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Autore: saitoxlouise    07/09/2020    0 recensioni
Che cosa faresti se ti chiedessero di scegliere fra la carriera dei tuoi sogni e la persona dei tuoi sogni?
Che cosa faresti se la tua immagine sociale, i tuoi amici, la tua vita, fossero incompatibili con qualcuno che ami?
Come gestiresti i primi amori, le amicizie, gli scontri, le forti emozioni di quel periodo frenetico e caotico della nostra vita che chiamiamo adolescenza? Chi ci vive dentro, quando si accorge, non lo apprezza. Chi lo ha già vissuto, lo guarda come ad un ricordo lontano e dal sapore agrodolce. Chi deve ancora passarci, ne vedrà delle belle. A queste ed altre domande, proverò a dare le mie risposte attraverso gli occhi e il cuore di diversi personaggi di knb. Un intreccio interconnesso fra le storie di tutti noi, fonte di gioia e al contempo di sofferenza, che si chiama vita sociale.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shintarou Midorima, Sorpresa, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Forse un merito andava riconosciuto a Takao: egli era l'unico, fra tutte le persone che aveva incontrato nella vita, che non si vergognasse a portarlo tutte le volte a giro per la città a bordo del carretto che tutti guardavano sempre come se fosse la cosa più strana del mondo.
Per questo era veramente insolito che lui si stesse dirigendo in un posto a piedi, ma di certo non poteva chiedere a Kazunari di passarlo a prendere, visto che quella sera sarebbero stati proprio a casa di quest'ultimo.
Una volta arrivato, il verde suonò il campanello, ma ad aprire non fu la persona che si sarebbe aspettato. I capelli corvini erano, sebbene molto più lunghi, gli stessi dell'amico, ma non erano i suoi. Gli occhi erano di un bellissimo colore verde, tali da sembrare due meravigliosi smeraldi in attesa di essere estratti da chissà quale esploratore. Aveva un bel sorriso, di quelli che potevano risanare una giornata andata interamente andata storta. Il viso aveva dei lineamenti molto delicati, che la facevano sembrare più giovane di quanto probabilmente non fosse. Era bassa, molto rispetto al suo metro e novantacinque, tanto che probabilmente non gli arrivava neanche al pettorale, e, anche se non era proprio magrissima(in fondo, non lo attraevano nemmeno le modelle super magre che si vedono nelle riviste), era molto bella anche di corporatura, con la carne presente nei giusti posti e nella giusta misura.
Non poteva credere che si trattasse della fidanzata di cui parlava Takao!
"Kazu-chan, c'è Shin-chan!"
Shin-chan? Sicuramente era stato quella serpe di Takao a dirle di chiamarlo così. Se già riusciva a stenti a sopportarne uno, adesso patirne due sarebbe stato veramente impossibile!
"Molto piacere-nanodayo. Pensavo di essere arrivato per primo. Hai cenato qui?"
La ragazza si lasciò andare ad una bellissima risata, un po' per il modo in cui terminava le frasi, un po' per la domanda strana che le aveva posto.
"Beh, da ora in poi io qui ci vivrò, quindi direi di sì!"
"Che cosa?! State già convivendo-nanodayo?"
Ennesima risata di lei, che finalmente gli rivelò di essere la sorella, Haruka Takao, e non la fidanzata. A ben pensarci, si assomigliavano molto; come aveva fatto a non accorgersene? Ma soprattutto, un solo Takao era più che sufficiente a eludere la sua già poca pazienza, e adesso ce ne erano due!
"Non ti ho mai visto qui, eppure ci vengo spesso-nanodayo."
"Shin-chan, mia sorella ha partecipato ad uno scambio culturale tra l'accademia Too e una scuola negli Usa per un anno intero, è ovvio che tu non l'abbia mai vista!" Intervenne il play della Shutoku, anch'egli divertito dalla scena cui aveva assistito.
Nel frattempo, il campanello suonò nuovamente. Stavolta era davvero la ragazza di Kazunari, con ben tre amiche, quasi tutte studentesse del secondo anno alla Seirin. Liz, la fidanzata in questione, Kotori e Asia. Inoltre c'era Nene, matricola della Too e sorella di Asia. 
