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Autore: Little Firestar84    23/09/2020    0 recensioni
Hardison deglutì, fissando con gli occhi spalancati, colmi di terrore, l’uomo che conosceva da ormai oltre tredici anni, il letale assassino, il ninja, il picchiatore professionista rispettato e temuto dai peggiori esempi di essere umano. Hardison non aveva mai avuto paura di lui, nemmeno per una attimo, eppure, una semplicissima frase, lo aveva fatto finire in abisso di paura senza fine.
“Io lo so che non dovrei chiedertelo, ma è come quando c’è un incidente trucolento e non vorresti guardare ma non riesci a smettere….cosa intendi con sai com’è?”
Oneshot partecipante alla Just stop for a minute and smile challenge!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hitter & Chemist'
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Flash-fic partecipante alla just stop for a minute and smile challenge  di Soul_Shine sul forum di EFP, col prompt #4: Sei un pessimo insegnante!

“Le cose sono due, o la tua ragazza è una pessima insegnante,  o sei tu che sei un cretino. Con tutto il rispetto possibile.” Hardison sbottò, lanciando in aria il device digitale su cui tanto aveva lavorato, e sbuffò, mentre Eliot lo guardava con aria colpevole, neanche fosse stato un cucciolo martoriato.  

“Sul serio, Eliot, la tua ragazza è un genio, lei è il chimico del sottobosco criminale, lei ha ricreato la chimica dei colori usati da Van Gogh, è rouscita a far degradare talmente bene il pigmento giallo che ha fregato un critico d'arte...  e tu a malapena sai usare un frullatore!”  Hardison si stropicciò gli occhi, stanco. Dieci volte aveva provato a spiegare ad Eliot cosa fare, dieci volte aveva fallito. “Sul serio, ma non hai mai la curiosità di sapere come fa le cose? Di capire come funzionano le sue macchine? Le sue turbine, tutto quanto?”

“Beh, sì, e infatti io le chiedo di spiegarmi le cose…” ammise Eliot, con le mani in tasca e le spalle curve, con l’aria leggermente colpevole, eppure con uno strano luccichio negli occhi. “Però, sai com’è. Sono un uomo debole. Molto, molto debole.”

“Eliot….” Hardison deglutì, fissando con gli occhi spalancati, colmi di terrore, l’uomo che conosceva da ormai oltre tredici anni, il letale assassino, il ninja, il picchiatore professionista rispettato e temuto dai peggiori esempi di essere umano. Hardison non aveva mai avuto paura di lui, nemmeno per una attimo, eppure, una semplicissima frase, lo aveva fatto finire in abisso di paura senza fine. “Io lo so che non dovrei chiedertelo, ma è come quando c’è un incidente trucolento e non vorresti guardare ma non riesci a smettere….cosa intendi con sai com’è?”

“Dai, lo sai. Insomma, anche tu e Parker…” gli fece uno sguardo allusivo, leggermente spazientito. “Hai capito, no?”

“Sono un genio ribelle di trentaquattro anni ma, no, non capisco cosa vuoi dire.” Hardison grugnì, incrociando le braccia. “Se sapessi cosa vuoi dire, non te le chiederei!”

“Becks mi fa un mucchio di lezioni private, se mi capisci. “ Eliot sghignazzò, parlando lentamente. “Lezioni in cui i nostri vestiti finiscono per terra, e noi siamo nudi e…”

“BASTA, NON VOGLIO SAPERE ALTRO!!!” Hardison urlò, quasi in lacrime. Rispettava troppo Becks, e voleva poterla ancora guardare negli occhi senza scoppiare a piangere o vergognarsi, perché aveva nella testa l’immagine di lei ed Eliot che facevano sesso sul pavimento dell’ufficio, o sul bancone del locale.

“Ma piantala! Guarda che non sono il porco che immaginate voi!” Eliot gli diede un leggero scappellotto, spazientito. Tuttavia, subito dopo dovette aver pensato a qualcosa di prezioso, di dolce, perché gli tornò il sorriso sulle labbra. “È solo che Becks ha quest’aria sognante quando parla di cose scientifiche. E fa quel sorrisetto che le fa venire una fossetta, proprio qui.” Sorrise, dolce, mordendosi il labbro, indicando lo zigomo destro. “Ha un’aria, non so, adorabile. Irresistibile. Perciò, quando lei inizia a spiegarmi le cose,  non riesco a resisterle, e devo fare l’amore con lei.”

“Sei proprio cotto a puntino, eh?” Hardison ridacchiò, dando una pacca sulla spalla dell’amico, e riprendendo in man la sua ultima creatura tecnologica, pronto a spiegare per l’ennesima volta a cosa servisse.  

Tanto, sarebbe stato tutto inutile.

Ma chissà. Magari Becks, con le sue doti persuasive, avrebbe avuto più fortuna.

   
 
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