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Autore: Khailea    07/09/2020    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
Tutto ciò che Ayame riusciva a percepire era un forte freddo su tutta la faccia.
A malapena riuscì ad aprire gli occhi se non quando sentì un fastidioso trillo alle orecchie. Fu allora che si ricordò di ciò che era successo la sera prima.
Era rimasta fuori per tutto il giorno in preda alla disperazione, arrivando a prendere chissà cosa da uno sconosciuto per avere un po’ di pace.
L’effetto era stato un collasso che l’aveva portata solo a star peggio.
-Ooh…-
Sentiva di star quasi per vomitare, ma a quanto pare non ne aveva il tempo.
La scuola era appena cominciata, e gli studenti stavano per entrare.
-No…no no no no…-
Era un completo straccio, ed era anche impresentabile con il trucco sbavato a causa delle lacrime, ma cercò comunque di alzarsi per andare nei bagni e far qualcosa.
Non aveva nemmeno i libri però, e nemmeno la motosega; sinceramente però non aveva la forza di pensarci dopo quello che aveva fatto il giorno prima, quindi pensò solo a trovare un bagno.
Visto il tempo che le ci volle già molti erano entrati, e così dentro c’erano anche alcuni gruppetti di ragazze.
Vedendola molte la fissarono in silenzio, confuse e forse leggermente disgustate.
A lei però non importava.
-Dammi qua.-
Ringhiando e sbattendo la testa di una ragazza contro il muro, prese una trousse di trucchi lasciata sul lavandino, e lavandosi la faccia rapidamente li usò per sistemarsi.
Non voleva far sapere a nessuno di quello che era successo, e nessuno doveva vedere quanto fosse distrutta.
Intanto, circa quindici minuti prima, la maggior parte del gruppo era arrivato a scuola puntuale.
Jack e Daimonas erano tra i primi, con il castano rinvigorito grazie al sangue dell’amico.
Come molti altri erano rimasti in contatto con Ailea, che si trovava all’ospedale assieme a Khal.
Grazie ai poteri di Daimonas stava benissimo, ma per evitare di destare sospetti aveva accettato di rimanere per la notte e di riposare quel giorno.
Hope naturalmente ne era stata molto felice, ed aveva continuato a messaggiarla per tenerle compagnia, anche se sapeva bene fosse con Khal. Per buona parte della nottata lei e Grace erano rimaste a parlare di quanto fosse incredibile quel ragazzo, e che era stata una fortuna avesse risolto ogni cosa.
Alexander invece si era dovuto occupare di una faccenda data proprio dal fratello.
Non ne conosceva i dettagli, ma gli aveva dato un indirizzo, un campanello e una determinata quantità di esplosivo. Aveva preparato tutto come gli aveva scritto, detonando l’esplosivo solo ad una sua successiva chiamata.
Chiunque fosse stato in quella casa certamente non era sopravvissuto, ma non era un suo problema.
Era poi arrivata anche Nadeshiko, ancora super entusiasta dalla serata precedente. Infatti non appena vide Vladimir e Yume cantò alcune strofe delle canzoni fatte, e loro la seguirono per un po’, fino a quando non presero a sbadigliare dal sonno.
Anche Zell come loro era piuttosto stanco, visto per tutta la notte aveva aspettato l’arrivo della polizia che l’accusasse di qualche crimine, ma alla fine non erano mai arrivati. Al contrario suo invece Cirno aveva fatto un ottimo sogno, salutando tutti di buon lena.
Più pacati erano invece Astral, Seraph, e per una volta anche Lacie, la quale incredibilmente era tornata a casa molto stanca quella sera, e si era subito addormentata assieme al suo micino Leo.
Seraph di tanto in tanto aveva mandato invece qualche messaggio ad Ailea, chattando prevalentemente con Astral che voleva tenerle compagnia.
Tra gli ultimi ad arrivare ci furono poi Ryujin, che aveva dimenticato di puntare la sveglia dopo esser tornato da casa di Ayame, Johanna, Milton e Sammy, le quali dopo aver fatto tarda notte avevano sentito il bisogno di dieci minuti di sonno in più, ed Annabelle.
Né lei né Ryujin avevano detto niente sul fatto erano andati a casa di Ayame, senza molto successo, ma molti si avvicinarono alla ragazza per sapere come stesse.
-Allora…dormito bene?-
Chiese per prima Cirno, un po’ impacciata visto non voleva centrare subito il bersaglio del discorso.
