana97    30/08/2020    0 recensioni
Crossover scritto a quattro mani con claudd97.
Immaginate se i personaggi di Glee facessero parte del mondo magico: all'improvviso, si ritrovano a doversi trasferire per un intero anno ad Hogwarts, dove conoscono i personaggi di Harry Potter. Cosa succederà? Quali amori nasceranno?
Dal testo: "Gli studenti, a partire dal quinto anno, verranno divisi nei vari gruppi dei laboratori e saranno mandati in varie scuole da ogni parte del mondo. [...] Precisamente, voi verrete accompagnati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts"
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci qui con il capitolo 21, questa volta tutto incentrato sui Trunter (la coppia Trent/Hunter), buona lettura!

Nel frattempo, nella Sala Grande gli altri avevano continuato a parlare da quando Sebastian se n’era andato. Successivamente, piano piano i ragazzi iniziarono a tornare ai loro dormitori e alla fine rimasero solo Hunter e Trent, che, appena si accorse della situazione, cercò di andarsene. Hunter, però lo bloccò, prendendolo per un braccio. “Tutto bene, Trent? Ti vedo un po’ strano…” mormorò il Serpeverde guardandolo. Trent si girò verso di lui. “Non è più affar tuo, non ti devi preoccupare” gli rispose, freddo, per poi staccarsi dalla sua presa. Hunter ci rimase male per quella risposta, non se l’aspettava proprio da Trent, non l’aveva mai visto così distaccato; dopodiché scosse la testa e lo guardò negli occhi. “Se riguarda te, è sempre affar mio. Non posso smettere di preoccuparmi per te” disse serio in volto. Trent arrossì, rimanendo spiazzato da quelle parole: avrebbe voluto essere impassibile davanti a lui, ma come poteva se gli diceva quelle cose? Questo lo mandò ancora più in confusione, non sapeva che fare con lui. Dopo qualche secondo di silenzio, decise di non dire nulla e di scappare via, lasciando Hunter lì da solo.

Quella sera, dopo aver riflettuto tutto il pomeriggio sulla sua situazione e aver capito che da solo non sarebbe giunto a nessuna soluzione, decise di doverne parlare con qualcuno, così si mise a cercare Blaine, il quale si era mostrato disponibile ad aiutarlo. Lo trovò nella Sala comune dei Tassorosso, intento a leggere un libro. Appena lo vide, gli si avvicinò. “Ciao Blaine…” mormorò, richiamando la sua attenzione. Blaine alzò lo sguardo dal suo libro, sentendolo, e sorrise. “Oh ciao Trent. Stai bene?” gli domandò, invitandolo a sedersi sulla poltrona affianco a lui. Trent scosse la testa, sedendosi. “In realtà sono venuto a parlarti proprio per questo.” Blaine si drizzò sulla poltrona. “Cosa c’è che non va?” “Ho un problema. Ho un rapporto parecchio complicato… con Hunter” bisbigliò Trent in risposta. “Con Hunter?” domandò Blaine, piuttosto stupito. Trent annuì, sospirando. Blaine, vedendolo in difficoltà, capì la situazione e decise che sarebbe stato giusto saperne di più per aiutarlo. “Com’è cominciata?” gli chiese quindi, guardandolo. “Sarà una storia lunga…” iniziò Trent. “Da quando è arrivato al McKingley l'anno scorso, Hunter ha sempre attirato la mia attenzione. Fin dal principio, l'ho trovato molto affascinante e misterioso, era diverso dagli altri ragazzi che avevo conosciuto fino a quel momento, allo stesso tempo, però, non mi sono avvicinato a lui all'inizio, perché non mi sentivo alla sua altezza, sai che sono sempre stato timido. Successivamente, come tu ben sai, Hunter è entrato nel Glee Club e da quel momento sono rimasto sorpreso, non avrei mai pensato che uno come lui potesse entrare in questo genere di attività extrascolastiche... Allora ho preso coraggio e sono andato da lui per parlargli, incuriosito, subito dopo la prima lezione del Glee, per saperne di più su di lui e per accoglierlo...

