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Autore: Magica Emy    23/09/2020    0 recensioni
-Lasciami andare.
Si ritrovò a dire con scarsa convinzione, sentendo le sue mani calde sfiorarle i fianchi in una dolce carezza che la fece rabbrividire. Il viso di Ranma si avvicinò pericolosamente al suo, solo per sussurrarle all'orecchio: -Non prima di aver ricevuto la mia ricompensa.
E fece per baciarla ma lei si tirò indietro, tentando faticosamente di sfuggire a quell'irresistibile sguardo magnetico che le faceva perdere il controllo. Farabutto. Ben consapevole di avere un certo ascendente su di lei, ne approfittava per ottenere tutto ciò che voleva. Era sempre così tra loro. Un sottile gioco di seduzione di cui Ranma, ormai lontano dal ragazzino timido e impacciato che era stato prima di confessarle i suoi sentimenti, si divertiva a muovere le pedine con grande maestria, abbattendo così in un colpo solo tutte le sue barriere.
Sequel de "L'ora della verità"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Ranma! Vieni fuori maledetto, non la passerai liscia! Stavolta ti darò una lezione che non dimenticherai tanto facilmente! 

Gridò Ryoga con occhi fiammeggianti di rabbia, piegando il palo della luce con un violento pugno ben assestato. Dopo giorni e giorni di estenuanti ricerche, proprio quando stava per gettare la spugna, la vistosa insegna del ristorante "Il gatto" gli era praticamente comparsa davanti come per magia, segno evidente che aveva finalmente trovato la strada giusta. Lo vide ben presto materializzarsi sull'uscio con Shampoo alle calcagna e questo non fece che aumentare la sua collera. 

-Si può sapere che cos'hai da urlare tanto? Come ti permetti di venire qui a minacciarmi in questo modo? 

Rispose, senza riuscire a nascondere il suo disappunto mentre la giovane amazzone gli urlava contro in malo modo, rincarando la dose. 

-Vattene via Ryoga, smettila di dare fastidio al mio fidanzato! 

Il suo… Il suo fidanzato? 

-Tu sta' zitta, non intrometterti in questioni che non ti riguardano! 

Le intimò, incenerendola con un'occhiata sinistra che però, anziché spaventarla, sembrò conferirle maggiore forza. 

-Si dà il caso - disse infatti - che gli affari del mio Lanma siano anche affari miei, perché lui adesso sta con me e presto ci sposeremo. 

-Che cosa sentono le mie orecchie? Ranma, questo è veramente troppo, hai passato ogni limite. Avevo deciso di farmi da parte, sacrificando la mia felicità per permettere ad Akane di vivere la sua insieme a te. Ma tu l'hai fatta piangere, e questo è un affronto che pagherai con la vita! 

-Ryoga, adesso smettila per favore. 

L'improvvisa voce di Akane alle sue spalle lo fece trasalire e la sua faccia divenne paonazza. 

-A… Akane - balbetto' in evidente imbarazzo - che cosa ci fai tu qui? 

-Ti ringrazio di prendere le mie difese - continuò, esibendosi in un dolce sorriso - ma non devi preoccuparti per me. Io sto bene, davvero, e se la scelta di Ranma è quella di sposare Shampoo non posso che accettarla. E dovresti farlo anche tu. 

Dopo giorni trascorsi chiusa in casa e con il morale a terra, la ragazza aveva finalmente deciso di uscire a correre un po' quella mattina. Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria, di ricongiungersi con la natura per tornare a reagire. A vivere di nuovo. Doveva farlo per se stessa. Chiudersi in quel profondo dolore significava spegnersi lentamente nel ricordo di lui, di loro due insieme, precipitando in una spirale di eterna sofferenza che non avrebbe certo giovato alla sua salute. Si era fermata di colpo perché attirata da tutta quella confusione, ma quando aveva sorpreso Ranma in compagnia di Shampoo il suo cuore era stato colpito da una stilettata, talmente violenta e dolorosa da farle venir voglia di scappare via per proseguire il suo cammino. Tuttavia, così facendo non avrebbe ottenuto nulla di diverso da altro sconforto. Non poteva fuggire per sempre. Era il momento di affrontare le sue paure. Ryoga si morse le labbra, guardandola commosso. 