Ebbero a malapena il tempo di finire le presentazioni, che qualcun altro bussò nuovamente alla porta: erano Kagami e Kuroko. Si era venuto a creare un gruppo veramente particolare, forse ancora più strano di quando lui, Kuroko, Kise e Bakagami si erano ritrovati a mangiare allo stesso tavolo per colpa del pessimo gusto degli scherzi di Takao.

Durante quella settimana, fra compagni di classe della Seirin, avevano tutti avuto modo di approfondire le reciproche conoscenze, e questo valeva in particolar modo per Asia e Taiga, che, nonostante fossero molto timidi, si erano dimostrati molto affiatati.
"Bene signori, io e mia sorella ci siamo presi la libertà di comprare da bere, o meglio lo abbiamo chiesto ad un nostro amico maggiorenne, così non dobbiamo scomodarci per andarlo a comprare!" Esordì Kazunari, esibendo una discreta quantità di lattine di birra.
"Ne servivano davvero così tante?!" Domandò sbalordito il 10 della Seirin, alché Takao sorrise ancora più maliziosamente.
"Ma certo, perché stasera noi giocheremo al gioco del re!" Esclamò infatti tutto contento il play della Shutoku.
Furono spiegate subito le regole, in una delle infinite varianti alcoliche. Ad ogni turno c'era un'estrazione, e il fortunato diventava il re, mentre tutti gli altri dovevano bere un sorso di una fra le bevande disponibili. Il re dava poi un ordine a una o più persone, e queste ultime, oltre a bere un altro bicchiere, dovevano eseguirlo fedelmente, pena l'applicazione di una penitenza che sarebbe stata scelta di volta in volta all'unanimità(ovviamente escludendo i diretti interessati). L'alternativa al farsi comandare era, come in "obbligo o verità", il dover rispondere sinceramente con un sì o un no ad una domanda scomoda, anche stavolta posta dal re. In pratica, era un'accozzaglia di almeno tre giochi diversi, dall'esito tutt'altro che certo.
Con la sua solita e stramba fortuna, Kuroko fu il primo re del gioco, e sottopose la scelta fra obbligo o verità ad Asia, la quale scelse quest'ultima.
"Per caso ti piace K-"(gomitata di Kagami per fargli capire che non si sarebbe dovuto azzardare a chiederle se fosse attratta da quest'ultimo)"ehm, scusate, dicevo: per caso ti piace qualcuno?"
Tutti gli occhi si girarono verso lei e Taiga, che era seduto proprio nel mezzo fra lei e Tetuya. I due arrossirono molto, soprattutto dopo che la ragazza annuì timidamente.
"Vogliamo sapere il nome!" Si sentì gridare da qualcuno, presumibilmente Kazunari, ma a quelle domande si poteva solo rispondere sì o no da regolamento. In ogni caso, Asia aveva ancora una volta dato dimostrazione della sua purezza e onestà: non aveva mentito nemmeno per uno stupido gioco.
Alla seconda estrazione la regina fu Haruka, che interpellò Midorima, il quale scelse a sua volta "verità".
"Vediamo, Shin-chan... ti piacciono le ragazze più grandi di te?" Gli domandò, palesemente riferendosi a se stessa, ma il verde, tonto com'è, neanche se ne accorse.
"L-L'età non è un problema-nanodayo..."
Al terzo turno fu sorteggiata Liz, mentre a poco a poco tutti si facevano più alticci. Quando toccò a Kagami, questi interpellò Kuroko, che scelse "obbligo".
"Bene, ti ordino di non scegliermi mai più quando sarai tu il re!"
Questo ordine sollevò delle discrete proteste, pertanto si decise che da quel momento in avanti nessuno avrebbe più potuto impartirne di simili. In ogni caso, Taiga, che pensava di aver risolto il problema, non aveva fatto i conti con l'alleanza segreta Kuroko-Takao.