Nessuno voleva far sembrare non tenessero a come realmente era stata, ma c’era un’altra domanda che premeva e la rossa la intuì.
-Lighneers non è venuto nel dormitorio.-
Questo voleva dire varie cose, tra le quali che fosse ancora nell’infermeria e che stesse male, ma l’ipotesi venne presto smentita dall’arrivo del suddetto.
Aveva dormito nel giardino e nessuno se n’era accorto, ma ora tutti lo stavano fissando con diversi tipi di sguardi, il che lo metteva a disagio.
-Fate una foto, durerà di più.-
Brontolò il ragazzo scortese, e Grace subito sospirò irritata.
-Sì, sta bene.-
Come lei anche Seraph gli avrebbe tirato un sasso in testa visto il suo modo di fare, ma si trattennero perché sapevano era ancora ferito.
Al loro silenzio Lighneers rispose in egual modo, mentre la campanella suonò annunciando l’inizio delle lezioni.
Poco prima di entrare in classe intravidero Ayame nel corridoio, la quale avendo appena finito di sistemarsi in bagno sembrava normale come sempre.
-Ayame!-
Yume le corse subito incontro sorridendole, abbracciandola quando fu abbastanza vicino.
Il gesto fece sobbalzare l’altra, sorpresa di un comportamento simile dopo ciò era successo il giorno prima.
-Come stai? Non hai risposto a nessuno dei messaggi ti abbiamo mandato. Ho tenuto la tua motosega nel dormitorio, se vuoi a pomeriggio possiamo stare assieme e te la ridò.-
Ayame non riuscì a rispondere inizialmente, sentendosi ancora stordita dal giorno prima e confusa per la gentilezza della ragazza, ma provò comunque.
-Grazie…dovevo fare delle cose.-
Rispose solo parzialmente e con un tono molto basso, e quando vide Lighneers entrare in classe si sentì come se il cuore le venisse strappato dal petto.
Era felice ed addolorata allo stesso tempo; lui stava bene, ma sicuramente la odiava.
E certo era lo stesso anche per gli altri…
Si ripeteva che quel pensiero non doveva infastidirla, che lei stava bene anche da sola e che gli altri erano solo come anelli e bracciali, perfettamente sostituibili e tutt’altro che unici.
Eppure evitò con molto impegno i loro sguardi, e si mise a sedere il più lontano possibile da tutti.
Quello che passava per la mente dei suoi amici però era molto più complicato da spiegare di quanto lei pensasse.
Nessuno di loro riteneva giusto evitare di parlare del giorno prima, anche se la severità nei confronti dell’argomento cambiava.
Ryujin vedeva parte della colpa in Lighneers, ed avrebbe preferito che in un’eventuale discussione di fosse stato anche lui ad ascoltare. Dopo la sera prima in cui Ayame non era tornata a casa si sentiva sollevato dal vederla in classe, anche se sembrava un po’ pallida ed affaticata.
Zell invece vedeva le azioni di Lighneers ed Ayame separate le une dalle altre, ma pensava fosse meglio concentrarsi solo sulla ragazza visto l’altro era un muro a riguardo. Se con lui ormai non avrebbe più provato a far gran che con lei si poteva parlare. Vladimir circa la pensava come lui, però la tentata aggressione era qualcosa di molto grave e non era certo di potersi fidare di lei nell’immediato, come al contrario suo Yume e Nadeshiko avrebbero provato.
Era innegabile la vicinanza delle tre, e per questo loro avrebbero fatto il possibile per superare tutto. Cirno era molto vicina a questa posizione, anche se pensava fosse Ayame a dover impegnarsi per cambiare la situazione, e non lei ad accettarla.
Anche Sammy voleva andare oltre tutto questo, anche se la sua giovane età la rendeva più ingenua e speranzosa delle altre, e perfino Johanna, il cui animo era molto simile, faticava nel trovare una sicurezza in quella scelta.
Hope invece preferiva provare a dare una possibilità, almeno all’inizio, per vedere se c’era speranza per un cambiamento. Solo dopo avrebbe iniziato a farsi una sua idea completa, ed in parte pensava lo stesso anche di Lighneers.
I suoi recenti comportamenti l’avevano confusa nella sua opinione, quindi aveva bisogno di osservare il quadro completo.
