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Autore: H a n a e    02/09/2020    0 recensioni
||Modern!AU ||
Si sa, una sigaretta tira l'altra e, una chiacchierata alle tre del mattino, fuori da un locale, porta a nuove ed intriganti conoscenze.
Un Natsu e una Lucy semi-presentati in una salsa completamente nuova.
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Aveva un’aria fresca, diversa da quella degli abitanti di Magnolia e sembrava talmente piena di vita che quella sigaretta tra le sue labbra stonava proprio, però la rendeva così dannatamente intrigante.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve care lettrici e cari lettori! Sono passati quasi più di due anni dall'ultima volta che ho aggiornato questa storia... wow. Posso dirvi che ne sono successe di cose da quell'ultimo aggiornamento! Ammetto che avevo pensato di abbandonare questa storia perché non avevo più motivazione o ispirazione per scrivere, ma poi sono successe alcune cose che mi hanno fatto riavvicinare poco a poco al mondo della scrittura e infine al Natsu e alla Lucy di questo piccolo mondo che ho creato. Non mi sembrava giusto lasciare questa storia incompleta dopo aver ritrovato gli appunti dei prossimi capitoli e aver riletto i vecchi, oltre ad aver ricevuto diversi messaggi che mi chiedevano di continuare.
Prima di lasciarvi in pace, vorrei dire che sono un po’ arrugginita, però spero di non aver fatto troppi errori, soprattutto di non aver cambiato completamente stile di scrittura e di non essere finita nell’OOC. Vi chiedo venia per il titolo, ma non erano il mio forte due anni e fa e non lo sono tutt'ora.
Un bacio,
Hanae














Capitolo 8 - L’Eterno Indeciso

 


 

Quella sensazione di senso di colpa che lo attanagliava non l’aveva lasciato per tutta la sera e i tre giorni seguenti.

Si sentiva come se avesse tradito Lucy e la sua fiducia, eppure allo stesso tempo avrebbe dovuto provare quel malessere nei confronti di Lisanna, che tra l’altro sembrava aver cambiato totalmente idea riguardo a loro due - o almeno così gli era sembrato di capire dal loro ultimo incontro.

Insomma, un disastro.

Si prese la testa fra le mani e si raggomitolò su se stesso, portando le ginocchia al petto. Era tutto davvero un gran bel casino e inoltre continuava a controllare il cellulare, come se fosse in attesa di qualche messaggio che a quel punto dubitava sarebbe mai arrivato.

L’unica cosa che lo consolava era la consapevolezza del fatto che a parte lui e Lisanna nessun altro era a conoscenza del loro bacio e quello di sicuro l’avrebbe aiutato ad insabbiare l’accaduto.

Non che fosse giusto, ma per il momento gli sembrava la soluzione migliore.

Però erano giorni che lui e Lucy si erano sentiti poco e niente e il suo istinto gli diceva che c’era qualcosa che non quadrava.

Quel bacio, in lui, non aveva smosso nulla. Nessuna sensazione, nessun sentimento, anzi, se proprio doveva essere sincero gli era quasi sembrato di baciare sua sorella. Sentire le labbra di Lisanna sulle proprie non aveva fatto scattare quella famosa scintilla, non l’aveva fatto sentire diverso in senso positivo. Sì era sentito strano. Forse anche lei si era sentita in quel modo baciandolo? Oppure lo sperava solo per sentirsi meno in colpa nei propri confronti e verso quelli di Lucy? Perché quel sorriso che Lisanna aveva dipinto sul volto ad un tratto gli era sembrato proprio quello che una ragazza rivolge al suo fidanzato. Aveva percepito anche lei che quel bacio era sbagliato? Natsu se lo augurava di cuore, così le cose sarebbero state più facili e indolore per tutti.

Controllava ripetutamente il cellulare nella disperata attesa di un qualsiasi segno da parte di Lucy.

