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Autore: betty58    11/09/2020    1 recensioni
Elizabeth Gray è una studentessa della Beacon Hills High School e a tutti è nota la sua mente brillante. La sua vita cambia drasticamente quando, una notte, si avventura con i suoi due migliori amici, Scott e Stiles, nel bosco. Qui tante cose succederanno, come per esempio vedere la persona più importante per lei venire morsa da un lupo mannaro diventandolo a sua volta. Da questo momento, Beth verrà catapultata in un nuovo mondo sconosciuto e surreale, che solo nei libri aveva mai letto. I suoi sentimenti, il suo amore, la sua devozione la porteranno a compiere particolari e pericolose azioni pur di salvare chi ama, anche allearsi con un misterioso e spaventoso licantropo, Derek Hale.
*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*

 

 "Siamo nel campo di Lacrosse della nostra scuola e il coach ha detto alla squadra di fare il solito esercizio di difesa e attacco, o qualcosa del genere. Jackson si trova davanti alla porta con la racchetta alta e aspetta impazientemente che il ragazzo davanti a lui vada a lanciare. Il ragazzo, a me inizialmente sconosciuto, inizia a correre verso la porta con la palla nella racchetta; ma, quando gli manca davvero poco dal far gol, Jackson riesce a fermarlo, facendolo cadere di pancia e si può subito notare la scritta sul retro della sua divisa. 'McCall 11'. Scott si rialza immediatamente, ritornando all'inizio della fila provando per la seconda volta l'attacco; e direi che questa volta è perfettamente riuscito nell'impresa. Jackson è stato sbattuto violentemente a terra e si possono udire bene i suoi lamenti per il dolore alla spalla. Scott, d'altro canto, si accascia, iniziando a prendere delle grandi boccate d'aria, come quando prendi un grosso colpo al petto e non riesci a respirare. Stiles gli corre immediatamente incontro preoccupato, probabilmente capendo già cosa stava succedendo al suo migliore amico. Lo aiutò ad alzarsi e corsero, sicuramente, verso gli spogliatoi mentre una persona, dal viso conosciuto, li osservava sotto l'ombra di un grosso albero poco lontano da loro. Una volta raggiunti i bagni, il mezzo lupo non stava affatto bene. Si poteva scorgere benissimo il suo nervosismo crescere ad ogni parola del pelato; tentava di controllarsi facendo dei respiri molto profondi, ma ad un tratto scoppiò, facendo uscire delle affilate zanne e i suoi occhi si colorarono di un giallo intenso. Si poteva notare il panico negli occhi dell'amico in piedi di fronte a lui, in cerca di una rapida soluzione. Scott iniziò ad inseguirlo ringhiando, non sapeva cosa stava succedendo, non era cosciente di quello che stava facendo al suo migliore amico. Prontamente Stiles trovò un estintore poco lontano da lui e non esitò neanche due secondi dal prenderlo e usarlo per calmare il neo lupo. Fortunatamente ha avuto effetto, Scott è tornato normale, ma non ricorda niente di quello che è appena capitato. Non ricorda che stava per uccidere il suo migliore amico."

Mi alzo velocemente a sedere, prendendo grandi boccate d'aria. Continuo a ripetermi che era solo un bruttissimo incubo, eppure sembrava così reale. Se ci penso, riesco a sentire sulla mia pelle i suoi respiri affannati, la sua voglia di sangue, la paura del pelato, i brividi alla vista delle zanne e degli occhi gialli. Sono ancora frastornata e mi gira un po' la testa per essermi alzata troppo in fretta, ma questo non mi frena dall'infilarmi velocemente le scarpe e correre verso la casa dal mio migliore amico preoccupata da morire. Le gambe mi bruciano e mi implorano di fermarmi, ma non posso. Devo accertarmi che stia bene. Dopo neanche dieci minuti sono davanti alla sua porta di casa a bussare come una matta. Probabilmente i suoi vicini staranno pensando che mi manca qualche rotella e staranno già chiamando una casa di cura, ma poco mi importa dei loro stupidi pensieri.
Quando apre finalmente la porta, non gli lascio neanche tempo di dire qualcosa, che mi butto a capofitto tra le sue braccia. Lo stringo più forte che posso, quel sogno mi ha causato talmente tanta paura che ho pensato serialmente che potesse essergli successo qualcosa.
È stupito, lo percepisco, non se lo aspettava, ma dopo neanche un secondo ricambia l'abbraccio, stringendomi di più a sé. Mi sento così sollevata, sono così felice che stia bene e mi do della stupida ad aver pensato che quel bruttissimo incubo potesse essere reale. Lui ora è qui con me. Mi tiene il più possibile vicina a lui, azzardo nel dire che riesco anche a sentire il suo cuore battere e niente mi dà più calma e tranquillità di questo. Non lo so, forse per la grande preoccupazione e paura di poterlo perdere seriamente oppure per questo momento di forte affetto che si è creato tra di noi. Forse è per questo che mi stacco leggermente, gli prendo delicatamente il viso e, dopo aver controllato che stesse veramente bene e averlo fissato per qualche secondo negli occhi, lo bacio. Un bacio dolce, semplice, ma allo stesso tempo che trasmetta tutte le sensazioni provate negli ultimi trenta minuti, tutti i sentimenti tenuti a freno fino a quel momento. Non so perché l'ho fatto, non so con quale coraggio almeno e, in questo istante, mi sto dando della stupida due volte. Per quale motivo non penso mai prima di fare qualcosa? Perché sono sempre così impulsiva? Perché sono così imbecille? Mi stacco velocemente, ma non mi allontano troppo. Va a capire cosa penserà adesso.

 

