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Autore: babykit87l    17/09/2020    0 recensioni
Cosa fai quando la tua vita cambia rotta all’improvviso? Quando un evento del tutto inaspettato ti travolge, come un’onda più alta di te e ti trascina via verso le acque più profonde, dove non si tocca e non ci sono appigli? Cosa fai quando una relazione di cinque anni finisce senza che tu possa chiedere anche solo “perché”?
*RAMES*
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 2  

 

“Bene ragazzi questa era l’ultima domanda di oggi! Ci sentiamo al prossimo appuntamento sempre qui, su radio Roma 5 sempre alle undici di sera!” Si toglie le cuffie e sospira.  

Sta iniziando a pesargli il fatto di dover parlare di questi argomenti soprattutto da quando la sua relazione è naufragata come il Titanic. E no, il paragone non è dato dal fatto che Eva lo abbia costretto domenica pomeriggio a guardare quel film per dargli modo di sfogare le emozioni. 

Mette nello zaino la pennetta con le puntate della settimana e i fogli dove si annota la scaletta ed esce dalla sala di registrazione. È notte inoltrata ormai e fino a qualche mese fa era sempre lui a venirlo a prendere in macchina per non lasciarlo solo e fare la strada del ritorno insieme. Ed era diventata una bella abitudine, di quelle che non ti fanno sentire soffocato, ma decisamente amato perché sentiva che lo faceva solo per stare con lui e non voleva aspettarlo a casa.  

Ora invece si sta avviando verso la fermata dell’autobus dove sa già che dovrà aspettare almeno mezz’ora prima che un notturno si palesi. Non succede sempre, ogni tanto capita che prenda la macchina, ma quando arriva al lavoro dopo altri giri per il centro non si muove in macchina tra il traffico di Roma e i vari varchi aperti. Da quando ha preso la patente si è reso conto di che rottura sia in entrambi i casi.  

È soprappensiero quando si sente richiamare alle sue spalle.  

“Ehi ciao! Che ci fai ancora qui?”  

“In realtà avevo il turno insieme a te.” Il ragazzo sorride. Lo ha visto di sfuggita un paio di volte, nelle scorse settimane, quando arriva la sera per registrare, ma sa che è uno dei tecnici audio della radio e che si chiama Stefano.  

“Scusa, non ne avevo idea. Poi di solito sono sempre l’ultimo a uscire.” 

“Non fa niente, tranquillo!” 

“Ma sei nuovo? Non ti ho mai visto qui...” Stefano lo guarda con tanto d’occhi e scuote la testa divertito.  

“Lavoro qui da più tempo di te...” Martino chiude gli occhi al limite dell’imbarazzo e sente l’altro ridere. “In realtà sono qui da quattro anni, ma ho sempre fatto turni alla mattina. Ma come puoi ben notare siamo sotto organico e mi toccano anche i turni serali.” 

“Che figura di merda... scusami!” 

“Non c’è problema. Non ci siamo praticamente mai incrociati, non potevi saperlo. Stai andando a casa?” 

“Sì, sto andando alla fermata dell’autobus.” 

“Se vuoi ti do uno strappo io a casa. Ho la macchina.” 

Per un momento valuta l’idea di rifiutare ma è troppo stanco e non ha affatto voglia di rimanere alla fermata per mezz’ora e farsi almeno quaranta minuti di viaggio. 

“Non ti mordo, giuro...” dice Stefano, vedendo il suo tentennamento. 

“No, lo so... okay! Grazie.” 

Uno accanto all’altro si incamminano verso l’auto e una volta seduti, rimangono entrambi zitti. Non sa cosa dire, si sente un po’ a disagio. L’altro non dice niente e Martino non è mai stato bravo a riempire di parole i momenti di silenzio, anche con i suoi amici di sempre. Inizia a guardarsi intorno e cerca persino di non respirare troppo forte. Così Stefano si schiarisce la voce e finalmente parla. 

“Allora dove abiti?”  

“Cosa?” 

“Dove ti devo portare? Giro per Roma finché non becco casa tua?” Scherza, intenerito dall’imbarazzo di Martino.  

Si sente un vero idiota. Sarà la stanchezza, o il fatto che si sta facendo dare un passaggio da uno di cui sa a malapena il nome e con persone che non conosce non è mai a suo agio, ma si era dimenticato del perché fosse entrato in quella macchina e ora ha fatto decisamente la figura dell’idiota. 

“Hai presente il Ponte della Scienza, dietro Ostiense?” 