Anche Milton voleva tentare ed aspettare, ma non voleva che altri rimanessero feriti, non importava chi.
Era stato già abbastanza doloroso vedere i suoi amici venir feriti, e non voleva rischiare ancora.
Grace invece era più estrema nelle sue opinioni, e non vedeva le azioni di Ayame e Lighneers facilmente superabili. Sicuramente all’interno del gruppo erano tra le persone di cui meno si fidava.
Anche Astral all’incirca la pensava così, ma più che altro per una questione di sicurezza nei confronti della sorella.
Ayame era da sempre una persona instabile, ed in quei giorni ancor di più, ma non era detto non riuscisse a calmarsi. Per il momento non si sarebbe fidato a lasciar Lacie sola con lei però.
Quest’ultima manteneva invece una certa distanza emotiva dalla situazione. Non voleva che Ayame ferisse ancora qualcuno, ma avrebbe aspettato almeno un altro sbaglio simile prima di decidere di allontanarsi da lei.
Seraph invece non aveva mai dato ai due particolare fiducia, quindi spesso si aspettava un’azione tanto sconsiderata da parte loro. Certo i recenti avvenimenti non avevano reso Ayame degna di una maggior fiducia, e non la vedeva come una persona in grado di impegnarsi per cambiare.
Troppo piena di sé e del suo ego.
Jack in parte per questo suo atteggiamento era dubbioso infatti le cose sarebbero migliorate, ma invece che pensare e giudicare avrebbe valutato le sue azioni in risposta a quelle di lei. Non che fossero mai stati molto vicini, ma non voleva che in qualche modo ferisse Daimonas, ed all’incirca questo era il pensiero dell’altro.
Non voleva altri si facessero male, e si sarebbe impegnato per aiutarli in caso di bisogno.
L’unico completamente distante da tutto era Alexander, che pensava solo alla sicurezza di Hope ed al restarle vicino il più possibile. 
All’esatto opposto invece c’era Annabelle. Avrebbe voluto parlarle, aiutarla e sistemare tutto subito nella sua impulsività, ma un fermo sguardo di Ryujin le impedì di farlo.
Doveva, a malincuore, aspettare.
Come ogni lunedì, la giornata partì con una lezione di italiano, e la professoressa Airi Mustang era già lì ad aspettarli.
-Credete abbia tutto il giorno per aspettarvi? Se non vi mettete a sedere entro cinque secondi vi spedisco a calci dalla professoressa Sasaku!-
Il rischio di iniziare la giornata con una punizione era molto alto, ma una vocetta stridula evitò ai ragazzi il pericolo.
-Oh mandami quell’adorabile tortino.-
Normalmente la donna era sempre nell’edificio adibito alle punizioni, ma quella mattina stranamente Sasaku aveva deciso di fare altrimenti, comparendo proprio davanti alla porta facendo l’occhiolino a Daimonas.
Il ragazzo naturalmente ricordava le scomode attenzioni gli aveva dedicato settimane prima, e rabbrividì disgustato mentre alzò un libro per coprirsi la faccia.
Jack notò facilmente la scena, e sentì una fitta di gelosia al petto.
-Vattene dalla mia classe se non vuoi un banco in faccia.-
-Oh Airi, ma sei stata tu a nominarmi.-
Sasaku saltò sulla cattedra mettendosi a sedere sopra di essa, ma la professoressa Mustang certo non ne fu lieta, e le lanciò senza preavviso uno dei libri dello studente più vicino, nonostante l’altra lo evitò facilmente.
Grace istintivamente si avvicinò con la sedia a Sammy, seduta nel banco alla sua destra, pronta a proteggerla in caso le cose peggiorassero.
Non era certo l’unica ad avere questo timore, Johanna infatti era pronta a ripararsi sotto il tavolo, ma la scenetta era piacevole per altri, con il pensiero di poter saltare un po’ della lezione.
Cirno ad esempio ne era molto felice, ma visto preferiva stare al centro dell’attenzione non le sarebbe dispiaciuto partecipare.
-Ti ho detto di andartene!-
La professoressa perse una mazza in ferro nascosta sotto il banco, muovendola pericolosamente vicino alla testa dell’altra, che ridacchiando saltò sui banchi degli studenti mentre veniva inseguita.
-Ahahah, sei un po’ vecchia per muoverti così!-
L’insulto di Sasaku aumentò la rabbia della donna, che non tentò nemmeno d’evitare di colpire gli studenti.