-Oh Akane, il tuo è davvero un animo nobile. Mi dispiace però, non posso proprio perdonarlo per la sofferenza che ti ha causato. Preparati a morire, maledetto! 

E fece per lanciarsi su di lui, agguerrito, prima di essere bruscamente interrotto da un agitato Mousse, che comparve in mezzo a loro brandendo per aria una curiosa bambolina di paglia che Shampoo tentò subito di strappargli di mano. 

-Che diavoleria è mai questa? Scommetto che è opera tua, Shampoo, ci sono le tue foto qui sopra! 

-Come l'hai trovata? Ridammela immediatamente! 

-È per questo che Ranma adesso ti ama, vero? Che cosa gli hai fatto, una specie di incantesimo per caso? 

-Si può sapere di che cavolo state parlando? 

Si intromise Ranma, che a quel punto ci capiva sempre meno. Li osservò confuso mentre, urlando, si contendevano quel fantoccio che pareva tanto assomigliargli finché la paglia cedette sotto le loro dita impazienti e nervose, spezzandosi senza rimedio. 

-Oh, no. Guarda che hai combinato, razza di idiota! 

Proruppe Shampoo, raccogliendola da terra con un gesto che tradiva enorme disagio. Il vento spinse via lontano le sue fotografie e la giovane le osservò sconsolata scomparire presto dalla sua vista, insieme alla breve felicità che ne aveva ricavato. In quell'attimo un'ombra si erse su di lei, sovrastandola fino a farla rialzare di colpo. 

-Dove hai preso quella bambola? Non hai idea di quanto possa essere pericoloso mettersi a giocare con certe cose. 

La sentì dire con la sua voce profonda. L'anziana bisnonna si fece largo tra i ragazzi, saltellando con il suo inseparabile bastone di legno scuro. 

-L'ho fatta con le mie mani, con dei fili di paglia magici che mi ha dato un venditore ambulante. Volevo che Ranma si accorgesse finalmente di me, volevo che mi amasse! 

Si lasciò sfuggire tappandosi poi la bocca con una mano, consapevole di aver svelato molto più di quanto desiderasse fare, ma quando si voltò verso l'amato si accorse con orrore che i suoi occhi erano vitrei e il corpo bloccato in una posizione innaturale. 

-Quindi Ranma è innocente, in realtà era stato solo abbindolato. 

Osservò Ryoga, sentendo la rabbia sgonfiarsi pian piano come un palloncino, abbandonandolo definitivamente. Akane, che fino a quel momento era rimasta in disparte ad ascoltare sgomenta quell'assurdo scambio di battute, esplose d'un tratto in tutto il suo sdegno. 

-Brutta strega che non sei altro, allora è stata colpa tua! Come hai potuto fare una cosa del genere, ti ha dato di volta il cervello per caso? 

Nonostante la collera, però, sentì il cuore mettersi a danzare per la felicità. Non era vero che il suo Ranma non l'amava perché quel giorno, ora lo sapeva, parlava sotto l'effetto di un crudele incantesimo. 

-Lanma, ti senti bene? 

Shampoo gli agitò una mano davanti al viso, ignorando quelle parole prima di vederla correre, preoccupata, in direzione del ragazzo. 

-Oh Ranma, che cos'hai? 

Provò ad attirare la sua attenzione scuotendolo piano, senza alcun risultato. Sembrava assente, come sprofondato in un insolito torpore. La vecchia Obaba annuì con aria molto seria. 

-Ecco, era appunto qui che volevo arrivare. Quella bambolina funziona come un burattino capace di piegare la volontà di una persona. Tu, Shampoo, gli hai dato le sue sembianze, facendone il tuo schiavo d'amore. Mi pareva strano che all'improvviso pendesse completamente dalle tue labbra. 

-Esatto. Sono stata brava, no? 

Esulto' la ragazza. 

-Brava un corno, stupida! 

La aggredì Akane. 

-Adesso però l'avete rotta - continuò, mettendo così fine all'ennesima discussione - e lui… 

-Lui cosa? Avanti, parla! 

Esclamò la piccola Tendo in preda all'angoscia. 

-Guardate, sta tornando in sé. 