“Ah sì, dov’è il Gazometro, giusto?” 

“Sì, proprio lì infatti...” 

“Allora si va!” 

Mette in moto e iniziano a sfrecciare tra le strade mezze deserte di Roma. Di notte infatti, soprattutto durante la settimana, la città assume un aspetto quasi fiabesco, con le luci dei lampioni e delle poche macchine in giro che si riflettono sul Tevere. C’è qualcosa di magico che avvolge Roma appena il sole cala dietro i palazzi e le chiese e Martino è sempre rimasto affascinato da tutto questo.  

Prepotente riaffiora il ricordo di quella notte di Halloween quando in bicicletta davanti a San Pietro ha buttato via la maschera e si è sentito per la prima volta libero di essere sé stesso e aveva vissuto un primo bacio che rimarrà incastrato al cuore per sempre. 

“Insomma, raccontami qualcosa di te.” 

Stefano lo riporta alla realtà e si sente un po’ in colpa a rimanere sulle sue, questo ragazzo sembra simpatico e sta chiaramente cercando di instaurare un minimo di rapporto e lui si rende conto di essere scostante.   

“Che vuoi sapere?” 

“Non lo so, qualunque cosa. Per esempio, quanti anni hai, tanto per cominciare...” 

“Mmm okay. Ho 22 anni, sono di Roma e sono al terzo anno a Scienze delle Comunicazioni. Tra poco dovrei iniziare a scrivere la tesi. Tu?” 

“Io ho 29 anni, come sai sono un tecnico del suono e mi sono trasferito a Roma dopo il liceo.” 

“Perché, di dove sei, scusa?” 

“No, vabbè sono di Viterbo, non sono lontano, però vivo qui a una decina d’anni.” 

“Vivi da solo?” 

“Sì, da poco poi completamente solo, perché prima stavo con dei coinquilini. Tu sei con i tuoi?” 

“Più o meno, cioè fino a qualche mese fa convivevo con il mio ragazzo, poi ci siamo lasciati e sono tornato da mia madre.” 

“Ventidue anni e già convivevi?” Nota subito che Stefano non ha fatto una piega sul fatto che stesse con un ragazzo. 

“Eh già... Da tre anni tra l’altro...” 

“Beh se posso dirlo, siete durati fin troppo... La convivenza non è cosa da poco...” 

“Nemmeno la mia storia lo era...” 

Capisce di aver detto la cosa sbagliata perché cala un silenzio carico di tensione. Il fatto è che non ha superato per niente la fine della sua storia e sentire qualcuno giudicare senza nemmeno conoscere lui o quello che hanno vissuto lo punge sul vivo. 

Così rimangono ognuno con i suoi pensieri finché non arrivano davanti al ponte e Stefano spegne la macchina.  

“Eccoci qui...”  

È chiaro che non sappia cosa dire, probabilmente ha capito di aver toccato un nervo scoperto e si sentirà a disagio per questo. Non che a Martino questo importi. Al momento non gli interessa di niente e nessuno, figuriamoci di qualcuno appena conosciuto. 

“Grazie per il passaggio. Ci si vede...”  

Esce dalla macchina e si incammina verso il suo palazzo. 

*** 

È davanti alle macchinette del secondo piano, mentre cerca di farsi restituire il resto di una bottiglietta d’acqua. Odia quando succede. Si sente sempre fregato. Nel frattempo vede Stefano con la coda dell’occhio avvicinarsi, così finge di non accorgersi di lui e comincia a battere sulla macchinetta, sperando che gli scossoni la scuotano abbastanza da far scendere le monete. 

“Ciao!”  

Si volta verso di lui e risponde con un secco “ciao”. 

“Senti, ci ho pensato e mi rendo conto che ieri sera devo aver superato un limite e non volevo. Ti chiedo scusa.”  

Lo fissa per un momento e ha uno sguardo talmente pentito che... accidenti a lui! Ora si sente in colpa ad averlo trattato così, forse ha esagerato. Anzi, sicuramente ha esagerato.  

“Non fa niente...” E gli sorride, venendo subito ricambiato. 

“Senti voglio farmi perdonare, quindi ti va se stasera ci andiamo a bere qualcosa? Offro io!” 

