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Autore: sallythecountess    13/09/2020    0 recensioni
Lia, Zoe e Mari sono tre ragazze nate e cresciute nel piccolo paesino di Playa del Monte. Migliori amiche storiche, hanno una cosa in comune: le estati a lavorare al bancone del Chaos. Cristallizzate in storie sbagliate e ormai morte, saranno in grado di affrontare i cambiamenti che la vita gli proporrà in dodici mesi speciali?
(Tratto dal testo)
"Sono tre anni che la aspetto, tre anni in cui non ho mai avuto nessun margine per sperare, eppure l’ho amata lo stesso. In silenzio, a distanza, contando fino a cinque ogni volta che mi concedevo di guardarla, per non sembrare il pazzo che sta ore a fissarla. Tre anni che mi tormento, analizzando ogni suo gesto e ogni parola, nella speranza che lei stia cercando di farmi capire qualcosa, ma allo stesso tempo con la paura di poter fare o dire troppo e dimostrarle il mio amore, rovinando l’affetto che ci lega. L’ho consolata quando stava male, ho sorriso quando lei era felice, anche se spesso stavo morendo dentro. Ho sopportato di vederla con un altro, ho anche sperato che tornassero insieme, solo perché volevo che lei fosse felice..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo: gatti e torte
Lia pianse disperata per giorni e sembrava inconsolabile. I suoi genitori dopo aver visto la foto inviata da Tony la mandarono via di casa, e le urlarono che non avrebbero mai approvato quel nuovo legame di Lia, esattamente come non approvavano il suo comportamento da sgualdrina.
Provò in mille modi a spiegare che gli voleva bene davvero, che non era successo nulla tra loro, ma poi capì: i suoi genitori non approvavano soprattutto perché Jin era straniero. Li imbarazzava il fatto di avere una figlia non vergine che frequenta un ragazzo coreano, ma Lia non avrebbe mai chiesto scusa per una cosa del genere. Decise di lasciarli perdere, allora, e si trasferì a casa di Zoe, che da mesi cercava una coinquilina, ma ovviamente grazie alla sua nomea non riusciva a trovarla.
Lia e Jin decisero di limitare al massimo le effusioni pubbliche, ma comunque erano al centro del gossip, dato che in quel paesino funzionava così: le casalinghe, le vecchiette e altre donne poco emancipate, non avendo nulla di meglio da fare si impicciavano costantemente degli affari di tutti, commentando,a volte anche inventando, le ultime indiscrezioni. Lia odiava quella situazione, odiava il chiacchiericcio che si sollevava quando entrava in un locale qualsiasi, odiava avere gli occhi di tutti sempre addosso, ma soprattutto era nervosa perché temeva di aver involontariamente allontanato Jin. Quando gli aveva detto che avrebbero dovuto limitare le effusioni in pubblico, era stato molto comprensivo, ma allo stesso tempo le sue insicurezze avevano preso il sopravvento. Non sapeva mai se fosse il caso di scriverle, di cercarla, e così aveva finito per allontanarsi inavvertitamente da Lia, che invece lo voleva più di prima. Non erano più usciti insieme, e Jin non sapeva se fosse il caso di invitarla a casa sua, perché non voleva che lei pensasse male o che circolasse la voce che loro si vedessero a casa sua, ma Lia moriva dalla voglia di stare sola con lui.
“Insomma ho deciso: gli chiedo di andare a casa sua con una scusa giovedì…” comunicò a Zoe e Mari che era in videochiamata.
Zoe ovviamente commentò “…così finalmente gli salti addosso!” ma Mari sorridendo le chiese “…hai capito finalmente che se non lo baci tu, lui non lo farà mai per paura di essere rifiutato?”
  Lia non ne era certa, ma non voleva più vivere in quel limbo. Aveva deciso che lo avrebbe baciato e che magari avrebbe anche provato a sedurlo, così almeno avrebbe saputo per certo di piacergli o meno.
“…dite che posso proporgli di fare una torta per la sua festa di compleanno?” chiese incerta, ancora dubbiosa, ma le sue amiche ridendo le fecero notare che lei non aveva nessuna competenza in materia di torte.
