Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Liberty89    17/08/2009    6 recensioni
Cosa pensa Ciel mentre Sebastian lo traghetta nel luogo in cui si compirà la vera fine?
Spoiler ultimo episodio dell'anime. Lieve yaoi.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ho visto da poco l'ultimo episodio dell'anime e sinceramente l'idea mi è venuta immediatamente, dopo quella scena nera che lascia tutto e niente all'immaginazione, perciò questa one-shot si può intendere come un'analisi degli ultimi momenti di Ciel dal suo punto di vista.
E' la prima volta che scrivo su Kuroshitsuji, ma i personaggi di Ciel e Sebastian mi hanno affascinata, specialmente il loro legame. Spero che vi piaccia! Buona lettura!
Dedico la fic a Lady_in KH che mi ha fatto conoscere questo fantastico anime. Grazie piccola ^^


Disclaimer: i personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo di lucro.



.:[ Un perfetto maggiordomo fino alla fine ]:.


Un placido e continuo dondolio, alternato da un tenue cigolio, e il rumore dell’acqua che si sposta, mi destano dal mio sonno. Lentamente apro l’occhio e prima che possa percepire altro, la tua voce calma e rilassata mi raggiunge.
-Signorino. Si è svegliato?- mi chiedi, senza smettere di muovere il remo con il solo braccio che ti è rimasto, unica imperfezione nella tua sempre impeccabile figura.
Non bado al mio abbigliamento e mi tiro a sedere, mentre ti domando dove ci troviamo, anche se in pochi istanti mi rendo conto che non voglio saperlo ad ogni costo perché effettivamente non m’interessa. Mi basta sapere che qui, in questo luogo avvolto dalla nebbia, dove l’unico suono è prodotto dall’acqua sotto di noi, mi sento bene.
Mi siedo sull’asse della gondola, dandoti le spalle, consapevole dei tuoi occhi sulla mia schiena, e lo sguardo mi cade su ciò su cui stiamo navigando.

-Questo è…-
-…il Cinematic Record del signorino.- intervieni, mentre io osservo in silenzio tutte quelle immagini di svariati momenti della mia vita con fare annoiato. -Sembra sia scorso fin qui…-
-Capisco. Questa è…- mi fermo un istante a cercare la parola giusta nella mia memoria offuscata. -…la mia vita, finora.-
All’improvviso mi rendo conto del luogo in cui ci troviamo e, con rassegnazione, accetto quello che mi è successo, senza distogliere lo sguardo da quella serie concatenata di ricordi, che forse una parte di me rimpiange di non aver vissuto a pieno.
-Io…- compio una pausa priva di sospiri, poiché è il mio carattere a impedirmelo. -…sono già morto.-
-Non ancora.- mi correggi immediatamente e so cosa stai per dire. -Sarò io a offrirle la sua morte, signorino. Sarà il mio ultimo compito. In quanto suo fedele maggiordomo.-
-Tsk…- sempre a ricordarmelo.
Sarà la malinconia, ma non so perché prendo a parlare di Elizabeth e di quei tre pazzi. Credo che, in fin dei conti, ne sentirò la mancanza. A quanto mi stai dicendo, sono riusciti a uccidere Pluto, il Cane del Diavolo… chissà se sono ancora vivi… Non lo ammetterò mai, ma mi auguro che lo siano ancora…
Allontano la vista da quel fiume di ricordi ormai privi di senso e la mia voce si tinge di sorpresa, quando mi accorgo di essere circondato da tante piccole sfere luminose, che mi fanno pensare alle lucciole. Non mi stupirei se lo fossero realmente…

-Cosa sono queste luci?-
-Ciò che sente chi le sta accanto, signorino, sono i sentimenti provati per lei.-
-Sentimenti per me…?-
Stento a crederci, ma mi ritrovo a essere quasi contento a questa rivelazione, mentre seguo con interesse e curiosità una di quelle luci che mi passa accanto al viso. -Che belli…-
-Belli?-
-Sì. Non penso che l’addio sia triste o doloroso. Ma…- non so come spiegarti ciò che sento al vedere queste luci, perché non è chiaro nemmeno a me. -Però… semplicemente bello.- quando una cosa è semplice, è inutile cercare di scoprirne il mistero.
Non so se mi hai ascoltato, dato che in meno di un battito di ciglia, ti ritrovo al mio fianco a porgermi quello che pare un diario.