Annabelle per poco non venne colpita ma Zell le abbassò la testa evitando si facesse male.
Nessuno osava dir nulla, sapendo bene che se l’avessero fatto avrebbero rischiato solo di venir feriti, più del necessario almeno.
Astral proprio per questo impedì a Lacie di ridere per il combattimento, mentre Vladimir di nascosto lo filmò trovandolo esilarante.
-Smettila di muoverti zoccola!-
La professoressa Mustang era fuori di sé, ed ogni volta che Sasaku riusciva con un calcio a deviare i suoi attacchi la situazione peggiorava.
Con un salto particolarmente lungo Sasaku riuscì a raggiungere il banco di Daimonas, mettendo un po’ di distanza tra lei e l’altra donna, e prima che lui potesse fare qualcosa per impedirglielo lei lo baciò sulla guancia.
Jack spalancò gli occhi con rabbia, ed afferrando un libro glielo tirò quasi in faccia, ma Seraph glielo afferrò prima che potesse farlo e mettersi così nei guai.
-Vieni a divertirti con me dopo le lezioni Daimonuccio…-
Ridendo quasi eccitata Sasaku scappò nuovamente, pochi istanti prima che la mazza della professoressa colpisse il banco formando una grossa crepa, dopo di che fuggi dalla finestra impedendo che l’altra la seguisse.
Daimonas provò un forte disgusto nei confronti di quel gesto, e si sfregò con forza il punto baciato come per cercare di cancellarlo.
Quella donna non gli piaceva per niente, e quel tipo di gesto senza il suo permesso era un’offesa nei suoi confronti.
Nel frattempo, furiosa, la professoressa non poté far altro che tornare alla cattedra, digrignando i denti fino a quando non si sedette.
-Andate all’ultima pagina studiata! Chiunque non sappia fare quegli esercizi si troverà con delle dita rotte!-
Non fu una minaccia a vuoto, ad ogni studente che commetteva anche solo un errore di distrazione la donna colpì loro le mani; i più fortunati sentirono solo un dolore lancinante.
-Tocca a te.-
Quando la donna indicò Nadeshiko la ragazza sentì un brivido di paura lungo la coda. Ogni volta che la professoressa aveva ferito uno dei suoi compagni lei si era coperta le orecchie ed aveva chiuso gli occhi per non sentire nulla, ma aveva in questo modo anche perso il segno.
Doveva essere palese, visto la professoressa le si avvicinò stringendo la mazza fino a rendersi le nocche bianche, ma il suono della campanella salvò Nadeshiko, che corse immediatamente fuori dalla classe per assicurarsi di evitare quel dolore.
Gli altri la imitarono immediatamente, ed Ayame con abilità evitò che chiunque si avvicinasse troppo a lei.
Si vergognava d’aver usato delle droghe la sera prima per diminuire il dolore, ma più la sensazione di stordimento diminuiva più sentiva di provarlo ancora.
I suoi occhi tradendola trovavano poi con molta facilità quelli di Lighneers, che mai ricambiava i suoi sguardi, ed ogni volta era una nuova fitta di dolore sempre più forte.
Nessuno comunque se la sentiva ancora di parlare con Ayame, soprattutto visto la lezione di inglese sarebbe iniziata a breve.
Visto avrebbero nuovamente avuto a che fare con una delle Mustang nessuno ne era entusiasta, nonostante si trattasse di Emi, ma curiosamente la donna sembrava essere in ritardo.
-Dite salteremo la lezione nya?-
Chiese speranzosa Lacie dondolandosi sulla sedia.
-Sarebbe bello per una volta. Non è così divertente trovarsi le mammelle di quella donna davanti quando provi a rispondere ad una domanda.-
Rispose Vladimir giocando con una matita.
-Nyahahaha! Come le hai chiamate?-
-Mammelle.-
-Nyahahahahah!-
Per qualche motivo quella parola la faceva molto ridere, forse perché era un modo insolito per definire un seno, o per l’allusione della professoressa ad una mucca, ma Vladimir si ritrovò a ridere a sua volta alla sua risata, ed andò avanti a ripeterla fino a far piegare Lacie in due dal mal di pancia per le risate.
-Ehi non me la smontare.-
Brontolò Astral sollevando la sorella da terra, e proprio in quel momento entrò in classe la professoressa, vestita in maniera molto…scompigliata.
