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Autore: SilverDoesNotKnow    02/09/2020    1 recensioni
A Salogern tutto è perfetto e niente funziona. La corruzione ai piani alti è all’ordine del giorno. Una persona complicata vive in un presente in cui si tende a semplificare tutto, dove l’arte si sta estinguendo e l’amore è in fin di vita. Per riuscire a tirare avanti ha solo se stessa e qualche spicciolo e lasciarsi cadere nell’abisso sembra ogni giorno l’alternativa più allettante.
Spero che gli insignificanti esseri viventi incazzati con il mondo (o meglio con il genere umano) trovino un po’ di rifugio e conforto, come ho fatto io, tra le righe di questa mia prima avventura.
Buon viaggio
El
Tematiche delicate: omo e transfobia, violenza di genere, accenni di depressione (EFP non ha tag specifici per questi argomenti)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il nome della città era Salogern ed era composta sostanzialmente da due strati di popolazione: c’erano i ricchi, e poi c’erano quelli senza un soldo, la maggior parte dei quali era sfruttata per il lavoro duro. La famosa borghesia, famiglie non milionarie ma benestanti, viveva fuori dal caos di intricati palazzi, dove si potevano trovare prati verdi e silenzio. In città il quartiere più costoso circondava il centro storico con un’accozzaglia di cupe costruzioni, con almeno un centinaio di anni sulle fondamenta, e moderne ville rivestite di metallo lucido dotate di piscina, tv satellitare e un ragazzo addetto a portare il cane a pisciare. Il rimanente della popolazione aveva a disposizione tutto il resto degli edifici abitabili con cantine allagate e impianto di riscaldamento rotto in omaggio. L’economia si trascinava avanti a forza di industrie siderurgiche e corruzione: sulla carta il numero di incidenti sul lavoro era il più basso del paese, anche se era impossibile non notare il sovraffollamento dei cimiteri. Si mormorava nei bassifondi di un’organizzazione al soldo dei potenti la quale, in nome di una religione non ben definita, “ripuliva” le strade dalla gente che aveva smarrito la retta via.
Ma non tutto faceva schifo: cercando bene si potevano scovare alcune cose positive. Ad esempio, nei luoghi lontani dalle PI (“Persone importanti”, così erano chiamati i ricconi dal popolino) i marciapiedi e i locali brulicavano di vita: artisti di strada, musicisti, botteghe di pittori e scuole di circo. A volte qualcuno riusciva a fare carriera nel mondo dello spettacolo, ma dopo qualche anno ritornava in basso imbottito di droghe e vuoto nello spirito. L’arte era nata tra i poveri per semplice necessità in quanto era l’unica attività rimasta esclusa dal mondo dei grandi magazzini; questi ultimi erano letteralmente enormi capannoni in cui si vendeva di tutto, dal cibo ai vestiti, a prezzi relativamente bassi. Gli articoli di lusso erano un’esclusiva delle boutique nella parte ricca della città.
Tornando all’arte, era appunto l’unica “merce” che richiedeva lavoro e dedizione e fantasia, e i businessmen non avevano certo il tempo di diventare sentimentali per guadagnarsi da vivere.
A Salogern tutto era perfetto e niente funzionava e il malessere ribolliva sotto la superficie pronto a eruttare.


Nota dell'autore: siamo a metà storia, pubblicare dopo aver speso così tanto tempo a scrivere e correggere è emozionante. Nei prossimi capitoli introdurrò nuovi personaggi, buoni e cattivi, guidatemi nel mio percorso e lasciate un commento!
P.S.: ho notato che il primo e l'ultimo capitolo hanno la maggior parte delle visualizzazioni. Per comprendere meglio la storia è necessario leggere tutti i capitoli, ma siete liberi di sceglierne anche solo uno. Buona lettura!
   
 
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