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Autore: Athilik    25/09/2020    0 recensioni
Julie è una ragazza londinese di vent'anni uguale a tutte le altre ragazze londinesi di vent'anni, se non fosse per una piccola grande differenza: viaggia con un individuo che si fa chiamare "il Dottore" da pochi mesi... O magari sono già passati tanti mesi? Difficile dirlo quando ti muovi continuamente attraverso il tempo e lo spazio in una buffa e spettacolare cabina blu. Ma quello che veramente non sa, è che incontri inaspettati ed emozionanti si celano dietro l'angolo, molteplici facce della stessa persona che le faranno conoscere un po' di più questo suo amico dal passato misterioso e che li porteranno ad affrontare un nemico antico e molto potente, che aspetta solo il momento giusto, nascosto tra le ombre.
Quanti volti può avere la stessa persona? Quali e quanti segreti siamo disposti a portarci nella tomba? C'è qualcuno che potrà mai dare una risposta alla prima domanda posta nell'intero universo?
Allons-y!!!
Esce incrociata su wattpad, potete seguire la storia da dove volete ;D
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dalek, Doctor - 10, Doctor - 11, Doctor - Altro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'ora prima...

Il Dottore e Richard uscirono dalla piccola casetta, venendo subito avvolti nell'oscurità della notte.

"Che cos'è che vuoi vedere esattamente?" chiese scettico il ragazzo al signore del tempo.

Ma l'uomo non rispose.

"Non conosci queste strade, eppure ti stai muovendo con sicurezza tra di esse." continuò l'altro.

"Ho guardato la mappa e l'ho memorizzata."

"Ma l'avrai guardata per non più di cinque secondi, come-"

"Non per vantarmi, ma ho un cervello davvero niente male. Ora, vuoi stare zitto? Non vorrai farci scoprire, spero."

"Certo che no."

I due continuarono a camminare per le strade poco illuminate della città, fino a che non arrivarono davanti a ciò che il Dottore stava cercando: una delle cinque pietre.

"È questa che stavi cercando?"

"Esattamente."

Il signore del tempo si avvicinò all'oggetto misterioso.

"Stavo cercando questa pietra per esaminarla, voglio capire in che modo è collegata al mostro che semina panico in questo posto."

"Non è raccomandato toccarle." avvertì Richard "Nessuno sa di cosa siano veramente capaci queste pietre."

"Penso sia tempo di scoprirlo, allora."

Il Dottore s'inginocchiò davanti alla pietra e la esaminò. 
Non era molto grande, di forma esagonale e con la superficie piatta piena di strani segni astratti color argento e verde, che brillavano debolmente nella notte.

"Strano... Davvero strano..." mormorò il signore del tempo, completamente assorto. Segui con lo sguardo gli strani segni dall'inizio, in cima alla pietra, fino alla fine, in fondo all'oggetto. Li tracciò con le mani ed alla fine capì.

"Richard, ho bisogno del tuo aiuto." disse poi, senza alzare lo sguardo "Devi farmi da palo e controllare che non arrivi nessuno. Dobbiamo essere pronti a correre se ci trovano."

Il ragazzo annuì e poi si voltò dall'altra parte per controllare le strade vicine a loro.

Quando Richard fu di spalle, il signore del tempo sorrise debolmente. Controllò il retro della pietra finché non trovò quello che stava cercando e il suo sorriso si ampliò.

"Trovato qualcosa di interessante?" lo interruppe una voce.

"No, no. Nulla di nulla." si affrettò a dire il Dottore "Anzi, sai che ti dico? Andiamocene da qui."

"Torniamo alla base?"

"Assolutamente no. Voglio trovare le altre pietre. Qui non ho trovato alcun indizio, ma forse con le altre avrò più fortuna."

Finirono per girare quasi tutta la piccola città. Ogni volta, per tutte e tre le pietre successive, il Dottore chiese a Richard di fargli da palo, mentre lui controllava ed analizzava la pietra. Ma ogni volta era sempre la stessa storia, il signore del tempo finiva col dire di non aver trovato nulla.