"Kagami, obbligo o verità?" Gli chiese infatti Kazunari, alla cui domanda il rosso rispose "obbligo", convinto che così avrebbe evitato domande scomode. Ma in realtà era proprio caduto nella trappola.
"Abbraccia Asia." 
Quel comando, pronunciato in una maniera così seria che la voce sembrava non appartenere al Kazunari che tutti avevano imparato a conoscere ed apprezzare, sembrava quasi non ammettere repliche, tanto che per un secondo i due destinatari dell'ordine si sentirono in soggezione.
"N-Non vale, te l'ha detto Kuroko! Giuro che ve la faccio pagare!" Sbraitò poi Taiga, una volta realizzato che, se l'avesse davvero abbracciata, il suo cuore probabilmente non avrebbe retto. Forse si innervosì così tanto anche perché si vergognava che, sotto sotto, sarebbe stato ben disposto ad eseguire un simile ordine.
"Se non obbedirete, la penitenza sarà che dovrete baciarvi sulla bocca!" Esclamarono quasi tutti in coro, visto che ormai si erano accorti che ci fosse del tenero fra i due.
Tacque invece Shintarou, che non aveva capito proprio niente dei vari flirts che c'erano in quella stanza, compresi quelli che lo riguardavano più da vicino. Del resto, era famoso per essere addirittura più tonto di Kagami in queste cose, visto che in tre anni di scuola media non si era mai accorto che Momoi era stata follemente innamorata di Kuroko, quando a chiunque altro era bastato vederli cinque secondi insieme per apprenderlo, tanto era palese la cosa.
"N-Non dovete far fare certe cose a Suzuki, la mettete in difficoltà!" Provò ancora a difendersi il rosso, visto che proprio di tale colore si era fatto il viso di entrambe le vittime del turno.
"V-Va bene, lo farò!" Urlò quindi Asia, forse per evitare una penitenza ancora più imbarazzante, forse perché aiutata dall'alcol, forse perché voleva effettivamente che il ragazzo la abbracciasse, forse per tutti i precedenti motivi.
Lo spazio intorno a loro si fece improvvisamente più stretto, o meglio era come se tutto quello che stava all'infuori di loro in quel momento avesse cessato di essere visibile. Allo stesso modo, le lancette dell'orologio sembravano aver sensibilmente rallentato il loro inesorabile, perpetuo e per certi versi crudele giro, come a volte raccontano di aver sperimentato alcuni grandi atleti poco prima di compiere grandi prodezze.
L'unica cosa che forse, nel loro avere occhi solo l'uno per l'altra, non passava inosservata, era l'enorme mole di bottiglie finite nei dintorni, segno che, molto più di quanto non avessero fatto loro due, qualcuno ci aveva dato giù pesante, e fra questi spiccavano la nuova coppia Kazunari-Liz, nonché Nene, sicuramente ancora depressa per aver rotto con Aomine.
Taiga guardò un'ultima volta, o forse la prima volta, visto che di solito non riesce a reggere il contatto visivo con lei, verso la ragazza, come a chiederle ancora il permesso di toccarla, quasi a ricordarle che avrebbe fatto meglio a ripensarci, perché una cosa così preziosa rischia di sciuparsi quando toccata da qualcuno di indegno.
Ad essere più preciso, in realtà, guardare le persone negli occhi per più di due secondi gli era sempre risultato difficile. Un po' perché era esageratamente sopra la media nipponica, con il suo metro e novanta, forse ormai qualche millimetro di più, ma soprattutto perché era molto timido. Non era fiducioso in se stesso, almeno per tutto ciò che non riguardasse il basket, e gli altri, TUTTI gli altri, sembravano schiacciarlo con la sola pressione di uno sguardo.
Eppure, per la prima volta, o forse la seconda visto che una volta gli era sembrato di aver provato qualcosa di simile con Kuroko, una volta incrociati i loro sguardi ogni paura cessò. Nonostante il colorito molto acceso del suo bellissimo viso angelico, infatti, gli occhi della compagna emanavano una fermezza ed una sicurezza che non potevano che costringerlo a comportarsi in maniera altrettanto coraggiosa. 