Nei giorni passati si erano scritti qualche volta - più che altro lui le aveva mandato qualche messaggio e lei aveva sporadicamente risposto. Valutò se fosse il caso di mandargliene un altro, magari per sapere come stava o se per caso aveva voglia di vederlo, per fare due chiacchiere e senza malizia, nel caso dopo quella notte avesse deciso di tirarsi indietro. Voleva però risentirla, spiegarle cosa poi non lo sapeva nemmeno lui, ma era sicuro che se lei l’avesse rivisto avrebbe capito che le sue intenzioni con lei erano vere.

Natsu ci aveva pensato spesso se effettivamente fosse quella la ragione per la quale Lucy non lo aveva più cercato. Di certo sperò che non fosse quello il motivo perché a lui era sembrato che anche lei fosse stata bene in sua compagnia e che, se proprio poteva permettersi di osare a pensare una cosa del genere, anche Lucy aveva provato quella forte connessione che c’era stata tra di loro.

“Oh Lucy…” pensò Natsu continuando a fissare lo schermo del telefono che gli illuminava il volto senza però produrre alcun suono che segnalasse l’arrivo di una notifica.

Sembrava anche che i suoi amici avessero deciso di ignorarlo completamente dato che non c’era nemmeno un messaggio da parte loro per organizzarsi per quella sera. Era venerdì insomma, loro facevano sempre qualcosa il venerdì!

Si alzò frustrato dal letto e fece spaventare Happy che dormicchiava tranquillo sul cuscino accanto a al suo, che miagolò in segno di protesta come per dire “ehi amico, guarda che i tuoi complessi non sono anche i miei. Io sono solo un povero gatto che vuole dormire”.

Il ragazzo si sporse sul letto per fare dei grattini tra le orecchie del suo micio «perdonami bello, sono un po’ nervoso.»

Lo strambo gatto guardò il suo altrettanto strambo padrone e socchiuse i grandi occhioni neri, si alzò dalla sua posizione a ciambella e si stiracchiò, muovendosi poi in modo un po’ goffo verso Natsu per strusciare il musetto contro i pantaloni della tuta neri.

Natsu se lo coccolò per un po’ e lo ringraziò, perché gli sembrava quasi Happy avesse capito e gli stesse dando in qualche modo un po’ di supporto morale alla sua maniera.

«Tu si che sei un vero amico» gli disse muovendo la mano su e giù sullo stomaco bianco del gatto. Lui in risposta fece qualche fusa in più e gli salì con le zampe anteriori sul petto per strusciare il muso sul naso di Natsu e poi saltare via, a fare chissà cosa.

Il ragazzo lo guardò andare via e sorrise a quel felino che gli faceva spendere tutti i suoi risparmi in pesce fresco.

Rimase ancora qualche altro minuto seduto sul bordo del letto quando finalmente si decise a chiamare Gray per uscire e andare a prendersi una birra, ma soprattutto per parlare. Voleva distrarsi un po’ e, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, aveva bisogno del supporto di quei cretini dei suoi amici. Con Gajeel avrebbe parlato più tardi. Quel bestione era più difficile da gestire con quella sua testa dura neanche fosse fatta di ferro. E poi era meglio prenderli separatamente quei due o non ne sarebbero usciti illesi conoscendosi e conoscendo la poca pazienza che riservavano gli uni nei confronti degli altri. Avrebbero sicuro finito per scambiarsi qualche pugno non tanto amichevole. Non che gli dispiacesse fare a botte ogni tanto, anzi, il loro rapporto era solido proprio perché se le suonavano di santa ragione quando uno dei tre perdeva la testa per qualche cazzata.

 

 

Gray arrivò in ritardo, come sempre, e aveva già un’aria parecchio nervosa quando si sedé al tavolo che Natsu era riuscito a fregare ad un gruppo di quindicenni che erano decisamente troppi per occuparlo.

«Fiammifero.»