Trent, finita la lezione del professor Schuester, si avvicinò ad Hunter, ancora seduto. “Ciao, piacere io sono Trent” esordì sorridendo, allungandogli la mano. Hunter lo guardò con un sopracciglio alzato, curioso dell'approccio di Trent verso di lui. “Hunter” borbottò lui in risposta, stringendogli la mano. “Benvenuto nel Glee Club! È sempre bello avere nuovi membri con noi. Ho visto che ti sei trasferito nella nostra scuola da quest'anno, probabilmente sarai di un'altra città. Da dove vieni?” disse tutto d'un fiato il moro. Hunter lo squadrò. “Da casa mia” rispose secco, ironicamente. Trent ridacchiò nervosamente, lui già non era un granché nel parlare con gli altri, ma parlare con Hunter era risultato più difficile del previsto. Hunter, vedendo che Trent non gli rispondeva, si alzò, prendendo la sua tracolla e mettendosela su una spalla. “Beh, devo andare. È stato... bello parlare con te” sussurrò, prima di andarsene. Trent rimase lì a guardarlo mentre se ne andava, un po' sorpreso da quella reazione, poi si riprese e uscì dall'aula, convinto che avrebbe provato a riparlare con Hunter. Nel periodo successivo, Trent aveva continuamente provato a chiacchierare con Hunter, che alcune volte lo stava a sentire, mentre altre lo ignorava. Trent scoprì presto che Hunter aveva quel carattere particolare, un po' scontroso, e che non era molto loquace, ma piano piano era riuscito a farlo sciogliere un po'.

Perciò, da quando ero riuscito a farlo parlare con me, io e lui ci fermavamo ogni tanto a chiacchierare nei corridoi della scuola quando ci incrociavamo”. “Sì, vi ho visti insieme qualche volta, ma non credevo foste così legati...” lo interruppe Blaine, guardandolo negli occhi. “In realtà, in quel periodo, non eravamo ancora così “legati”, parlavamo e basta; è cominciato tutto quando Hunter ha scoperto che io sono gay, tramite una battutina che Sebastian gli aveva detto su di me. Da quel momento, Hunter ha iniziato a squadrarmi più del solito, mi sentivo osservato da lui, sembrava che non si aspettasse che io lo fossi. Un giorno, dopo che erano passate un paio di settimane, curioso, gli avevo chiesto se ci fosse qualcosa che non andava e se per caso la strana situazione che si era creata tra di noi fosse per quella rivelazione. Hunter confermò la mia ipotesi e iniziò a pormi delle domande, poiché non si era proprio aspettato che io lo fossi. Così quello stesso pomeriggio, per rispondere a tutte le sue domande, gli proposi di uscire per parlarne davanti a un caffè.

Dopo un lungo pomeriggio passato a chiacchierare al Lima Bean, Trent e Hunter erano usciti dal bar e si erano avviati per strada per fare una passeggiata. Mentre camminavano, Trent continuò a parlare, quando si accorse che Hunter era rimasto in silenzio, come suo solito, però sembrava strano, come se fosse assorto nei suoi pensieri. Così, si fermò a guardarlo. “Ehi Hunter, tutto bene? Ti vedo un po' distratto...” mormorò il moro. Hunter si girò verso di lui, lo fissò in silenzio per qualche secondo, poi si avvicinò, gli prese il volto tra le mani e lo baciò lentamente. Dopo pochi secondi, si staccò da Trent e sbiancò, accorgendosi di ciò che aveva appena compiuto. “Oddio scusa, non volevo... Io non so cosa mi sia preso... Cioè, io sono etero! Non ho proprio idea di cosa mi sia passato per la mente!” disse per giustificarsi. Trent, nel frattempo, era rimasto lì fermo, ancora frastornato dal gesto impulsivo che aveva compiuto Hunter poco prima. “Mi dispiace davvero tantissimo, Trent...” continuò Hunter. “Non volevo.... Ti prego, non dirlo assolutamente a nessuno!” esclamò il castano, per poi andarsene di tutta fretta.

“Oh... Sinceramente non mi sarei mai aspettato che Hunter facesse una cosa simile” mormorò Blaine, intromettendosi nel discorso di Trent. “Già, nemmeno io. E in quell'attimo mi sono accorto di provare davvero qualcosa per lui; insomma, prima pensavo fosse irraggiungibile, ma poi lui mi ha baciato ed è cambiato tutto.” commentò Trent. “E poi cos'è successo? Non credo sia solo questo che ti ha turbato così tanto...” “No, infatti. Dopo quel giorno, Hunter smise di parlare con me, mi ignorava, e così io lo lasciai perdere. Dopo la prima lezione del Glee al rientro dalle vacanze di Natale dell'anno scorso, mi prese in disparte e, contro ogni mia aspettativa, mi baciò di nuovo e mi disse che avremmo dovuto farlo più spesso. Quando gli chiesi a che cosa si riferisse, lui mi ribaciò. Da quel momento, io e lui abbiamo iniziato ad avere una sorta di strana “relazione”, se così si può definire: generalmente in pubblico parlavamo come prima, forse anche meno, mentre sporadicamente ci vedevamo di nascosto semplicemente per baciarci, perché Hunter non voleva assolutamente far sapere a nessuno quello che succedeva tra di noi.” spiegò nervosamente Trent. “E a te, per quello che valeva, andava bene così, vero?” domandò Blaine guardandolo compassionevolmente. Trent sospirò, abbassando lo sguardo. “Non proprio, lo facevo solo per lui. Ma sinceramente mi sarebbe piaciuto qualcosa di più simile ad una vera relazione. Infatti, nonostante avessimo continuato a vederci in quella maniera, verso la fine della scuola quella situazione iniziò a diventarmi un po' stretta. A quel punto, iniziai a farglielo presente, dicendoglielo più volte nel corso di quelle ultime settimane di scuola, ma a lui non sembrava importare; così, un giorno, stufo di quella situazione, gli dissi che non volevo più continuare in quel modo, quindi litigammo e smettemmo di vederci. Questo fino all'inizio di quest'anno scolastico, quando, dopo essere arrivati qui a Hogwarts, ci siamo riavvicinati...