 Va a capire cosa penserà adesso
 

"Io... A me... Io, scusa. Non so cosa..." ma fortuna che mi sta interrompendo, quante cazzate sarebbero uscite altrimenti. Riposa in fretta le sue labbra sulle mie e mi porta dentro casa, chiudendo la porta e appoggiandomi contro essa. I sorrisi nascono spontanei e c'è questa grandissima voglia, dentro di me, di non staccarmi più. Al tempo stesso però sono confusa. Mi sembra sbagliato vivere questo momento, stare così stretta tra le sue braccia, baciarci e coccolarci. Provo dei forti sentimenti, gli voglio un grandissimo bene, ma non sono le stesse sensazioni che sento quando accanto a me c'è un'altra persona. Non posso e sarebbe inutile negarlo. Saliamo in camera e ci stendiamo sul letto, rimanendo sempre abbracciati. Sono appoggiata alla sua spalla destra e lui mi sta accarezzando i capelli mentre io gli disegno dei piccoli cerchi sul petto. È così rilassante tutto ciò.
"Posso sapere il motivo di questa bellissima visita?" abbassa lo sguardo e mi sorride. Dio aiutami a non restarci secca.
"Niente di troppo serio. Mi sento una stupida solo a pensarci" ricambio il sorriso e mi metto a giocare con i suoi capelli.
"Voglio sapere questa cosa stupida" ed eccolo qui, quell'alzamento di sopracciglia che tanto mi fa impazzire.
"Ho fatto un sogno. In pratica durante un allenamento di Lacrosse, Scott si è trasformato. Siete andati negli spogliatoi e ha quasi cercato di ucciderti. Ma tu sei troppo intelligente! Hai trovato un estintore e l'hai usato contro di lui. Poi puff, il lupo mannaro è tornato umano. L'unica cosa bella è che quello sbruffone di Jackson è stato sbattuto per terra. Quello sì che mi è piaciuto. Però è stato stranissimo, è come se lo avessi percepito sulla mia pelle, come se lo stessi vivendo realmente. Mi sono preoccupata, così sono corsa immediatamente qui." rido ancora al pensiero di tutta questa storia e poso gli occhi sul pelato che mi sta guardando scioccato e sorpreso. Si vede che non sa cosa dire, così continuo
"Ma ehi, tranquillo. È tutto a posto. Tu stai bene, Scott sta bene e non è successo nulla. Era solo un incubo."
"No! No no no, Beth..." si tira su a sedere e mi fissa dritta negli occhi.
"Quello che mi hai raccontato adesso, di questo tuo sogno. Non era un incubo. È successo veramente. Oggi pomeriggio." mi metto nella sua identica posizione e metabolizzo quanto mi ha appena detto.
"Ma sei sicuro?"
"È un po' difficile dimenticarsi del proprio migliore amico mentre tenta di sbranarti, sai?! La cosa strana è che tu hai sognato l'intera scena." ci fermiamo due minuti a pensare. In effetti, riflettendoci, è davvero una cosa surreale. Mentre succedeva tutto quel casino sul campo da Lacrosse della scuola e poi negli spogliatoi, io vedevo tutto in tempo reale, come se dovessi vivere quel momento. Ma a ripensarci meglio, a Beacon Hills non succedono cose normali da parecchio tempo.
"Vabbhe sarà stata una coincidenza. Passo troppo tempo in vostra compagnia, chiaro che poi faccio gli incubi con voi presenti"
"Ah sì, noi ti facciamo fare gli incubi?" mi guarda con la sua solita faccia da bambino in cerca di vendetta, infatti inizia a solleticarmi il fianco, per poi finire a farmi il solletico ovunque. Il silenzio della casa, e penso anche quello delle case affianco, è rotto dalle mie risate e dalle sue, causate dalle mie. Lo soffro tantissimo e probabilmente è uno dei miei punti deboli. Ricordo che quando ero bambina mio padre me lo faceva sempre, nei momenti liberi al pomeriggio, quando facevo arrabbiare, quando mi vedeva triste e non sapeva come tirarmi su di morale. C'era tanta di quella allegria e spensieratezza, mi mancano quei giorni. Con il passare del tempo, i miei genitori si sono sempre più distaccati da me. Non mi chiedevano più come stavo, non mi chiedevano di stare con loro quando non lavoravano, non giocavamo più insieme, non ridavamo, a volte non mangiavamo neanche più insieme. O mancava mamma o papà, mai tutti e tre. In compenso hanno iniziato a tenermi il triplo sott'occhio. Hanno voluto la lista completa delle persone che frequentavo, quanti anni avevano, da dove venivano, dove vivevano, che scuola frequentavano, in quali posti andavano e nei quali portavano anche me. Mi hanno messo il coprifuoco, anche se spesso e volentieri lo infrango per poter partecipare alle avventure di Stiles. Insomma, da tanta felicità e libertà, ora sono come in prigione. Fortuna che poi ho incontrato i ragazzi, Noah, Melissa, che praticamente sono diventati la mia famiglia.
Abbiamo riiniziato a coccolarci e a scambiarci dei piccoli e dolci baci.
"Sei pronta per il compito di matematica di questa settimana?" mi chiede rovinando TOTALMENTE il momento. Lo guardo sconcerta e poi scoppio a ridere. Avete presente quelle risate che partono quando siete nel panico? Ecco, questa è la causa della mia reazione.
"Ma fra tutte le cose che potevi dire, proprio matematica? No, non sono pronta per niente. Non ci capisco una mazza e non so neanche dove mettere le mani per primo. Penso che non verrò quel giorno a scuola." sbuffo mettendomi a sedere e strofinando le mani tra i miei capelli. Matematica. La materia che mi dà più problemi in assoluto. Non ci trovo un filo logico. Non riuscivo a fare nemmeno quei stupidi problemi semplici da elementari, tipo 'se hai 10 mele e ne mangi 7, quante mele rimangono?'. Giuro che non riuscivo a farli. Mia mamma si disperava ogni volta che si sedeva vicino a me cercando di aiutarmi. E mi scoccia. Mi scoccia un sacco non essere capace. Ho ottimi voti in tutte le materie, e poi arriva matematica.
"Se vuoi ti aiuto, me la cavo abbastanza" imita la mia posizione e mi fissa.
"Ti ringrazio, ma ti farò letteralmente impazzire. Non voglio vederti mentre scappi" gli sorrido e distolgo lo sguardo. Non mi piace quando le persone conoscono i miei 'punti deboli'. Faccio sempre la spavalda, quella che sa tutto di tutti, quella che non si fa buttare giù da niente, quella che non sta mai zitta quando sa di avere ragione. Ma, in realtà, ci sono tante cose che mi rendono triste o che comunque fanno cambiare subito il mio umore.
"Accetto il rischio di impazzire, ma mai potrò scappare da te" alzo velocemente lo sguardo e lo trovo mentre mi osserva con una faccia talmente dolce che farebbe sciogliere qualsiasi cosa. Ed è proprio adesso che ho compreso quanto lui mi conosca. E sorrido. Cosa si può fare in queste situazioni? Quando la felicità è alle stelle, forse anche più in alto. Un gigantesco sorriso, che parte da un orecchio e arriva all'altro. Gli butto le braccia attorno al collo e lo stringo forte. Consapevole di avere al mio fianco la persona migliore di questo pianeta. Ad interrompere questo fantastico momento è la notifica di un telefono. Il suo telefono. Dopo aver sbuffato, si alza per andarlo a prendere e per vedere chi ci avesse disturbato.
"È Scott, dice che devo andare in videochiamata" si avvicina alla scrivania e apre il computer, nel frattempo prende una specie di fucile giocattolo e si siede. Mi avvicino e scoppio a ridere vedendo quanto è imbecille il mio pelato. Saluto Scott che, in un primo momento, sembra sorpreso, ma poi ricambia.
"Che cos'hai scoperto?" chiede il moro al di là del computer.
"Niente di buono, Jackson si è lussato la spalla." poverino, è un vero peccato! Ma fatemi il piacere, spero abbia imparato la lezione quello sbruffone con la puzza sotto al naso.
"Per colpa mia?" domanda quasi preoccupato Scott.
"Perché è un'idiota" rispondo prima che possa farlo il ragazzo vicino a me che, tra l'altro, mi dà ragione.
"Ma potrà giocare?"
"Ancora non si sa. Adesso però contano su di te sabato" dice Stiles un po' preoccupato e dispiaciuto per l'amico. Scott chiude gli occhi stressato. Nel frattempo prendo posto sulla sedia affianco a quella di Stiles, sono stanca di stare in piedi come una statuina. Fisso un secondo lo schermo e subito mi salta all'occhio un dettaglio che prima non mi pareva di aver visto. Anche Stiles sembra averlo notato, infatti si avvicina al computer e guarda dietro la figura del nostro amico.
"Che c'è?" Scott ha visto il nostro cambiamento e ci guarda preoccupato. Subito il pelato inizia a scrivere sulla chat della videochiamata 'sembra...'
"Sembra che cosa?" domanda impaziente il moro. La connessione fa brutti scherzi e purtroppo non funziona bene, Stiles continua scrivendo 'che qualcuno sia dietro di te.'
"Che cosa?" vediamo Scott ingrandirsi, segno che si è avvicinato alla schermata e deve aver visto effettivamente qualcuno, dato che si gira. Di colpo Derek lo prende per il collo e lo spiaccica al muro, facendo terminare la videochiamata.
"Scott... SCOTT!" Stiles prova a far ripartire la chat, ma niente. L'account di Scott risulta disconnesso.
"È Derek, magari vuole parlargli del fatto che è diventato un lupo mannaro e lo vuole mettere in guardia su alcuni dettagli" dice guardandomi. Quell'uomo, però, mi incute parecchio terrore, mi sembra una calamita per i guai. Non a caso, da quando l'abbiamo visto, si sono creati molti problemi. E se magari volesse fargli del male, se magari non volesse parlare? Sarà il caso di andare a controllare?
"E se non fosse così? Stiles mi sembrava un po' arrabbiato, un po' tanto in effetti. E se avesse bisogno di noi? Facciamo un salto veloce, solo per controllare che sia tutto okay." stavo già per alzarmi, quando il suo telefono si illumina, rivelando un messaggio di Scott in cui ci avverte che sta bene e non ci dobbiamo preoccupare. E allora perché sono più agitata di prima?
"Visto è tutto a posto, Scott sa cavarsela" mentre lo dice mi guarda dritta negli occhi e, per questa volta, mi sforzo a lasciar perdere, almeno in questo momento. Gli scriverò più tardi.
"Al massimo, è stato bello conoscerlo e passare questi anni insieme a lui" alza le spalle e la sua faccia assume una di quelle sue classiche espressioni da pesce lesso, che mi fanno sempre tanto ridere.
"Stiles!!!" lo rimprovero, mentre alzo gli occhi. Se non lo conoscessi così bene, probabilmente penserei che fosse serio, ma so che prova un affetto grandissimo per lui.
"Questo non toglie il fatto che è veramente imbranato" sorrido appena sentendo che non è cambiato per niente nel corso degli anni. Lo fisso per un po', notando quanto sia effettivamente un bellissimo ragazzo e una fantastica persona. Sono così fortunata ad averlo al mio fianco. Lo abbraccio per la centesima volta oggi e mi coccolo a lui.
"Tutto bene?" mi domanda, notando il mio cambio d'umore.
"Tutto benissimo."
"Sei sicura? Non mi devi nascondere nulla, voglio sapere tutto di te."
"Non devi sapere nulla, sai già tutto. Sono sempre stata un libro aperto per te. Anche se le cose non te le dicevo direttamente, tu intuivi già cosa mi succedeva ed eri sempre lì a sostenermi e aiutarmi. Perciò si, sono sicura di star bene. Anzi sono felice, perché sono nel mio posto preferito con la mia persona preferita." lo sento mentre mi stringe ancora più a lui.
"Ceni qui, con me?" mi domanda mentre si lascia coccolare dal mio tocco.
"Neanche da chiedere." ci sorridiamo e, prendendoci per mano, scendiamo in cucina.
Appena entriamo in cucina, vediamo Noah intento ad apparecchiare la tavola.