“…ma penso che Jin non capirà più nulla dopo il vostro primo bacio, quindi è ok…” commentò Zoe, con una strana tenerezza. Faceva sempre la dura, ma era davvero felice che Lia avesse scoperto di provare dei sentimenti nei confronti di quel suo amico coreano, che aveva sofferto per anni per lei.
Rimasero per molto tempo a parlare di “come diavolo fare” per usare le parole di Lia, che era preoccupata dal fatto che lui fosse troppo più alto e le sue labbra fossero irraggiungibili, ma poi l’uomo alto le scrisse e lei si sciolse.
Stava ascoltando una canzone che gli aveva fatto pensare a lei, così gliela aveva inviata e lei si era letteralmente illuminata. Temeva che lui volesse rinunciare al loro legame, che si fosse spaventato, ma le mancava troppo il contatto fisico e dunque tirò fuori il coraggio e scrisse solo “…che ne dici se giovedì vengo da te e prepariamo una torta per la tua festa al Chaos?”
Jin pensò solo “Dio grazie” e le disse solo “non vedo l’ora” facendola sciogliere e provocando i commenti delle sue amiche.
Giunse finalmente il giovedì, e così dopo giorni di abbracci furtivi nel retro del Chaos e coccole rubate, Lia e Jin avrebbero trascorso insieme tutto il pomeriggio e la serata. Lui le aveva chiesto di restare dopo la torta, per vedere un film e Lia sorridendo aveva risposto che così avrebbe avuto l’occasione per dargli i suoi regali di compleanno in separata sede, incuriosendolo.
Jin ripulì la casa compulsivamente quattro volte. Si cambiò tre volte, e passò le salviette profumate sul pelo del suo povero gatto circa sei volte, perché gli sembrava sempre puzzolente. Gli avrebbe anche lavato i denti, potendo, ma Don non era molto d’accordo e quindi bastava così.
 “Oddio ma hai messo in ordine. Che bravo!” cinguettò allegra Lia sull’uscio, ma quando chiuse la porta Jin l’afferrò tra le braccia e abbracciandola forte sussurrò “…mi sei mancata da impazzire Lali” facendola tremare.
“Tu mi sei mancato…” sussurrò, stringendosi forte contro il suo petto e lui pensò di stare per avere un infarto, ma non disse nulla.
Si coccolarono per un po’ in cucina, facendo finta di preparare la torta, ma accarezzandosi e abbracciandosi ogni volta che era possibile. Avevano entrambi troppa voglia di stare insieme ed erano diventati anche un po’ spregiudicati, ad essere onesti: lui continuava a morderla e Lia gli aveva messo persino le mani sotto la camicia e Jin era letteralmente morto in quel momento. E poi, nel mezzo di tutta quell’intimità apparve il famoso Don e portò via la ragazza al suo migliore amico, facendole le fusa e strusciandosi contro le sue gambe.
“Ciao amore!” gli sussurrò Lia estasiata e lui rispose solo con un dolcissimo “Mau”. Jin provò a dirle di stare attenta, perché Don non amava molto gli estranei e aveva dato parecchi morsi anche a Lindsay, ma il gattone nero si fece prendere subito da Lia, e iniziò a darle piccole testate, facendo le fusa.
“Questo stronzo!” commentò divertito, perché Don gli aveva appena soffiato la ragazza, ed ora emetteva versetti soddisfatti tra le braccia della donna che lui voleva.
“E’ super coccolone” rispose Lia entusiasta, ma Jin scosse solo la testa.
“Don Juan lo dovevo chiamare, altro che Julio. Guarda quanto poco ci ha messo ad ottenere tutta la tua attenzione…” ribattè divertito, perché Lia ormai si era fatta completamente distrarre da quel gattone nero con gli occhi gialli, e lei ridacchiando rispose “…ma lo hai chiamato come la tua tequila preferita, davvero?”
“Sì, perché quando l’ho trovato, piccolo, bagnato e pulcioso, per tirarlo fuori dal motore in cui si era nascosto ho rotto due bottiglie che dovevo portare al bar in cui lavoravo…” spiegò, afferrandola per il bacino e cominciando finalmente a baciarle il collo e Lia si sentì morire.
“Ti somiglia, lo sai?” sussurrò, godendosi le sue labbra sulla pelle e Jin iniziò a ridere.