Era evidente dagli abiti stropicciati ed i capelli smossi che avesse avuto una mattinata movimentata, e non fece nemmeno molto per nasconderlo.
-Uuuuuh vai così prof!-
Il complimento di Yume le riservò un occhiolino dalla professoressa, che con ancor più orgoglio di prima andò a sistemarsi alla cattedra.
-Bene ragazzi, spero abbiate avuto una mattina elettrizzante quanto la mia. Ed in caso siete ancora in tempo…-
Naturalmente riuscì facilmente ad attirare l’attenzione di quasi tutti i presenti, ed iniziò subito la lezione facendo ripetere loro alcune frasi in inglese per mantenere una buona pronuncia.
Rispetto alla lezione precedente questa era certamente più tranquilla, e l’unica persona che si allontanò momentaneamente fu Johanna per andare al bagno.
Avrebbe anche approfittato del momento per scrivere un messaggio a Mattia, non volendo ignorarlo e farlo sentire poco apprezzato.
Quando però andò a lavarsi le mani sentì la finestra al lato della stanza aprirsi, seppur molto lentamente, e riuscì a voltarsi appena in tempo prima che un coltello graffiasse la superficie del lavandino.
Spaventata la ragazza saltò via da quel punto, vedendo una giovanissima ragazza, dalla pelle scura ed i capelli neri legati in una lunga coda di cavallo, il cui abbigliamento formale era prevalentemente nero, ovvero i pantaloni, il gilet, i guanti e le scarpe, ad eccezione della camicia bianca.
-C-chi s…-
Johanna non riuscì nemmeno a terminare la frase che la ragazza scattò contro di lei, provando nuovamente a colpirla.
Lasciando cadere a terra il cellullare l’altra provò a correre fuori dal bagno, ma la sconosciuta fu più veloce e le impedì di riuscirci.
Colta alla sprovvista allora Johanna, dopo aver evitato un altro colpo che riuscì solo a graffiarle un dito, andò verso i gabinetti chiusi dietro a delle porte in legno, chiudendosi all’interno per cercare di prendere tempo.
-Aiuto! Qualcuno mi aiuti sono nei bagni!-
Nel frattempo la lezione di inglese era finita, e gli altri si stavano già spostando nella prossima aula, per la maggior parte convinti Johanna fosse lì.
C’era però anche chi era talmente concentrato sui propri pensieri da non riuscire nemmeno a camminare dritto; Daimonas infatti continuava a sfregarsi la guancia, diventata quasi rossa.
“Vuoi farla sanguinare? Quella tipa fa schifo, ma dacci un taglio.”
Mostro non poteva capire quanto per lui fosse stato irritante quel gesto.
Ogni contatto fisico indesiderato che aveva subito nel corso degli anni era simile a qualcuno che faceva passare dei coltelli sotto la pelle riempiendola poi di sale.
Grazie al cielo aveva mancato le labbra…
Anche Jack ne era ancora infastidito, e fino a quel momento non aveva notato quanto quel sentimento fosse forte in Daimonas.
Istintivamente gli prese la mano per evitare che continuasse a sfregarsi, ma quando l’amico lo guardò confuso andò quasi nel panico.
Fece allora la cosa più sensata che il suo corpo gli disse.
Gli diede un bacio nello stesso punto della donna.
-Ecco, così ora l’ho sostituito…okoraèmegliochevadascusasperonontiabbiadatofastidioamenociao!-
Più veloce di un fulmine Jack corse via, superando ed entrando prima di tutti in classe.
Daimonas al contrario per qualche istante era rimasto immobile, sorpreso da quel gesto ma allo stesso tempo inaspettatamente felice.
Con un piccolo sorriso, che nemmeno lui sapeva di avere, fece per toccarsi nuovamente la guancia, ma si fermò subito.
Al contrario di prima non voleva cancellare quel gesto.
Notò però che Milton lo stava fissando con uno strano sorriso, e la guardò confuso.
-Ho qualcosa in faccia?-
-Oh niente di brutto direi.-
Rispose l’amica sghignazzando, riprendendo a camminare.
La giornata in fin dei conti non sembrava star andando male.
 
 
 
 
 
Ailea-Khal:
 
Nella stanza dell’ospedale, Khal ed Ailea erano sdraiati entrambi sul piccolo lettino, lui che la teneva stretta tra le braccia, mentre entrambi riposavano.