"Se non troviamo mai alcun indizio, perché continuiamo a cercare?" chiese il ragazzo dopo che il Dottore ebbe finito di esaminare la quarta pietra."

"Ne manca solo una." rispose il signore del tempo.

"Solo una cosa?"

"Di pietra. Ne manca solo una."

"Okay quindi... Pensi che troverai lì quello che cerchi?"

"Oh andiamo." il Dottore si fece più serio che mai "Basta prenderti gioco di me, non funziona."

"Non... Non capisco, Dottore. A cosa ti riferisci?"

"Lo sai bene, invece."

Il signore del tempo si avvicinò al ragazzo sempre di più, con aria minacciosa.

"Il teatrino è finito, ragazzo."

"Dottore, davvero. Non so di cosa tu stia parlando."

I due ora si trovavano a pochi centimetri l'uno dall'altro.

"Sai esattamente di cosa sto parlando, ed ascolta attentamente le mie parole perché non mi ripeterò: Julie è con gli altri. Spero per il vostro bene che sia sana, salva ed illesa. Non so cosa abbiate in mente, ma è mia intenzione scoprirlo e se vengo a sapere che i tuoi amichetti le hanno fatto del male, ve la farò pagare cara, chiaro?"

Richard non rispose, né provò più a difendersi.

Il signore del tempo appoggiò la mano sul petto del ragazzo e spinse. La mano sparì al suo interno.

"Ho capito il vostro trucchetto da quattro soldi."

Pochi secondi dopo, il corpo di Richard cadde a terra inerte, con gli occhi spalancati.

"E ora troviamo l'ultima pietra e poi la ragazzina, prima che sia troppo tardi."

Il Dottore cominciò a correre e si fermò solo nel momento in cui si trovò davanti alla quinta pietra. Quando arrivò però, vide due sagome accovacciate a terra.

"Hai ragione." stava dicendo una "Ma cosa facciamo adesso? Lo Sterminatore potrebbe tornare a momenti e..."

"Troviamo il Dottore, lui saprà cosa fare. Lo sa sempre." rispose l'altra.

La prima sagoma annuì, asciugandosi gli occhi con la mano.

"Julie! Julie eccoti, finalmente ti ho trovata!" s'intromise lui appena riconobbe la ragazza e Billy.

"Dottore!"

Il signore del tempo aveva il fiatone e la preoccupazione era dipinta su tutto il suo viso.

"Julie, ascoltami." disse lentamente "Devi allontanarti da Billy."

"No no! Ascoltami tu, lo Sterminatore è qui e ha preso..."

"Lascia perdere lo Sterminatore!"

"Ma..."

"Dottore, dov'è mio fratello? Perché non è con te?" chiese il giovane allarmato.

"Tuo fratello è morto."

Il signore del tempo vide lo stupore riempire il viso di Julie.

"Dottore, ma cosa..."

"Stai mentendo, lui non può essere-"

"È morto, e l'ho ucciso io."

"Come hai osato!"

"Dottore, ma che stai dicendo? Tu non uccidi mai!"

Il signore del tempo prese un lungo respiro.

"Ascoltami, Julie. Ti prego, ascoltami perché è molto importante. Ti devi allontanare da Billy. Vieni qui da me, avanti."

"Perché? Ma che stai dicendo?"

"Perché questa non è la Scozia, non siamo nel 1042. Ora ti prego, per l'ultima volta, allontanati da lui."

Vide che la ragazza continuava a far rimbalzare i suoi occhi tra loro due con sguardo confuso.

"Non ti capisco..."

"Billy è pericoloso Julie, più pericoloso di qualsiasi altra cosa qui in questa città. Uno tra gli esseri più pericolosi dell'universo."

"Dottore, ma che stai dicendo?" chiese Billy, completamente scioccato dalle accuse.