“Perché è obeso?” chiese sorridendo, ma lei era troppo dolce e profumata e tremava ogni volta che lui la toccava, perciò il suo cuore stava per schizzargli fuori dal petto.
“Stupido. Perché è nero, ed è un coccolone, è dolce e morbido…” bisbigliò lei piano.
 Doveva baciarlo in quel momento, e aveva voglia di farlo, così si girò, provò a sollevarsi e Jin capì quello che lei voleva e si abbassò, ma Don le diede una testata contro la guancia rovinando l’atmosfera.
“E fa così con tutte le ragazze che ti porti a casa?” chiese Lia, cercando di sembrare calma, ma con il cuore in tempesta e lui rispose solo “penso tu sia la terza ragazza che entra in questa casa, eh…” mortalmente imbarazzato perché quel maledetto gatto aveva rovinato un momento perfetto.
“Comunque no, ti giuro che solo con te è così possessivo…neanche con Lindsay era così affettuoso, e lo abbiamo cresciuto insieme…” le disse divertito, ma Lia si irrigidì e disse a Don “…ah quindi sei il gatto della sua ex. Non è una bella cosa…”
Don le rispose con un languidissimo “mau” pronunciato tra le fusa e lei non potè tenergli il muso, ma Jin decise di spingersi oltre, così le sussurrò all’orecchio “…non è il gatto di Lindsay, è solo mio e non c’è motivo di essere gelosa di nessuno, mia piccola Lali…” e poi le diede un morsetto delicato ma deciso sul collo, che la fece sussultare.
“Scusa…” le disse ridendo, ma Lia stava impazzendo così gli disse solo “…continua” facendolo morire. Rimasero così vicini per un po’, e Don si disperò perché Lia era totalmente presa dal suo padrone, che stava trovando il coraggio di avvicinarsi, finalmente.
Infornarono quella specie di torta che avevano preparato, senza un minimo di attenzione e Lia fu richiamata da Don sul divano. Si era messo addirittura a pancia all’aria miagolando e Jin pensò solo “Oh andiamo un minimo di dignità!” ma impazzì quando Lia si sdraiò sul divano e cominciò a coccolarlo.
“Quindi ti piacciono i gatti?” chiese, completamente rapito dalla scena di loro due che giocano. Lia trattava quel gatto con molta dolcezza, e Don ricambiava mostrando di avere una predilezione per quella brunetta.
“Non ci ho mai avuto molto a che fare, in realtà…” sussurrò divertita “ma mi piace Don! E’ diventato il mio nuovo fidanzato…” aggiunse, fissando profondamente Jin negli occhi e lui annuendo rispose “fantastico. Dovrò avercela a morte con lui allora…”
“Dai, non fare lo scemo e vieni qui…” sussurrò Lia con un sorriso tenerissimo e lui col cuore a mille decise di avvicinarsi. Avevano entrambi una voglia folle di spogliarsi e Jin non riusciva più a fare il timido, così si sdraiò dietro di lei e cominciò ad accarezzarle la schiena.
“Così faccio le fusa anche io…” bisbigliò appena Lia, mentre lui le accarezzava la schiena e le baciava deciso il collo e l’orecchio.
“Posso avere due gatti, nessun problema…” le bisbigliò Jin all’orecchio e Lia capì: doveva farlo in quel momento, smettere di girarci intorno. Così gli disse “Fa’ una foto a noi tre…” per distrarlo, e mentre Jin cercava l’inquadratura e scattava, si girò e lo baciò. Entrambi tremarono per quel bacio, che li sconvolse completamente, e a lui cadde persino il cellulare dalle mani. Jin non poteva minimamente crederci, gli sembrava un sogno, ma lei aveva voglia di baciarlo e sembrava molto presa. Finirono l’uno tra le braccia dell’altro in pochissimi istanti, e Jin la baciò tanto intensamente da farle venire la pelle d’oca.
“Lali aspetta…” sussurrò ad un certo punto, senza fiato e ancora tremante e lei aprì gli occhi e lo fissò profondamente, senza allontanarsi.
“Sta succedendo davvero? Sei sicura?” le disse pianissimo, terrorizzato dalla sua risposta, ma Lia annuì e lo baciò di nuovo, facendolo morire.
