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Autore: MiaBlack    06/09/2020    0 recensioni
La storia si colloca anni dopo a "What? realy? My..." Si lo so vi ho rotto le scatole con sta storia ma vi prendete pure lo spin off! xD
Sono passati anni da quando Oliver ha salvato la città da Slade. La città è più o meno tranquilla. Oliver ha abbandonato definitivamente il suo ruolo di di Green Arrow e anche Felicity ormai non scende più al covo da molto tempo. La città ha comunque bisogno di eroi che combattano per lei... Qualcuno di molto vicino a loro prende in cosegna i costumi: Arrow, BlackCanary e Arsenal tornano con nuovi volti e nuovi nemici da affrontare.
Nel loro pattugliare un ladro attirerà la loro attenzione e più di tutti quella della nuova BlackCanary.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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No non è un miraggio ho deciso di finire la FF che avevo abbandonato e vi annuncio che con una cadenza settimanale aggiornerà la storia fino alla sua conclusione!
spero abbiate ancora voglia di leggerla e di recensirla anche se ci ho messo anni per trovare il tempo di portarla a termine...

Capitolo 8

 

Hope stava correndo fuori dal parco, non aveva idea di dove si trovasse Sara, ma ovunque fosse non sarebbe stata capace di raggiungerla a piedi, doveva tornare verso la palestra e recuperare la sua moto, con quella avrebbe potuto andare l'amica in poco tempo.

Dopo aver riprovato a chiamare Sara per due volte Hope decise che l'unica cosa era chiedere aiuto a qualcuno che potesse rintracciare il telefono.

-Tai mi senti? -

“Si signorina Hope, forte e chiaro.” il computer aveva risposto immediatamente.

“La sento un po' affaticata tutto bene?” alla bionda scappò una risata.

-Sto correndo Tai, ho bisogno che tu mi faccia un piacere. - continuò, ormai la palestra era poco lontana velocizzò l’andatura.

“Certo.”

-Rintracciami Arsenal, non mi risponde al telefono.- finalmente arrivò al parcheggio della palestra, la moto era esattamente dove l'aveva lasciata prese le chiavi dalla tasca e in un attimo si infilò il casco e mise in moto.

-Allora? - lo incitò, aveva bisogno di sapere almeno dove andare.

“Sto triangolando la posizione esatta...”

-Dammi la zona!-

Hope partì verso la zona datagli da Tai, mentre aspettava che il computer le dicesse la via esatta, se Sara era in pericolo non aveva molto tempo da perdere.

“Sembra che Sara sia a casa sua. O almeno è li che la colloca il gps.”

Il motore salì di giri mentre Hope girava al massimo la manopola del gas, sentì la ruota anteriore alzarsi appena da terra.

-WoW! – esclamò quando la ruota toccò nuovamente l’asfalto mentre rallentava leggermente.

-Tai chiedi a mia mamma di passare in palestra a prendere la mia roba?-

“Lo faccio subito.”

 

 

La famiglia Diggle viveva in una villetta quasi al confine con the Glades, era su due piani, con un bel giardino curato e la staccionata bianca, la tipica casa che si vedeva nei film.

Hope parcheggiò davanti al garage e corse alla porta dove bussò ripetutamente.

-SARA!! SARA!! - bussò ancora ma nessuno andò ad aprirle, alla fine decise di usare le chiavi che la famiglia tenevano nascoste sotto ad un asse della veranda.

 

All'interno della casa non c'era nessun rumore, tutti gli oggetti erano al loro posto, se qualcuno era entrato era riuscito a non causare danni, almeno al piano inferiore, con passo leggero la bionda iniziò a salire silenziosamente le scale, il bello di fare un entrata di soppiatto in casa della sua migliore amica era che Hope conosceva quella casa come le sue tasche e conosceva ogni singolo punto che generava rumore, come il gradino su cui doveva mettere il piede. Finalmente arrivò al secondo piano, anche li non c'era nessun rumore, si affacciò nelle stanze controllando se fossero vuote e in che condizioni fossero: niente sembrava essere stato toccato. La porta della camera di Sara era l'unica chiusa avvicinandosi Hope iniziò a sentire dei rumore.

-Okay Hope... pronta... - con un colpo secco la spalancò ed entrò pronta ad affrontare chiunque ci fosse dentro.

-HOPE?- Sara era in piedi davanti alla scrivania aveva in mano qualcosa ed era pronta a lanciarlo per la stanza, ma l'entrata a sorpresa dell'amica l'aveva spaventata.