"Basta fingere! So cosa sei veramente, chi sei veramente! Ti ho smascherato!" poi si rivolse alla ragazza "E se non mi credi, sta a guardare, perché ora te lo dimostrerò."

Nel tempo presente...

"Dimostrare? Cosa vorresti dimostrare?" sbuffò Julie "Se Billy avesse voluto uccidermi avrebbe potuto farlo un sacco di volte, eppure mi sembra di essere ancora qui- Dottore, mi stai ascoltando?"

Il signore del tempo aveva superato velocemente i due ragazzi per dirigersi verso la pietra che si trovava alle loro spalle.

"Abbiamo perso tutti gli altri e ora dobbiamo andarcene, o lo Sterminatore prenderà anche noi!"

"Ragazzina, gli altri non sono morti e non esiste alcun Sterminatore." ribatté il Dottore mentre si accovacciava per esaminare la pietra."

"Quante volte te lo devo dire che non sono una ragazzina?!"

"Dottore, ti rendi conto che stai delirando, vero?" chiese Billy.

"Me lo dicono un sacco di volte, sì. Ma tu ragazzo, devi stare zitto. Sei l'ultimo ad avere il diritto di parlare, qui. Lasciamelo dire però, un piano davvero niente male, molto ben architettato."

"Non riesco a seguirti...."

"Ora ti spiego tutto, Julie." continuò a dire il signore del tempo senza mai distogliere l'attenzione dalla pietra luminosa "Non siano mai atterrati sulla terra, con molta probabilità non ci siamo nemmeno mossi tanto dal punto in cui eravamo nello spazio. Qualcosa ci ha afferrato e ci ha trascinati qui, in questo posto creato apposta per noi. Tutto quello che vedi, tutto ciò che ci circonda, è stato creato solo ed esclusivamente per noi. Ed in maniera molto accurata, oserei dire."

Il Dottore trovò quello che stava cercando sul retro della pietra.

"Cinque pietre. Dovevano coprire una grande porzione di spazio per darci il senso di essere in un luogo aperto, quando, in verità, siamo in un luogo chiuso. Potevano mascherare tutto, tranne i filtri di percezione stessi. Cinque pietre poste il luoghi equidistanti l'una dall'altra. Non avrebbe funzionato, altrimenti."

Il Dottore tirò i cavi sul retro dell'oggetto, rompendoli.

La pietra tremolò e poi si spense.

"Cinque filtri di percezione, che io sono riuscito a disattivare, però."

"Ma che..."

Julie sbarrò gli occhi in un misto di confusione e stupore. Intorno a lei le cose cominciarono a svanire, ritornando al loro vero essere.

"Pensavamo di aver girato l'intera città, ma in verità siamo solo andati avanti ed indietro per questa nave, come dei criceti su delle ruote."

Il cielo, il sole, la città, le strade, era tutto sparito. Ora ciò che li circondava era solo il colore grigio. A destra, a sinistra, sotto di loro e sopra di loro. Solo metallo. Il metallo di una nave spaziale enorme e molto avanzata.

"E da quando i Cybermen sono dei così bravi attori?" chiese il signore del tempo alzandosi da dove si trovava e girandosi a guardare Julie e Billy.

Lentamente, la ragazza si voltò verso sinistra. Billy non c'era più, al suo posto si trovava un mostruoso umanoide di metallo.

"Ci hai scoperti, Dottore. Ma non ci importa." disse con voce improvvisamente meccanica e monotona.

Prima che Julie potesse fare qualsiasi mossa e scappare, il Cyberman le posò una mano sulla spalla, stringendo forte e facendola urlare dal dolore. Era come se una scarica elettrica stesse passando attraverso tutto il suo corpo.

"Ehi!" ribatté il signore del tempo arrabbiato, camminando velocemente verso loro due "Toglile le mani di dosso!"

"Non ti muovere, Dottore" ordinò l'altro "O la ucciderò."

Il signore del tempo si fermò.