 


 

"Buonasera sceriffo" gli faccio un cenno con la testa come saluto e lo vedo mentre prende un altro piatto da aggiungere ai due già presenti sul tavolo.
"Ciao cara, mangi qui?"
"Se mi volete, resto molto volentieri" ridacchio appena e lo aiuto ad aggiungere le ultime posate.
"Se fosse per me, ti adotterei." Mi sorride in segno di ringraziamento, ricambio e mi avvicino a Stiles riprendendogli la mano.
"Ehm... papà, noi pensavamo di ordinare qualcosa. È un problema? Se mi dici cosa vuoi, prendo anche per te" vediamo lo sceriffo rifletterci un attimo, nel frattempo noi iniziamo a scherzare tra di noi e a scegliere cosa ordinare.
"Come mai siete così felici?" ad interromperci è proprio il padre del ragazzo al mio fianco. Ci sta fissando con una faccia strana, una di quelle che assume quando deve interrogare qualcuno di losco.
"È stata una bella giornata..." risponde vago il pelato, abbassando lo sguardo sulle nostre mani unite.
"Cosa mi nascondete?"
"Niente papà dai, hai deciso cosa ordinare?" cambia velocemente argomento Stiles, ormai in panico per le troppe domande.
"Quale altro disastro avete combinato? Devo corrompere qualcuno?" incrocia le braccia all'altezza del petto e ci guarda come quando un genitore deve rimproverare il proprio figlio per aver fatto qualcosa di sbagliato.
"Niente Noah, te lo assicuro. Cerco di tenerlo fuori dai guai" alzo gli occhi e sorrido ricordando qualche sera fa, quando era stato beccato nel bosco alla ricerca di un corpo che non doveva cercare.
"Perché vi tenete per mano?" adesso ha una faccia più maliziosa, diciamo. Stiles ed io ci fissiamo per mezzo secondo e stacchiamo subito le nostre mani, mettendoci dritti sul posto. La situazione sta diventando veramente imbarazzante. Sento le guance bruciare e percepisco il calore della stanza aumentare notevolmente.
"Perché siete tutti rossi? Avete caldo?" oh mamma mia, oggi è la serata delle domande a quanto pare. Alzo appena gli occhi e vedo Noah che ci guarda confuso e Stiles che è letteralmente in panico. Con la coda dell'occhio colgo un movimento di testa e ritorno a guardare l'uomo di fronte a noi. Ha alzato il mento, come quando ti viene in mente un'idea geniale.
"Cosa succede fra voi due? Non è che... si insomma, state insieme?" abbasso velocemente lo sguardo, dando massima attenzione alle mie scarpe. Non so proprio cosa rispondere e neanche cosa pensare. Non ne abbiamo ancora parlato di questo fatto. È decisamente la serata più imbarazzante della mia vita.
"Okay papà, basta! Facciamo che ti arrangi per la cena uhm, che ne dici? Bene, siamo d'accordo. Buona serata, ciao ciao ciao" prende in mano la situazione Stiles, cacciando suo padre dalla cucina mentre quest'ultimo se la rideva tranquillo.
Abbiamo appena ordinato da Mc Donald's, ora siamo stesi sul suo letto in attesa che ci arrivi il cibo. Dopo la conversazione avvenuta poco prima con suo padre, non è più volata una mosca tra di noi. Guardiamo entrambi il soffitto bianco sopra di noi. Nella stanza c'è un silenzio strano, non è pesante, ma nemmeno rilassante. Non sappiamo cosa dire o cosa fare, e questo si sente. Si gira, rivolto verso di me e sospira. Volto la faccia nella sua direzione, senza però cambiare posizione del corpo.
"Ho una proposta" dice semplicemente. Annuisco in risposta, attendendo che lui continui.
"Vediamo come vanno le cose. Aspettiamo prima di dirlo ai quattro venti. Se vediamo che ci piace, possiamo anche ufficializzarlo, altrimenti troveremo una soluzione. Una cosa è certa: non voglio perderti. Per nessun motivo al mondo" ma cosa ho fatto per meritarmi una persona così. È talmente dolce, gentile, comprensivo, bello. Dio se è bello. Passerei ore solo a guardarlo.
Un ragazzo semplice, con i capelli castani e gli occhi che gli illuminano il viso. Penso che potrei perdermi a guardarli, non mi stancherei mai. Ho imparato a memoria ogni suo neo, ogni suo sorriso, ogni suo sguardo, ogni suo respiro. E lo adoro. Lo adoro per come si pone, per quello che pensa, per le piccole attenzioni che dà a me e alle persone che ama. Lo adoro perché cambia idea sempre, perché con lui non si sa mai come finirà la giornata. Lo adoro quando mi racconta quello che ha fatto durante il giorno, quando mi racconta i guai che ha combinato e sappiamo tutti che sono tanti. Lo adoro perché quando ama lo fa fino in fondo, non si risparmia, da tutto sé stesso, basti pensare a Scott e a tutto quello che abbiamo passato insieme. Lo adoro quando mi permette di stare con lui, dentro al suo mondo. E mi dà così fastidio questo grande "ma" che mi rimbomba nella testa. Non se lo merita. In che casino mi sto cacciando.
Qualcuno bussa alla porta e, dopo la risposta da parte di Stiles, vediamo il padre di quest'ultimo entrare con il nostro ordine. Iniziamo a mangiare, in un clima di gioia e spensieratezza. 
"Okay, senti questa..." si ferma qualche secondo per mandare giù il pezzo di panino che stava masticando e riprende a guardarmi.
"Sai perché quando il cielo è nuvoloso si deve contare solo fino a sette?" neanche tempo di finirla, che lo vedo già ridere. Ma come siamo finiti a raccontarci questo?
"Non lo so, e non so se voglio saperlo" lo sguardo un po' storta, sapendo che questa barzelletta finirà molto male e non farà ridere nessuno, all'infuori del diretto interlocutore.
"Perché altrimenti piove a dir... otto!" e come avevo immaginato, Stiles scoppia a ridere rotolando sul letto. Mi copro la faccia con le mani, cercando di dimenticare questa oscenità. Come ho già detto, non fa per niente ridere; ma vedere il pelato, che a momenti piange a causa della sua reazione esagerata, mi riempie il cuore di gioia.
"Dopo questa, me ne vado"
"No daiii, resta. Sopportami. E poi ERA BELLISSIMA QUESTA‼" mi ha preso delicatamente il polso quando ho fatto per alzarmi e adesso mi fissa ancora ridendo.
"Te ne racconto un'altra" mi tira verso di lui e ci stendiamo bene sul letto, buttando i vari recipienti e tovaglioli per terra.
"No, ti prego" la mia voce è uscita piuttosto disperata, ma in realtà non vedo l'ora che parli.
"Un signore chiede a un passante: Mi scusi, per andare al cimitero dove devo prendere l'autobus?" mi guarda come se si aspettasse che la conoscessi e che terminassi al posto suo. Poi alza le sopracciglia, mi lascia un piccolo bacio e continua.
"E il passante gli risponde: In faccia" dopo di che, ricomincia a ridere come un matto. Devo ammettere che è MOLTO squallida e, forse, anche un po' macabra, ma questa ha fatto ridere anche me.
Continuiamo così per tutta la serata. Tra stupide barzellette, tante risate e infiniti baci, le ore sono passate veloci. L'orologio appeso alla parete segna le 23:27.
"Stiles... posso dormire qui? Non mi va di tornare a casa dai miei." gli chiedo sconsolata. Sono veramente troppo appiccicosi i miei genitori. Da quando hanno cambiato lavoro, sono esageratamente opprimenti. Mi vietano qualsiasi cosa. Abbiamo combattuto tanto per le uscite di sera, e abbiamo trovato un'eccezione che, detta in tutta sincerità, mi va più che bene: finché sono con Stiles e Scott va bene, purché rispetti il coprifuoco stabilito, che tra l'altro scade tra esattamente 3 minuti. Prendo il telefono in mano, pronta già a scrivere a mia madre della mia variazione per la notte.
"Vuoi dormire... si insomma, tu vuoi dormire qui?" lo guardo all'istante e lo vedo molto nervoso e imbarazzato. Che abbia esagerato come sempre? Magari è presto? Perché mi vado sempre a incasinare!
"Ehm... se posso ovvio. Non voglio creare problemi. Sai che c'è? Vado a casa. Non ti preoccupare, dimentica la mia assurda richiesta. Io sono davvero stanca, il cervello non mi connette molto bene" mi esce una risata causata dall'imbarazzo che provo in questo momento. Sento le guance che mi bruciano e, pur di non farmi vedere in questo stato, inizio a prendere tutte le mie cose cercando di nascondermi sotto i capelli. Ma lui mi ferma e mi alza la testa, facendo incrociare i nostri sguardi.
"Mi farebbe piacere... se restassi intendo." non c'è malizia, non ci sono doppi sensi. Solo tanta dolcezza, affetto e voglia di coccolarsi. Ora come ora non desidero altro.
Mando veloce un messaggio a mia madre che, come se si aspettasse un mio avviso, mi risponde immediatamente e uno a Scott giusto per chiedergli come sta, ma quando non ricevo risposta, ripongo il telefono nella borsa. Ci mettiamo a letto. Inizialmente stiamo separati, sento il mio braccio destro a contatto con il suo. Nessuno dice niente, né tanto meno fa qualcosa. Poi, quasi come leggendoci nella mente, ci abbracciamo. Lui avvolge un braccio attorno alle mie spalle e mi accarezza dolcemente i capelli, mentre io mi accoccolo al suo petto tracciando dei disegni astratti su di esso. Ci rilassiamo entrambi e, dopo poco tempo, ci addormentiamo uno tra le braccia dell'altro.