-E questo…?- domando sinceramente curioso e sorpreso.
-L’ho portato per farle sopportare questo lungo e noioso viaggio.- dici, lasciandomelo tra le mani. -E’ il diario che Tanaka-san ha tenuto fino alla fine.-
-Tanaka…?-
Lo apro a una pagina che sembra segnata e prendo a leggerne le righe verso la metà, dopo aver dato una rapida occhiata alla data…
E così, mio padre lo sapeva. Sapeva che era la Regina a volere la sua morte, ma nonostante questo ha continuato a esserle fedele… Perché dall’odio non può nascere nulla…
Che l’illusione mostratami da quell’angelo sterminatore non fosse del tutto falsa?

-Che intende fare, signorino?-
-Non farò niente… Le persone contro cui dovevo vendicarmi ormai non ci sono più. E poi… Persino io… non ci sono più.- ti rispondo, giusto per non lasciarti la domanda in sospeso, in quanto sai che se anche volessi fare qualcosa, non potrei farla.
Mi viene un sospetto, ma decido di lasciarlo da parte perché la mia attenzione è attratta da un fiore dai petali blu che galleggia verso di noi. Lo raccolgo dall’acqua di cui non avverto la temperatura e quando me lo ritrovo sul palmo, vedo che lo stelo è stato intrecciato per farne un anello.
Un anello blu… Forse Elizabeth arriverebbe a regalarmi una cosa simile se sapesse che fine ha fatto quello che portavo con orgoglio al dito.
Mi riscuoto dai miei pensieri quando ti avvicini nuovamente a me e da perfetto maggiordomo, tenti di infilarmelo. Già, tenti, perché con una mano sola non riesci nel tuo intento. Te lo faccio notare e provvedo da me, ammirando per un istante quel fiore blu sulla mia pelle più bianca del solito.

-E io che volevo essere un perfetto maggiordomo fino alla fine…- sospiri dispiaciuto e per una volta il sorriso non ti allunga le labbra. -Immagino sia impossibile.-
Già, a quanto pare non sei perfetto come affermi e anche a te capita di sbagliare, quindi non importa.
-Non è un gran problema.-
-Proprio nel suo stile, signorino.-
Alzo la mano, mettendola in controluce alla falce lunare e mi rendo conto che ora sono come quell’anello: una persona normale e semplice, senza titoli o altro.
-Già, soltanto Ciel Phantomhive.-

Anche questo viaggio, come il resto, è stato troppo veloce per i miei gusti e in poco tempo raggiungiamo la nostra meta. Mi prendi in braccio e t’incammini in una fitta boscaglia, che racchiude delle rovine tra le sue fronde.
Solo i tuoi passi riecheggiano nel silenzio che ci circonda, ma nulla ti ferma e prosegui il tuo cammino, finché i resti di una casa su cui la natura ha avuto la meglio, si presentano alla mia vista.

-Bene, signorino.-
-E’ questo l’ultimo posto…?-
Avverto qualcosa nella tua voce. Un fremito?
-Già.- rispondi, adagiandomi su una panchina di fredda pietra muta.
Il mio sospetto trova conferma: non stai più nella pelle.
Sento che non siamo soli e riconosco questa sensazione. Mi volto e nuovamente il mio sesto senso non mi tradisce: il corvo è lì che ci osserva, come durante il nostro primo incontro, ma so che è qui per avere un pezzo della mia anima. Non sembri contento della sua presenza, però ti chiedo di lasciargli gli avanzi. Perché negarglieli in fondo?
Acconsenti, sottolineando ancora una volta che è da me questa decisione. Mi conosci così bene che oso fare un pensiero: in questa partita a scacchi tu sei stato sempre e solo il mio cavallo?
Non ne sono più convinto, anzi, posso concludere che tu sia stato un re avversario camuffato molto bene, poiché tu fin dall’inizio, hai desiderato darmi la morte.
Tuttavia, anch’io ho imparato a conoscerti e da quel poco che sono riuscito ad assimilare, so che vorrai essere il mio perfetto maggiordomo fino alla fine, dandomi il rispetto e la cura che merito.