Era passata una settimana esatta dall'arrivo degli studenti del McKingley a Hogwarts e quel pomeriggio Trent stava raggiungendo la sua Sala comune, quando si sentì afferrare per un braccio e trascinare via dietro ad un'armatura; subito dopo sentì delle labbra famigliari posarsi sulle sue. Quando il bacio finì, aprì gli occhi e vide Hunter. “Cosa stai facendo? Credevo che l'ultima volta ci fossimo detti tutto e che io fossi stato abbastanza chiaro” mormorò, tenendo però gli occhi puntati verso il basso, non riuscendo a sostenere lo sguardo dell’altro più di tanto. Hunter lo ascoltò, poi gli tirò su la testa mettendogli due dita sotto il mento e lo guardò profondamente negli occhi. “Lo so, però... mi sei mancato” mormorò. Trent arrossì. “...T-ti sarò anche mancato, m-ma non puoi venire qui e baciarmi come se niente fosse” sussurrò guardandolo. Hunter sospirò, staccandosi da Trent, che si accorse dell'improvvisa mancanza di calore. “Senti, non è facile per me, e lo sai. Ho bisogno di tempo, ma senza di te non ce la posso fare. Nonostante tutto quello che è successo, ci tengo a te” dichiarò il Serpeverde.

Successivamente a quel pomeriggio, io non ho saputo resistere ulteriormente e io e Hunter abbiamo ricominciato a vederci come prima, senza vincoli e di nascosto da tutti. Nei mesi che sono passati dall'inizio della scuola fino a Dicembre, ci siamo visti parecchie volte e io ho spesso ripensato a quelle parole e al fatto che me ne sarei potuto andare. Infatti molte volte ci ho riflettuto e ho provato a staccarmi da quella situazione, ma, sia per il fatto che Hunter insisteva nello sviare la conversazione altrove, inventando scuse su scuse, sia per il fatto che in realtà non volevo davvero allontanarmi da lui, ho continuato a credere alle sue parole e sono rimasto incastrato in quella situazione” chiarì Trent, per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani, che stavano torturando il lembo del suo mantello. “Beh, è sicuramente una situazione piuttosto scomoda, la tua... Però non so quanto valga la pena soffrire per qualcuno che in fin dei conti non ti ha ancora dato nulla di concreto” disse Blaine, cercando di consigliarlo. Trent sospirò e rialzò lo sguardo. “Lo so, però in quel periodo credevo davvero che quello che mi avesse detto fosse vero; ho iniziato a rendermi conto della verità solo poco prima del ballo pre-natalizio, quando avevo sentito che Hunter sarebbe andato alla festa con una ragazza. Infatti avevo deciso di andarci con Zacharias, nella speranza di attirare la sua attenzione, cosa che effettivamente accadde.