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Siamo arrivati a scuola prima del previsto e, come al solito, ci appoggiamo al muretto davanti al parcheggio ad aspettare quel ritardatario di Scott. Questa mattina non sono proprio dell'umore giusto, sarà matematica alla prima ora? Molto probabile. Poi non so, ho una strana sensazione che non mi lascia tranquilla e direi che, con quello che abbiamo passato negli ultimi giorni, me lo posso permettere.
"A cosa pensi? Non hai detto una parola da quando siamo usciti di casa" mi domanda il pelato prendendo e giocando con la mia mano.
Provo ad elaborare un discorso sensato, ma come provo ad esporlo, ecco che il principino si degna di considerarci.
"Ehi ragazzi, scusate il ritardo" appena lo vedo vicino a noi, ritiro la mano da Stiles e mi siedo di fianco a quest'ultimo senza dire una parola.
"Scusa Betty se non ti ho risposto al messaggio ieri sera, ero crollato e l'ho visto solo questa mattina" sento lo sguardo di entrambi su di me, eppure continuo a guardarmi le scarpe cercando di rendermi invisibile. Devo andarmene.
"Non ti preoccupare. Io vado dentro, ho matematica alla prima e voglio ripassare un po' gli esercizi. Ci vediamo a pranzo" non aspetto nemmeno una loro risposta che già mi incammino. Sento un 'ma cosa è successo?' e un 'non lo so, ieri non era così' come risposta, ma ho deciso comunque di lasciar perdere e andare avanti con la mia strada.
Appena entro in aula mi siedo nel penultimo banco al centro. Con gli anni ho imparato che in questa posizione il professore non ti chiama mai, non capisco ancora il perché ma mi basta per non cambiare mai posto. Comincio a riguardare gli esercizi che il prof ci ha dato per l'altra volta e, vedendo tutti i miei punti interrogativi disegnati e le mie innumerevoli cancellature, mi dispero ancora di più e lascio decisamente stare. 
Velocemente la classe si riempie e neanche mi accorgo che Scott si è seduto alla mia sinistra, finché non mi chiama.
"Betty tutto okay?
"Certo, super carica e felice di iniziare questa fantastica lezione" gli rispondo semplicemente, concludendo con un sorriso più finto della voglia di insegnare di Harris, nostro professore di chimica. Non riesce a dire nient'altro che entra l'insegnante, chiamando alla lavagna il mio amico e Lydia per svolgere l'esercizio per compito. Vedo Scott guardarmi e mimarmi un "aiutami", ma ha decisamente sbagliato persona.
"Scott, non so fare niente. I miei esercizi sono tutti cancellati" gli sussurro, tanto so che mi sente comunque. 
Grazie al cielo la lezione finisce e alla fine il mio amico viene aiutato da Lydia, che ho scoperto essere una grande cervellona. L'avreste mai detto? Raccolgo le mie cose con calma e nel mentre lascio uscire i miei compagni, in modo anche da avere un momento di serenità. 
"Betty, posso chiederti un favore?" riconoscerei questa voce ovunque e poi lui è l'unico che mi chiama così.
"Dimmi Scott" alzo lo sguardo e lo trovo seduto nel banco di fronte al mio.
"Oggi ti va di venire da me dopo scuola? Non ho capito per niente il nuovo argomento di chimica e tu sei decisamente la migliore del corso. Ti pregooo!" mi guarda con quei suoi occhioni dolci, ed è impossibile restare impassibili. "Devo dirti anche delle cose e in più vorrei passare del tempo con te, è da un po' che non abbiamo uno momento nostro, mi manca." Mi guarda dritta negli occhi e giuro che il mio cuore ha fatto una capriola.
"Va bene, ci vediamo poi all'uscita" distolgo lo sguardo, raccolgo la mia borsa e vado dritta alla mia prossima lezione.