Ancora non riusciva a spiegarsi come mai Asia fosse capace di simili stupende contraddizioni: appariva allo stesso tempo umile e maestosa, timida e sicura, delicata e risoluta, gentile e tenace, modesta e superiore. A volte Taiga si chiedeva se fosse davvero così speciale, o se magari fosse lui a rappresentarla così nella sua mente, propiettando su di lei quello che in realtà era lui a desiderare in una donna, nella donna ideale.
Eppure lei era lì davanti a lui, in tutto il suo splendore inconsapevole e impareggiabile, e l'unica cosa che lo avrebbe placato da ogni ulteriore passione o pensiero era proprio cingerla con le sue forti braccia. 
E quindi, lentamente, mosse gli arti superiori, e la avvolse completamente senza nemmeno darle modo di ricambiare l'abbraccio. Mai avrebbe creduto che un'entità mortale, persona o oggetto che fosse, potesse emanare attraverso la pelle un profumo così delicato e particolare, che in parte ricalcava e in parte esulava da quello che l'uso frequente di un balsamo suole garantire. 
E le dolci manine da lei appoggiate sul suo pettorale, come se avesse voluto toccargli letteralmente il cuore, cosa non avrebbe fatto per riprovare anche una sola ulteriore volta una simile sensazione paradisiaca!
Al solo pensare che di lì a poco si sarebbero dovuti separare, quando ormai aveva sentito che in lei sola risiedevano le risposte ai suoi bisogni più intimi, che comprendevano ma non si esaurivano in quelli carnali, o all'immaginare che di lì a poco qualcuno avrebbe potuto farla sua, beh, semplicemente il suo cuore non ce la faceva.
Adagiò il mento sulla sua testa, soffermandosi ancora sul contatto fra i propri corpi ancora immaturi ed insicuri, ma che sicuramente avevano capito anche meglio delle loro teste quanto ormai i due si necessitassero l'un l'altro per poter vivere un'esistenza felice.
Dal canto suo, visto che la sua cara mamma una volta le aveva insegnato che compito degli uomini era quello di proteggere le donne, mentre quello delle donne era fingere di avere bisogno che ciò accadesse, non poté che lasciarsi immergere in mezzo a quel corpaccione che tanto amava, inalando il profumo naturale di Taiga mischiato all'acqua di colonia che si era spruzzato presumibilmente prima di uscire di casa.
Mentre ad esempio Liz adorava che un maschio si mettesse un profumo, a lei non faceva nè caldo nè freddo. Quello che contava era che quel calore, quella felpa verde che lei trovava veramente carina, quelle mani così grandi rispetto alle sue e che le stavano cingendo interamente la schiena, che tutto quello fosse di Kagami. Avvertiva i corpi di entrambi fremere per l'emozione e  per l'attrazione, e immaginò che entrambi dovessero apparire molto teneri agli occhi affamati di gossip dei presenti nella stanza. Ma di loro, almeno in quel momento, non poteva che fregarsene altamente.
"Per quanto tempo ve ne starete così?" Chiesero ammiccando Liz e Takao, visto che ormai erano passati più di quindici secondi.
Asia e Kagami si staccarono quindi di scatto, ancora paonazzi in viso e un po' tristi che fosse tutto finito, e subito il telefono di entrambi vibrò contemporaneamente. Era infatti arrivata a tutti i presenti la notifica della creazione di un gruppo whatsapp, presumibilmente per organizzare altre serate simili. Il vero problema era la foto di profilo di quel gruppo, che era stata impostata come un immagine scattata ai due compagni di classe durante il loro lungo abbraccio. Nell'ilarità generale, tranne quella di Midorima che ancora non aveva capito un bel niente, i due, se possibile, arrossirono ancora di più, vergognandosi come poche altre volte nella vita poteva esser loro capitato.
Alla successiva estrazione fu nuovamente il turno di Tetsuya, che, non potendo più interpellare Taiga, decise che avrebbe dato una mano anche al suo vecchio compagno di squadra con i capelli verdi.
"Takao-san, intendo la sorella. Obbligo o verità?"