A prescindere da tutto un po’ di riposo faceva sempre bene, sia al corpo che alla mente, e dopo gli esami, lo studio e gli allenamenti entrambi potevano dire di esserselo meritati.
Nonostante Daimonas fosse riuscito a curarla completamente Ailea aveva preferito tenere comunque la flebo attaccata al braccio, in modo che i medici non avessero da ridire su qualcosa.
-Khal, sei sveglio?-
Chiese sussurrando la ragazza accarezzandogli la mano.
-Adesso si amore. Hai bisogno di qualcosa?-
-No sto bene grazie. Tu invece? Stai comodo?-
-Certo, dormirti vicino è tra le cose più belle del mondo. Come tutto ciò che ti riguarda.-
Rispose lui dandole un bacio sulla fronte, mentre la ragazza si spostò sul suo petto.
-Mi piacerebbe sapere qual è la cosa in cima alla lista.-
Ridacchiò lei accarezzandogli il mento, avvicinandosi sempre di più alle sue labbra.
Con un rapido scattò afferrò poi il porta-flebo in ferrò, e scendendo dal letto lo usò per colpire qualcosa sotto ad esso, che scivolò via evitando il colpo.
Si trattava di un giovane ragazzo dai capelli biondi rasati ai lati, vestito con dei pantaloni, un gilet, dei guanti e delle scarpe completamente nere, mentre la camicia che indossava era bianca.
Tra le mani aveva un teaser, e li fissava serio.
-Credevi non ti avessimo sentito ieri sera? Le porte di questo posto non sono esattamente nuove.-
Disse Ailea rimuovendo l’ago della flebo e lanciandoglielo contro per infastidirlo.
-Sai, normalmente mi interesserei di più al perché delle tue azioni, ma visto ha cercato di ferire la mia ragazza mi accontenterò di strapparti prima le unghie, poi qualsiasi altra parte a tuo piacere.-
Disse a sua volta Khal, rivelando una pistola con un silenziatore nascosta nello zaino.
Non usciva mai impreparato, ma il loro avversario non sembrava preoccupato, nemmeno quando Ailea saltando dal letto per darsi slancio, provò a colpirlo alla testa con l’asta del porta-flebo.
La evitò con una semplice rotolata, e fece lo stesso al successivo calcio della ragazza.
Stavano comunque tutti facendo molta attenzione a non fare rumore, mentre Khal dall’altra parte della stanza, aspettava il momento giusto per sparare con la certezza di colpirlo.
Solo un idiota l’avrebbe fatto immediatamente completamente a caso.
-Non puoi fuggire dalla porta. Non hai via di scampo.-
Disse il bianco per metterlo sotto pressione, ma non sembrò funzionare.
All’ennesimo attacco di Ailea colpì poi l’asta di ferro con il teaser, ma per evitare la scossa che sarebbe potuta arrivare la ragazza la lasciò subito, afferrandogli a sorpresa i capelli ed il polso che teneva l’arma per evitare la usasse ancora.
Riuscì però solo a strattonarlo un po’ prima che lui muovesse il polso fin quasi a storcerlo per riuscire a liberarsi, perdendo comunque l’arma.
Ormai sembrava che lo scontro fosse finito per lo sconosciuto, che inaspettatamente scelse la via della ritirata, ma verso la finestra.
Ora che si trovava abbastanza lontano da Ailea Khal gli sparò prima al ginocchio destro per farlo cadere, riuscendo a colpirlo, eppure questo non lo fermò e nemmeno il successivo colpo che gli colpì la spalla.
Alla fine il ragazzo riuscì ad uscire dalla finestra semi-aperta, e nonostante la certezza da parte degli altri due che non sarebbe sopravvissuto qualcosa li rendeva incerti.
Soprattutto quando, guardando oltre il bordo, non videro alcun corpo precipitare o schiantarsi al suolo.
-Era meglio colpire alla testa.-
Commentò Ailea storcendo le labbra.
-Mi dispiace cara. Sarà meglio andarsene ora però.-
Probabilmente si trattava di un sottoposto di una delle compagnie rivali di Khal, e per questo il ragazzo era certo che avrebbero avuto nuovamente a che fare con gente simile.
Ailea fortunatamente, nella perfezione che da sempre la caratterizzava agli occhi dell’innamorato, non sembrava preoccupata, anzi eccitata e divertita.
-Sarà divertente.-
   
 
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