-Sara!? Stai bene? - chiese avvicinandosi e abbracciandola, la mora stava piangendo ma comunque sembrava star bene.

-No che non sto bene! - rispose quella scagliando quella che sembrava una pallina contro il muro e lasciando poi che rotolasse per la stanza.

-Che è successo? Pensavo ti avessero aggredita … o attaccata … o che so io! Invece sei qui e stai bene!-

-Non sto… bene, Hope! - rispose spingendo via l'amica, Sara stava piangendo vistosamente tanto che la frase era stata accompagnata da diversi singhiozzi.

-Okay, stai bene fisicamente, ma non emotivamente, ma perché non mi hai detto dove eri mi sono preoccupata! Pensavo ti fosse successo qualcosa! - insistette la bionda rilasciando finalmente il respiro che nemmeno si era accorta di trattenere.

-E infatti è successo qualcosa! Mi sono lasciata con tuo fratello! - spiegò finalmente, i singhiozzi ripresero più forti di prima mentre un pupazzo veniva scagliato chissà dove per la stanza.

-Voi cosa? Perché? - i due stavano insieme da talmente tanto tempo che ormai Hope si rifiutava di tenere il conto.

-Perché si comporta in modo completamente irrazionale e stupido! - si lamentò la ragazza, Hope non pote fare a meno di dire la sua suscitando però una risata nell'amica.

-Beh è Robert che ti aspetti? - Robert era irrazionale soprattutto se aveva paura per l'incolumità di qualcuno se poi quel qualcuno era Sara il suo livello di irrazionalità arrivava a livelli mai visti.

-Che quando parlo mi ascolti! - le urlò alterata la ragazza sorprendendola, non si aspettava che se la rifacesse con lei.

-Beh lo so, ma...-

-Ma cosa? Sentiamo? Come pensi di difenderlo? - ormai Sara era scoppiata aveva preso ad urlare e ad agitare le mani mentre camminava avanti e indietro per la stanza calpestando i malcapitati oggetti che erano stati lanciati poco prima.

-Non voglio difenderlo, ma se è diventato irrazionale e stupido certamente ci sarà stato un motivo.-

-Quel maledetto ladro! - rispose subito esasperata, Robert si era impuntato con quel ladro e non riusciva a superare il fatto che lo avesse messo nel sacco riuscendo a scappare senza lasciare tracce.

-Il ladro dell'archivio? - chiese prudentemente, non aveva avuto modo di dire ai due che era riuscita a rintracciarlo e che l'aveva aiutata a sventare la rapina, si era detta che non c’era stata l’occasione, ma la verità era che non voleva e non riusciva a capire perché.

-Si lui!-

-Lo sai perché è così ossessionato da lui: perché gli è scappato da sotto il naso e ora si sente punto nell'orgoglio. Sara, sai che quando si comporta così è da lasciare a se stesso. -

-E infatti l'ho lasciato, sono arrivata al massimo della sopportazione. - sbuffò la mora lasciandosi cadere sul letto.

-Sara non è vero, sei solo arrabbiata. -

-E' qui che ti sbagli non sono arrabbiata, sono stanca, non ce la faccio più, io non credo di poter continuare così. -

-Senti, facciamo così ordiniamo una pizza e passiamo la serata qui insieme, con un bel film magari.- la mora scosse la testa.

-Non ne ho voglia, scusa Hope, voglio restare sola. - la bionda capiva il desiderio dell'amica, ma non voleva lasciarla sola in quello stato, Robert era un cretino, ma l'amava e si sarebbe sistemato tutto, lui le avrebbe chiesto scusa e loro avrebbero fatto pace, lei lo avrebbe sopportato ancora per molto tempo, poi lo avrebbe lasciato di nuovo fino a che Robert non le avrebbe chiesto scusa di nuovo e così a ripetizione, anche Oliver continuava a chiedere scusa a Felicity continuamente eppure nessuno dei due aveva mai preso in considerazione di lasciare l'altro.

-Farò polpette di mio fratello! - esclamò, poi diede un bacio all'amica e uscì dalla stanza.

Hope si chiuse la porta della camera alle spalle prima di lasciarsi scivolare contro il muro e sedersi per terra, non avrebbe lasciato la sua migliore amica da sola, a costo di dormire sul pavimento sarebbe rimasta li accanto a lei.