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Ho ancora 10 minuti prima della mia ultima lezione della giornata e sto raggiungendo Stiles e Scott in fondo al corridoio, che sembrano stiano scrutando lo sceriffo parlare con il preside da lontano. Cosa sta succedendo qui? 
Mentre mi dirigo verso di loro, vengo presa dal polso da Miss Lydia Martin.
"Allora, oggi vieni con me a fare un po' di shopping?" mi sfodera un bellissimo sorriso e mi porta di fronte al suo armadietto, dove prende i libri per la classe successiva.
"Facciamo domani? Oggi aiuto Scott in chimica
"Scott? Il moretto? Quel moretto?" incalza particolarmente "quel" e credo di sapere a cosa stia pensando. Dannazione alla tua intelligenza Lydia Martin.
"Siamo amici da una vita Lydia" alza altezzosamente gli occhi e so che ha capito perfettamente tutto.
"Se lo dici tu"
"Tu piuttosto? Nascondi la tua intelligenza dietro al lucidalabbra?" mi appoggio all'armadietto e osservo la sua espressione cambia totalmente. 
"Non so di cosa tu stia parlando. Studiare non fa per me" si lascia scappare una piccola risata e si guarda attorno, come per assicurarsi che nessuno stia ascoltando la conversazione.
"Tesoro, puoi fregare gli altri ma non me" le cito le identiche parole che lei mi disse qualche giorno fa in bagno e sembra proprio accorgersene. 
"Che rimanga tra di noi" mi prende leggermente il braccio e mi guarda dritta negli occhi.
"Come rimane tra di noi l'argomento di tu sai chi" non serve aggiungere altro. Entrambe sappiamo che mai avrei rivelato questa sua dote, anche se non è nulla di cui vergognarsi, e lei non avrebbe aperto bocca sui miei sentimenti troppo incasinati. 
"A proposito, avrei disperatamente bisogno di un aiuto in matematica? Che ne dici?" provo a fare gli occhi dolci, proprio come Scott fece con me per chimica, gesto che la fece sorridere e alzare gli occhi.
"Domani?"
"E lo shopping?
"Lo vuoi sì o no l'aiuto?"
"Sei la migliore!" e la stringo in un forte abbraccio, mentre lei si lascia scappare una piccola risata. In quel esatto momento ci raggiunge Jackson con un altro ragazzo della squadra di lacrosse.
"Beth, ti presento Josh. Josh, lei è la mia migliore amica Elizabeth" guardo stranita la ragazza al mio fianco e per non sembrare maleducata, stringo la mano al ragazzo di fronte a me.
"Piacere bellissima" mi lascia un bacio sulla mano, rendendo la situazione ancora più strana e imbarazzante di prima. In risposta mi limito a sorridere e ritiro subito la mano, pulendola sui pantaloni senza farmi vedere. Fortunatamente ci raggiunge Scott e, dopo che Lydia mi ha lasciato un pizzicotto sul braccio, gli altri tre si allontanano. 
"Ora devo andare a fare una cosa, ma ti aspetto nel parcheggio va bene?"
"Scott..." lo sguardo male e non c'è bisogno che continui. Sa bene quali sarebbero state le mie parole.
"Lo so, lo so, lo so, hai ragione. Ti prometto che sarà la prima e l'ultima"
"Sappiamo entrambi che questa è una bugia. Non fare promesse che non puoi mantenere." detto ciò, lo saluto con la mano e mi allontano, dirigendomi verso l'ultima lezione.

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Siamo nella camera di Scott ed è la quinta volta di seguito che provo a spiegargli l'argomento. Lui continua a fissarmi, come se fosse sul punto di dirmi qualcosa, ma puntualmente non esce nessuna parola. 
"Hai capito?" lo guardo stranita sperando in una risposta positiva, ma lo conosco troppo bene.
"Mi dispiace"
"Per cosa? Per essere così ignorante in chimica o per non avermi ascoltato per la quinta volta di seguito?" incalzo leggermente quel 'di seguito', l'ho già detto che oggi non è giornata? Bene. Se sono venuta qui per aiutarlo in chimica, perché cavolo non mi ascolta? O almeno non mi dice cosa non capisce nello specifico?
"Mi dovrei offendere?" sembra rifletterci su, mentre mi guarda confuso.
"Va bene Scott, pausa!" mi alzo della sedia, appoggiando il libro che avevo sulle ginocchia sulla scrivania, e mi butto sul letto.
"Comunque no. Cioè anche, ma non era proprio per quello. Intendevo altro." si blocca a fissarmi e vedendo, penso, la mia faccia confusa, continua "Mi dispiace. Per tutto. Per come ho trattato te e Stiles. Per le cose che ho detto. Ho sperato fino all'ultimo che fosse tutto un brutto sogno, che fosse solo frutto di uno shock, anche se percepivo il cambiamento in me. Sono stato così stupido. Voi volevate solo aiutarmi, come fate sempre, mentre io non volevo credervi." apprezzo queste sue parole. In effetti dopo quel pomeriggio a casa di Stiles non ne avevamo più parlato, non abbiamo avuto la possibilità di confrontarci e sono contenta che ora abbia tirato fuori l'argomento. Non porto rancore, per quello che è successo poi. "È da un po' di giorni che ci penso e non sopporto il fatto di averti ferito, di avervi ferito. Per non parlare di quando ho letteralmente quasi attaccato Stiles, con l'altro me" si siede a fianco a me e mannaggia a te Scott. Il mio cuore inizia a battere più veloce e spontaneamente la mia mente mi ricorda la scena dell'incubo avuto ieri, che alla fine non era proprio un incubo dato che stava succedendo anche nella realtà. O sì?
"Sì, lo so." 
"Te l'ha detto Stiles? Gli avevo chiesto di non dirti niente, volevo essere io il primo a raccontartelo" si scombina i capelli nervosamente e punta lo sguardo di fronte a sé. 
"Bhe... diciamo che me l'ha solo confermato. In realtà c'è una cosa che devo dirti, è un po' strana"
"Più strana dell'essere un lupo mannaro?" mi guarda con un sopracciglio alzato per poi smorzare la situazione con uno dei suoi spettacolari sorrisi. E sì amici, un po' ci sono rimasta.
"Touché! Comunque no, in sintesi stavo facendo il mio pisolino pomeridiano e ho fatto un sogno. Quello che succedeva nel mio sogno, stava tipo accadendo anche nella realtà. Ho visto voi sul campo, il tuo scontro con Jackson, i tuoi occhi cambiare colore, Stiles che ti portava negli spogliatoi e tutto ciò che è avvenuto dopo" non ho il coraggio di guardalo negli occhi, mi sento sempre così piccola di fianco a lui. Mi prende delicatamente la mano e me la stringe.
"Hai ragione, siamo due tipi strani" mi scappa una piccola risata e mi impongo di spostare lo sguardo su di lui.
"Ti batte forte il cuore" davvero perspicace Scott, complimenti. Ti meriti una medaglia. 
"Bhe, considerando che si trova nella mia cassa toracica, sì Scott, lo sento" stacco la mano dalla sua e mi alzo in piedi cercando di cambiare discorso prima che faccia qualche strana domanda.
"Dai vieni, riprendiamo chimica" non faccio in tempo a raggiungere la scrivania, che mi prende per il polso e mi stringe in un forte abbraccio. Quanto mi era mancato.

 

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Stiles entra in fretta e furia in camera di Scott, si piega sulle ginocchia prendendo grandi boccate d'aria. Cos'è, hai fatto il giro del mondo di corsa?
"Che hai trovato? Come l'hai trovato? Dove l'hai trovato? E si ho preso una pasticca per stare sveglio" cosa?
"Ho trovato qualcosa da Derek" gli risponde velocemente Scott mentre si alza in piedi e si avvicina al nostro amico.
"Okay, fermi tutti! Stavo tentando di spiegargli chimica, si può sapere di cosa stiamo parlando adesso?" 
"Sta mattina sono andato a casa sua. Nel bosco..." inizia a dire Scott
"Tu hai fatto cosa? Ma ti sei rincoglionito?"
"Qualcosa sepolto lì odorava di sangue" risponde con nonchalance, ignorando completamente il mio commento.
"Ma è stupendo! Cioè è terribile, il sangue di chi?" gli dà corda Stiles, che dopo un mio sguardo, cambia tono di voce e si passa una mano nei capelli.
"Non lo so, ma quando lo sapremo, tuo padre potrà arrestare Derek." Scott si mette faccia a faccia con il pelato e dopo avergli messo le mani sulle spalle continua "e poi cercheremo un modo per non farmi trasformare, perché non ho intenzione di saltare quella partita." Stiles gli sorride entusiasta e si danno il cinque.
"Quindi la prossima tappa è?" entrambi girano lo sguardo verso di me e, dopo avermi preso ognuno per un polso, saliamo in macchina.

