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Autore: Lacus Clyne    06/09/2020    0 recensioni
Alla vigilia della proclamazione del trattato di pace tra umani e Mazoku, Flora è la sola a non aver ancora ricordato la sua vita precedente. Ma una rosa bianca e un abito a lei fin troppo familiare saranno la chiave per un viaggio sul viale dei ricordi. E, per la reincarnazione del Guerriero Bianco, cosa comporterà realmente il ritorno di colei che ha amato più di chiunque?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Flora Perfume, Kajitsu Momose, Yuuki Momose, Zolder Grave
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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A day to remember

 

 

 

 

Aveva trascorso gran parte della giornata a cercarlo.

Sapeva che quei giorni erano per lui e per gli altri fin troppo colmi di impegni e di emozioni. Avrebbe desiderato che fossero state soltanto positive, ma alla fine, così non era stato. La pace era tornata su Oct e sulla Terra intera. Ma il ricordo del Re dell'Impatto Devastante che aveva sacrificato la sua vita per essa era marchiato a fuoco, troppo vivido nei cuori di ognuno di loro.

Sebbene non lo conoscesse bene tanto quanto i suoi compagni, Flora aveva ugualmente percepito un'inconsueta e profonda tristezza. La stessa che provava Zolder e che, per qualche ragione a lei ignota, l'aveva spesso portata a desiderare che svanisse, almeno per lui. Per quanto fosse indisponente, fissato, arrogante, irrispettoso, rozzo, del tutto privo di classe, tutto il contrario di Barone-sama, c'era qualcosa, in lui, che le scaldava il cuore.

C'era da dire che dopo il loro unico duello, aveva preso a comportarsi decentemente e, alle volte, era stato persino in grado di sorprenderla. Certo, ogni tanto continuava a sostenere che in passato fossero stati legati e quel pensiero era per Flora la peggiore delle condanne. Se proprio doveva essere la reincarnazione di qualcuno, tanto valeva aver amato qualcuno della sua specie. E non un umano. Nella fattispecie, Anii-sama. Ancor più nella fattispecie, uno che portava un cognome che era tutto un programma.

Eh sì, erano pensieri devastanti e inquietanti quelli che, anche quel giorno, avevano attraversato la mente e il cuore di Flora. Eppure, il non trovarlo da nessuna parte, a poche ore dalla cerimonia che avrebbe sancito il trattato di pace tra umani e Mazoku, l'aveva inquietata.

Le aveva chiesto di lasciarlo un po' da solo e si era chiuso a parlare con i Maestri della Luce superstiti. Alla fine, tre di loro avevano fatto ritorno al loro tempo, mentre il capitano biondo della Magnifica Sophia, lo stesso che, dal giorno del duello, gongolava come un bambino ogni volta che incrociava la sua strada con quella sua e di Anii-sama, chiamandola principessa farfalla, era rimasto a rappresentare la fazione umana. Alla fine, Zolder non si era fatto più vedere. Per un attimo, Flora aveva avuto paura che avesse deciso di andarsene, ma Kazan l'aveva rassicurata, dicendole di non preoccuparsi per lui e che aveva soltanto bisogno di metabolizzare l'accaduto. Forse, dopotutto non ha bisogno di me...

E così, alla fine si era dedicata a ciò che sapeva fare meglio: curare le sue amate rose e preparare del tè. La natura sapeva darle tranquillità. Era sempre stato così, sin da quand'era bambina, persino in mezzo alla guerra. Sembrava che le rose, in particolare quelle bianche, e le farfalle che spesso si posavano su di esse, fossero in grado di infonderle un senso di pace. Ne vide una, la più bianca e pura di tutte, spiccante tra una miriade di colori e istintivamente si sporse a coglierla, finendo per pungere inavvertitamente il dito con una spina. Il contrasto tra il colore del sangue e quel bianco così candido la colpì. E la sua pelle, che era sempre stata un po' più scura, le apparve quasi diafana. Così come il ricordo di labbra morbide che ne avevano fermato lo scorrere del rivoletto cremisi. Quelle stesse labbra che non riusciva a identificare, ma che ricordava, quasi fosse un sogno, pronunciare qualcosa. Flora tese istintivamente la mano come a cercare di ritrovare quel volto.