"Obbligo." Rispose lei, intuendo che sarebbe successo qualcosa di divertente.
"Dai un bacio sulla guancia a Shintarou." Sentenziò il celeste, lasciando inizialmente spiazzati entrambi i destinatari dell'ordine.
Ma, essendo la più anziana del gruppo, Haruka non voleva certo fare la figura dell'inesperta! Si avvicinò infatti a carponi sulle ginocchia verso Shintarou, che istintivamente indietreggiò fino a trovarsi con le spalle al muro. Non sapeva nemmeno lui perché, ma si sentiva fin troppo agitato all'idea che lei lo stesse per toccare.
Stavolta fu Kagami a non capire perché il suo amico avesse dato un simile ordine, salvo poi comprendere il piccolo flirt fra i due non appena fece caso che Midorima si stesse comportando come aveva fatto lui poco prima.
Senza via di scampo, dunque, la guardia tiratrice più forte del Giappone fu baciata sulla guancia, in mezzo agli incoraggiamenti di tutti gli altri.

Dopo pochi altri turni, il grosso del gruppo, praticamente ubriaco, cadde nel sonno. Ma non Tetsuya, né tantomeno Nene, che il primo raggiunse sulla terrazza.
"Non mi sei sembrata molto in forma." Le disse il celeste, appressandosi a lei con il suo solito sguardo a metà fra il distaccato e l'osservatore seriale.
"Già, non è proprio un bel momento per me, da quando Daiki mi ha mollata..." Rispose con un sorriso amaro la ragazza, estraendo al contempo dalla borsetta un pacchetto di sigarette, e accendendosene una.
"Non mi dici che è contro il regolamento scolastico e rischio di essere sospesa?" Gli domandò poi, vedendolo osservare il fumo che si liberava nell'atmosfera.
"Ho immaginato che ne fossi già consapevole." Si limitò a risponderle lui. "Anche se è un peccato che una sportiva come te si rovini la salute." Aggiunse poi, intuendo che la ragazza stesse desiderando qualcuno che le impedisse di fumare, in contraddizione con quanto stava effettivamente facendo lei stessa.
"E' il primo pacchetto, e come vedi è anche piuttosto pieno. In realtà l'ho rubato a mio padre; non sapevo come altro sfogarmi stasera."
"Puoi sfogarti con me, che sicuramente ti farà meno male." 
"Già, tra l'altro questa roba mi fa schifo e puzza anche. Almeno ho la sicurezza che non ci ricascherò un'altra volta..." Sospirò lei, spegnendo subito dopo la cicca nel posacenere.
"Ricascarci mi sembra esagerato, visto che ne hai fumata mezza in tutta la tua vita." La corresse, sorridendo appena, il celeste.
"Obbligo o verità, Tetsu?"
Il ragazzo tentennò per una frazione di secondo, davanti a quel soprannome così familiare e per forza di cose pregno di emozioni e ricordi, alcuni bellissimi altri molto tristi.
"Obbligo."
"Consolami." Gli sussurrò lei nell'orecchio, lasciandolo per un attimo indeciso sul da farsi. "Se lo farai, anche io consolerò te. Credi che non mi sia accorta della persona che ti ha fatto soffrire così tanto?" Aggiunse infine.
Il celeste sgranò gli occhi, non concependo come avesse potuto scoprire l'identità della sua ex in così poco tempo, informazione che era riuscito a tenere nascosta praticamente a tutti.
Al contempo, Nene lo baciò senza indugio, nè certo egli provò ad opporre resistenza. Sotto quella notte di luna piena, insolitamente calda per essere primavera, ad entrambi sembrò di aver ritrovato l'ossigeno di cui sentivano l'assenza, e quindi il bisogno, da molto tempo.

Midorima aprì gli occhi, svegliandosi e dirigendosi in cucina. Non era la prima volta che gli veniva sete durante la notte, ma non immaginava che qualcuno potesse avere la stessa esigenza nello stesso momento.
"Ciao." Gli disse, molto assonnata in viso e perciò quasi tenera(secondo lui), Kotori.
