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Autore: Elgul1    12/09/2020    5 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Sakamoto osservava, con occhio attento, la spedizione che, a breve, sarebbe partita. Solitamente usava una dozzina di soldati e al massimo due o tre ronin esterni dalla corte per cui stava lavorando ma, visto chi doveva trasportare, aveva optato per una ventina di soldati più due tra i samurai più forti di Sorachi come ulteriore garanzia e, per questo viaggio, non erano stati previsti altri mercanti o altri cittadini itineranti sia per avere più manovra d'azione sia per escludere potenziale spie nemiche tutto era stata deciso e scelto dallo stesso capo mercante che adesso appuntava mentalmente tutto quello che aveva programmato.
 
" Siete pronti?" Domandò una voce alle sue spalle e che riconobbe immediatamente e che lo distolse dai suoi pensieri.
" Si, nobile Shige-sama." Mormorò mentre si voltava verso di lui.
" Abbiamo già disposto gli uomini della lettiga e, le merci degli scambi, sono già state preparate da questa mattina presto. Abbiamo organizzato un carro che sarà guidato da un mio uomo di fiducia." Gli spiegò indicando i manovali che stavano sistemando le ultime merci per alcuni scambi che aveva concordato in precedenza nel paese in cui si sarebbero recati.
 " Ottimo..." Mormorò con un largo sorriso il damyo mettendo una mano sulla spalla del suo sottoposto. " Ti affido mia sorella e, se ci fosse qualsiasi problema, non esitare a spedire un messaggero il più velocemente possibile." Aggiunse con un tono stavolta più serio.

Nonostante la loro fosse una semplice missione diplomatica i rischi di agguati oppure di tradimenti potevano giungere in qualsiasi istante e sconvolgere anche un semplice accordo verbale come il loro.

 " Il Generale non è tipo da fare cose simili..." lo rassicurò il mercante che aveva parlato con lui in quei giorni. " E' un uomo di parola però, per sicurezza, terrò gli occhi aperti." Aggiunse anche lui sorridendo mentre notarono Hijikata e Kondo dirigersi a predisporre le guardie della carovana.
 " Ha parlato con Gintoki?" Gli sussurrò cercando di non farsi sentire Sakamoto.
" Si e, per adesso, ho deciso di esonerarlo dal servizio." Gli rispose con lo stesso tono. " Oltre a dare di matto qui mi ha tenuto segrete alcune cose e usato, impunemente, alcuni miei sottoposti. Non potevo non punirlo." Spiegò ancora Shige stavolta serio che ricevette un cenno col capo dal mercante.
 " Comprendo appieno mio signore però, se i suoi timori fossero fondati, anche lei stia attento." Gli suggerì Sakamoto con un tono preoccupato mentre vide arrivare la sorella di Shige che, dopo aver fatto un cenno di saluto ai due uomini, entro dentro il trasporto chiudendo il telo. Il mercante e il damyo si fissarono per qualche istante poi, il nobile, chinò la testa verso Sakamoto lasciandolo di stucco.
 
 " Vi auguro buon viaggio Sakamoto-dono. Abbiate cura di voi stesso e della compagnia." Dichiarò con un tono d'augurio. Sakamoto lo fissò per qualche istante per poi ricambiare.
" Se sarà necessario darò la mia vita per proteggerli tutti." Affermò convinto per poi congendandosi e, mentre la carovana con lui in testa partiva, alcune paia di occhi osservarono la diligenza partire per poi dileguarsi e prepararsi alla loro mossa.
 
 
-
 
 
Zoro aprì le palpebre dei suoi occhi lentamente. Sentiva un cerchio alla testa notevole più di quanto avrebbe avuto se si fosse sbronzato come faceva di solito e, quando fece per toccarsi il punto che gli doleva, senti una fitta lungo tutto il braccio destro. Girò lo sguardo notando un punto violaceo sull'avambraccio  che arrivava fino alla spalla e, scorrendo su tutto il corpo, ne notò altri in più punti dove, quel bastardo del bianco, lo aveva colpito con una violenza più che notevole nonostante usasse solo un dannato fodero.
 
- Direi che mi ha ridotto più che a uno straccio.- Riflettè mentre cercava di mettersi seduto aldila del dolore che avvertiva.
 " Ben svegliato." Rispose una voce femminile con il suo consueto tono acido e scontroso.
 " Grazie, Nami." Borbottò sapendo, perfettamente perché lei era lì.
" Allora, dimmi un'po..." Prese a dire la giovane donna in piedi e con le braccia incrociate sotto al seno del suo kimono rosso. " Ti sei divertito a farti pestare ieri e a farti pubblicita?" Chiese ironica e con un cipiglio che, a Zoro, nonostante volesse apparire minaccioso, risultava fiacco.
 " No, non mi è piaciuto affatto e tranquilla quel tipo non sa niente di voi." Replicò ributtandosi giù.
" Ma ti rendi conto che ti sei messo a insultare il guardia spalle del Damyo?!" Urlò per la casa Nami. " Siamo stati fortunati che, quel tipo, non volesse denunciarti oppure ammazzarti altrimenti adesso saresti in prigione oppure su una picca razza di decelebrato." Aggiunse infuriata mentre la porta scorrevole si aprì e mostrò i capelli corvini di Rufy con una faccia seria sul viso.
 