Te lo prometto. Ti ritroverò assolutamente.

Percepì un'intensa, eppure familiare, sensazione di dolore lì ad attanagliarle il cuore e si affrettò a scacciarla, rialzandosi e correndo via. Non voleva soffrire così. Cominciava a temere che, se avesse dato retta a quegli strani ricordi, avrebbe finito per perdere se stessa. Flora Perfume sapeva bene chi fosse. Era una Mazoku che aveva combattuto per il suo popolo, fiera e coraggiosa. Fedele attendente di Barone Chiaro di Luna, duellante indomita e spietata.

E nessuno poteva permettersi di prenderla in giro con storie assurde che riguardavano vite precedenti a lei del tutto ignote.

Quando tornò nella sue stanze, impose a se stessa di darci un taglio e di pensare al futuro. Un futuro che attendeva anche lei e che, ne era certa, avrebbe fatto sì che la sua vita avesse di nuovo un senso. Aveva beneficiato di un bagno caldo per lavar via tutti i pensieri e, nel guardarsi allo specchio, aveva per la prima volta notato quanto fossero lunghi i suoi capelli. Una folta cascata color fragola. Certo, non liscia come quella di Shinomiya Mai, ma, in quel momento, ancora avvolta dai fumi del bagno appena fatto, stranamente familiare. Aveva lisciato una ciocca con le dita, pensando che un altro colore non le sarebbe dispiaciuto. E aveva provato a legarli in due trecce nella parte finale. Pessima idea, dal momento che la sua capigliatura era un po' troppo corposa per non risultare stravagante. Accolse quell'osservazione con un sospiro, quando lo scintillio bianco e verde di un paio di farfalle entrate a farle compagnia fece sì che il suo sguardo, nel seguirle, si posasse sul suo letto. Perplessa, si avvicinò ad esso, trovandovi su una scatola e un messaggio, lasciato per lei da Mai. Raccolse il foglietto e ne lesse il contenuto, incuriosita. La voce di quella ragazza sembrò quasi accompagnarla nella lettura.

 

"Lui era luce. Lo è. E anche tu lo sei. Ho sempre cercato di comprendere il senso di quelle tue parole, ma credo di esservi riuscita soltanto adesso. Vorrei soltanto essere stata più lungimirante a tempo debito e aver compreso che il destino può essere cambiato solo da chi ha in sè il potere di farlo davvero. Continuerò ad attenderlo, come quella persona ha atteso te. Forse, un giorno, ci sarà data la possibilità di ritrovarci. Ma tu non lasciare che la paura di ciò che è stato condizioni il tuo futuro. Avete una seconda possibilità, finalmente liberi. Torna a essere luce."

 

Battè le palpebre e il ricordo di una giovane Mai, seduta sul divano dirimpetto a quello su cui era seduta lei, le apparve improvvisamente nitido e reale. Già... Anii-sama l'aveva lasciata con la Guerriera Viola una volta. E, per proteggerla, per trovare il modo per liberarla dalla maledizione del Nucleo Progenitore, l'aveva affidata alle cure dei Maestri della Luce. Sapeva quanto gli fosse costato. Loro due, dopotutto, erano sempre stati insieme, sin da quando, bambini, giocavano assieme a Battle Spirits. Lui era la sua rosa bianca. L'unica persona che l'amava incondizionatamente e che, pur di proteggerla, era disposta a dare la sua stessa vita. Come lei, d'altronde.