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In 10 minuti arriviamo all'ospedale. Scott, appena trova la strada per l'obitorio, si avvia lasciando me e Stile nella sala d'attesa. 
"Ciao Lydia" sento il pelato e nel mentre appoggia una mano al muro per reggersi.
"Forse non ti ricordi di me. Sto dietro di te a biologia. Ah, comunque... ho sempre pensato che tra noi ci fosse un legame, mai espresso ovviamente" non riesco a vedere la mia amica, ma immagino già la sua reazione da 'badass'. È così sbagliato ridere? "Magari potremmo provare a conoscerci un po' meglio" vedo il mio amico passarsi una mano nei capelli e guardarsi attorno agitato.
"Un secondo, resta in linea" sento dire dalla rossa "Non ho sentito quello che hai detto, credi che valga la pena ripeterlo?
"No, scusa. Io mi siedo qui, tu telefona pure" si siede a fianco a me e prende casualmente un opuscolo sulle mestruazioni. 

 


 

"Tranquillo, passerà..." gli do una pacca sul ginocchio e cerco in tutti i modi di trattenermi dal ridere. Mi sento una così cattiva amica, ma andiamo la scena era davvero comica.
A un certo punto vediamo Lydia con Jackson, i quali, dopo essersi baciati, mi notato a fianco a Stiles e mi salutano. Una volta usciti, mi volto verso il pelato che ha una faccia piuttosto scocciata. Ci guardiamo per un secondo negli occhi e sì, abbiamo decisamente bisogno di parlare. Ad interrompere il momento è l'arrivo di Scott.
"Oh, Scott!" si alza immediatamente Stiles e io lo seguo a ruota.
"L'odore era lo stesso
"Sicuro?" gli chiedo.
"Si
"Ha sepolto l'altra metà del corpo nella sua proprietà. incredibile" scuote la testa, alternando lo sguardo tra me e Scott.
"Ora finalmente abbiamo le prove" riprende Scott.
"Io dico di usarle" inizia ad incamminarsi Stiles verso l'uscita 
"Come?" chiede Scott mentre lo segue con me al suo fianco. 
"Prima dimmi una cosa: fai tutto questo perché vuoi fermare Derek o perché ti ha detto di non giocare a Lacrosse?" ci fermiamo tutti e tre e ora gli occhi sono tutti sul nostro amico lupo.
"Aveva dei morsi sulle gambe Stiles, dei morsi
"Okay, ora ci serve una pala." usciamo definitivamente dall'ospedale e, per la centesima volta, saliamo in macchina.