"Okay, farò come vuoi, ma smettila di farle del male!"

L'umanoide obbedì e Julie riuscì a prendere un respiro profondo.

Dalla loro sinistra e dalla loro destra apparvero come dal nulla altri quattro Cybermen, due per lato.

"Ci hanno scoperti." disse uno.

"Dobbiamo portarli dal comandante, questi sono gli ordini." disse un altro.

"Ordini ricevuti." rispose un terzo.

"Sì grazie, ci terrei a parlare con il vostro comandante." sbuffò il Dottore.

"Il Dottore verrà portato dal comandante."

"E la ragazzina verrà con me."

"La forma di vita umana resterà con noi."

"La forma di vita umana verrà con me, ho detto, oppure non mi muoverò da qui."

"Sei in minoranza, Dottore. Devi obbedire."

"Sono sempre stato in minoranza, e vi ho sembre battuti. Ho sempre vinto io."

I Cybermen non risposero.

"La ragazzina verrà con me. Fine della questione."

Dopo alcuni secondi di silenzio, il robot che teneva Julie prigioniera la lasciò andare e lei corse al fianco dell'amico.

"Stai bene?" chiese lui con sguardo preoccupato.

"Sì, il dolore sta già sparendo."

"Molto bene."

"Dottore, che cosa sta succedendo? Non capisco."

"Tranquilla, ti spiegherò tutto più tardi, lo prometto."

"Basta parlare." ordinò uno dei robot mentre puntava una pistola contro i due amici "Il comandante vi aspetta."

"Andiamo." mormorò il Dottore appoggiando una mano confortante sulla schiena della ragazza "Ma resta sempre vicina a me."

Julie annuì e seguì il signore del tempo. I Cybermen li condussero attraverso vari corridori che sembravano tutti uguali, fino a quando il gruppo raggiunse una porta che si aprì su una grande zona a prua della nave spaziale. 
Un Cyberman venne verso di loro e si fermò davanti al Dottore.

"Immagino che tu sia quello che ha provato a darci in pasto allo Stermintore, vero?" chiese il signore del tempo.

"Informazione irrilevante." rispose il robot.

"Sì okay, te lo concedo. Passiamo alle domande serie: che cosa volete?"

"Distruggere il Dottore."

Il signore del tempo alzò le sopracciglia, non molto impressionato dalla cosa.

"Ma non mi dire, che novità. Voi non cambiate mai."

"Hai perso, Dottore. Sei giunto alla tua fine." continuò a dire con voce metallica il Cyberman.

"Io non credo proprio." ribatté con tono sarcastico lui. Poi si rivolse all'amica "Ehi Julie! La vuoi sentire una storia interessante?"

"Ehm... Non so se questo sia proprio il momento adatto..."

"Oh sì che lo è! Non c'è momento più adatto di questo! E voi miei cari Cybermen? Volete sentire questa storia?"

Nessuno rispose.

"Parla di un gruppo di robot su una nave spaziale" iniziò a dire il signore del tempo "che decise di inscenare un bellissimo teatrino usando cinque filtri di percezione tutti insieme, convinti di poter ingannare il loro più grande nemico. Peccato che questo nemico sia riuscito a smascherare i loro piani." il Dottore si mise a camminare in giro per la plancia osservando con occhio acuto tutte le postazioni dei vari comandi mentre il gruppo di robot seguiva ogni sua mossa minuziosamente "Una bellissima messa in scena, ve lo concedo. Una città inesistente dal nome inventato, con personaggi accuratamente costruiti... peccato che mi siate caduti in una cosa banale come lo Sterminatore. Che nome assurdo poi. Ehi Julie, sai cos'era veramente lo Sterminatore?"

La ragazza scosse la testa.

"Il motore." rispose l'altro sorridendo "Nient'altro che il motore di questa nave. Quella botola che avevano aperto, era il motore mascherato dal filtro di percezione."