«Ghiacciolo.»

«Cazzo amico, hai un aspetto schifoso» commentò Gray facendo una faccia schifata nel vederlo.

 

Natsu per tutta risposta gli fece il dito medio «perché ti sei visto alla specchio?»

 

Gray rispose con una smorfia e si salutarono con una pacca sulla spalla e ordinarono due birre.

Iniziarono a parlare del più e del meno e Gray fece qualche inevitabile apprezzamento su qualche ragazza - troppo piccola a detta di Natsu - che lo aveva puntato da lontano. Era uno di quei periodi in cui l’amico tornava a comportarsi come un galletto che non sapeva dove infilarlo in preda agli ormoni.

Sicuramente stava vivendo qualche tipo di crisi con Juvia, la sua quasi ragazza. Quasi ragazza perché lui non si decideva ad ufficializzare la cosa tra di loro, credendo fosse meglio così per motivi noti solo a lui, dato che Juvia ci soffriva molto per questa cosa. Aveva confessato a Lisanna che pensava Gray si vergognasse di lei e che non volesse farsi vedere in pubblico in sua compagnia. Era stata rassicurata che non fosse assolutamente così e che Gray era semplicemente un cretino che si dava tante arie da duro, ma che sotto tutto quel ghiaccio che ricopriva il suo cuore c’era un posto dedicato solo ed esclusivamente a lei. Purtroppo però l’amico si comportava come se fosse tutto il contrario e nessuno aveva mai capito il perché, tanto che quando Natsu stesso lo confrontò al riguardo - infondo Juvia era anche una sua cara amica e gli dispiaceva vederla il quel modo, per non parlare del fatto che ai tempi Lisanna gli aveva chiesto personalmente di indagare -, ricevette una cazzata che rifilava quando non aveva voglia di essere disturbato e, inevitabilmente, avevano finito per prendersi a pugni. Erano proprio belli conciati rispettivamente uno con un occhio nero e un polso fratturato e un altro con un labbro spaccato ricucito da tre punti e due dita rotte, come si era premurato di commentare Gajeel quando se li era ritrovati davanti una volta fuori dall’ospedale per riportarli alle rispettive case.

Ma quello non era il momento di aprire quel tipo di discorso perché lo faceva solo arrabbiare.

Gray intanto era già alla sua seconda birra e lo guardava in un modo strano, come se lui sapesse qualcosa di cui Natsu era all’oscuro.

In modo molto teatrale gli puntò il dito indice contro e socchiuse gli occhi blu, sorridendo in un modo che a Nastu non piaceva per niente.

«Te la sei fatta», pronunciò enfatizzando particolarmente sull’ultima parola.

Natsu lo fulminò con lo sguardo, indeciso se ringraziarlo per avergli tolto il problema del dirlo lui o se prenderlo a pugni. Sicuramente l’ultima opzione era la più allettante, ma si contenne.

«Sì» rispose semplicemente, facendo allargare il ghigno sul volto di Gray.

«Ahah. Gajeel mi deve 7000 yen*.»

Natsu lo guardò sbalordito, stavolta sul punto di picchiarlo sul serio. Le mani iniziavano a prudergli in un modo così invitante…

«Voi cosa?»

«Tanto lo sapeva pure Gajeel che sarebbe finita così, infatti dovevano essere 14000 yen*, ma non se l'è sentita ed ha voluto abbassare.»

Alla fine, Gray, un pugno se lo beccò sul serio e Natsu promise di riservarne uno anche a quell’altro scemo di Gajeel.

«Che permaloso» commentò Gray prendendo un altro sorso dal suo boccale.

Natsu appoggiò la schiena allo schienale troppo basso dello sgabello e buttò la testa all’indietro sbuffando sonoramente.

Gray rise, probabilmente per l’alcol.

«Penso sia arrabbiata con me» confessò alla fine.

«Non vi siete più visti?»

