Tutti avevano sempre pensato che Derek avesse paura di volare. Ha incolpato tutti gli stereotipi là fuori: il fatto che lui era un lupo mannaro, i luoghi confinati. Le persone che sapevano davano per scontato che predatori come Derek preferissero stare su un terreno solido, punto.

In realtà, il volo ha riportato alla mente tutti quei ricordi agrodolci di andare in vacanza con la sua famiglia: Francia, Svizzera, Hawaii; sci e snowboard nelle Alpi e surf sotto il caldo sole. C'era solo un'occasione in cui volare significava una fuga: quando Laura li aveva portati fuori di corsa da Beacon Hills, in una New York più sicura, anche se più solitaria, polverosa e affollata. Ma quello era un brutto ricordo in una fila di tanti altri che Derek si sforzò di ignorare quella singola volta e ricordare tutti gli altri, concentrandosi su di loro.

Quando Stiles aveva proposto un volo per l'Italia, Derek era stato scettico. Era un caso su cui stava lavorando Stiles. Una congrega di streghe o una tana di vampiri o ... qualsiasi altra cosa abbia attirato l'attenzione del suo compagno in questi giorni. Decisamente pericoloso. Il che significava che Derek doveva andare con lui, non importa cosa. In nessun modo poteva lasciare che Stiles avesse a che fare con ... qualunque cosa, da solo.

Ora, sentendo lo sguardo ansioso del suo compagno su se stesso, Derek sospirò.

"Hai finalmente intenzione di dirmi di cosa si tratta?", Ha chiesto.

“Tra un minuto”, promise Stiles, continuando a guardarlo sognante.

Tre anni in una relazione stabile e ancora a volte Derek si sentiva a disagio, essendo sottoposto a un'attenzione così rapita e adorante.

"Lo giuro, se è tutto uno stratagemma per diventare un membro del club di un miglio alto ...", iniziò.

Stiles sbuffò. "Mi fai paura. Mi conosci così bene. Ma ahimè…. Non è questo."

Derek si voltò per affrontare il suo rompiscatole di un amico. (A volte letteralmente.)

Stiles si prese un momento per guardarlo, poi sospirò e abbassò lo sguardo sulle sue mani che si agitavano.

"Ho solo pensato che ... potrebbe essere il nostro elemento."

All'inizio Derek non lo capì. Elemento? Quale elemento? Da quando aveva ripreso e sviluppato la sua scintilla, Stiles era stato ossessionato dai quattro elementi per un po ', ed era altrettanto bravo a manipolarli tutti. Detto questo, Derek ancora non capiva come ciò si applicasse a quella situazione.

“È solo che ... odi l'acqua, dopo quella volta in piscina. So che le docce vanno bene ma non vuoi nemmeno andare al lago alla Riserva, o nell'oceano ”, iniziò Stiles. “Hai comprensibilmente paura del fuoco e nessuno potrebbe biasimarti per questo. E la terra? Tutto ciò che ha cercato di ucciderci ci ha attaccati principalmente era su un terreno solido. Rimane solo l'aria. "

Stiles prese un altro respiro profondo, chiaramente nervoso.

"Quindi non mentirò sul fatto che non ci ho prenotato un weekend disgustosamente romantico in Toscana, ma stavo scommettendo di più sul viaggio stesso."

Un altro respiro profondo.

Stiles si voltò per affrontarlo di nuovo.

«Mi conosci da quando ero uno stupido moccioso insensibile, che vagava per i boschi in cerca di guai. Da quando ero piccolo e magrolino e contavo su una mazza da baseball contro le bestie che erano fuori dalla mia portata. Mi hai visto nel mio momento peggiore ”, fece una smorfia; e Derek sapeva cosa stava vedendo, anche adesso, quando chiudeva gli occhi: oscurità e caos, il Nogitsune al suo peggio. "Eppure continuavi a tornare anche quando ero sicuro che te ne fossi andato per sempre."

Stiles annusò, mentre la mano destra tirava fuori qualcosa dalla felpa.

"Allora, Derek Michael Hale ..."

Oh Dio.

"... mi faresti l'onore di sposare il pasticcio noto come Stiles Stilinski?"

C'era silenzio. Un silenzio assordante e il tipo di rumore bianco che riempie una testa vuota e un cuore sopraffatto. Nessuno li stava guardando; Stiles non era andato allo spettacolo e aveva aspettato che la maggior parte dei passeggeri si fosse addormentata, dimenticando da tempo film, libri e cuffie. Il mondo era silenzioso e buio intorno a loro. Erano alti un miglio, solo loro due, in un momento che era solo loro.

Derek guardò il bell'uomo seduto accanto a lui e vide il ragazzo magro di anni prima; lo sciocco ronzio, i vestiti larghi, gli occhi da cerbiatto che sembravano troppo grandi sul suo viso. Ricordava di aver visto tante emozioni in quegli occhi espressivi: determinazione, passione, furia e una promessa; una muta supplica di restare; tristezza e solitudine, un'accettazione rassegnata quando non l'aveva fatto; sorpresa ed eccitazione ogni volta che la vita continuava a incontrarli ancora e ancora; quello stupore stupefatto quando Derek aveva finalmente ceduto e fatto il primo passo, rivendicando un primo bacio che aveva sognato per troppo tempo; l'espressione gioiosa quando Stiles aveva dato tutto a Derek, senza trattenere nulla.

Quegli occhi color ambra adesso erano nervosi, in attesa.

"Di 'qualcosa", lo pregò Stiles.

In un certo senso, Derek pensò che forse la sua risposta era sempre stata ovvia, prevista e predetta da poteri maggiori di entrambi. Forse quegli spiriti lo avevano sempre saputo, da quando Derek era uno stupido atleta e Stiles un monello fastidioso; o quando Derek era un adolescente con il cuore spezzato e Stiles un ragazzo con il cuore spezzato con un genitore single; o quando Stiles aveva vagato per i boschi in cerca di guai e Derek faceva parte dei guai; o quando Stiles era un apprendista dell'FBI e Derek era un fuggitivo; o quando finalmente aprirono gli occhi e videro ciò che l'universo aveva sempre saputo.

Derek sorrise lentamente, crogiolandosi nel momento e nell'aspettativa nervosa di Stiles.

"Si, amore."