“Sì, ma sei davvero sicura?” le sussurrò, interrompendosi di nuovo e lei rispose piano “…voglio solo te” facendolo impazzire. Tutte le sue paure e insicurezze scomparvero, e finalmente riuscì a godersi quella ragazza che voleva da tanto tempo.
“Mi piacciono tanto le tue labbra…” bisbigliò emozionata, dopo più di mezz’ora ininterrotta di baci e coccole e Jin rispose incredulo “è solo un sogno, vero? Perché queste cose non succedono nella vita reale…”
“Ti è appena successo Sung Jin Lim. Una ragazza che piace molto al tuo gatto, ti ha appena confessato di trovarti incredibilmente bello, sexy e affascinante…” sussurrò Lia in imbarazzo e lui portandosi le mani davanti al viso disse solo “ma perché? Perché la donna più bella e dolce del mondo dovrebbe trovarmi bello e affascinante?”
Lia fece per rispondere, ma andò via la luce.
Mentre Jin armeggiava con il contatore, fingendosi lucido, ma completamente fuori di sé per la gioia, tanto da sentirsi come se fosse ubriaco, Lia gli disse solo “…è tutta la città. Il temporale ha fatto saltare tutto. Adesso torna da me, sbrigati…” e lui andò a recuperare delle candele.
“E’ ancora più romantico…” sussurrò Lia coccolando Don, dopo che lui aveva acceso varie candele e lui annuì soltanto e si avvicinò di nuovo.
“Volevi sapere perché mi piaci, no?” gli disse Lia piano, salendo sul suo corpo e Jin si sentì quasi mancare, ma annuì.
“Bene, allora cominciamo da principio…” sussurrò Lia con molta dolcezza. Baciò la sua fronte e disse “…mi piace che sei tanto alto, e mi piacciono i tuoi capelli così neri e morbidi”.
Jin rimase completamente fermo, e lei continuò baciando i suoi occhi e dicendo “adoro questi occhi orientali, perché sono così belli e affascinanti…”
“Sei matta e anche cieca…” rispose lui divertito, ma Lia non aveva voglia di fermarsi. Continuò baciando i suoi zigomi e poi le sue labbra e dicendogli che adorava le sue labbra carnose e la sua voce sexy e lui rimase totalmente paralizzato. Nel frattempo le mani di Lia salirono sulle sue spalle e sussurrò “ e adoro le tue spalle larghe e queste braccia possenti che mi stringono tanto quando balliamo…”
“Possenti proprio non direi Lali…” le rispose ridacchiando, ma Lia continuava ad alternare parole e baci e lui stava morendo.
“Ma quello che più mi piace di te…” sussurrò piano, portando entrambe le mani sul suo petto “…è il tuo cuore. Sei un buon amico, un capo gentile e generoso ed è davvero bello conoscere un uomo dolce come te…”
Jin a quel punto non ce la fece più: l’afferrò tra le braccia e sussurrò emozionato“sei il mio miracolo Lali, la cosa più bella che mi sia mai capitata…” iniziando a baciarla con un po’ troppa intensità. Lia era confusa, perché all’inizio lui era stato molto timido nei baci, ma più acquisiva sicurezza, più diventava spregiudicato e lei stava morendo per le sue labbra.
 “Adoro ogni cosa di te, Lali, lo sai?” sussurrò pianissimo durante una pausa, e lei gli saltò letteralmente addosso, scacciando il povero Don che si ritrovò per terra senza sapere neanche bene come.
Rimasero aggrovigliati a baciarsi sul divano per ore, completamente presi l’uno dall’altro. I loro sentimenti erano letteralmente scoppiati quella notte, e non riuscivano a separarsi. Se Jin si allontanava lei sussurrava solo “non ho voglia di smettere…” facendolo sorridere. Erano a lume di candela, sdraiati sul divano di lui ed entrambi stavano letteralmente impazzendo dalla voglia di fare l’amore, così Jin decise di calmarsi un attimo, alzandosi per offrirle qualcosa da bere e da mangiare.
“Ma è quasi mezzanotte!” gli disse Lia incredula, perché la serata era letteralmente volata e lui le disse piano “…già. Direi che se non torna la luce, forse dovresti restare qui…che ne pensi? E’ pericoloso girare per la città buia con questo temporale…”
“E’ solo una scusa…” rispose lei ridacchiando e poi aggiunse “…dillo che non vuoi lasciarmi andare…” facendolo ridere.