************************

È un pessimo piano. È un piano davvero orrendo. È un piano che non ha un cavolo di senso. Siamo tutti e tre nella jeep di Stiles, nascosti dietro diversi alberi, davanti a casa di Derek Hale. Devo davvero ribadire che è un piano terribile? In più è piena notte, siamo circondati dal bosco e dal buio. Vediamo il proprietario della casa salire in macchina e andarsene, e di certo i miei due eroi non perdono tempo. Scendono con tutta l'attrezzatura per scavare, che hanno trovato in casa, e ci avviciniamo verso il punto che ci indica Scott.
"Aspetta, c'è qualcosa di diverso" ci ferma proprio quest'ultimo.
"Diverso in che senso?" chiedo cercando di rendermi utile, al posto di lamentarmi sempre.
"Non lo so" camminiamo fino ad arrivare alla presunta 'tomba'
"Dai facciamolo e basta" prende l'iniziativa Stiles, cominciando a scavare. Dopo un po' di lavoro mi guardo attorno preoccupata. Ricordate il brutto presentimento? Ecco, ora mi sta letteralmente divorando lo stomaco. 
"Ci stiamo mettendo troppo" si ferma Scott guardandosi attorno.
"Continua a scavare" risponde Stiles continuando a sterrare. 
"Ragazzi ho una pessima sensazione. Che facciamo se torna?" domando preoccupata.
"Ce la squagliamo" ribatte tranquillo il pelato.
"E se ci prende?" continua Scott al mio posto, facendo fermare tutti. 
"Ho in mente un piano" ci comunica Stiles.
"Sarebbe?" domanda realmente interessato Scott.
"Tu corri da una parte, tu da un'altra e io dall'altra. Chi viene preso prima si arrangia
"Che razza di piano è? È ancora più orrendo di questo" dico indicando la buca che si trova sotto i nostri piedi.
"Okay, fermi fermi" ci informa il pelato iniziando a scavare con le mani. Riusciamo a trovare un sacco, legato da tantissimi nodi e subito cominciamo a slegarli.
"Sbrigatevi" ci mette fretta Stiles.
"Ci provo, accidenti doveva fare proprio novecento nodi?" risponde leggermente in panico Scott.
"Ci penso io" gli prendo il nodo che aveva in mano e velocemente slego anche gli altri. Grazie cuffiette per gli anni di pratica. Apriamo il sacco e quello che si trova all'interno mi fa indietreggiare spaventata, mentre con le mani mi copro gli occhi. Dentro al sacco vediamo infatti la testa di un lupo. 
"Che accidenti è?" urla impaurito il pelato.
"È un lupo" complimenti Scott, Mister Ovvio è qui tra noi.
"Sì, questo lo vedo. Ma non avevi fiutato del sangue. Sangue umano" lo rimprovera Stiles non riuscendo a staccare lo sguardo dalla 'cosa'.
"Vi avevo detto che era diverso" si giustifica il lupacchiotto, cercando di focalizzarsi su altro.
"Questo non ha senso, dobbiamo andarcene" quasi li prego per farlo. Mi sono allontanata dalla fossa e l'occhio mi cade su un fiore particolare, che mi sembra di aver già visto.
"Si. Scott aiutami a ricoprirlo" e mentre i miei due amici si occupano della testa, io mi avvicino alla piccola pianta. Le ricerche con Stiles. Ecco dove l'ho già visto.
"Stiles!"
"Che c'è?" mi domanda, dandomi la massima attenzione.
"Può essere quel fiore?" lo vedo avvicinarsi e abbassarsi per osservarlo meglio.
"Ma di cosa state parlando? È solo un fiore" ci guarda stranito Scott, mentre aspetta Stiles per finire il lavoro. 
"Credo proprio tu abbia ragione Beth. Penso sia strozzalupo" mi conferma il pelato al mio fianco.
"Cosa sarebbe?" ci chiede confuso il nostro amico.
"È.... non hai mai visto l'uomo-lupo?" gli domanda Stiles guardandolo stranito.
"No" risponde l'altro negando anche con la testa. Lascio i miei due amici discutere su vari film mannari e riporto la mia attenzione al fiore, come lo alzo, noto che attaccata si trova una corda. Lo faccio presente anche agli altri due e quando sento il loro sguardo su di me e sull'oggetto che ho in mano, tiro la corda scoprendo che questa forma una sorta di spirale nella terra, che una volta terminata si illumina di un forte colore rosso. Vi prego ditemi che ho le allucinazioni. Scott si alza stupito e si allontana leggermente dallo scavo. 
"Ragazzi..." ci dice continuando a guardare sconvolto la buca. Ci avviciniamo velocemente a lui e, con disgusto e dispiacere, troviamo l'altra metà mancante del corpo. Mi appoggio sconsolata alla spalla di Scott e distolgo lo sguardo da quella povera ragazza.
La mattina dopo arriva la polizia che è venuta a prender Derek a casa sua, dopo che abbiamo fatto la denuncia. Io e Scott siamo appoggiati alla macchina di Stiles che osserviamo tutta la scena. Vedo Derek mentre guarda il ragazzo al mio fianco e, dopo che gli mettono le manette, lo fanno entrare dentro la macchina. Entrambi notiamo Stiles avvicinarsi alla macchina, mentre ci fissa e ci fa segno di stare zitti. Cerchiamo in tutti i modi di dissuaderlo, ma lui entra comunque nel posto del passeggiero. 
"Stiles" prova a urlargli Scott, ma ormai lo vediamo mentre prova a parlare con Derek. 
"Non ci credo" sospiro stanca, appoggiandomi con entrambe le mani alla macchina. Il mio amico si gira verso la mia direzione e mi poggia una mano sulla schiena in segno di supporto. Immediatamente mi partono mille brividi per tutto il corpo, e averlo al mio fianco mi dà così tanta pace e serenità. Intravedo Noah dirigersi verso Stiles e tirarlo fuori. Per la prima volta dopo tutta la nottata appena passata, prendo in mano il telefono notando le miriadi di chiamate e messaggi da parte dei miei. Sono fottutamente morta. Scott, che era ancora al mio fianco, mi guarda tra il preoccupato e una persona che sta per ridere a crepapelle. Semplicemente mi mima un 'buona fortuna' mentre mi allontano per chiamarli. Dopo neanche due squilli la voce di mia madre mi invade l'orecchio sinistro.
"Elizabeth Rosaline Gray! Si può sapere che fine hai fatto? Ti abbiamo mandato centinaia di messaggi e lasciato non so quanti messaggi in segreteria. Ti sembra il modo di sparire per tutta la notte senza avvertire nessuno. Stavamo per venirti a cercare, poi ci ha contattati una certa Lydia Martin dicendoci che dormivi da lei. Potevi avvisare signorina. Eravamo preoccupati che ti fosse successo qualcosa, questa città non è così tranquilla come tu e i tuoi amichetti credete, sai. Quando tornerai a casa faremo meglio i conti. Mi sono spiegata?!" non sono riuscita a fermarla, o almeno non ho osato. Come mi ha risposto, ha iniziato tutta la ramanzina senza neanche prendere fiato. Anche se più che preoccuparmi per la mia punizione di quando tornerò a casa, mi ha lasciato solo tanta curiosità e punti di domanda. Lydia mi ha protetta? Come faceva a sapere dove fossi o cosa stessi facendo? E cosa intendeva quando ha detto che questa città non è tanto tranquilla? Che sappiano di Scott? O di più? 
"Scusami tanto mamma, sto prendendo un taxi adesso. 20 minuti e sono a casa e vi racconterò tutto, lo prometto" rispondo velocemente prima che si arrabbi ulteriormente. Dopo un "sarà meglio" chiude la chiamata, lasciandomi incollata con il telefono vicino all'orecchio. Direi che in questa nottata abbiamo compreso tutti che i miei brutti presentimenti, oltre che esseri veri, possono pure peggiorare. Mi prendo altri due minuti per pensare a una scusa plausibile da raccontare e per respirare più aria fresca possibile. Ho così tante emozioni che mi invadono il corpo, la testa, il cuore, che quasi non respiro. Sento gli occhi pizzicare e, quando sento qualcuno abbracciarmi da dietro, li chiudo cercando di non far peggiorare la situazione. 
"Tutto okay Betty?" sono certa abbia sentito tutta la telefonata. 
"Si, tutto bene. Devo tornare a casa." lo sento semplicemente annuire e, dopo avermi stretta un'ultima volta, ritorna alla macchina lasciandomi tempo per ricompormi. Una volta raggiunti, saliamo in macchina e imbocchiamo la strada di casa. All'inizio regna il silenzio, poi Scott prende parola chiedendo tutto ciò che avevamo scoperto sullo strozzalupo e perché fosse piantato vicino al corpo della lupa. 
"Nessuna informazione sullo strozzalupo come fiore sepolcrale." ci informa il lupacchiotto con il telefono in mano.
"Continua a cercare." gli risponde Stiles, lanciandomi qualche occhiata dallo specchietto retrovisore.
"Magari è un rituale. Forse è così che si seppellisce un lupo mannaro. O magari è un'abilità speciale, qualcosa che devi imparare." ipotizzo sia per non far creare nuove idee strane, sia per dar un segno ai miei amici che mi sono tranquillizzata.
"È nella lista delle cose da fare" mentre il pelato parla, vedo che Scott sta iniziando a comportarsi in modo strano "Sotto a capire come riuscire a giocare stasera." alza leggermente gli occhi per poi tornare a prestare attenzione alla strada, poi continua "per le ragazze lupo mannaro sarà diverso.." non fa in tempo a finire che Scott lo interrompe.
"OKAY, smettila
"Di fare che cosa?" domanda ingenuamente il ragazzo alla guida.
"Di dire 'lupo mannaro', ti diverte così tanto? Basta!" vedo Scott prendere grandi boccate d'aria e aggrapparsi con le mani a qualcosa di stabile.
"Stai bene?" gli chiedo decisamente preoccupata per il mio amico.
"No, non sto bene. Non sto bene per niente." mi risponde con molto affanno.
"Alla fine dovrai accettarlo Scott, prima o poi..." continua tranquillo Stiles senza notare minimamente le condizioni del ragazzo al suo fianco. Sta solo che peggiorando. 
"Non riesco
"Stiles, io penso che stia male fisicamente. Non per l'argomento della conversazione!" poggio una mano sulla spalla di Scott tentando di tranquillizzarlo e lui si aggrappa al polso stringendomelo con forza.
"No. Non riesco a respirare" Stiles inizia a sbandare un po' "Ti prego, accosta" continua Scott, facendo cadere l'occhio nello zaino di Stiles dove trova lo strozzalupo. "L'hai tenuto?" appoggio la mia mano libera su quella di Scott, mi sta davvero frantumando il polso e provo un dolore insopportabile.
"Che cosa avrei dovuto farci?" chiede Stiles nel panico come tutti in quella macchina. 
"FERMA LA MACCHINA" e come vediamo gli occhi gialli, ci blocchiamo tutti. Stiles spaventato frena di botto, esce veloce dalla macchina portando lontano lo zaino e lanciandolo poi via. Nel mentre vedo Scott barcollare fuori dalla macchina e quando esco per raggiungerlo, inizia a correre in mezzo al bosco. Presa dal panico e dalla paura di non so più neanche di cosa, cerco di stargli dietro. Davvero pessima idea Elizabeth! Sento di star sudando esageratamente e le gambe non mi reggono più. È la seconda volta che corro così tanto per un ragazzo, non dovrebbe essere il contrario? I miei capelli, a causa del vento, mi finisco davanti al viso e quando vado per scostarli, inciampo in una radice e crollo rovinosamente a terra. Mi porto una mano alla bocca per tentare di contenere i versi di dolore. Sento la caviglia pulsarmi incessantemente e non so cosa fare. Resto seduta per non doverla sforzare e nel mentre provo ad urlare il nome di entrambi i miei migliori amici, che a quanto pare sembrano avermi completamente abbandonata. Dopo cinque minuti di assordante silenzio, mi alzo e appoggiandomi ai vari tronchi mi incammino verso la strada, con la speranza che Stiles non mi abbia lasciata a piedi. Di sto passo arrivo domani a casa, fortuna che dovevano essere 20 minuti di taxi. A un certo punto sento il rumore di rametti spezzati e presto mi trovo con un braccio attorno al collo del mio migliore amico e il suo a cingermi il fianco. Lo ringrazio a bassavoce, anche se può sentirmi perfettamente. Ma più di tutto ringrazio che non abbia fatto cazzate, perché ne abbiamo combinate già troppe. Arriviamo velocemente alla macchina e senza proferire altre parole, mi accompagnano a casa. Mi aiutano a scendere e come poggio piede per terra vedo i miei che corrono in mio soccorso. Mio padre mi prende in braccio portandomi in casa, con mia mamma che mi riempiva di domande. Come mi poggia sul divano, vedo due persone sconosciute.
"Tesoro, loro sono Victoria e Chris Argent. Volevamo presentarteli, ma date le tue condizioni è meglio se vai a letto"
"Argent hai detto?" domando subito incuriosita, mentre mi alzo con l'aiuto di mio padre.
"Sì, ci siamo già conosciuti?" mi risponde questa volta Chris.
"Oh no, io... ehm, conosco Alison. Abbiamo diverse classi insieme e siamo amiche" gli sorrido e quando mi ricambiano, li saluto e mi faccio portare in camera.