Flora aprì la scatola, scoprendo un abito bianco con dei guanti dello stesso colore e sgranò i suoi grandi occhi dorati. Non aveva bisogno di indossarlo ancora per ricordare quanto le calzasse a pennello. L'ultima volta che l'aveva indossato, si erano recati nella loro vecchia casa ormai distrutta e l'assassino Clothard si era materializzato di fronte a loro, al soldo del Re del Mondo Altrove, per sfidare il Re Bianco del Mondo di Diamante. E avevano duellato insieme. Bianco e verde: i simboli uniti del loro cuore nel loro deck, durante l'evocazione di Ragnarock signore Cavaliere del Fato. Erano rinati come fratello e sorella, loro che erano stati amanti perduti. Un tempo, lontano più di quanto la sua stessa vita di Mazoku potesse essere stata lunga fino allora, erano stati un valoroso Re e la sua Principessa. Si erano amati perdutamente, fino al giorno delle loro nozze, mai avvenute a causa dell'invasione del loro regno. Le loro anime, allora, avevano vagato nell'eternità, continuando a cercarsi sempre e per sempre. E in quella vita che ricordava soltanto per frammenti, si erano ritrovati, maledetti, prima di essere separati nuovamente.

Flora raggiunse il balcone e un'intensa folata di vento le scompigliò i lunghi capelli. Anche quel giorno era accaduto lo stesso. Un turbinio di morte aveva devastato il giardino della loro residenza reale nel mondo di Diamante: il Re del Mondo Altrove era tornato per sottrarle il Nucleo Progenitore. Quel potere, pari alle divinità X-Rare dello Zodiaco, che brillava intenso come un sole radiante, che tanto l'aveva fatta soffrire sin dalla più tenera età, era ciò che il Re bramava, ciò che la teneva attaccata alla vita, ciò che le aveva permesso di proteggere il suo amato Anii-sama. Il suo Yuuki-sama. Aveva assistito a una sfida tra due sovrani, aveva visto la persona che amava cadere preda di attacchi di magia nera disposti persino a ucciderlo, se lei non avesse reagito. No. Non poteva perderlo ancora. Non voleva che lui soffrisse. Doveva proteggere lui e tutti i Maestri della Luce prima che fosse troppo tardi. A costo di distruggere se stessa nel farlo. Aveva evocato il Nucleo Progenitore, per questo. Il suo stesso cuore.

Finora, sei stato tu a proteggermi, Anii-sama. Ma, per proteggerti, Anii-sama, devo diventare forte.

E lo era stata. La più forte di tutti. Ma anche la più fragile. L'ultimo ricordo che aveva di quella battaglia era la mano del Re che si protendeva minacciosa verso di lei, strappandole il Nucleo e condannandola a morte. Eppure, tra le braccia del suo Yuuki-sama, nei suoi ultimi istanti, non si era mai sentita tanto libera. Libera da un fardello che pesava sulla sua anima come un doloroso macigno. Libera di accarezzare ancora una volta, per l'ultima, quel volto tanto amato e di sentirsi orgogliosa di essere stata lei a proteggerlo. Libera eppure distrutta, perchè sapeva bene che non avrebbero più potuto stare insieme, almeno in quella vita. Aveva pianto, perché non voleva lasciarlo di nuovo. Non voleva che affrontasse l'ultima battaglia da solo. Nè che rimanesse solo. Del resto, Yuuki-sama era sempre stato un po' solitario e lei sapeva bene che così facendo, prima o poi avrebbe commesso un passo falso. Eppure, in quel momento, era stato lui a rincuorarla, affidandole Ragnarock, l'unione dei loro cuori, e la loro promessa.

Ti prego, ritrovami. Nella prossima era, cerca Kajitsu.

Te lo prometto. Ti ritroverò assolutamente.

- Grazie... Yuuki-sama. - aveva pronunciato Flora, sentendo le lacrime bagnare le sue guance incandescenti. E aveva sorriso, nel guardare in basso, nel giardino di rose, mentre il Re Bianco, vestito così come lo ricordava, con i suoi pallidi capelli color del cielo e i suoi occhi d'ambra, la attendeva, ricambiando quello sguardo con tutta la dolcezza che sapeva riservarle.