Martino rimane imbambolato per un momento. Ci sta provando con lui? Non è proprio una cima a capire queste cose: con Emma se non l’avesse baciato non avrebbe mai capito che gli piacesse, con lui poi non riusciva mai a capire se e quando stesse flirtando e quando invece fosse serio, almeno finché non l’ha baciato sott’acqua e gli dato il coraggio per farsi avanti lui stesso. Ma ecco, sono sempre stati gli altri a rendere palese la situazione e gli è sempre andata bene così, ma con Stefano... Gli sembra tutto diverso, nuovo. Già ieri però ha capito che gli piace e vuole approfittarne, deve iniziare a riprendersi e magari con lui ce la può fare. 

“Perché no...” 

“Allora mi lasci il tuo telefono?” 

“Okay!” Gli passa il telefono e Stefano salva il suo numero in rubrica, facendolo poi squillare per salvarsi a sua volta il contatto di Martino. 

“Ti scrivo i dettagli più tardi. Ti vengo a prendere dopo il lavoro.” 

“Non lavori stasera?” 

“No, oggi faccio solo il pomeriggio. A dopo!” 

“Ciao!” Martino lo guarda allontanarsi nel corridoio, mentre ogni tanto si volta e gli sorride, a cui Martino non riesce a non rispondere illuminandosi.  

Cazzo, ha un appuntamento con un ragazzo! 

*** 

 

“Allora devo sapere chi è, come si chiama, cosa ti ha detto, tu cosa hai risposto. Insomma racconta tutto dai!”   

Non fa in tempo a rispondere che Gio subito lo inonda di domande. È incredibile quanto sappia essere una comare quando vuole. Non ha mai incontrato un ragazzo più curioso e impiccione di lui.  

Inizia a raccontare di Stefano, cercando di non far sentire quanto sia nel panico. Da quando è finita con lui, non hai nemmeno messo in conto che avrebbe potuto incontrare qualcun altro, figuriamoci uscirci e ora ha un appuntamento. O almeno una specie di appuntamento. E stavolta ha bisogno del suo migliore amico. 

“Dimmi una cosa, ti piace?”   

Martino sospira e chiude gli occhi per un momento. Gli piace? Crede di sì, insomma è un bel ragazzo ma parliamoci chiaro non sa nemmeno se sia effettivamente interessato in quel senso, perché il suo gay radar non è propriamente sviluppato. L'unico ragazzo con cui sia stato non era nemmeno gay, non nel senso proprio del termine, quindi non è una scheggia a capire le persone da quel punto di vista. Magari si sta facendo un sacco di paranoie per nulla. 

“Marti, ci sei?”   

Si rende conto che Gio sta ancora aspettando una risposta. “Sì, scusa. In realtà non lo so. Forse sì, mi piace ma non so se sono pronto a un’altra relazione, è troppo presto.” 

“Non te lo devi mica sposare. Potrebbe anche essere una botta e via.”  

“Ti sembro il tipo da una botta e via?” 

Sente Gio sorridere anche attraverso la cornetta del telefono.  “No, in effetti no. Ma mai dire mai. Buttati e vedi che succede, se poi vedi che non riesci, lo fermi e finisce lì. Può anche solo rimanere un’amicizia.”  

“Forse hai ragione. È che mi dispiace, non vorrei illuderlo, mi sembra un bravo ragazzo.” 

“Allora sii sincero. Se poi si offende o si incazza, vuol dire che non era poi un ragazzo così bravo, no?”  

“Okay. Grazie!” 

“È chiaro che se poi fate gli zozzoni, voglio sapere eh...”  Sente il tono malizioso del suo migliore amico e non riesce a non sorridere. Ecco il Giovanni che conosce da sempre, quello che quando gli disse di essere gay, gli chiese subito se si stessero già frequentando e come. 

“Non penso proprio!” Risponde ridendo.  

Gli promette comunque di chiamarlo il giorno successivo per raccontargli com’è andata e poi attacca il telefono. Si sente più tranquillo dopo aver parlato con Gio ed è pronto all’uscita.  

Nel frattempo riceve un messaggio da Stefano con i dettagli della serata e l’ansia torna prepotente.  

No, non è affatto pronto.  






 

Notes:

Okay, immagino non vi aspettavate un nuovo personaggio ma nella mia testa c'è sempre stato questo ragazzo. Lo so, Lui non è ancora comparso e non so se vi siete accorti ma per ora continua ad essere l'innominato, ma tutto ha un senso fidatevi, anche perché arriverà e... Beh mica posso spoilerarvi tutto no? ;)
Spero vi abbia incuriosito e che vi stia comunque piacendo... Fatemi sapere che ne pensate perché per me è importante il vostro parere!
A presto
Babykit

   
 
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