"Ciao-nanodayo. Permettimi una domanda; va tutto bene? Mi sei sembrata un po' cupa stasera." Le rispose il verde, subito dopo offendendosi da solo per aver inziato una conversazione nonostante non desiderasse altro che andare a letto. Ma gli dispiaceva vederla così giù di corda.
"Grazie per il pensiero, ma va tutto bene..."
"Sicura?"
"Ho detto di sì, te ne torni a dormire ora?!" Stupido Midorima, non capiva che non doveva insistere?
"E io che mi preoccupo per una vipera... Buonanotte-nanodayo." Sussurrò il verde, abbastanza infastidito dalla risposta della ragazza. Non le capiva proprio le donne.
Kotori lo osservò allontanarsi(finalmente!). Si vedeva che non capiva nulla di femmine, però un po' le dispiacque di avergli risposto male. Dopotutto, si era solo preoccupato per lei...

"Hai proprio un cuore d'oro." Gli sussurrò Haruka nell'orecchio, una volta che Shintarou fu rientrato nella stanza a lui assegnata dai padroni di casa.
In tutto quel buio pesto, tra l'altro, il cestista non l'aveva certo notata, così che per lo spavento quasi non cascò all'indietro rischiando di svegliare tutti.
"C-Cosa ci fai nella mia stanza-nanodayo!?"
"Vuoi dire, cosa ci faccio nella stanza di casa mia, Shin-chan?" Gli disse lei, camminando verso di lui fino ad annullare completamente la distanza che prima li separava.
"C-Cosa vuoi-nanodayo?"
La ragazza si mise a ridere, ovviamente a bassa voce, e poi lo baciò improvvisamente, rubandogli il suo first kiss senza che potesse prepararsi psicologicamente per la cosa.
Il verde ringraziò che non si vedesse niente, perché era arrossito come un peperone, e non voleva certo che Haruka lo prendesse in giro per questo! 
"Shin-chan, non pensi che sarebbe eccitante fare l'amore con il rischio di essere scoperti?" Gli sussurrò all'orecchio, mordicchiandoglielo per stimolarlo.
Il ragazzo provò a farfugliare qualcosa, ma lo schock gli impedì di formulare correttamente una frase, e il suo silenzio fu preso come un sì.
Conoscendo a memoria la piantina della stanza, Haruka lo spinse sul letto, salendo sopra di lui e denudando entrambi in tempo record. 
Il cuore di Shintarou iniziò a pompare ai ritmi cui era solito solo durante una partita; se già non aveva mai baciato una ragazza, figuriamoci fare l'amore!
"S-Sei ubriaca..." Le sussurrò infine, come estremo gesto di resistenza.
"Sì." Confessò lei, senza però fermarsi.

Un po' di giorni erano passati dal loro litigio per strada, ma tutto faceva intendere che non si trattasse di uno dei loro frequenti battibecchi da sposini dopo le nozze d'oro.
Non era mai capitato, infatti, che Satsuki non passasse da casa sua per svegliarlo e andare a scuola insieme, e proprio per questo quel giorno Aomine arrivò in ritardo a lezione. E nemmeno a quel punto lei si degnò di guardarlo.
Se la conosceva abbastanza bene, ed era questo il caso, in realtà non era più arrabbiata. Si stava impuntando per principio, ma la possibilità remota che potesse invece aver deciso di rompere i rapporti con lui non poteva che angosciarlo.
Riparandosi dietro il suo solito, stavolta finto, sguardo annoiato, il blu, almeno all'inizio, provò a stare al gioco, mettendosi al suo posto accanto alla rosa.
"'Giorno." Le disse, fingendo nonchalance.
"Buongiorno, Aomine-kun."
Daiki sudò freddo, come mai in vita sua aveva mai fatto. Quando lo chiamava in quel modo, era quasi sempre perché incazzata nera.
"Senti-"
"Sta iniziando la lezione." Lo interruppe lei.
Ma il blu non si arrese. I suoi propositi di stare al gioco si erano immediatamente rivelati fallimentari sotto ogni fottutissimo punto di vista.