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Per fortuna, con un po' di ghiaccio e tante bende a tenerla ferma, la caviglia è tornata più o meno a posto mentre, per quanto riguarda il polso, lo copro con diversi strati di garza per nasconderei i piccoli lividi e tagli che gli artigli di Scott mi hanno lasciato. Questa sera si terrà la tanto attesa partita di Lacrosse. Diciamo che il piano 'cercare di non far trasformare Scott in lupo mannaro' non è ancora stato completato, ci stiamo lavorando certo, ma ci sono ancora dei problemi tecnici. E per 'problemi tecnici' intendo che non abbiamo proprio idea di dove iniziare e come fare. Se c'è una cosa che non proprio condivido, ma che mi faccio andare bene comunque, è che per noi la speranza è alla base di tutto. Alla domanda 'come riusciamo a far giocare Scott alla partita senza che si trasformi e attacchi qualcuno?', la risposta è stata rispettivamente 'speriamo vada bene'. Siamo dei grandi. Sto aspettando sulle tribune che questa serata passi il più in fretta possibile, quando vedo entrare in campo Stiles e poco più dietro Scott che sta parlando con Lydia. Mi faccio notare dei miei amici e, dopo che mi lanciano uno sguardo preoccupato, alzo in alto i pollici e cerco di fare una faccia incoraggiante, per quanto possibile. 'Ci riuscirai, okay?! Io credo in te, so che puoi farcela" sussurro in direzione del mio amico lupo che con un sorriso forzato entra in campo.
La partita è iniziata da neanche 15 minuti ed è già un disastro. Non è così difficile notare le ostilità che regnano sul campo, in particolare all'interno della nostra squadra. Infatti nessuno sta passando la palla a Scott, l'unico in grado di fare punto. Che branco di incapaci. Quando la palla è per terra, il mio amico e Jackson si buttano su di essa, ma è quest'ultimo ad avere la meglio che, dopo aver buttato a terra Scott, prende la palla e fa gol. La tribuna inizia ad esultare, ma purtroppo non riesco a fare lo stesso. Il pensiero ricade sempre sul mio amico e su quello che può aver causato all'altro lui. Lydia mi passa un cartellone e non bado neanche a vedere cosa c'è scritto. I miei occhi sono incollati su Scott, che vedo agitarsi dopo essere stato isolato dalla squadra. In un momento in cui la palla vola in aria, il mio lupo salta per prenderla e, schivando tutti gli avversari, fa gol. Immediatamente lascio il cartellone e, insieme a tutti quelli della tribuna, esulto. Io e Stiles ci guardiamo per un secondo, quanto basta per capire la verità su quanto appena accaduto. 

 


 

"Vai Scott! Così! Non mollare!" continuo a gioire per il mio amico che sta procurando alla squadra parecchi punti. Se tutto questo poteva sembrare normale e lui un semplice giocatore molto bravo, la parte strana arriva quando gli avversari spontaneamente passano la palla a Scott, che corre verso la porta schivando gli altri rivali e portando a casa un altro punto. La tribuna e la panchina dei nostri giocatori sono in fibrillazione. Ultima azione. Scott ha la palla. Fermo non molto distante dalla porta. Vedo Stiles alzarsi in piedi. "Oh andiamo! Puoi farcela. Scott, puoi farcela" si volta nella mia direzione e finalmente tira la palla, facendo gol. I tifosi scoppiano in un boato, mentre velocemente entrano in campo per congratularsi con la squadra. Rincorro, nelle mie limitate agilità, Scott che sta scappando verso gli spogliatoi. Quando entro trovo il casco lanciato a caso e dei frammenti di specchio per terra vicino ai lavandini. 
"Scott! Scott, sei qui?" inizio a girare tra i vari armadietti in cerca del mio amico.
"Scott, ti prego" sento vari rumori inquietanti e mi sto leggermente spaventando. 
"È tutto okay Scott" gli dico dopo averlo visto appoggiato al muro della doccia. Il cuore inizia a battere forte e mi sta salendo giusto un po' di panico. Non so cosa fare. Non so cosa dirgli. E se mi attacca? Sono gracile e del tutto incapace di difendermi. Mi avvicino cautamente e gli tocco piano la spalla. Così opto per essere una semplice amica. Cerco in tutti i modi di reprimere la mia ansia in questo momento e i pensieri sulla sua figura trasformata, e semplicemente mi congratulo con lui per la sua prestazione in campo. Sperando che funzioni.
"Scott va tutto bene. La tribuna era entusiasta. Tutti avevano gli occhi puntati su di te. Tutti ti ammiravano. Sei stato spettacolare. Sei un campione Scott." non faccio in tempo a dire o fare altro che sento qualcuno arrivare da dietro e, quando mi giro, vedo Alison con il fiatone. Anche il mio amico sembra accorgersene, infatti si gira e senza aggiungere altro me ne vado, lasciandoli soli. Esco il più in fretta possibile, non riesco a reggere quella situazione. Il fiato si fa più corto, i miei occhi piano si riempiono di lacrime e il mio cuore un po' si ferma per poi riprendere a mille. In che casino mi sono messa. Fra tutte le persone, fra tutti gli studenti, proprio lui e proprio lei. A volte mi sento come se mi trovassi dentro un film comico o, peggio ancora, in quelli dove c'è la sfigata di turno che si innamora del migliore amico, ma lui ha occhi solo per la nuova arrivata nonché nuova amica della sfigata. Devo decisamente finirla di immaginarmi la mia vita come uno stupidissimo film. Sono talmente immersa nei miei pensieri che non noto nemmeno Stiles in piedi al mio fianco. Una volta alzata non riesco a fare altro, che subito vengo stretta dalle sue braccia. Ancora una volta, senza neanche dire una parola, Stiles mi ha capita. 
Il pelato entra in fretta dentro gli spogliatoi e, dopo un profondo respiro, lo seguo. Appena Alison ci vede si allontana da Scott e si avvia verso l'uscita. La saluto con un sorriso che lei ricambia. In fondo non è colpa sua, non è colpa di Scott, non è colpa mia. Semplicemente si provano sentimenti. E c'è sempre chi gioisce e chi soffre. E i ruoli vengono assegnati solo con la fortuna. Pensandoci: io ho avuto una vita intera per scegliere il mio posto con lui, stupidamente non ho mai colto l'occasione. La chiamiamo paura? Orgoglio? Idiozia? Comunque sia, ormai è troppo tardi.
"Il medico legale ha analizzato l'altra metà del cadavere. Il medico legale ha stabilito che l'assassino è un animale. Derek è umano, non un animale. Derek non è l'assassino. Derek esce di prigione." ad interrompere, nuovamente, i miei pensieri è sempre Stiles.
"Stai scherzando?" chiede scioccato e confuso Scott.
"No, e senti la brutta notizia: hanno identificato la ragazza, tutte e due le parti. Il nome è Laura Hale, la sorella di Derek." conclude il discorso il pelato. Mi scompiglio i capelli nervosamente, questa proprio non ci voleva. E ora cosa facciamo?

 

  
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