 

***

 

Non attese a lungo. Quel giorno, che avrebbe dato vita a una nuova era, aveva portato a qualcosa di ancora più sconvolgente per lui. Quando si era congedato da quelli che, in un lontano passato, erano stati i suoi compagni, aveva chiesto scusa per non essere riuscito a salvare Dan. Mai, con gli occhi lucidi, gli aveva ricordato che tutto ciò che era accaduto fino a quel momento era servito a forgiare il futuro. E che, anche Dan si era sentito come lui, dopo la sua morte. E poi, gli aveva chiesto di non perdere la speranza. Si era reincarnato e la persona che amava più di chiunque altro, presto sarebbe tornata da lui. Zolder allora, si era potuto soltanto appellare al fatto che sarebbe accaduto soltanto se e quando lei avesse recuperato i suoi ricordi. Quando la sua anima fosse stata pronta a guardare oltre le apparenze. Non erano più quelli che erano stati. E, forse, gli sarebbe bastato averla accanto, anche se lei non avesse mai ricordato chi fossero. Alla fine, sapeva che un giorno sarebbe rimasta sola, perché le loro vite ora, non avrebbero avuto la stessa durata. Mai, però, l'aveva rincuorato, dicendogli che il tempo trascorso insieme sarebbe valso più di mille vite trascorse a cercarsi.

Era tornato nel giardino di rose, vestito di tutto punto per la cerimonia d'insediamento del doppio governo. Certo, nel suo attuale corpo, più adulto, imponente e poco incline a sentirsi stretto in abiti formali, provava un certo disagio a indossare l'uniforme del capo delle guardie. Guardò la rosa bianca davanti a lui e si chinò ad osservarla con più attenzione. Gli sarebbe bastato uno schiocco secco per coglierla, ma non voleva rovinare tanta bellezza e purezza. Era strano pensare a come i ricordi della sua vita precedente si fossero sovrapposti a quelli attuali in modo tanto naturale. Era Zolder Grave, capitano della Centurion, ma era anche Momose Yuuki ed era stato il Re Bianco del Mondo di Diamante, il più valoroso tra i sovrani del Mondo Altrove. E per questa ragione, era stato lui stesso a inviare Kazan nel passato, a cedere alla sua precedente incarnazione Grand-Woden e a richiamare tutti in quel tempo. Il suo senso del dovere era tanto radicato da essere una costante in qualunque vita lui vivesse. Così come lo era lei. Vide due farfalle, una bianca e una verde, volare attorno a lui, poi perse in un gioco, come se stessero rincorrendosi. Sorrise, pensando a quanto si fossero cercati, in tutti quei secoli. Gli ci era voluto tanto per svegliarsi. Ma l'aveva fatto, infine. Nella loro precedente incarnazione, era stata lei a farlo per prima. Ricordava ancora chiaramente il modo in cui i loro genitori li tenevano lontani, additandola come un piccolo mostro a causa di quel potere spaventoso dentro di lei. Aveva solo cinque anni e l'avevano trattata come una reietta. Tutto ciò gli provocava un dolore incredibile. Perché la sua amata sorellina doveva subire quel supplizio? Perchè non riuscivano a vedere quanta bellezza ci fosse in quel potere? Perchè l'avevano strappata a lui? Perchè... perché non mi permettono di raggiungerla?

La distruzione che ne era seguita, inattesa, aveva fatto sì che lui ricordasse. E che decidessero di seguire una strada diversa. Sapeva e sapevano entrambi di non poter stare insieme, in quel mondo. Un'amara maledizione per quelle due anime tormentate. Loro, reincarnazioni dei regnanti del Mondo Altrove, intrappolati nei corpi di due umani con lo stesso sangue. E allora, avevano deciso di cambiare le regole. Ma avevano fallito. Eppure, in quella nuova vita che era stata loro concessa, perchè non sembravano in grado di poter essere felici? Quel pensiero continuava a tormentarlo.

- Anii... sama? -

Zolder sobbalzò, nel riconoscere quel tono. Quando si voltò, sgranò gli occhi di smeraldo. Flora indossava un abito bianco, del tutto identico a quello che soleva indossare Kajitsu. Le mani guantate incrociate gentilmente sull'ampia gonna, i capelli sciolti, lo sguardo appena rivolto in basso, pudico e imbarazzato. La sola differenza era nella cuffietta nera che portava in testa. Si rialzò, perplesso. Temeva di poter dire qualcosa di sbagliato. Perchè aveva indossato proprio quell'abito? Di tutti gli abiti stravaganti che poteva recuperare e che, stranamente, ne definivano il suo stile attuale, perchè indossare l'abito di Kajitsu? Gli veniva in mente una sola ragione. Mosse una mano verso di lei, che arrossì.