“E allora? Se volessi tenerti su quel divano per stanotte?”le disse ridendo, ma Lia gli disse a malincuore che era troppo presto.
“Non chiedo nulla, solo di dormire insieme. Perché mi preoccupa davvero saperti da sola durante il blackout. E se ti crea problemi dormire qui sul divano con me, ti lascio il mio letto, solo non andartene per favore” le disse piano e Lia totalmente presa accettò l’offerta e sussurrò “ma tu dormi con me…”trascinandolo di nuovo sul divano.
 
 
 
Biglietti e coccole
Si accoccolarono ancora per un po’ ma poi a mezzanotte meno quattro minuti suonò la sveglia che Lia aveva impostato e lei scattò come una molla e disse “finalmente posso darti i tuoi regali!” facendolo sorridere.
“Sei tu il mio regalo, l’unica cosa che io abbia mai desiderato fin dalla prima volta che ti ho vista…” le disse, molto intimidito ma incredibilmente tenero, perciò Lia dovette interrompere un attimo l’operazione di recupero dei regali per andare a baciarlo.
“Ok-gli disse con fare molto serio- leggi prima il biglietto, per favore…”
Era felice di dargli i suoi regali, ma Jin per un attimo si alzò e scomparve, lasciandola molto perplessa.
“Se c’è un biglietto, devo conservarlo insieme agli altri…” le disse serio, mostrandole una scatola che Lia non riconobbe subito.
“Non te la ricordi?” chiese un po’ imbarazzato, perché stava facendole una confessione imbarazzante, ma ormai si erano esposti quindi c’era poco da fare.
“E’ la scatola dei biscotti che mi hai fatto quando è morta la mia nonna…” confessò dolcemente e Lia sorrise soltanto.
“E dentro c’è tutto quello che mi hai scritto in questi anni. I bigliettini che mi lasciavi al bar, quelli che mi mettevi insieme al pranzo e…”
Lia si era commossa per un attimo e Jin dovette bloccarsi per stringerla.
“Non piangere per me Lali, ti prego. Ti ho visto piangere così tante volte, e ho sempre pensato che avrei fatto qualsiasi cosa per impedirti di stare male” le bisbigliò appena.
“Piango perché sono emozionata, scemo…”rispose con uno splendido sorriso e poi aprì la scatola, che era un insieme di ricordi. C’erano soprattutto i bigliettini che gli aveva scritto quando lui aveva perso la nonna all’improvviso.
Jin era letteralmente crollato davanti a loro al Chaos un anno e mezzo prima quando gli era arrivata la telefonata. La sua amata nonna, quella con cui era cresciuto, che gli diceva sempre che era il suo tesoro, aveva avuto un arresto cardiaco durante il riposino pomeridiano e Jin non aveva neanche potuto dirle addio. La notizia lo aveva devastato, e Lia lo aveva tenuto stretto per ore, asciugando le sue lacrime. Non riusciva a vederlo in quello stato, e anche lei era stata male solo perché sapeva che lui soffriva. Quella sera stessa tutti loro, Mari inclusa, avevano viaggiato per duecentocinquanta chilometri, per sostenerlo durante il funerale. Lia fregandosene delle apparenze gli aveva tenuto la mano per tutto il tempo, era stata costantemente al suo fianco e aveva pianto con lui quella notte, tenendolo stretto e accarezzandogli i capelli per tutto il tempo.
 In seguito Jin aveva cominciato a stare molto male, e lei gli aveva scritto a tutte le ore, gli aveva preparato i suoi piatti preferiti, e aveva in ogni modo cercato di dimostrargli affetto, ma lui non riusciva neanche a mangiare, così Lia aveva iniziato a preparargli dolci e biscotti per cercare di fargli venire voglia di mangiare. Lo coccolava in ogni modo, facendogli trovare dentro casa ogni tipo di sorpresa, insieme a bigliettini pieni di affetto. Quello era stato il periodo in cui la nostra Lia aveva iniziato ad accorgersi dei suoi sentimenti per lui, perché era davvero bello stringerlo tanto, e poi tirarlo su era diventata la sua necessità, il suo imperativo categorico, e pensava sempre e solo a lui e a come farlo sorridere.