Natsu scosse la testa e si rimise dritto «le ho scritto qualche volta ma mi è sembrava distaccata.»

«Magari non le è piaciuto così tanto come credevi.»

Gray voleva proprio morire quella sera con quelle battute del cazzo.

«Le è piaciuto eccome» puntualizzò  il rosa con una punta di orgoglio nella voce e rifilando all’amico uno dei suoi sguardi più truci.

Gray alzò le mani in segno di resa.

«E allora qual’è il problema?»

«Non lo so!» Rispose esasperato.

«Chissà che hai combinato.»

«Ma assolutamente niente, anzi credevo che andasse tutto bene. Benissimo a dire il vero!»

Gray fermò una cameriera e ordinò altre due birre, una per lui e una per il suo povero amico troppo scemo per capire quale fosse il vero problema nella sua vita sentimentale.

Quando Gray esagerava un po’ con l’alcol finiva sempre per diventare uno dalla lingua lunga e anche in quell’occasione Natsu avrebbe desiderato tirargli un bel pugno sui denti.

La cameriera rise e si offrì di dare qualche suggerimento e spunto sul complicato mondo femminile.

«Che volevi dire?»

«Tu che dici?»

Natsu buttò gli occhi al cielo e gli fece capire di andare dritto al punto.

«Il problema, mio caro Salamander, è che tu vuoi fare il furbo e tenere un piede in due scarpe» gli disse questa volta serio, per quanto Gray potesse essere serio da brillo e in procinto di calarsi anche la terza birra della serata.

Natsu lo guardò confuso «cazzate. Io non sto affatto tenendo un piede in due scarpe. Quello che provo per Lisanna non è uguale a quello che provo per Lucy e poi non…» si bloccò perché si rese conto che in effetti in un certo senso quel dannato piede ce l’aveva davvero in quelle maledette due scarpe.

«Cazzo!»

«Finalmente ci sei arrivato.»

Per quanto gli desse fastidio ammetterlo, Gray ci aveva azzeccato in pieno. Anche se in modo velato, lui non aveva ancora ufficialmente chiarito le cose con Lisanna e chiuso una volta per tutte, anzi lei sembrava aver cambiato idea e con Lucy… beh con Lucy non sapeva nemmeno più se a quel punto fossero qualcosa loro due.

Aveva incasinato tutto con la sua indecisione.

Lucy aveva capito qualcosa e lui non sapeva cosa, sicuro però era abbastanza per averla fatta allontanare.

Certo che le donne ne sapevano davvero una più del diavolo! Proprio come gli ripeteva sempre suo padre Igneel, quando da piccolo la madre veniva a conoscenza di qualche cosa che non sarebbe mai dovuta arrivare alle sue orecchie.

«E adesso che faccio?» Domandò esasperato più a se stesso che all’amico.

Gray però gli rispose comunque battendo un pugno sul tavolo «elimina il problema alla radice. Parla con Lisanna e fatela finita una volta per tutte. Non la ami più? Diglielo. Non vuoi più stare con lei? Diglielo cazzo.»

Alcune gocce di birra andarono a finire sul tavolo e sulla mano di Natsu che però sembrò non accorgersene.

«Ma l’ho fatto!» Rispose e gli raccontò del suo incontro con la sua non tanto ex ragazza.

«Che gran bel casino che hai combinato.»

Lo sapeva perfettamente Natsu. Aveva davvero incasinato tutto.

Guardò Gray negli occhi e si fissarono per alcuni minuti, poi prese un lungo sorso della sua birra senza distogliere lo sguardo da quello del suo interlocutore.

«Sai Gray, se seguissi i tuoi stessi consigli a quest’ora tu e Juvia sareste già sposati e con figli.»

Tanto valeva affogare i dispiacere nell’alcol per quella sera e chissà, magari anche in una bella rissa.

 

 

 

 

*7000 yen = circa 50€

*14000 yen = circa 100€

   
 
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