- S-Sei rimasta a corto di abiti? -

Flora sgranò gli occhi dorati e il rossore sulle sue guance si fece più intenso. Eppure, lo guardò sconcertata.

- Dunque mi sta male?! Dopo tutti questi anni... pensavo che sarebbe stato perfetto... invece... Anii-sama, io non--

Non fece in tempo a portare a termine ciò che stava dicendo che si ritrovò improvvisamente stretta in un abbraccio. E, per entrambi, fu casa.

- Scusa se ti ho fatto aspettare così tanto... -

- Sei qui. Sei qui e questo conta più di tutto, Kajitsu. -

Flora sollevò appena il viso, incontrando quello di Zolder, poco più su. Era strano pensare a come non vedesse più in quel ragazzo che tanto aveva detestato soltanto la sua attuale incarnazione, ma anche il volto di Yuuki, del suo amato. E non si sentiva infastidita dal fatto che lui l'avesse chiamata in quel modo, perché lei era anche Momose Kajitsu ed era stata la principessa del Mondo di Smeraldo, promessa sposa del Re Bianco.

Sorrisero entrambi, nel riconoscersi oltre ogni volto, oltre ogni vita passata. Erano liberi. Liberi di amarsi, liberi di sposarsi e di vivere in un mondo finalmente in pace.

- Hai mantenuto la tua promessa, Anii-sama... Yuuki-sama. - sussurrò Flora, accarezzando il viso di Zolder. La sua coda, inaspettatamente, si mosse avvolgendoli entrambi. Zolder le rivolse uno sguardo incuriosito, poi annuì. - Sempre. Finchè ci sarà concesso di stare insieme. -

E... nel festoso turbinio d'aria e petali di rose di quel giardino che li aveva visti ritrovarsi, così come doveva essere, Zolder si chinò finalmente a baciarla e a ricordare, in quel bacio, quell'antica promessa che aveva il sapore dell'eternità.

 

 

 

 

**************************

Rieccomi con una OS sui quattro personaggi croce e delizia di Battle Spirits/Brave. Sarò onesta: nutrivo la speranza che Garrett/Galette fosse Yuuki. Ad oggi, essendo fuori un solo episodio di Kakumei no Galette, non sembra sarà così. Motivo per cui, sentivo il bisogno di scrivere nuovamente di lui, di Kajitsu e delle loro reincarnazioni. In particolare, ho voluto sofferarmi su alcuni aspetti, come il fatto che nella loro incarnazione originale fossero morti il giorno delle loro nozze, prima che esse fossero celebrate (mi chiedo se gli autori non fossero fan di GoT), perchè questo passaggio mi era sfuggito in italiano. Ho dovuto riprenderlo dalla versione giapponese per ovvi motivi di censura. E si spiega il discorso della maledizione: non è soltanto per il Nucleo Progenitore, ma anche perché loro sono rinati fratello e sorella. E, in Brave, sappiamo che solo Zolder ha recuperato i ricordi (o non avrebbe detto a Dan di sbrigarsi a concludere il duello e abbracciare Mai ç_ç), mentre Flora si intravede con i capelli sciolti e con l'abito di Kajitsu solo nel finale, lasciando intendere che potrebbe aver recuperato a sua volta i ricordi. Grazie autori, in Saga Brave se la sono pure giocata... ç_ç Dieci anni dopo e nemmeno una scena con loro due e possibilmente pargoli perchè umani e Mazoku possono avere figli no, eh?? Comunque, ho voluto appositamente raccontare il momento in cui Flora ricorda chi è. Sarà plausibile? <3 Fatemelo sapere!! Un grazie di cuore a chi leggerà e spero vorrà lasciarmi un parere!

 

 

  
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