 
" Nami, lasciami solo con lui." Ordinò il capo banda perentorio con un tono che non ammetteva repliche. Lo sguardo della ragazza saettò fra lui e lo spadaccino dai capelli verdi poi, senza dire altro, uscì dalla stanza chiudendo di botto la porta e urlando a Sanji e gli altri di preparare il pranzo. Ci fu silenzio nella stanza interrotto solo da Rufy che, si metteva seduto sul tatami incrociando le gambe e fissando il verde.
 
" Come ti senti?" Chiese Rufy spezzando quella tensione che c'era fra loro due.
 " Potrei stare meglio." Ammise Zoro con sincerità. " Quel tipo picchia veramente forte..." Aggiunse mentre fissava il soffito sopra di lui. " Era di tutt altro livello rispetto a me." Concluse ammettendolo perché, in cuor suo, sapeva che era questo che Rufy voleva. Il moro aveva aiutato a scontrarsi col bianco sapendo quanto per lui fosse importante e, poi, quando aveva rifiutato lo scontro, se ne sarebbe andato come gli aveva consigliato Rufy ma non aveva voluto dargli ascolto.
 
 " Questa volta siamo stati fortunati Zoro questo devi saperlo..." Prese a dire Rufy sincero. " Quel Gintoki Sakata avrebbe potuto ucciderti sei vivo solo per un suo capriccio e anche per un'altra questione." Aggiunse senza dire l'altra verità che Sakata aveva detto.
" Quale altro motivo?" Domandò confuso Zoro.
" Non te lo posso dire." Rispose Rufy alzandosi in piedi. Se lo avesse detto la reazione del verde sarebbe stata eccessiva tanto da farlo uscire per cercare vendetta contro il bianco
. " Non puoi tirare il sasso e poi ritirare la mano Rufy!" Sbottò mettendosi seduto. " Che altro ti ha detto?" Chiese quasi ringhiando stavolta.
Rufy si girò a fissarlo poi, rispose:" Ha detto una cosa che, forse, dovresti capire da solo senza che sia io a dirtela." Concluse prima di richiudere la porta lasciandolo solo coi suoi dubbi.
 
 
-
 
 
Miroku fissava Inuyasha con un'espressione dubbiosa sul viso. Quella mattina, durante i loro compiti in comune, il giovane nobile aveva raccontato alla spia di aver visto Kagome proprio lì nella residenza di Jiraya e, questa cosa, faceva nascere dei veri dubbi nell altro moro che si era chiuso in se stesso come per riflettere.
 
 " Ehi, mi vuoi dire che hai adesso?" Chiese Inuyasha stufo di quel silenzio e quello sguardo puntato su di lui da più di cinque minuti.
" Scusami ma, stavo riflettendo." Dichiarò Miroku riscuotendosi.
" Su come portare via Kagome o altro?" Domando di rimando il moro. Quello scosse la testa.
" Aldila di salvare lei non mi aspettavo un simile sviluppo all'interno di Sorachi." Prese a dire facendo il vago e facendo uscire un'espressione più che confusa sul volto dell amico.
" Sai bene che, se mi fai discorsi simili, non ci capisco un cazzo perciò si chiaro ti prego." Lo supplicò Inuyasha. Miroku sospirò quasi afflitto della incapacita di riflettere del suo interlocutore.
" Se Kagome è qui vuol dire che, anche Sadasada e suo figlio si trovano in questa residenza forse in un'ala più privata per essere occultati da possibili alleati dell'attuale damyo Shigeshige presenti in questa residenza..." Iniziò a spiegargli con una voce lieve per non essere ascoltata. " Perciò, in questo preciso istante, si sta tramando per togliere di mezzo l'attuale damyo e di far rientrare loro come nuovi dominatori della regione." Concluse cercando di essere il più chiaro e coinciso possibile.