“Non ne sarei mai uscito senza il tuo affetto…” le sussurrò piano “…Ero a pezzi, mi alzavo dal letto pensando che il massimo che avrei fatto quel giorno sarebbe stato bere una bottiglia di tequila, e poi entravo in cucina e trovavo le tue sorprese sul tavolo e mi veniva voglia di venire al Chaos, solo per poterti stringere e per stare qualche ora con te”.
Lia sorrise piano, ma lo sapeva benissimo. Sapeva di averlo fisicamente tirato fuori dal baratro della depressione, ma non ne avevano mai parlato.
“…se ne sono uscito è solo perché tu c’eri, perché volevi vedermi sorridere e perché…tu sei tu e pensavo solo a te in quel periodo. Sei stata il mio angelo” le confessò, occhi negli occhi, e Lia sorridendo versò un paio di lacrime di commozione, che le asciugò con il dito.
“E non dimenticherò mai il giorno di Natale che abbiamo passato insieme, hai capito?” le sussurrò pianissimo facendola sorridere. Vedete, per Jin Natale significava famiglia, ma non se la sentiva di rivedere sua madre e le sue sorelle quell’anno, perché aveva il cuore a pezzi. Sarebbe stato il primo Natale senza la sua nonna, così aveva deciso di passarlo da solo a Playa del Monte con Don, a ubriacarsi vergognosamente guardando le serie tv, ma Lia aveva altri piani. Così la mattina della vigilia di Natale, uscendo dalla sua stanza fu accolto da Don con uno strano maglioncino e trovò un albero decorato con un sacco di regali nel suo soggiorno. Lia gli aveva solo scritto “non si scappa dal Natale” e lui si era anche molto innervosito, perché gli era sembrata una forzatura. Si era arrabbiato per telefono, ma Lia aveva risposto decisa “tanto da solo non ti lasciamo, fattene una ragione…” e lui aveva sbuffato.
E poi era arrivata, con i suoi bellissimi sorrisi, mille buste e pacchetti e lo aveva convinto a cucinare “per Zoe e Max” ma poi si erano presentate sua madre e le sue sorelle e Jin aveva finalmente capito che loro condividevano il suo dolore e che non doveva fuggire da loro, ed era stato finalmente meglio. Lia aveva comprato perfino i regali a tutti da parte sua, per non fargli fare figuracce e quando lui le aveva detto piano “manca il tuo…” aveva sorriso timidamente, confessandogli che l’unica cosa che voleva era che lui stesse meglio ed erano stati accoccolati per ore.
“…e perché non mi hai baciato prima, se sono il tuo angelo?” gli sussurrò con occhi enormi e Jin sorridendo rispose solo “…perché sei troppo preziosa, Lali. Conti tanto per me da accontentarmi anche solo di averti come amica, e avevo paura di rovinare tutto ferendoti.”
Lei lo baciò soltanto in risposta e sussurrò piano che per lei era la stessa cosa, facendolo quasi svenire.
Dopo un po’ Lia tornò alla scatola, che era piena di “ti voglio bene; per te ci sarò sempre; ti adoro” e cose simili, ma Lia rise quando lesse “…mangia il gelato e cerca di non parlare” e gli chiese perché lo avesse conservato.
“…perché è un ricordo importante. Quando ho avuto quella terribile tonsillite e non riuscivo neanche ad uscire dal letto, te lo ricordi?” le disse, accarezzandole i capelli, ma allo stesso tempo scalpitando per leggere il bigliettino nuovo.
“Eri ridotto proprio male, povero piccolo!” sussurrò Lia annuendo, e Jin le spiegò piano “…e tu ti sei presa cura di me, come sempre. Mi hai accompagnato dal medico, mi hai portato il gelato e le bibite fredde, e anche se lo hai sempre negato, hai anche pulito casa…”
“E ho anche portato il tonno a questo piccolo dongiovanni nero, che da allora mi ama vergognosamente…” confessò Lia, spiegando finalmente a Jin perché quel suo gatto la amasse così tanto.
“Sono tutti ricordi, e mi rammentano tutto quello che hai fatto per me in questi anni…” le disse piano, ma Lia non resistette e riprese a baciarlo.
“Adesso fammi leggere quello nuovo…” le disse allontanandosi e Lia sorridendo annì, ma gettando un’occhiata alla scatola di Jin fu attratta da una cosa e le venne da piangere.