"Questo significa..." riflettè Julie "Che non era reale, e che nessuno è morto a causa sua...."

"Nessuno, esatto. Solo un piccolo dramma teatrale ben architettato. Ma la vera domanda è: come è stata possibile questa cosa? Come avete fatto ad imitare così bene i comportamenti umani? Era sempre parte del filtro di percezione?"

"Informazione irrilevante." ripeté il Cybermen comandante.

"Suppongo che la risposta sia sì. Filtri di percezione potenti direi. Non troppo complicati in termini tecnici, molto facili da disattivare, ma decisamente potenti. Dubito che voi siate riusciti ad architetture un piano così elaborato. Sono piuttosto sicuro che qualcuno vi abbia aiutati." il signore del tempo era ritornato faccia a faccia con il capo dei Cybermen "Quindi forza, ditemi, chi è? Con chi lavorate? Chi vi ha aiutati? "

"Nessuno." rispose il robot.

"Oh, quindi lavorate da soli? Mi devo congratulare allora, da voi non me lo sarei mai aspettato." poi il Dottore si rivolse ancora una volta a Julie "Piaciuta la storia, ragazzina?"

"Faccio fatica a crederci... Ma sì, direi di sì." rispose lei con voce tremante.

Il Dottore si sistemò il cappotto colorato.

"Peccato che ora io sia qui apposta per fermarvi."

"Tu non puoi fermarci." ribatté ancora una volta il capo dei Cybermen "Eliminate il Dottore" ordinò subito dopo.

"No!" urlò Julie cercando di correre verso l'amico, ma venne trattenuta da due robot che l'afferrarono per le braccia.

"Va tutto bene." la tranquillizzò lui "Non spareranno davvero. Non ti devi preoccupare."

"Eliminare il Dottore."

"No, vi prego! Lasciatelo stare!"

"Eliminare il Dottore."

"Vi ho detto di fermarvi!"

"Eliminare il Dottore."

"Eliminare il Dottore!"

"Eliminare il Dottore!"

Gli altri due Cybermen puntarono le loro pistole sul signore del tempo e fecero fuoco.

"No!"

Julie sentì le lacrime salire agli occhi. Guardò impotente mentre l'amico veniva colpito in pieno dai laser e cadere a terra inerme. 
In fondo, dove poteva scappare? Provò a dimenarsi, ma le mani su di lei erano come morse d'acciaio. Non stava nemmeno prestando attenzione a quello che stava accadendo attorno a lei. Il suo sguardo era fisso sul corpo del signore del tempo.

"Rigenerati..." pregò sottovoce "Avanti rigenerati... È così che funziona no? Perché non ti rigeneri?"

Il corpo del Dottore continuava a rimanere a terra, immobile.

"Ho detto che ti devi rigenerare, stramaledetto signore del tempo!"

"Il Dottore è stato sconfitto. Missione compiuta." s'intromise la voce meccanica del capo dei Cybermen "Iniziare la sequenza di miglioramento della forma di vita umana."

"Sequenza di miglioramento? Ma che state..."

Quelle parole fecero tornare Julie alla realtà.

"No, no! Fermi! Che state facendo? Lasciatemi andare!"

La ragazza provò ancora una volta a dimenarsi nella presa salda, mentre i due robot la trascinavano verso un' armatura di metallo vuota collegata a dei cavi.

"No! Lasciatemi andare!"

I due Cybermen la forzarono dentro l'armatura, che si chiuse automaticamente su tutto il suo corpo, tranne che sulla testa.

"Iniziare sequenza di miglioramento." disse uno.

"Sequenza avviata." rispose un altro.

"No! Non voglio diventare come voi!"

"Tu verrai migliorata."

"No!"

All'inizio lottò cercando di aggrapparsi a tutto quello che aveva. Ripensò ai suoi amici, alla sua famiglia, al Tardis, a tutte le meravigliose avventure che aveva vissuto nello spazio e al volto del Dottore. Il suo Dottore, quello con cui era solita viaggiare. Ma pian piano, Julie iniziò a sentirsi come se la sua mente stesse andando alla deriva. Era come se il suo cervello si stesse addormentando. Non riusciva più a parlare, non riusciva nemmeno più a connettere i pensieri...