 " E a noi cosa c'e ne importa l'abbiamo trovata adesso prendiamola e andiamocene." Replicò Inuyasha per niente interessato alla politica di quella regione.
" Forse non hai capito cosa sta accadendo..." Mormorò l altro cercando di mantenere la calma per non strangolare l amico. " Se fosse davvero un colpo di stato cosa credi che faranno quei due una volta ripreso il potere? Se ne staranno buoni e tranquilli a godersi il loro rinnovato paese? Non credo proprio." Aggiunse cercando di fargli capire cosa intendesse dire.
" Vorresti dire che ci rifaranno guerra? Nonostante la batosta ricevuta?" Sbottò Inuyasha. Ricordando come, le forze del proprio paese, erano riuscite a ricacciare le forze di Sorachi quella volta.
" Forse non subito infondo il paese dovrà essere stabilizzato ma, una volta ripreso il controllo, potrebbero volerci riprovare e, non sappiamo, se Sadasada ha preso accordi con altri damyo per usare Sorachi come testa di ponte. E' un rischio grosso che non possiamo togliere." Gli spiegò piuttosto preoccupato di quella possibilità che, se si fosse concretizzata, avrebbe reso il loro paese si forte militarmente ma molto più esiguo di altri, una facile preda nonostante la guida del Generale. " E, riguardo a salvare Kagome, al momento potrebbe essere più che difficile." Aggiunse.
" Non vedo la difficoltà basterà che noi ci presentiamo davanti a lei oppure gli mandiamo un messaggio nascosto e c'e la potremmo filare." Rispose più che convinto Inuyasha.
 " Dubito che permettano a chiunque di avvicinarsi a lei essendo un ostaggio di tale importanza. Sicuramente avrà sorveglianti che, in questo momento, cercano di non destare sospetti cosa credi che faranno se vedranno qualcuno esterno avvicinarsi a lei? Così di punto in bianco?" Rincarò la dose stroncando sul nascere qualunque idea da parte dell amico rimasto di sasso e impossibilitato a dire chissà che. " Dobbiamo fare un punto della situazione prima di poter agire in maniera concreta su tutto." Cerco di dire per tentare di tirarlo su di morale. L'aveva ritrovata nel modo migliore e peggiore allo stesso tempo pensavo di dover viaggiare chissà dove e, invece, lei era apparsa lì come voluta dal destino e, comprendeva come adesso lui volesse portarla via da lì. Inuyasha emise un sospiro pieno di frustrazione. - essere così vicini eppure ancora così lontani.- Pensò fra sè e sè. " D'accordo, faremo come vuoi Miroku." Concluse infine sapendo che, forse, il giudizio e la guida dell amico, erano la cosa migliore.
 
 
-
 
 
Itachi camminava all'interno del boschetto a passo sicuro. Dietro di se sentiva i passi strascicati dei soldati che, sotto l'ordine di Utsuro, dovevano assistere lui e Kisame in quella parte del suo piano.
 
" Dimmi un'po ma sei già stato a Sorachi?" Chiese Kisame che fissava attorno a se gli spessi alberi che li circondavano e disseminati qua e là di piccoli sentieri che si perdevano al suo interno.
" Solo una volta quando ero un semplice genin." Gli rispose brevemente con un tono serio che, il collega, conosceva fin troppo bene dopo tutti quegli anni.
" Perché stiamo camminando a questo passo lento? Potremmo andare molto più spediti se usassimo le strade normali oppure cavalli." Mormorò Kisame.
" Se lo facessimo potremmo risultare sospetti invece..." Allargò le braccia per indicare la fitta vegetazione che li circondava. " Usando la boscaglia e aspettando più avanti tenderemo un'imboscata come un semplice gruppo di banditi." Gli spiegò stavolta ricevendo un cenno d'intesa. " Direi che, quel tipo, ne inventa di ogni per questo complotto." Ammise con un velo d'ammirazione nella voce. " lavorare per lui penso sarà il miglior incarico che potrò mai avere." Aggiunse eccitato lo spadaccino.
" Sempre se ne usciamo vivi." Disse Itachi incrinando il suo entusiasmo. " Perché sei così disfattista? Infondo abbiamo dalla nostra Utsuro-sama e i suoi allievi non mi sembrano per niente tizi nati ieri." Replicò più che sicuro di quello che stava dicendo. Itachi si fermò lungo il sentiero e con lui l'intero gruppo di uomini al suo comando.
 " Kisame..." prese a dire voltandosi verso di lui e fissandolo serio. " Un colpo di stato non è una bazzecola come quella di uccidere un nobile, derubare un tempio o simili..." Prese a dire in un modo che lasciò abbastanza stupito il colosso. " Vuol dire avere contro uomini pronti a sacrificarsi per il proprio signore e, vuol dire anche, portare alla fame un'intero paese per soddisfare i desideri di colui che vuole soppiantare l altro..." Continuò a dire. " Non sarà facile perciò, a mio modesto parere, il piano di Utsuro potrebbe fallire." Concluse per poi rimettersi in marcia senza nemmeno sentire la replica del compagno che era rimasto di sasso a quelle sue dichiarazioni come se, il ninja, avesse già fatto cose simili prima di incontrarlo. Kisame emise un sospiro e, scuotendo la testa per quel mezzo discorso, riprese a camminare seguendo Itachi.





ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi tornato sui miei cari samurai ammetto che, questo capitolo di transizione, serviva a spiegare quello che è successo durante il giorno prima e anche i risvolti :3 a breve ne succederanno di ogni per Sorachi e dintorni visto che stiamo per entrare nel vivo dell'arco della guerra civile.
Alla prossima.
   
 
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