 

Quando Layla tornò a casa si sorprese nel trovare la giovane ragazza addormentata contro il muro della camera della figlia. Layla lavorava all'A.R.G.U.S. ed era nel bel mezzo di una missione importante, era tornata a casa per una doccia veloce e per staccare alcune ore prima di prepararsi per una nottata di lavoro.

-Hope... Tesoro? - Layla si era accucciata a terra così da essere all'altezza della ragazza, la chiamò diverse volte scuotendola piano cercando di farla svegliare.

-Eh? oh... ciao, scusa mi sono addormentata. - spiegò cercando di stirare le labbra in un sorriso, Layla era una donna con le palle e lei la stimava profondamente.

-Che è successo?- chiese restituendole un sorriso.

-Hanno litigato...- spiegò facendo un cenno con la testa alla camera dove Sara era chiusa.

-Mi ha chiesto di andare via. Mia mamma mi aveva accennato che eri occupata e so che John è con papà e torneranno tardi e io...- continuò mentre si alzava in piedi, dormire per terra contro il muro era peggio di quello che credeva, sentiva ogni muscolo del suo corpo lamentarsi e l'allenamento di quel pomeriggio sicuramente non era stato d'aiuto per i dolori.

-E tu non volevi lasciarla sola. - completò lei scuotendo la testa.

-Mio fratello è un idiota, ma le vuole bene. -

-Lo so, Robert assomiglia un po' troppo a vostro padre, ma è armato delle migliori intenzioni... e di arco e frecce. - le due sorrisero divertite a quella battuta nemmeno troppo divertente.

-Sono passata per prendere dei documenti, devo tornare a lavoro. Ti lascio mia figlia abbine cura. -

-E' la mia migliore amica, non lo dimostro sempre, ma le voglio bene.-

-Io scappo torno a lavoro, fai come se fossi a casa tua! - Layla le da un bacio sulla testa prima di entrare in camera e prendere i documenti di cui aveva bisogno, prima di andare via rivolge un ultimo sorriso alla ragazza.

Rimasta sola nel corridoio la giovane guardò la porta della camera dell'amica sospirando piano, la musica che proveniva dallo stereo si sentiva distintamente anche con la porta chiusa, ma oltre a quella dalla camera non proveniva alcun rumore, Sara doveva essersi addormentata o comunque doveva aver smesso di lanciare oggetti contro le pareti, vista la calma Hope decise di approfittare del momento per scendersi a farsi una tazza di tea, il pisolino fatto seduta a terra non era stato molto comodo e il suo corpo ne risentiva.

Quando torno nuovamente davanti alla porta della camera, la musica era ancora accesa e ancora una volta non si sentiva altro rumore se non quello che usciva dalle casse del computer. Sospirando la ragazza fece per tornare al suo scomodo posto, abbassando lo sguardo scorse il proprio telefono, non si era accorta di averlo lasciato li, probabilmente doveva esserle scivolato di tasca quando si era addormentata.

Riprese il suo posto a terra appoggiando la schiena contro il muro, posò la tazza accanto a se sul pavimento aspettando che il contenuto si raffreddasse un po' prima di poterlo bere. La luce del cellulare attirò l'attenzione di Hope, qualcuno l'aveva cercata, sblocco il telefono convinta che fosse stata sua madre o Tai a cercarla, si stupì molto vedendo che a cercarla era stato qualcuno che non aveva in rubrica e di cui non conosceva il numero.

 

Unknown:

Trovato!

 

Alla ragazza scappò una risata, c'era solo una persona che poteva mandarle un messaggio del genere, scorse il secondo:

Unknown:
Ti ho sorpreso ammettilo?

 

Probabilmente era stata Sara a dargli il numero, la situazione irritò un po' la ragazza, l'idea che la sua zia preferita avesse dato il suo numero ad un ragazzo senza nemmeno chiederle se poteva le dava noia.

 

Unknown:

okay, non avrai ancora risolto il problema, se hai bisogno scrivimi.

 

Hope studiò i tre messaggio, la sua reazione era un mix contrastante, era irritata dall'idea che Sara avesse dato via il suo numero, ma era anche stranamente contenta della sua proposta di aiutarla se avesse avuto bisogno. Ci mise un po' a decidere se rispondergli o meno, alla fine optò per una risposta delle sue.

Hope:

Devo ricordare di dire due cose a Sara, tipo di non dare il mio numero così....