-Farà male?-
-Sì… un po’.- ammetti, senza scomporti, ma poi la tua voce si addolcisce, anche se è ancora attraversata da quel piccolo fremito. -Cercherò di essere il più delicato possibile…-
-No.- replico con decisione, lasciandoti stupito. -Fa in modo che sia il più doloroso possibile.- il tuo viso si fa serio e duro, ma dovrai obbedirmi lo stesso.
-Scolpisci il dolore nella mia esistenza…- con il dolore sono sfuggito all’Inferno, con esso ho vissuto finora e perciò con esso intendo morire. -…nella mia anima.-
Per un attimo ti stupisci nuovamente delle mie parole, ma poi comprendi e il solito saccente e soddisfatto sorriso ti allunga le labbra sottili.
-Yes, my Lord.- rispondi inchinandoti di fronte a me per l’ultima volta.
Ormai sono stanco, così mi abbandono sulla liscia pietra della panchina e lascio che il mio sguardo vaghi in alto, senza avere un punto preciso su cui soffermarsi.
Sento lo sfregare rapido della stoffa del tuo guanto immacolato mentre te lo togli, facendolo cadere per terra e abbandonando insieme a lui, il tuo ruolo di maggiordomo.
Riporto la mia attenzione su di te, quando sento i tuoi passi farsi vicini, ma non faccio alcun movimento, mettendomi completamente a disposizione dei tuoi desideri.
Socchiudo appena l’occhio, mentre passi la tua mano calda come il fuoco sul mio viso gelido, e mi togli con un sol gesto la benda nera che copre il marchio del nostro contratto, che ricade velocemente ai miei piedi.
Mi sento attraversare dalla paura, quando i miei occhi incontrano i tuoi, ora rossi come il sangue e con la pupilla allungata, come quella dei gatti.
Ti avvicini ogni istante sempre di più, fino a coprirmi alla luce lunare e creare il buio su di me, in cui brillano solamente le tue iridi scarlatte.

-Allora, signorino…-
Lasci la frase in sospeso, ma per me è solo un’eco lontana perché quelle gemme rosse mi hanno rapito e rinchiuso in una prigione di paura.
Fuggo da quell’incantesimo, quando sento le mie labbra andare in fiamme e solo ora realizzo che la colpa è di un tuo soffocante e incandescente bacio.
Non oppongo alcuna resistenza nemmeno quando la tua lingua si fa strada nella mia bocca, trovando la sua gemella con cui inizia un breve gioco di sottomissione e nel frattempo la tua anima divora la mia, lentamente.
Sì Sebastian, sei stato un maggiordomo perfetto fino alla fine: questo bacio è doloroso, perché so che non potrò più averne.
Mai più.


.:[ ----- ]:.

Ho atteso questo giorno senza alcuna fretta, perché mi sono fatto artefice della crescita di bellezza dell’anima del signorino. Per poterla assaporare in ogni sua sfaccettatura di diamante blu, ho smesso di nutrirmi, poiché nessun’altra anima sarebbe stata alla sua altezza. L’anima del signorino è l’unica che abbia desiderato in questi anni.
E ora esaudirò il suo ultimo ordine perché io sono un perfetto maggiordomo.






Spero che vi sia piaciuta ^^ Non so se scriverò altro su questo anime, perché i personaggi hanno dei caratteri complessi, ma se mi verranno nuove idee le posterò ^^
See ya!
  
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