"Interrompere subito la sequenza di miglioramento. Questo è un ordine!"

Una voce decisa si fece strada nella sua mente. No, non nella sua mente, era reale!

"Ho impostato l'autodistruzione. Vi ho detto di interrompere subito la sequenza! Farò saltare in aria tutta la nave!"

"Il Dottore è ancora vivo."

"Il Dottore è ancora vivo."

"Il Dottore è ancora vivo."

La ragazza alzò lo sguardo.

Il Dottore era vicino ai comandi, vivo e vegeto, con il cappotto colorato, i riccioli biondi spettinati ed uno sguardo di sfida sul viso. 
Improvvisamente, Julie si sentì piena di energia, l'armatura che la conteneva si aprì e lei inciampò fuori da tutto il metallo che la conteneva.

"Dottore, ma come...?"

"Filtro di percezione, mia cara." ghignò lui "Avete visto solo quello che io volevo vedeste."

Alla sua sinistra, la ragazza riconobbe una delle cinque pietre che tremolava e che si spegneva. Era sempre stata lì?

"Ho avuto tutto il tempo di impostare l'autodistruzione di questa nave e credetemi, se non ci lascerete andare via, ci farò esplodere tutti."

"Tu stai mentendo." affermò il capo dei Cybermen.

"Guardami negli occhi." lo sfidò ancora il signore del tempo "E poi guarda la leva che sto stringendo nella mia mano. Ti sembra che io stia scherzando?"

Ci furono alcuni secondi di silenzio assoluto.

"No." rispose poi il capitano.

"Esattamente."

Julie corse dall'amico.

"Sono così contenta di vedere che stai bene." sorrise lei.

"La cosa è reciproca."

"Autodistruzione?"

"C'è sempre il bottone dell'autodistruzione."

"Sei incredibile." rise lei.

"Lo so! Ora andiamocene da qui."

"Ma il Tardis è sparito, ricordi?"

"È sparito perché gli stavano facendo del male, ma non ci ha mai abbandonati" sorrise di rimando lui "Non è vero?" gridò poi, come se stesse parlando alla macchina spazio- temporale stessa.

"Eliminate il Dottore!"

"Dottore, attento, dietro di te!"

Un colpo di laser esplose vicino a loro e li costrinse a buttarsi per terra, facendo sì che il signore del tempo mollasse la presa sulla leva.

Dopo pochi secondi, la battaglia esplose tutto intorno a loro.

Colpi di laser venivano scagliati a destra e a sinistra, non c'era posto per nascondersi, quando un suono familiare riempì l'intera stanza e una cabina blu iniziò a materializzarsi dal nulla.

"Ecco la nostra via d'uscita!" urlò il Dottore in mezzo ai colpi, mentre scappava dai robot "Forza ragazzina, corri!"

"L'autodistruzione!" urlò di rimando lei.

"Lascia stare! Dobbiamo pensare a metterci in salvo!"

"A quanto l'hai impostata?"

"Dieci secondi!"

"Saranno più che sufficienti! Dottore, il Tardis! Preparati a partire!"

"Ma che vuoi fare?! Torna indietro! Torna qui!"

"Fidati di me!"

Il signore del tempo sembrò esitare in un primo momento, ma quanto vide i rinforzi dei Cybermen entrare delle porte della plancia annuì e corse nella cabina blu.

Continuando a correre per schivare i colpi, Julie tornò dove si trovava la leva.

Un colpo esplose vicino a lei.

Raggiunse il suo obiettivo.

Prese il comando tra le mani.

E poi l'abbassò con forza.

Un conto alla rovescia cominciò a partire da dieci.

Autodistruzione tra dieci, nove, otto, sette...