La sera del ballo, durante la prima parte della serata, Trent aveva sentito lo sguardo di Hunter su di sé per tutto il tempo, e anche lui spesso si era soffermato a guardare il Serpeverde, incrociando di tanto in tanto i suoi occhi verdi. Più tardi, mentre tutti gli altri ragazzi, compresi Zacharias e Lavanda, i loro accompagnatori, erano alle prese con i giochi alcolici, Hunter gli si era avvicinato. “Seguimi” gli sussurrò all’orecchio, facendolo rabbrividire; dopodiché il più alto lo trascinò fuori dalla Sala Grande, prendendolo per mano, cosa di cui Trent era piuttosto sorpreso dato che Hunter poche volte l’aveva tenuto per mano. Una volta usciti dalla Sala Grande, Hunter aveva svoltato a destra e poi si era infilato nello sgabuzzino di Gazza, poco distante da lì. Dopo che Hunter ebbe chiuso la porta dello stanzino, Trent lo guardò confusamente nella semi oscurità. “Hunter, perché siamo qu-” provò a chiedere, ma non riuscì a finire la domanda che Hunter si era già avventato sulle sue labbra. Trent, nonostante avesse provato a resistere, cedette e ricambiò il bacio profondo dell’altro. Quando si staccarono per riprendere fiato, Hunter lo guardò con gli occhi che gli brillavano. “È da tutta la sera che volevo baciarti…” sussurrò maliziosamente. “Ah davvero? Non sembrava da come eri avvinghiato a Lavanda” commentò Trent, staccandosi da lui. “Parli tu che sei venuto al ballo con Zacharias” sibilò sprezzante Hunter. “Beh, mi sarebbe piaciuto andarci con il ragazzo che mi piace, ma lui, senza nemmeno dirmelo, ha preferito andarci con un'altra” replicò secco il Tassorosso, guardandolo negli occhi. “Lo sai perché sono andato con lei: non sono ancora pronto a dirlo in giro... Però anche a me ha dato fastidio che tu sia venuto con un altro ragazzo, perché tu avresti potuto farci qualsiasi cosa, mentre io non sarei mai riuscito a fare qualcosa con Lavanda, ci tengo troppo a te...” mormorò Hunter, riavvicinandosi all'altro, che arrossì vistosamente, ma continuò a guardarlo arrabbiato. “Questo non ti giustifica, sono mesi che mi dici di voler fare passi avanti, ma non mi hai ancora dimostrato niente coi fatti” “Lo so, hai assolutamente ragione. È solo che io avevo bisogno davvero di tempo per pensarci, sai che tutta questa situazione con te è stata una novità per me... Però non voglio perderti, ci tengo troppo a te e non voglio perdere quello che abbiamo creato fra di noi; perciò, dato che ci tieni così tanto, ho intenzione di non nascondermi più quando stiamo insieme” rispose Hunter, sfiorandogli la guancia con una mano. Trent, nel sentire quelle parole, arrossì di nuovo. “Va bene, ho deciso di darti fiducia, ma è l'ultima volta.” sussurrò. “Perché finisco sempre per dargli retta?” pensò tra sé e sé Trent, poi guardò Hunter, che gli sorrise solo come lui sapeva fare, così lui sospirò. “Ecco perchè” pensò di nuovo guardandolo. Hunter ricambiò lo sguardo, poi si avventò di nuovo sulle labbra del Tassorosso.

Quindi, dopo quella sera, ci sono ricascato di nuovo, mio malgrado. La mattina dopo, quando lui doveva partire per le vacanze, sono andato verso l'ingresso per salutarlo, però, quando l'ho visto con i suoi amici, non mi sono azzardato ad andare là a salutarlo e sono rimasto in disparte” spiegò Trent all'amico. Blaine annuì, sentendo il suo discorso. “Capisco... E cos'è successo durante le vacanze di Natale che ti ha fatto sconvolgere così tanto?” domandò Blaine. “In realtà durante le vacanze di Natale non è successo niente ed è proprio quello il problema. Non mi aspettavo chissà che, ma gli avevo spedito una lettera per il giorno di Natale, in cui gli facevo gli auguri e gli dicevo che mi sarebbe piaciuto uscire con lui per un appuntamento non appena fosse tornato. Però lui non si è degnato di rispondermi nemmeno per farmi gli auguri e allora, dal giorno di Natale, ho iniziato a ripensare a tutta la nostra storia e mi sono reso conto di aver ceduto troppe volte, così avevo in mente di ignorarlo completamente, anche quando sarebbe ritornato qui. Ed è quello che ho fatto, fino ad oggi, quando mi ha preso in disparte e mi ha detto che è preoccupato perché mi ha visto distaccato. Da quel momento, sono entrato in confusione: non so più cosa fare con lui; prima dice che ci tiene a me e che vuole fare passi in avanti per la nostra relazione, ma poi fa finta di nulla e continua a nascondersi, però subito dopo mi rivela che ci tiene davvero a me e che è preoccupato. Davvero, non ho la più pallida idea di cosa possa fare, per questo sono venuto qui a parlarne con te, avevo bisogno del parere di un amico.” concluse Trent, guardando Blaine disperatamente. “Beh, non mi aspettavo che tu fossi in una situazione del genere, specialmente con uno come Hunter” disse Blaine, per poi sospirare. “Visto dall'esterno, ti direi che non vale la pena continuare una storia del genere con una persona che non ha mai saputo dimostrarti niente, specialmente vedendo come stai soffrendo, però posso immaginare che non sia così semplice rinunciare a qualcuno a cui si tiene così tanto. Secondo me, hai bisogno di prenderti una pausa da lui e riflettere con te stesso per capire che cosa vuoi veramente e se ne vale davvero la pena. Se lui ci tiene realmente, verrà da te” gli consigliò Blaine, sorridendogli dolcemente. Trent lo ascoltò, poi annuì. “Credo tu abbia ragione, cercherò di evitarlo per un po' di tempo” disse, poi si alzò e andò ad abbracciare l'amico. “Grazie per avermi ascoltato, Blaine”.
  
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