“…tu sei stato al mio saggio di danza dello scorso anno?” chiese attonita, mostrandogli il biglietto e lui sbuffando annuì soltanto. Si vergognava molto ad ammetterlo, perché era una confessione da sfigato innamorato, ma Lia iniziò a tremare e singhiozzare e lui non capì.
“Non sono un pazzo Lali, ci tenevo a vedere lo spettacolo, me ne avevi parlato tanto e volevo vederti…” si giustificò imbarazzato, ma lei in lacrime sussurrò “…perché non me lo hai detto mai?”
“Che cosa ti dovevo dire? Che amo vederti ballare?”le confessò imbarazzato, e Lia si sciolse totalmente.
 “Dovevi dirmelo. Non viene mai nessuno ai miei spettacoli, ma se avessi saputo che c’eri tu avrei ballato diversamente…”
“Sono stato a tutti e tre, veramente. E anche a quello che avete fatto in teatro. Se cerchi ci sono tutti i biglietti. Mi piace tanto vederti ballare, sembri quasi una fata” confessò, un po’ più calmo e lei gli saltò al collo e cominciò a baciarlo bagnandogli le guance di lacrime.
“Basta piangere dai piccola…” sussurrò piano, perché Lia si era commossa sul suo petto, ma non aveva capito quanto importante fosse quella cosa per lei. La sua famiglia si annoiava di andare ai suoi spettacoli, e anche Tony, e lei ci era sempre rimasta male. Aveva detto mille volte a Tony che se l’amava davvero, avrebbe dovuto almeno una volta fare il sacrificio di andare a vederla, ma lui si era sempre rifiutato adducendo le scuse più disparate.
“Pensa che al prossimo spettacolo potrò fare tutto quello che si fa di solito con le ballerine: portarti i fiori e poi invitarti a cena…” le disse, per farla sorridere, ma lei riprese a baciarlo e per un po’ non fu in grado di dire o fare nulla.
Aveva capito di amarlo ed era felice e spaventata insieme, ma non riusciva a smettere di stringerlo e Jin si tenne quegli abbracci e quei baci, pensando solo che lei fosse la cosa migliore del mondo.
Dopo un po’ sorrise finalmente e gli porse il biglietto nuovo, che diceva solo “Ho capito che forse è passato il messaggio sbagliato: non voglio cambiarti, perché ti adoro esattamente come sei…”
Non capì subito, ma quando aprì il pacchetto sorrise: gli aveva regalato quattro tshirt dei suoi gruppi rock preferiti e una giacca di pelle.
“…non volevo renderti un fighetto elegante, mi andava bene il tuo stile, perciò ti ho preso le stesse cose che ami, ma della taglia giusta” spiegò seria e lui sussurrò solo “sei tu l’unica cosa che volevo, ma apprezzo…”
“Beh…” sussurrò Lia un po’ intimidita. Aveva discusso mille volte di quella mossa con Mari e Zoe, ed entrambe concordavano che fosse abbastanza audace, ma che servisse e così lo fece: iniziò ad aprirgli la camicia e sussurrò piano “…dobbiamo provarli adesso…” fissandolo intensamente negli occhi.
Jin ingoiò la saliva, ma impazzì per le mani di lei che gli sfilavano la camicia, e per un po’ non riuscì a dire molto, ma quando lei gli disse entusiasta “vedi? Sei fighissimo!” Jin si accorse che le magliette profumavano e lei confessò che gliele aveva anche lavate e stirate per fargliele indossare quando voleva.
“Sei perfetta…” le sussurrò languido e vergognosamente innamorato, disteso accanto a lei sul divano e lei sorrise soltanto, ma giunse Don a reclamarla e Jin le disse piano “…vuol dire che dovrai dividerti tra me e lui…”
“…avrò due fidanzati, che vuoi che sia?” sussurrò Lia in risposta, e il suo cuore scoppiò.
Nota:
Ciao a tutti! Allora vi è piaciuto finalmente questo primo bacio? E i ricordi di Jin e Lia vi hanno intristito o vi hanno strappato un sorriso? E soprattutto: ve l'aspettavate la frase finale di Lia? Fatemi sapere, vi aspetto.
   
 
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