 

mentre attendeva la risposta, iniziò a soppesare il fatto di salvare il numero o meno: salvarlo sicuramente avrebbe avuto la sua comodità, ma avrebbe dato al ragazzo anche un certo potere su di lei. La risposta del giovane arrivò dopo poco, mentre lei era ancora concentrata a decidere se salvare o meno il numero.

 

Unknown:

Se penso che è completamente innocente mi sento in colpa.

 

Hope si chiese se stesse mentendo per proteggere la donna o se invece fosse veramente innocente e all'oscuro di tutto ciò, un tempo non avrebbe avuto dubbi su Sara, la sua zia preferita, la sua mentore non l'avrebbe mai tradita in nessun modo anzi avrebbe sparso il sangue di chi avesse provato ad avvicinarsi con intenti poco nobili, ma ora la situazione era diversa, Sara per un motivo a Hope sconosciuto parteggiava per Alexandre, voleva che lei interagisse con il ragazzo che addirittura gli desse una possibilità. Il problema che la faceva innervosire non era Sara, non era la prima volta che le due avevano idee e opinioni diverse, ad infastidirla era la sua voglia di sbattere Alexandre al muro e non era solo per fargli male, ogni volta che quel sorrisetto impertinente increspava le sue labbra istigava in Hope la voglia di strapparglielo via premendo le sue labbra su quelle di lui e magari dandogli anche qualche morso giusto per vendicarsi.

 

-Che accidenti hai da sorridere in quel modo ebete? - Hope sobbalzò stringendo il cellulare al suo petto mentre con uno scatto si voltava verso la voce, la porta della camera era aperta e Sara la stava guardando, gli occhi rossi e gonfi rivelavano le molte lacrime versate.

-Niente. Mi scriveva la zia. - rispose velocemente cercando di nascondere il telefono con una disinvoltura che non aveva minimamente convinto l'amica.

-Pensi che io sia cretina? Non avrò il tuo cervello, ma non mi freghi con questa cazzata. - non ci voleva un QI superiore alla media per capire che Hope stava cercando di arrampicarsi su gli specchi scivolando miseramente.

-Non è nulla veramente. Come ti senti? -

-Da schifo! Non riesco a pensare che non avrò più il fiato pesante e gli occhi iperprotettivi di tuo fratello sempre puntati su di me, non sono abituata, lui c'è sempre stato, mi ha sempre aiutata e penso di averlo sempre amato. Non posso credere di averlo perso. -

Sara era cresciuta a casa Queen, John la portava da loro e le governati si prendevano cura di lei insieme a loro, Sara non aveva un ricordo dove non c'erano i gemelli, era più piccola di qualche anno ma i due non si erano mai approfittati di lei, Hope l'aveva accolta a braccia aperte e in un attimo erano diventate migliori amiche, Robert invece crescendo si era allontanato da loro preferendo amicizie maschili, ma se era nei guai Robert interveniva come un cavaliere dall'armatura scintillante e la difendeva, l'amicizia si era trasformata velocemente in una cotta da bambini che non era mai passata, con l'arrivo dell'adolescenza i sentimenti di Sara si erano rafforzati e anche il suo corpo si era rafforzato attirando l'attenzione di Robert su di lei.

-Sara, non l'hai perso per sempre. E' solo un maledetto coglione, ma dopo una notte di sonno e tanti calci da parte mia, forse sarebbe meglio in ordine inverso, Robert tornerà a chiederti scusa e voi tornerete insieme. -

-Non ne sono così convinta. Ho fame, ti va una pizza? -

-Ora sei te che mi proponi una pizza? - chiese divertita Hope, quando aveva provato a proporla lei una serata di quel tipo era stata messa alla porta.

-E' casa mia quindi decido io! E poi sono io quella che è stata piantata.- Sara la precedette lungo il corridoio.

-A voler essere pignoli tu hai lasciato lui e in oltre, se voliamo fare a gara a chi delle due ha la vita amorosa più schifosa ti ricordo il mio record di single da circa ventidue anni? -

-Dettagli, comunque non dimenticarti della tua storia con Thomas. - la bionda storse le labbra al ricordo del ragazzo, l'aveva incontrato al bar mentre aspettava la sua ordinazione, il tipo si era mostrato interessato a lei e tutto sembrava perfetto, almeno per le prime settimane, poi si era scoperto il trucco, Thomas cercava non solo di usarla per entrare nell'azienda di famiglia, ma era in combutta con Shelly per farla soffrire.

 

DRIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNNNN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Il suono fastidioso del campanello interruppe le due ragazze le quale si guardarono curiose.