"Prof, Momoi non sta molto bene. La accompagnò in infermeria!"
"Cos-Dai-chan!" Provò lei, ma ormai era già stata trascinata in corridoio.
Il ragazzo la aveva portata fino a lì, ma nella sua solità impulsività non sembrava essersi preparato un discorso da farle. Ahomine. Il suo sguardo era perso, la sicura e spavalda noia nei suoi occhi aveva lasciato spazio alla paura, la paura di perderla. Quei due meravigliosi oceani, blu come due zaffiri, non erano mai stati così angosciati, così vivi...
Ardevano di passione, quella che un diciassettenne doveva naturalmente avere e che il suo mostruoso talento nel basket gli avevano strappato via con crudeltà, costringendolo a crescere prima del dovuto e a guardare le cose da una prospettiva così diversa rispetto a quella dell'energico e solare ragazzino che era. Trasudavano insicurezza, proprio i suoi, quando la sua abilità era così schiacciante che in campo non si era più potuto prendere il lusso di aver paura di non farcela.
"Ho sbagliato, mi dispiace davvero. Scusa, ero solo..."
Satsuki osservò in silenzio la fronte corrucciata dell'amico, che evidentemente non riusciva a terminare la frase. Ma non lo interruppe, anzi lo incalzò con lo sguardo affinché si sforzasse lui, almeno quella volta.
"Un po'...g-geloso, ecco... Avevo paura che quello lì ti portasse via da me..."
Si aspettava già le prese in giro dell'amica, ma stranamente gli occhi rosa di lei erano di una serietà impassibile come quella che sprigiona sempre Tetsu.
"Perché mai dovrebbe succedere una cosa del genere? E comunque, sei tu il primo che ha infranto la nostra promessa."
L'espressione persa di Daiki le suggerì che, almeno in quel momento, avesse rimosso quello che si erano detti 12 anni prima. O, se proprio non se lo era scordato, quantomeno non aveva fatto il collegamento fra le sue parole e quella famosa frase che si erano reciprocamente scambiati.
"Avevamo giurato che non ci saremmo fidanzati con nessuno, e avremmo aspettato la maggiore età per poi sposarci." Gli sussurrò sorridendo, con le guance un po' più colorite del solito.
E di certo fu la carnagione scura di Aomine a impedirgli di arrossire, perché la sua bocca spalancata e gli occhi sbarrati di lui sembravano prove inconfutabili di quanto la cosa lo imbarazzasse.
"Sce-Scema, avevamo 5 anni! E comunque... Ho lasciato Nene; così non infrangerò più la promessa, no?"
Lo aveva detto molto seriamente, era difficile sospettare che stesse mentendo. Satsuki, però, non poteva che sentirsi in colpa. Per quanto si sforzasse, era infatti così contenta che si fossero lasciati, e non era giusto godere se due persone smettono di frequentarsi solo perché si ha una cotta per uno dei due. Non era corretto, era da vigliacchi e da viscidi. Eppure il cuore le batteva in gola, si sentiva sollevata, come se si fosse tolta un peso definitivamente. Daiki adesso era di nuovo tutto suo.
Gli espresse il suo finto dispiacere(in realtà era davvero triste, ma per il fatto di non esserlo), e in silenzio si diressero in infermeria.

"Ehi Nash, perderemo l'aereo."
Bofonchiò Jason, interrompendolo durante la sua sigaretta del lunedì. Nessuno di loro aveva mai capito come mai fumasse sempre e solo di lunedì. Quando uscivano di sera non si faceva problemi a provare qualsiasi cosa, ma le sigarette solo di lunedì.
"E' davvero strano che tu ti comporti così responsabilmente, Silver... Ci tieni proprio a questa trasferta."
Il colosso dei Jabberwock grugnò nuovamente, avvalendosi della facoltà di non rispondere e fulminando con lo sguardo Allen e Nick, che, avendo capito l'allusione di Gold Jr, si erano messi a ridacchiare di nascosto.
"Vado a chiamare Zack. Coglioni."
   
 
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