La ragazza continuò a correre e schivare colpi. Un colpo laser la sfiorò.

... Sei, cinque, quattro...

Julie si lanciò nel Tardis.

"Via!" urlò al Dottore, che abbassò una leva e li smaterializzò giusto in tempo, mentre una nave intera piena di Cybermen esplodeva alle loro spalle.

"Tu sei pazza!" esclamò il signore del tempo mentre fermava il Tardis nello spazio.

"Ho imparato dal migliore!" rise lei.

"Stai bene?"

"Alla grande, tu? Tutto okay?"

Il Dottore ghignò soddisfatto.

"Ora capisco perché il futuro me ha deciso di portarti con lui. Sei in gamba, ragazzina."

"Smettila con questa storia della ragazzina!"

"Come vuoi, ragazzina."

Julie ridacchiò divertita.

"Era un piano davvero elaborato..." riflettè a voce alta il Dottore subito dopo "Non me lo sarei mai aspettato dai Cybermen."

"Come sono riusciti dei robot ad imitare così bene gli esseri umani?" chiese Julie "Insomma... Sembrava tutto così reale..."

"Conosci il passato dei Cybermen?"

La ragazza scosse la testa.

"Quei robot non sono altro che esseri umani che si definiscono migliorati." continuò il Dottore "Le emozioni, tutte quelle cose da... Umani. Loro in fondo le conoscono. Loro stessi un tempo lo erano. Forse hanno solo dovuto scavare un po' nel loro passato per ritrovarle. Mischiati al filtro di percezione. Beh, penso che tutti noi abbiamo visto solo ciò che volevamo vedere, proprio come ho fatto io prima con voi."

"Incredibile... Esseri umani migliorati. Perché qualcuno vorrebbe volere una cosa simile?"

"Perché per voi non è mai abbastanza. Cercate sempre di migliorare e di creare cose nuove, ma spesso i risultati che ottenete sono controproducenti. Non vi accontentate mai."

Julie annuì piano.

"Il non accontentarsi. La maledizione della razza umana."

Poi alzò lo sguardo sull'amico.

"Come hai fatto a capire il trucco?"

"Sia la storia delle pietre che dello Sterminatore non mi hanno mai convinto. Tanto meno il nome inventato della città. Tutto aveva un tempismo troppo perfetto. Ed esaminando le pietre ho avuto una visione chiara delle cose. Le ho disattivate una una, facendo indebolire sempre di più il filtro di percezione. E quando ho disattivato l'ultima tutto si è rivelato per ciò che era veramente."

"Sei davvero incredibile!"

"In qualsiasi caso" il Dottore cambiò discorso "Abbiamo ancora del lavoro da fare."

"Che vuoi dire?"

"Non volevi mica scoprire come abbiamo fatto ad incontrarci io e te? O mi stai dicendo che vuoi già tornare a casa?"

Gli occhi di Julie s'illuminarono di gioia.

"Posso restare quindi?"

"Certo che puoi. Abbiamo un mistero per le mani che sono determinato a risolvere, sei con me?"

"Certo che sì!"

"Non c'è tempo da perdere allora." il Dottore ghignò soddisfatto ancora una volta "Julie Jenkins" disse poi "Benvenuta a bordo." 
 

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L'angolo dell'autore 

Chiedo scusa a tutti voi se ci ho messo così tanto ad aggiornare, ma ho dovuto mettere studio e lavoro al primo posto. In qualsiasi caso, now I'm back! Gli aggiornamenti torneranno ad essere più frequenti, lo prometto!

Mi raccomando, state attenti la fuori, l'autunno sta arrivando e con lui la stagione dell'ammalarsi facile e il covid è sempre in agguato che aspetta. State sempre attenti!

Se la storia vi sta piacendo non siate timidi e non vergognatevi di lasciare un commento, tanto per farmi avere qualche feedback! :D

A presto bella gente! ❤️

*Doctor Who outro starts to play*

   
 
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