-Non dirmi che avevi già ordinato la pizza? - chiese Hope avviandosi verso la porta per andare a vedere chi fosse.

-No, pensavo l'avessi ordinata te. - rispose di rimando l'amica entrando in cucina.

-No, ma se il fattorino è belloccio io lo invito ad entrare! - la risata di Sara fece sorridere anche l'amica era bello che nonostante la situazione era ancora capace di ridere.

-Ah.. - Hope aveva aperto la porta trovandosi davanti l'ultima persona che in quel momento si aspettava di trovare li.

-Che vuoi? - chiese senza spostarsi di un millimetro, lanciando un occhiata verso la stanza dove si trovava l'amica, Robert si era presentato a casa di Sara con l'aria da cucciolo maltrattato che aveva ereditato da Oliver.

-Parlare con Sara. - rispose esitante, non era solo Robert ad avere ereditato l'iperprotettività del padre, anche Hope sapeva difendere con le unghie e con i denti quello o quelli a cui teneva e Sara faceva parte di quelle di quel gruppo.

-E se lei non volesse? - chiese dura, per quando si aspettasse e fosse contenta di vedere suo fratello li, non gli avrebbe permesso di varcare la soglia se non fosse stata più che certa delle sue intenzioni. Lo sguardo di Robert passò dal dispiaciuto al preoccupato fino ad arrivare ad una sfumatura di terrore.

-Ho un quadro generale, non troppo chiaro di quello che è successo, ma quello che mi è chiaro è che c'entri tu, il ladro che ti è scappato... - disse marcando bene le ultime parole facendo si che la rabbia del fratello si accendesse come un fiammifero e divampasse come un incendio in una foresta secca.

-...e la tua stupida iperprotettività nei confronti di Sara. Dacci un taglio. Prenditi le tue responsabilità, ti è scappato perché l'hai sottovalutato, ti sei sentito grosso e importante, hai pensato che tu da solo potevi bastare, non hai preso in considerazione noi, ritenendoci inferiori o non capaci di aiutarti! Posso far si che il tuo culo tocchi il tatami tante di quelle volte che poi dovrai stare a letto un mese intero. Se sei intenzionato ad entrare in questa casa e fare la sceneggiata del cucciolo dispiaciuto, ma poi non cambi allora voltati e vattene, non voglio più asciugare le lacrime alla mia migliore amica perché ho un fratello idiota.-

-Hope, io... - Robert espirò lentamente lasciando andare insieme al respiro anche la rabbia per le parole dure che la sorella gli stava rivolgendo.

-Non ho finito. - lo interruppe lei, il ragazzo sobbalzò sentendo la sorella interromperlo in quel modo brusco.

-Se invece entri ti scusi e ti comporterai dandoci fiducia, smettendo di essere così maledettamente ossessionato dall'idea di proteggerci e di fare il grande eroe, allora entra. La scelta è solo tua. - con una piccola spinta Hope aprì la porta spostandosi per lasciare al fratello la possibilità di entrare, Robert guardò gli occhi azzurri della sorella così determinati e risoluti, si chiese quando era cambiata così tanto, quando era stato di preciso che aveva perso la sua piccola e sofferente sorellina e si era ritrovato con una giovane donna capace di dirgli cose così dure senza che trasparisse alcuna emozione.

-Mi dispiace Hope, so che non... voglio dire... so che da quando si viveva da soli con la mamma tu non hai più bisogno di tutte quelle attenzioni, non hai più quel “coso”... - Hope serrò i denti, non le piaceva ricordare il problema con cui era nata, ma riconosceva che in quegli anni Robert si era sempre preso cura di lei anche se lei non glielo aveva mai chiesto.

-Ma per me sei sempre la mia sorellina e non voglio vederti soffrire. -

-Lo so Robert, so che non vuoi che mi accada niente, ma è già successo. Io non voglio vedere la mia migliore amica piangere e non voglio nemmeno vedere mio fratello addossarsi colpe che non ha, se ci tieni dirglielo e rispetta anche le sue scelte. E' in cucina. - gli diede un bacio sulla guancia prima di andarsene e lasciare i due a chiarire, Robert sarebbe cambiato, per un paio di giorni, forse un mese, poi sarebbe tornato quello di prima perché lui era così: non poteva fare a meno di preoccuparsi per gli altri.

 

Continua....

spero vi sia piaciuto questo capitolo ci vediamo domenica con un nuovo capitolo
MiaBlack
   
 
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