L'anziana donna indicò Ranma col bastone, catturando l'attenzione di tutti sui suoi movimenti, che pian piano divennero di nuovo fluidi mentre gli occhi riprendevano il loro naturale colore azzurro. Shampoo ne approfittò per gettargli le braccia al collo. 

-Amore, meno male che stai bene. Ero così preoccupata! 

-Levagli le mani di dosso! 

La redarguì l'altra, pazza di gelosia. Il giovane la allontanò da sé con malo garbo, lanciandole un'occhiataccia. 

-Lasciami andare! Chi sei? Non credo di averti mai vista prima. 

Akane lo fissò, gli occhi sgranati per la sorpresa. 

-Parli sul serio, Ranma? 

Lo vide aggrottare le sopracciglia, voltandosi verso di lei con aria infastidita. 

-Che vuoi da me, ci conosciamo per caso? 

Oh no, neppure di lei si ricordava? 

Obaba lo osservò a lungo con occhio critico, poi finalmente disse: - Come pensavo, la sua memoria emotiva è stata cancellata. 

-La sua… Cosa? 

Domandò Mousse, confuso. 

-La sua memoria del cuore. Quando il pupazzo si è spezzato, l'incantesimo che lo teneva legato a Shampoo si è rotto, lasciandosi dietro dei gravi effetti collaterali. È per questo che all'improvviso il futuro marito non si ricorda di nessuno di noi. 

Akane si prese il viso tra le mani, sentendosi mancare la terra sotto i piedi. 

-Dimmi che l'effetto non è permanente, Obaba, ti prego. 

-Questo solo il tempo potrà dircelo. Potrebbe recuperare la memoria domani, o forse mai più. 

-Ma è terribile! 

Gridò Shampoo. Ranma incrocio' le braccia al petto con espressione seccata. Cominciava ad averne abbastanza di tutte quelle assurdità. 

-Non capisco un accidente di quello che state farneticando. Ma dove sono capitato, in una gabbia di matti per caso? Basta, me ne vado! 

-Aspetta! 

L'affascinante amazzone dai capelli viola tentò di corrergli dietro ma Mousse la bloccò sul tempo, afferrandola per il polso e permettendo così ad Akane di seguirlo indisturbata.

-Dove credi di andare, non ti sembra di aver già combinato abbastanza danni? Non avevi il diritto di intrometterti tra loro, erano felici insieme e tu hai rovinato tutto. Ora lasciali in pace. 

-Tu non capisci Mousse, io lo amo! 

Lo schiaffo che aveva colpito Shampoo in pieno viso arrivò prima che entrambi potessero rendersene conto. Mousse si tirò subito indietro, costringendosi a lasciare quel polso sottile per poterla meglio guardare negli occhi, senza tuttavia mostrare alcun segno di pentimento per quel gesto che si era permesso di compiere. 

-Il tuo non è amore, è possesso. Tu sei completamente incapace di amare e l'unica persona di cui ti importa sei tu, perché se avessi guardato un po' più in là del tuo naso ti saresti certamente accorta che sono innamorato perso di te praticamente da sempre. Anche se non te lo meriti. Se solo… Se solo lo volessi, potrei renderti molto felice. 

Disse d'un fiato, la voce inaspettatamente bassa e controllata mentre la giovane guerriera lo fissava con occhi lucidi, incapace di proferire parola. Sentì la guancia, ora calda e arrossata, bruciarle per la violenza di quello schiaffo che l'aveva punita colpendola come un fulmine a ciel sereno, ma che si rese conto tuttavia di meritare. Le ci volle un lungo momento per riprendersi da ciò che era accaduto, e decise seduta stante di prendersi una rivincita. 

-Intanto non azzardarti mai più a picchiarmi, altrimenti ti uccido! Hai capito, pezzo di imbecille? 

Lo atterrò con un pugno che fece esplodere sulla sua testa un grosso bernoccolo, incapace però di nascondere un sorriso. Non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma era rimasta piacevolmente sorpresa da ciò che quel timido ragazzo aveva avuto il coraggio di confessarle, aprendole il suo cuore in modo tanto sincero e appassionato. Prima d'ora nessuno era mai stato capace di parlarle a quel modo… 

 

-continua-

   
 
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